Geopolitica
La Slovacchia vuole la Russia ai colloqui di pace con l’Ucraina
Il prossimo vertice internazionale per trovare una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina dovrà includere la Russia, ha affermato mercoledì il ministro degli Esteri slovacco Juraj Blanar, dopo l’incontro con il suo omologo ucraino Andrey Sibiga.
Secondo Blanar, il conflitto in Ucraina non ha una «soluzione militare» e devono essere prese delle misure per porvi fine attraverso dei negoziati «il prima possibile», osservando che Kiev sostiene l’idea di invitare rappresentanti dalla Russia alla prossima conferenza.
«Abbiamo concordato e il ministro ha confermato che il prossimo negoziato di pace deve essere con la partecipazione della Federazione Russa», ha affermato il Blanar, come citato dal quotidiano slovacco Pravda. Blanar ha anche segnalato il sostegno di Bratislava alla richiesta di adesione dell’Ucraina all’UE, ma ha osservato che la Slovacchia è contraria alle ambizioni di Kiev di entrare nella NATO.
«L’adesione dell’Ucraina alla NATO creerebbe ulteriori conflitti», ha affermato Blanar, senza fornire spiegazioni. La Russia ha costantemente sottolineato la sua opposizione all’adesione dell’Ucraina alla NATO. Lo status neutrale di Kiev è una delle richieste chiave avanzate da Mosca per una risoluzione pacifica del conflitto.
Toccando forse uno dei livelli più alti della cifra grottesca che ora impera nella diplomazia internazionale, la Russia non è stata invitata alla precedente conferenza di pace in Ucraina tenutasi in Svizzera a giugno. L’incontro non è riuscito a produrre risultati visibili, con molte nazioni che si sono rifiutate di firmare una dichiarazione congiunta e hanno lamentato l’assenza della Russia. Il presidente russo Vladimir Putin ha criticato l’evento definendolo uno «stratagemma», mirato a «invertire la causa e l’effetto» del conflitto.
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L’Ucraina e la Russia hanno negoziato l’ultima volta nella primavera del 2022 a Turchia. Le due parti sono riuscite a redigere un trattato di pace che è stato approvato in via preliminare. Tuttavia, il documento non è mai stato finalizzato e in seguito l’ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha emesso un decreto che vietava i colloqui di pace con Putin.
Intervenendo a un dibattito tenutosi all’Eastern Economic Forum di Vladivostok all’inizio di questo mese, Putin ha accusato l’Occidente di aver «ordinato» a Kiev di abbandonare il trattato a causa «del desiderio delle élite» di «infliggere una sconfitta strategica alla Russia».
Come riportato da Renovatio 21, l’ex sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland ha confermato che Kiev aveva respinto il trattato su ordine dei suoi sostenitori occidentali.
Tuttavia, la retorica di Kiev è cambiata nelle ultime settimane. In un’intervista con la NBC all’inizio di questo mese, lo Zelens’kyj ha detto di «aver realizzato» che senza la Russia al tavolo sarebbe stato «molto difficile» trovare una soluzione diplomatica al conflitto, e ha dichiarato che i rappresentanti di Mosca saranno invitati alla prossima conferenza di pace.
La prossima conferenza di pace non è ancora stata programmata, ma alcune indiscrezioni indicano che potrebbe aver luogo più avanti, in autunno.
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Immagine di Österreichisches Außenministerium / BMEIA/Gruber via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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