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Sorveglianza

La «Psicosi di formazione di massa» utilizzata dai governi come strumento di controllo della popolazione

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Le affermazioni del dottor Robert Malone sulla «formazione di psicosi di massa» («mass formation psychosys») nel contesto della pandemia di COVID-19 sono state forse ciò che più ha colpito l’audience internazionale del lungo podcast (circa 3 ore) che Malone ha tenuto con Joe Rogan.

 

Il termine è ripreso da uno studio dello psicologo belga Matthias Desmet, il quale ha fatto sapere a Malone di preferire omettere la parola «psicosi», magari sostituendola con «ipnosi». Il significato non cambia.

 

I giornali, i fact-checker delle agenzie di stampa, serque di professori di seconda o terza fila si sono spinti a scrivere – incredibile davvero – che non ci sono segni di questo fenomeno nella società, che il termine è improprio. Che siamo arrivati a smentire perfino le analisi storico-psicologiche la dice lunga in che razza di mondo ci sta toccando di vivere.

 

Tuttavia, vi sono prove concrete che tale analisi possa essere pienamente corretta

 

Paul Joseph Watson di Summit News sottolinea il fatto che le autorità del Regno Unito hanno ammesso di aver utilizzato metodi «totalitari» di «controllo mentale» per instillare paura nella popolazione.

 

In Canada, i militari hanno anche ammesso di aver lanciato una campagna di operazioni psicologiche contro la propria gente al fine di manipolarla per renderla conforme alle restrizioni e agli obblighi di COVID-19.

 

Durante il suo podcast con Joe Rogan, che seguiva di un giorno il suo definitivo ban da Twitter, Malone ha spiegato come la popolazione globale fosse manipolata per farla rimanere in uno stato costante di ansia isterica attraverso la formazione di psicosi di massa.

 

Il paragone va, ovviamente, ai passati esempi di società che hanno abbracciato il totalitarismo.

 

«Cosa diavolo è successo alla Germania negli anni ’20 e ’30? Popolazione molto intelligente e altamente istruita, e sono diventati pazzi che abbaiavano. E come è successo? La risposta è la formazione di psicosi di massa»

«Cosa diavolo è successo alla Germania negli anni ’20 e ’30? Popolazione molto intelligente e altamente istruita, e sono diventati pazzi che abbaiavano. E come è successo?» aveva chiesto Malone durante il programma di Joe Rogan.

 

«La risposta è la formazione di psicosi di massa». Il dottor Robert Malone suggerisce  quindi che stiamo vivendo una sorta di impazzimento collettibo. Una pazzia che, però, ha del metodo.

 

«Quando hai una società dove gli individui sono disaccoppiati gli uni dagli antri e hai un’ansia fluttuante, nel senso che le cose non hanno senso (…) e quindi l’attenzione delle persone viene focalizzata da un leader o da una serie di eventi su un piccolo punto, proprio come l’ipnosi, vengono letteralmente ipnotizzati e possono essere condotti ovunque», ha spiegato l’inventore della tecnologia vaccinale mRNA.

 

«E uno degli aspetti di quel fenomeno è che le persone che identificano come i loro leader, quelle che in genere entrano e dicono che hai questo dolore e io posso risolverlo per te. Io e solo io», ha ulteriormente spiegato Malone. «Allora seguiranno quella persona. Non importa se gli hanno mentito o altro. I dati sono irrilevanti».

 

«L’attenzione delle persone viene focalizzata da un leader o da una serie di eventi su un piccolo punto, proprio come l’ipnosi, vengono letteralmente ipnotizzati e possono essere condotti ovunque»

«Avevamo tutte quelle condizioni. Se ricordi che prima del 2019 tutti si lamentavano, il mondo non ha senso e siamo tutti isolati l’uno dall’altro».

 

«Poi è successa questa cosa e tutti si sono concentrati su di essa», ha affermato Malone, osservando: «È così che accade la psicosi di massa ed è quello che è successo qui».

 

Il riassunto di Malone su come le autorità sanitarie hanno colto la minaccia unificante della pandemia di COVID-19 e ne hanno esagerato il filo per creare un’isteria di massa è supportato da dettagli trapelati su come il governo del Regno Unito ha manipolato la sua popolazione durante i primi giorni della pandemia.

 

Come rivelato per la prima volta dall’autrice e giornalista Laura Dodsworth, gli scienziati nel Regno Unito che lavorano come consulenti per il governo hanno ammesso di aver utilizzato quelli che ora ammettono essere metodi «non etici» e «totalitari» per instillare paura nella popolazione al fine di controllare il comportamento durante la pandemia.

 

 

«L’uso della paura per controllare il comportamento nella pandemia di COVID è stato “totalitario”, ammettono gli scienziati».

«L’uso della paura per controllare il comportamento nella pandemia di COVID è stato “totalitario”, ammettono gli scienziati».

 

Il London Telegraph ha riportato i commenti fatti dai membri del Scientific Pandemic Influenza Group on Behavior (SPI-B), un sottocomitato del Scientific Advisory Group for Emergencies (SAGE), il principale gruppo consultivo scientifico del governo.

 

Il rapporto cita un briefing del marzo 2020, quando è stato decretato il primo lockdown, in cui si affermava che il governo dovrebbe aumentare drasticamente «il livello percepito di minaccia personale» rappresentato dal virus perché «un numero considerevole di persone non si sente ancora sufficientemente minacciato personalmente».

 

Uno scienziato della SPI-B ammette che «a marzo [2020] il governo era molto preoccupato per la conformità e pensava che le persone non avrebbero voluto essere messe in lockdown. Ci sono state discussioni sulla necessità della paura per incoraggiare la conformità e sono state prese decisioni su come aumentare la paura».

 

«Il modo in cui abbiamo usato la paura è distopico»

Lo scienziato senza nome aggiunge che «il modo in cui abbiamo usato la paura è distopico».

 

Lo scienziato ha inoltre confessato che «l’uso della paura è stato decisamente eticamente discutibile. È stato come uno strano esperimento. Alla fine, si è ritorto contro perché le persone sono diventate troppo spaventate».

 

Un altro scienziato separato della sottocommissione ha affermato: «potresti chiamare la psicologia ‘controllo mentale’. Questo è quello che facciamo… chiaramente cerchiamo di farlo in modo positivo, ma in passato è stato usato in modo nefasto”.

 

Un altro scienziato ha avvertito che «dobbiamo stare molto attenti all’autoritarismo che si sta insinuando», aggiungendo che «le persone usano la pandemia per prendere il potere e superare cose che non accadrebbero altrimenti».

 

«Chiaramente, usare la paura come mezzo di controllo non è etico. Usare la paura sa di totalitarismo. Non è una posizione etica per nessun governo moderno»

«Chiaramente, usare la paura come mezzo di controllo non è etico. Usare la paura sa di totalitarismo. Non è una posizione etica per nessun governo moderno» ha detto un membro del SPI-B

 

Secondo l’articolo, un altro ricercatore del gruppo ha riconosciuto che «senza un vaccino, la psicologia è la tua arma principale», aggiungendo che «la psicologia ha avuto un’epidemia davvero buona, in realtà».

 

Un altro scienziato del sottocomitato ha affermato di essere stato «sbalordito dall’armamento della psicologia comportamentale» nell’ultimo anno e ha avvertito che «gli psicologi non sono sembrati accorgersi quando ha smesso di essere altruista ed è diventato manipolativa».

 

«Hanno troppo potere e li inebria», ha ulteriormente avvertito lo scienziato.

 

«Gli psicologi non sono sembrati accorgersi quando la psicologia comportamentale ha smesso di essere altruista ed è diventato manipolativa»

Oltre alla risposta del governo del Regno Unito, è stato anche rivelato che l’esercito canadese ha lanciato un programma di operazioni psicologiche contro i propri cittadini nei primi giorni della pandemia, con l’ordine di amplificare i messaggi del governo e “scacciare la disobbedienza civile”.

 

 

«I leader militari canadesi hanno visto la pandemia come un’opportunità unica per testare le tecniche di propaganda su un pubblico ignaro», ha riferito il giornale Ottawa Citizen.

«I leader militari canadesi hanno visto la pandemia come un’opportunità unica per testare le tecniche di propaganda su un pubblico ignaro», ha riferito il giornale Ottawa Citizen.

 

Nel frattempo, dopo i primi tentativi di seppellire del tutto il termine, Google sta ora truccando disperatamente i suoi risultati di ricerca per restituire solo articoli negativi sulla «psicosi di massa» e sul dottor Malone.

 

Questo screenshot di Google presenta una scritta che non si era  mai vista prima: «Sembra che questi risultati cambino rapidamente».

 

 

 

Anche nel nostro Paese non sono mancati gli episodi in cui la manipolazione massiva è stata rivendicata

Nessuno prima d’ora, aveva mai visto questa dicitura sul motore di ricerca, che puntualizza in modo ancora più inedito «se si stratta di un argomento nuovo, a volte può essere necessario del tempi prima che i risultati vengano aggiunti da fonti affidabili». Cosa? E noi che pensavamo che Google presentasse semplicemente dei risultati, lasciando il giudizio sull’affidabilità agli utenti.

 

Il primo risultato dato per la ricerca da Google è comunque un articolo della rivista Forbes contro il dottor Malone. Il livello di manipolazione – di censura, di psicopolizia – raggiunge qui vette mai viste prima.

 

E l’Italia?

 

Anche nel nostro Paese non sono mancati gli episodi in cui la manipolazione massiva è stata rivendicata, come quando, durante il lockdown dell’aprile 2020, il sottosegretario alla presidenza dell’Emilia Romagna, disse pubblicamente: «abbiamo detto quindi no l’attività motoria in generale non perché rappresenti il primo fattore di contagio, ma perché volevamo dare il senso che il regime delle restrizioni dentro cui eravamo in particolare all’inizio del mese di marzo doveva essere molto severo e molto stringente per tutti».

 

Siamo dentro ad un grande esperimento: di farmaceutica genica e anche di ingegneria sociale

In pratica, la realtà epidemica (il «fattore di contagio») nella scelta politica contava meno della necessità di modificazione comportamentale del popolo, a cui bisogna istillare un «senso» del «regime delle restrizioni» che deve «essere severo e molto stringente». Non virus: psicologia di massa.

 

 

Siamo dentro ad un grande esperimento: di farmaceutica genica e anche di ingegneria sociale.

 

Un esperimento condotto crudelmente sulla psiche di milioni, miliardi di individui, l’esperimento Milgram elevato all’ennesima potenza.

 

 

 

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La nuova legge di Berlino consente alla polizia di installare spyware nelle case

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La polizia di Berlino potrà introdursi clandestinamente nelle abitazioni private per installare spyware, dopo che giovedì il Parlamento regionale (Abgeordnetenhaus) ha approvato a larga maggioranza una drastica revisione della legge sulla polizia della capitale.

 

Il testo, sostenuto dalla grande coalizione CDU-SPD e votato a favore anche dall’AfD, attribuisce alle forze dell’ordine poteri di sorveglianza fisica e digitale senza precedenti.

 

Tra le novità più invasive: se l’accesso remoto non è tecnicamente impossibile, gli agenti potranno forzare fisicamente l’ingresso in casa di un sospettato per collocare software spia; sarà inoltre consentito l’hacking legale di smartphone e computer per intercettare le comunicazioni in tempo reale. Le bodycam potranno essere attivate anche all’interno di abitazioni private qualora si ritenga che una persona sia in pericolo grave e imminente.

 

La riforma, approvata giovedì, amplia inoltre la videosorveglianza negli spazi pubblici: raccolta massiva di dati telefonici di tutti i presenti in una determinata area, lettura automatica delle targhe, contrasto ai droni, impiego di riconoscimento facciale e vocale su immagini di telecamere, e utilizzo dei dati reali della polizia per addestrare sistemi di intelligenza artificiale. I critici denunciano il rischio di abusi e una pesantissima compressione della privacy.

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La senatrice SPD agli Interni Iris Spranger ha difeso la norma: «Con la più grande riforma della legge sulla polizia di Berlino degli ultimi decenni, stiamo creando un significativo vantaggio per la protezione dei berlinesi», ha dichiarato. «Stiamo fornendo alle forze dell’ordine strumenti migliori per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata».

 

A Berlino nel 2024 sono stati registrati oltre 539.000 reati, in aumento rispetto all’anno precedente; sono cresciuti anche i delitti violenti, le aggressioni e la violenza domestica. Le autorità segnalano un incremento preoccupante di crimini commessi da giovani e migranti, mentre più della metà dei reati resta senza colpevole identificato.

 

Dall’approvazione della legge le proteste non si sono fermate. Durante il dibattito parlamentare, il deputato dei Verdi Vasili Franco ha definito il testo «la lista dei desideri di uno Stato autoritario di sorveglianza». Le associazioni per i diritti civili parlano di «un «massiccio attacco alle libertà civili», mentre la campagna NoASOG ha dichiarato: «Ciò che viene spacciato per politica di sicurezza è in realtà l’istituzione di uno stato di sorveglianza autoritario».

 

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Immagine di Lear 21 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 

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Perquisita la casa di un professore tedesco per un tweet che criticava l’ideologia woke

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La polizia tedesca ha effettuato un’irruzione nell’abitazione di un docente universitario conservatore a seguito di un tweet critico verso l’ideologia woke.   L’operazione si è svolta giovedì mattina a Berlino, nella casa di Norbert Bolz, noto pubblicista e studioso di media, ex professore di studi sui media presso l’Università Tecnica di Berlino fino al 2018.   L’irruzione rientra in un’indagine sull’uso di simboli di organizzazioni incostituzionali, come previsto dall’articolo 86a del codice penale tedesco.   Il 20 gennaio 2024, Bolz ha pubblicato un post su X, scrivendo: «Ottima traduzione di “woke“: Germania, svegliati! [in tedesco: “Deutschland erwache“]», citando un articolo del quotidiano di sinistra Taz, che aveva usato la stessa espressione nel titolo: «Divieto dell’AfD e petizione Höcke: la Germania si risveglia [in tedesco: “Deutschland erwacht“]».

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La frase «Deutschland erwache» (La Germania si risveglia) era un verso dello «Sturmlied», inno del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Sebbene Bolz l’abbia utilizzata in modo sarcastico e citando il giornale di sinistra, la Procura ha deciso di emettere un mandato di perquisizione per la sua abitazione, indagandolo per l’uso di un’espressione legata a un’organizzazione vietata, il Partito Nazista.   Bolz, noto commentatore politico con oltre 91.000 follower su X e frequente ospite di talk show, è stato difeso dal suo avvocato, Joachim Steinhöfel, esperto di diritto dei media. In una dichiarazione ad Apollo News, Steinhöfel ha criticato l’irruzione: «Siamo di fronte a una preoccupante perdita di controllo del sistema giudiziario penale, che sembra aver coinvolto anche l’Ufficio federale di polizia criminale. Quando un rinomato studioso come il professor Bolz subisce una perquisizione domiciliare per un tweet chiaramente ironico, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro Stato di diritto».   «Non è accettabile che le autorità non riescano più a distinguere tra propaganda criminale ed espressione legittima di opinioni», ha aggiunto.   Bolz ha espresso il suo turbamento in una dichiarazione al sito Nius: «Di solito scrivo e parlo di questo mondo. È spaventoso quando questa realtà bussa improvvisamente alla tua porta. Non sono scioccato, perché me lo aspettavo. Ma constatare che la situazione è esattamente come descritta dalle analisi critiche è inquietante sotto ogni punto di vista».   Le autorità tedesche sono note per effettuare perquisizioni domiciliari a causa di post online, soprattutto se in contrasto con l’ortodossia della sinistra dominante.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso, la polizia ha fatto irruzione nella casa di un anziano per aver condiviso un meme che definiva «idiota» l’allora vice-cancelliere dei Verdi tedeschi.   Quattro mesi fa si sono avuto raid della polizia alle sei del mattino in tutta la Germania per prendere di mira centinaia di individui sospettati di aver insultato i politici o di aver diffuso «odio e incitamento» online. L’azione massiva, condotta dall’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), utilizzava il nuovo articolo 188 del Codice penale per colpire gli individui accusati di razzismo e incitamento all’odio.
«Quando la polizia è alla porta, ogni colpevole si rende conto che i crimini d’odio hanno delle conseguenze», ha scritto su X il ministro degli Interni Nancy Faeser, vantandosi delle retate. La Faeser nota per la sua volontà di introdurre programmi contro l’«estremismo di destra» fra i bambini dell’asilo.   Mesi fa un tribunale distrettuale tedesco ha condannato il caporedattore della rivista conservatrice Deutschland-Kurier a sette mesi di carcere per aver diffamato l’allora ministro degli Interni Faeser – proprio quella dei corsi contro l’estremismo di destra per i bambini di tre anni nei kindergarten – con quello che era chiaramente un meme satirico.

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La repressione più dura si abbatte in Germania da anni, prendendo di mira soprattutto AfD, perseguitata dagli stessi servizi di sicurezza della Budesrepubblica. Infatti, i servizi di sicurezza interna tedeschi BfV hanno messo sotto sorveglianza il loro stesso ex capo, Hans-Georg Maaßen.   L’ondata di perquisizioni segue il divieto di Compact Magazine, una testata sovranista dove erano pure apparsi saggi del segretario di Stato USA Marco Rubio sui limiti dell’ordine mondiale del dopoguerra, e la sua cancellazione da internet. Questa settimana, un tribunale federale di primo grado ha stabilito che il divieto non era costituzionale e costituiva una violazione della libertà di stampa, infliggendo un duro colpo al Ministero dell’Interno federale.   Come riportato da Renovatio 21, la Germania è il Paese dove mesi fa un cittadino è stato multato per aver criticato giudice che ha solo multato un immigrato per lo stupro di una 15enne: al cittadino tedesco è stata comminata una multa doppia rispetto a quella dell’immigrato stupratore.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso un tribunale di Amburgo ha condannato un uomo a tre anni di galera per aver giustificato l’«aggressione russa» all’Ucraina su Telegram.   Come riportato da Renovatio 21, il caso più avanzato di repressione di libertà di parola pare essere la Gran Bretagna, dove almeno 12 mila persone all’anno sono messe in galere per frasi sui social. In Albione si è arrivati a condannare persino chi prega con la mente.

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Sorveglianza

Il nuovo presidente della Bolivia vuole la blockchain per combattere la corruzione

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Il presidente eletto della Bolivia, Rodrigo Paz, punta a combattere la corruzione nel governo boliviano attraverso la tecnologia blockchain.

 

Paz ha sconfitto il rivale Jorge Quiroga con il 54,5% dei voti contro il 45,5% e assumerà la carica l’8 novembre. Con un messaggio centrista e favorevole al mercato, Paz ha vinto il ballottaggio di domenica, ereditando un’economia provata dalla carenza di carburante e dalla limitata disponibilità di dollari statunitensi, come riportato dall’AP. Per gli esperti del settore delle criptovalute, il programma di governo di Paz include due proposte specifiche legate alle risorse digitali e alla blockchain.

 

La prima proposta prevede l’uso della blockchain e degli smart contract negli appalti pubblici. Il programma ufficiale del Partido Demócrata Cristiano de Bolivia per il 2025 promette l’adozione di tecnologie blockchain e contratti intelligenti per eliminare la discrezionalità negli acquisti statali, con l’obiettivo di ridurre la corruzione automatizzando alcuni processi contrattuali.

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La seconda iniziativa consente ai cittadini di dichiarare le criptovalute in un nuovo fondo di stabilizzazione valutaria, sostenuto da un programma di regolarizzazione delle attività che include esplicitamente le criptovalute. Secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, tali fondi servono a stabilizzare la valuta e a coprire importazioni essenziali in caso di scarsità di dollari. L’inclusione delle criptovalute permette al governo di tassarle o convertirle rapidamente in valuta forte, senza detenere token volatili.

 

Paz adotta un approccio pragmatico alle criptovalute, senza essere un sostenitore estremo del Bitcoin. La sua piattaforma considera la blockchain uno strumento anticorruzione e le criptovalute dichiarate come parte di un’iniziativa una tantum per capitalizzare un fondo di stabilizzazione valutaria. Non ci sono indicazioni di politiche per adottare il Bitcoin a livello nazionale, conservarlo nelle riserve o legalizzarne l’uso al dettaglio.

 

A giugno 2024, la Banca Centrale della Bolivia ha revocato il divieto sulle transazioni in criptovalute, autorizzando canali elettronici regolamentati e segnalando una modernizzazione dei pagamenti, scrive Cointelegraph. Nei mesi successivi, il volume medio mensile di scambi di asset digitali è raddoppiato rispetto alla media dei 18 mesi precedenti, secondo la banca.

 

Il cambiamento si è riflesso nell’economia reale. A ottobre 2024, Banco Bisa ha introdotto la custodia di USDT per le istituzioni, un primato tra le banche boliviane. A marzo, la compagnia petrolifera statale YPFB ha esplorato l’uso di criptovalute per le importazioni di energia, in un contesto di carenza di dollari. A settembre, i distributori locali di marchi automobilistici come Toyota, Yamaha e BYD hanno iniziato ad accettare USDT, segno di una crescente sperimentazione tra i commercianti.

 

Il 31 luglio, la banca centrale ha firmato un memorandum con El Salvador, definendo le criptovalute un’«alternativa valida e affidabile» alla valuta fiat e impegnandosi a collaborare su strumenti politici e di intelligence per modernizzare i pagamenti e promuovere l’inclusione finanziaria.

 

La banca ha riportato che i volumi mensili di scambio di criptovalute hanno raggiunto i 46,8 milioni di dollari al mese, con un totale di 294 milioni di dollari da inizio anno al 30 giugno.

 

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