Geopolitica
La Russia sventa l’attacco ucraino alla regione di Belgorod, oltre 30 morti
Un apparente tentativo da parte dei militanti ucraini di riprendere il raid del mese scorso nella regione russa di Belgorod è stato sventato dal tempestivo intervento delle forze militari e di sicurezza di frontiera russe.
All’inizio del 1° giugno, unità delle forze armate russe e della guardia di frontiera, nonché altri elementi del Servizio di sicurezza federale russo (FSB, il servizio segreto responsabile della sicurezza delle frontiere russe), hanno respinto tre tentativi delle forze ucraine di invadere il territorio russo vicino alla città di Shebekino.
«Questa mattina, le forze armate russe (…) hanno sventato un nuovo tentativo del regime di Kiev di compiere un atto terroristico contro la popolazione civile della città di Shebekino, nella regione di Belgorod», ha dichiarato ieri il ministero della Difesa russo.
Secondo la dichiarazione, l’Ucraina ha radunato due compagnie di fanteria supportate da carri armati per questo attacco.
So Ukraine is now using Western weapons to fire on Russian civilian targets…..
(Shebekino, Belgorod region,Russia) pic.twitter.com/5vOQOxFcfx
— Richard (@ricwe123) June 1, 2023
«Grazie alle azioni coraggiose dei militari russi, tre attacchi di gruppi terroristici ucraini sono stati respinti», ha affermato il ministero, aggiungendo che gli aerei da combattimento appartenenti alle forze del distretto militare occidentale della Russia hanno effettuato 11 attacchi contro obiettivi nemici.
«A seguito delle azioni attive delle unità che coprivano il confine di stato del distretto militare occidentale e dell’FSB della Russia, le formazioni terroristiche del regime di Kiev, avendo subito perdite significative, sono state respinte. Le violazioni del confine di stato non sono state permesso», ha detto il ministero.
Durante i combattimenti, le forze ucraine hanno perso «30 terroristi, quattro veicoli corazzati da combattimento, un veicolo da combattimento Grad MLRS, un camioncino», secondo le stime fornite da Mosca.
????The Monocrystal plant is burning in Shebekino, Belgorod region.
It is reported that there were military tankers at the enterprise. Now the “second army” will be left not only without shells, but also without fuel.
*Monocrystal is one of the world’s largest manufacturers of… pic.twitter.com/dTbwPLmPp1— ✙ Albina Fella ✙ ???????????????????????????????????????????????????????????????? (@albafella1) June 1, 2023
Prima dell’attacco, l’Ucraina ha effettuato attacchi di artiglieria missilistica contro Shebekino, danneggiando edifici residenziali e provocando feriti tra i civili, riporta RT.
Il mese scorso, un piccolo contingente di militanti ucraini equipaggiati con materiale militare occidentale ha lanciato un raid nella regione russa di Belgorod.
BELGOROD’S LIBERATION IS AT HAND
There is active fighting in Belgorod between RDK (Russian Vomubteer Corps) and the Putinist forces.
Things have just turned hotter than an oven. pic.twitter.com/P8ckxB05vC
— Jason Jay Smart (@officejjsmart) June 1, 2023
I tentativi del gruppo di seminare il terrore tra i civili sono falliti a causa di una rapida risposta delle forze armate russe, che hanno prontamente schiacciato i combattenti ucraini, uccidendone 70 e costringendo gli altri a fuggire in Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni a Belgorod sono stati attaccati anche rifugi per civili.
Il governatore dell’oblast’ Vjacheslav Gladkov ha sostenuto che solo l’annessione della vicina Kharkov – la seconda città più grande dell’Ucraina – possa prevenire attacchi su Belgorod.
⚡️Ukraine-neighboring Belgorod region Governor Gladkov states best way to stop Kiev regime attacks would be for East Ukraine’s Kharkov region to become part of pre-war Russian region.
Belgorod region’s been targeted by Ukrainian terrorists and shelled by Kiev regime, pic.twitter.com/qaXiQZ55Q0
— MARIA (@its_maria012) May 29, 2023
Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti
Il Venezuela ha proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Lo riporta il New York Times, citando fonti anonime.
Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno condotto attacchi al largo delle coste venezuelane contro quelle che hanno definito «imbarcazioni della droga», causando oltre venti morti e rafforzando la propria presenza militare nella regione. Funzionari americani hanno accusato Maduro di legami con reti di narcotraffico, accusa che il presidente venezuelano ha respinto.
Caracas ha accusato Washington di perseguire un cambio di regime, un’intenzione smentita dai funzionari statunitensi.
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Secondo fonti anonime di funzionari americani e venezuelani riportate dal NYT, dietro le tensioni pubbliche, Caracas avrebbe presentato un’ampia proposta diplomatica. Questa includeva l’apertura di tutti i progetti petroliferi e auriferi, attuali e futuri, alle aziende americane, l’offerta di contratti preferenziali per le imprese statunitensi, il reindirizzamento delle esportazioni di petrolio dalla Cina agli Stati Uniti e la riduzione degli accordi energetici e minerari con aziende cinesi, iraniane e russe.
I colloqui, condotti per mesi tra i principali collaboratori di Maduro e l’inviato statunitense Richard Grenell, miravano a ridurre le tensioni, secondo l’articolo. Sebbene siano stati fatti progressi in ambito economico, le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sul futuro politico di Maduro, si legge nel rapporto.
Secondo il NYT, il Segretario di Stato americano Marco Rubio sarebbe stato il principale sostenitore della linea dura dell’amministrazione Trump per rimuovere Maduro. Si dice che Rubio sia scettico sull’approccio diplomatico di Grenell e abbia spinto per una posizione più rigida contro Caracas.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Immagine di Confidencial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Geopolitica
Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace
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Geopolitica
Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina
Mosca rimane aperta a una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, ma le ostilità proseguiranno finché Kiev continuerà a ostacolare i negoziati, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Rispondendo al presidente francese Emmanuel Macron, che di recente ha scritto in un post su X che la Russia «dovrà pagare il prezzo» se si rifiutasse di dimostrare disponibilità a negoziare, Peskov, parlando ai giornalisti lunedì, ha sottolineato che Mosca ha sempre favorito una soluzione diplomatica alla crisi. Tuttavia, ha notato che Kiev, sostenuta dai suoi alleati occidentali, continua a respingere tutte le proposte russe.
«La Russia è pronta per una soluzione pacifica», ha affermato Peskov, evidenziando che la campagna militare di Mosca continua «a causa della mancanza di alternative». Ha aggiunto che la Russia raggiungerà infine i suoi obiettivi dichiarati, salvaguardando i propri interessi di sicurezza nazionale.
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Le sue dichiarazioni arrivano in vista dell’incontro previsto per venerdì a Washington tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Peskov ha espresso apprezzamento per gli sforzi diplomatici di Trump volti a risolvere pacificamente il conflitto, auspicando che «l’influenza degli Stati Uniti e le capacità diplomatiche degli inviati del presidente Trump contribuiscano a incoraggiare la parte ucraina a essere più proattiva e preparata al processo di pace».
La Russia ha ripetutamente ribadito la propria disponibilità a colloqui di pace con l’Ucraina. Le due parti erano vicine a un accordo a Istanbul all’inizio del 2022, ma, secondo Mosca, Kiev si è ritirata dopo che i suoi sostenitori occidentali l’hanno spinta a continuare il conflitto.
Da allora, i funzionari russi hanno sostenuto che né Kiev né i suoi alleati europei sono genuinamente interessati a porre fine alle ostilità, accusandoli di ostacolare i negoziati con condizioni mutevoli e ignorando le proposte russe.
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Immagine di A.Savin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported, 2.5 Generic, 2.0 Generic e 1.0 Generic
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