Politica
La sinistra francese verso l’impeachment di Macron
Il partito La France Insoumise (LFI), parte di un’ampia coalizione di sinistra che si è assicurata la quota maggiore di seggi alle elezioni parlamentari di luglio, sta raccogliendo firme per rimuovere il presidente Emmanuel Macron dall’incarico.
La decisione arriva dopo che Macron si è rifiutato di nominare primo ministro la candidata della coalizione Nuovo Fronte Popolare, Lucie Castets.
«Il progetto di risoluzione per avviare la procedura di impeachment del Presidente della Repubblica, in conformità con l’articolo 68 della Costituzione, è stato inviato oggi ai parlamentari per le firme congiunte», ha scritto sabato su X la leader parlamentare della LFI, Mathilde Panot.
Per avviare il processo di impeachment, l’LFI, che ha 72 seggi nell’Assemblea nazionale da 577 seggi, deve raccogliere le firme di almeno il 10% dei membri del parlamento sotto la sua mozione. L’articolo 68 della Costituzione francese stabilisce che l’azione potrebbe essere attuata «in caso di violazione del dovere manifestamente incompatibile con l’esercizio del suo mandato».
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«Macron rifiuta di sottomettersi al voto del popolo, quindi dobbiamo licenziarlo», ha spiegato Panot, condividendo la bozza della risoluzione, in cui si afferma che «l’Assemblea nazionale (camera bassa) e il Senato possono e devono difendere la democrazia dalle tendenze autoritarie del presidente».
I legislatori hanno sostenuto che non spetta al presidente «fare contrattazioni politiche», riferendosi alle difficoltà di Macron nel trovare un nuovo primo ministro dopo aver accettato le dimissioni di Gabriel Attal il mese scorso.
La coalizione non è riuscita a raggiungere la maggioranza assoluta, costringendo Macron ad avviare trattative per nominare un nuovo primo ministro e formare un governo.
Lunedì, il leader francese ha respinto la candidata dell’NFP, Lucie Castets, una funzionaria pubblica che non appartiene ad alcun partito politico, sostenendo che un governo del genere minaccerebbe la «stabilità istituzionale».
Nel frattempo, i media francesi hanno notato che sarebbe difficile trovare un nuovo primo ministro «che non verrebbe immediatamente estromesso da un voto di fiducia».
Macron ha indetto il voto anticipato a giugno dopo la pessima prestazione del suo blocco centrista Ensemble alle elezioni del Parlamento Europeo. Dopo che il primo turno ha visto in testa il partito di Marine Le Pen Rassemblement Nationale (RN), Macron ha raggiunto un accordo di «voto strategico» all’ultimo minuto con l’NFP per impedire al RN di assicurarsi la maggioranza nell’Assemblea nazionale.
Nonostante il blocco di Macron sia arrivato secondo alle elezioni, il presidente ha il potere esclusivo di nominare il primo ministro, il quale non è formalmente tenuto a essere un candidato del partito vincitore.
Il RN, arrivato terzo alle elezioni dell’Assemblea nazionale, ha dichiarato che bloccherà qualsiasi candidato dell’alleanza di sinistra, sostenendo che l’NFP rappresenta «un pericolo per l’ordine pubblico, la pace civile e ovviamente per la vita economica del Paese».
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Immagine di OECD Organisation for Economic Co-operation and Development via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
Politica
La nuova presidente irlandese è NATO-scettica e contraria alla militarizzazione dell’UE
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Politica
Il presidente romeno fischiato per il sostegno all’Ucraina
Il presidente rumeno Nicusor Dan è stato contestato per il suo sostegno all’Ucraina durante un evento commemorativo tenutosi venerdì.
Decine di manifestanti hanno espresso il loro dissenso quando Dan è giunto al Teatro Nazionale di Iasi per partecipare a una celebrazione storica, come riportato dall’emittente locale Digi24.
Un video mostra Dan scendere dall’auto e salutare i manifestanti, che gridavano «Vergogna!» e «Vai in Ucraina!».
🇷🇴 ROMANIAN PRESIDENT NICUSOR DAN BOOED!
People shouted “Shame,” “Traitor,” “Go to Ukraine.” pic.twitter.com/b0LuAALd91
— Lord Bebo (@MyLordBebo) October 24, 2025
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Secondo il quanto riportato, le proteste sono continuate anche dopo l’evento, al momento dell’uscita del presidente dal teatro.
Come riportato da Renovatio 21i, Dan, politico favorevole all’UE, è salito al potere quest’anno dopo una controversa ripetizione delle elezioni, in seguito all’annullamento della vittoria iniziale del candidato conservatore Calin Georgescu, critico esplicito della NATO e delle forniture di armi occidentali all’Ucraina. Georgescu è stato successivamente escluso dalla competizione elettorale e affronta accuse di aver pianificato un colpo di Stato, tanto da essere arrestato.
Georgescu, che ha sempre avuto il favore di migliaia e migliaia di manifestanti pronti a scendere in piazza, ha definito la UE «una dittatura». Di contro, Bruxelles ha rifiutato di commentare l’esclusione del candidato dalle elezioni rumene. A inizio anno Georgescu aveva chiesto aiuto al presidente americano Donaldo Trump.
Georgescu aveva definito Zelens’kyj come un «semi-dittatore», accusando quindi la NATO di voler utilizzare la Romania come «porta della guerra».
Il CEO di Telegram Pavel Durov aveva parlato di pressioni su di lui da parte della Francia per influenzare le elezioni presidenziali in Romania.
Il Dan ha ribadito il suo impegno a sostenere l’Ucraina. La Romania ha già destinato 487 milioni di euro a Kiev, principalmente in aiuti militari, dall’intensificarsi del conflitto nel 2022, secondo i dati del Kiel Institute tedesco.
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia riprodotta secondo indicazioni.
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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