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La Russia sta vincendo la guerra dei droni. Avremo il terrorismo dei robot volanti in ogni guerra a venire?

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L’esercito russo sta utilizzando attivamente droni avanzati nella sua zona operativa militare speciale in Ucraina, nel mezzo della fallita controffensiva di Kiev, che ha causato la morte di migliaia di soldati ucraini.

 

Le forze armate ucraine non hanno più il vantaggio dei droni sulle truppe russe, ha riferito la rivista americana Forbesa, aggiungendo che è passato il tempo in cui Kiev disponeva di veicoli aerei senza pilota UAV migliori di quelli di Mosca. Viene citato il pilota ucraino di droni Nikolai Voroshnov che ha affermato che l’esercito ucraino «sta iniziando a rimanere significativamente indietro» in termini di guerra con i droni.

 

Nello specifico, la Russia è avanzata nel «jamming», cioè nella creazione di disturbo elettromagnetico volto a contrastare i droni ucraini. «Sei mesi fa non era così: potevamo volare ovunque, come volevamo. Ora, se entri a bassa quota, i sistemi anti-drone russi entrano sicuramente in azione su di te», ha detto Voroshnov.

 

I media statunitensi hanno osservato a questo proposito che «il Cremlino ha istituzionalizzato con successo l’acquisizione di piccoli droni, compresi veloci droni da corsa con visuale in prima persona (FPV) […] che gli operatori possono equipaggiare con esplosivi e volare direttamente nei veicoli e nelle trincee nemiche».

 

Secondo la rivista, l’esercito russo sta «acquistando centinaia di droni FPV e addestrando truppe regolari a farli volare tramite visori per la realtà virtuale». L’esercito ucraino, al contrario, «fa ancora affidamento in gran parte sulle donazioni per acquistare droni FPV e sui volontari per gestirli».

La rivista menziona anche le nuove tattiche delle forze armate russe che prevedono una stretta interazione tra vari tipi di droni e cacciabombardieri che trasportano bombe plananti guidate dai satelliti.

 

«Tutto inizia con la ricognizione aerea da parte dei droni russi Orlan, Zala o Supercam che trasportano telecamere diurne. I droni da ricognizione individuano le forze ucraine, e poi i Lancets, i droni FPV e i cacciabombardieri vanno a segno» scrive la rivista americana.

 

Gli sviluppi si svolgono sullo sfondo degli inutili tentativi dell’esercito ucraino di sfondare le linee difensive russe, una controffensiva che secondo il presidente Vladimir Putin non ha portato alcun risultato, causando enormi perdite di uomini e materiali tra le file dei militari ucraini.

 

Secondo le stime del Ministero della Difesa russo, dall’inizio della controffensiva del 4 giugno l’Ucraina ha perso circa 43.000 soldati e 4.900 unità di equipaggiamento militare, riporta il sito russo Sputnik.

 

Il conflitto russo-ucraino rappresenta la prima vera guerra di droni della storia umana, e i suoi sviluppi sono ancora tutti da considerare.

 

All’uso bellico che dei droni di vario tipo fa Mosca, si contrappone l’uso totalmente differente di Kiev. I droni ucraini, penetrati in territorio russo sino alla capitale, volano su zone residenziali, colpiscono centri direzionali, oltre che – come celebrato dai francobolli kieviti – lo stesso Cremlino.

 

Il Financial Times ha scritto a inizio agosto che gli attacchi dei droni ucraini sono progettati per indebolire la Russia – una sorta di arma di logoramento, che però non prende di mira solo i militari, ma i civili: e questo, un tempo, potrebbe essere definito terrorismo.

 

Negli stessi giorni il New York Times ha scritto, senza minimamente condannare gli assalti ai civili, che i droni di Kiev contro le città russe servono da messaggio alla stessa popolazione ucraina: una sorta di operazione sul morale del Paese per tramite del terrorismo UAV.

 

Come riportato da Renovatio 21, esisterebbe un programma di assassinio tramite drone programmato da Kiev per uccidere Putin.

 

Dobbiamo prepararci ad un futuro sempre più oscuro, in cui la tecnologia dei droni li renderà ancora più letali e pervasivi: ecco i nano-droni, gli sciami di droni, i droni-taser, i droni-kamikaze, i droni-cacciatore, gli slaugterbots.

 

Ogni guerra del futuro potrebbe avere un suo coté terroristico, in cui robot volanti feriscono la popolazione, come stiamo vedendo chiaramente ora con gli attacchi ucraini su Mosca e le altre città russe.

 

 

 

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Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina

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Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.

 

Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.

 

Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».

 

«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.

 

«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.

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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.

 

«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.

 

L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.

 

L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.

 

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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0

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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha proclamato il successo del test del Flamingo, un missile-drone con una portata di circa 3.000 km.   Secondo la stampa ucraina il missile da crociera Flamingo FP-5 sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare e una carica esplosiva quasi tre volte superiore a quella del Tomahawk statunitense, sebbene con una precisione inferiore.   Le prime versioni di prova del missile sono già state impiegate in combattimento. Secondo fonti ufficiali di Kiev, la produzione di massa inizierà presto, ed entro la metà del 2026 l’Ucraina dovrebbe disporre di un arsenale capace di colpire qualsiasi obiettivo entro 3.000 km in Russia con una testata convenzionale da mezza tonnellata.   Immagini del razzo erano apparse sui social ancora un mese fa.

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Il Flamingo rappresenta il sostituto dei missili da crociera Kh-55, abbandonati dall’Ucraina negli anni ’90 (alcuni dei quali usati dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022). Durante lo sviluppo, una copia di prova del missile è stata accidentalmente dipinta di rosa, un problema risolto, ma il soprannome è rimasto, come riferito da Zelens’kyj e dal suo staff.   Con una portata che include facilmente Mosca, un eventuale attacco alla capitale russa con questi missili potrebbe spingere Putin a ordinare rappresaglie più dure su Kiev. Nonostante oltre tre anni di guerra, l’esercito russo non ha ancora colpito direttamente gli edifici governativi di alto livello o i quartieri generali militari e di intelligence a Kiev, ma la situazione potrebbe presto cambiare.   La Casa Bianca auspica un accordo di pace per evitare un’escalation, ma il processo è in stallo, soprattutto dopo le nuove sanzioni di Trump contro il petrolio russo questa settimana. Nessuna delle due parti sembra disposta a compromessi, e con la Russia in vantaggio sul campo di battaglia, Mosca ha pochi incentivi a rinunciare alle condizioni massimaliste di Putin e agli obiettivi della sua «operazione militare speciale».  

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Due bombardieri statunitensi sorvolano di nuovo il Venezuela, scatenando speculazioni su un attacco imminente

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Per la seconda volta in meno di una settimana, l’aeronautica militare statunitense sembra aver condotto un volo di bombardieri vicino alla costa del Venezuela, in una chiara dimostrazione di forza.

 

La notizia segue la conferma, giorni fa, da parte del Comando Sud degli Stati Uniti di una «missione dimostrativa di attacco con bombardieri» nei cieli dei Caraibi meridionali. Secondo i dati di tracciamento dei voli open source, un episodio simile si è verificato nuovamente giovedì.

 

Il Wall Street Journal ha confermato giovedì pomeriggio: «Due B-1 Lancer sono decollati dalla base aerea di Dyess in Texas e hanno volato vicino al Venezuela, rimanendo però nello spazio aereo internazionale», come riferito da un funzionario statunitense e dai dati di tracciamento dei voli.

 

Il Pentagono ha ribadito che, secondo i tracciatori di volo, gli aerei sono rimasti sempre nello spazio aereo internazionale prima di invertire la rotta.

 

In un contesto di crescente presenza militare nei Caraibi, questi nuovi voli di bombardieri hanno alimentato speculazioni, riportate dal WSJ, su una possibile azione militare imminente del presidente Trump contro il governo Maduro.

 

Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno raramente impiegato bombardieri vicino al Sud America, limitandosi di solito a una missione di addestramento annuale programmata. Tuttavia, secondo due funzionari della Difesa, ulteriori missioni con bombardieri potrebbero essere condotte a breve.

 

I voli di giovedì rappresentano un segnale di «serietà e determinazione», ha dichiarato David Deptula, generale in pensione dell’Aeronautica Militare e preside del Mitchell Institute for Aerospace Studies, un think tank aerospaziale. «Si sta mostrando un’impressionante combinazione di capacità: resistenza, carico utile, autonomia e precisione», ha aggiunto.

 

Diversi osservatori dei tracciati di volo hanno rilevato che il sorvolo sembrava configurare una «simulazione di attacco», probabilmente supportata da aerei cisterna per il rifornimento in volo.

 

Riguardo alla possibilità di un’azione militare statunitense contro il Venezuela questa notte, o nelle prossime 24-48 ore, appare altamente improbabile, a causa della presenza nella regione della tempesta tropicale Melissa, che sembra evolvere in un uragano e sta colpendo i Caraibi.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia


 

 

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