Immigrazione
La polizia di Parigi spara a una donna che minaccia un attentato suicida sul treno
La polizia francese ha sparato e ferito una donna sospettata di aver minacciato di far esplodere un ordigno esplosivo su un treno a Parigi, hanno detto martedì le autorità.
La donna è stata gravemente ferita dopo essere stata colpita da un solo colpo, ha detto la Procura di Parigi, aggiungendo che la sospettata era stata portata in un ospedale locale per cure d’urgenza. La donna, che secondo quanto riferito era nota alle autorità parigine, indossava una lunga veste abaya tradizionalmente indossata dai musulmani.
«Gli agenti di polizia hanno preso la decisione giusta», ha detto il portavoce delle forze dell’ordine Axel Ronde all’emittente francese BFMTV. «La persona era estremamente determinata ad agire e, data la determinazione, i miei colleghi non avevano altra scelta, per evitare di essere colpiti da un’esplosione, che neutralizzarla sparandole con un’arma da fuoco».
La sparatoria è avvenuta alla stazione della metropolitana Bibliothèque Francois-Mitterrand di Parigi intorno alle 9:20 ora locale, circa 50 minuti dopo che il sospettato era stato isolato dalla polizia. Diversi passeggeri del treno avevano informato i servizi di emergenza che la donna stava lanciando minacce terroristiche. Non sono stati trovati esplosivi sulla scena.
In Paris a woman threatens to blow up the subway shouting "Allah Akbar" and the French police shoot her.
pic.twitter.com/13DU1faZLi— RadioGenoa (@RadioGenoa) October 31, 2023
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I pubblici ministeri hanno affermato che è stata aperta un’indagine di polizia per determinare cosa avrebbe detto il sospettato sul treno suburbano RER C, che includerà l’assunzione di testimonianze. Secondo l’Associated Press, la donna sospettata deve affrontare possibili accuse legate a minacce di morte, condonazione del terrorismo e comportamento intimidatorio nei confronti della polizia.
Sulle circostanze dello sparo dell’arma da fuoco dell’ufficiale, come è consuetudine in Francia, è stata aperta un’indagine separata. Il colpo è stato sparato dopo che la donna non aveva obbedito agli ordini impartiti dalla polizia, ha aggiunto l’AP.
L’incidente avviene mentre lo stato dell’UE rimane in allerta antiterrorismo rafforzata dal 13 ottobre, quando l’insegnante di lingua francese Dominique Bernard è stato pugnalato a morte e altre tre persone sono rimaste ferite in una scuola nella città settentrionale di Arras. Il presunto aggressore era sotto sorveglianza della polizia e si sospetta che abbia subito un processo di radicalizzazione nell’Islam fondamentalista.
Le grida «Allah Akbar» si sentono spesso nella Francia, ormai ridotto, come ha detto qualche anno fa un suo ambasciatore, a «Paese islamico».
«Allah Akbar» si ode spesso nelle massive proteste pro-Palestina di questi giorni, ma vi sono video che attestano l’uso dell’espressione jihadista anche durante la guerriglia delle banlieue della scorsa estate.
Gridando lo slogan islamista un uomo l’anno scorso ha abbattuto in pubblico un albero di Natale. In un altro episodio del 2022, un marocchino avrebbe decapitato il padre gridando sempre «Allahu Akbar».
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Immagine screenshot da Twitter
Immigrazione
Trump definisce gli immigrati somali «spazzatura»
TRUMP: “Our country’s at a tipping point. We could go bad.. We’re going to go the wrong way if we keep taking in garbage into our country.”
“Ilhan Omar is garbage. She’s garbage. Her friends are garbage. These aren’t people that work. These aren’t people that say, ‘let’s go,… pic.twitter.com/fmH2t3Q2gp — Fox News (@FoxNews) December 2, 2025
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His obsession with me is creepy. I hope he gets the help he desperately needs. https://t.co/pxOpAChHse
— Ilhan Omar (@IlhanMN) December 2, 2025
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Immigrazione
Nemmeno la provincia è al riparo dalla violenza dell’immigrazione: in memoria di Thomas Perotto
Due anni fa, il 19 novembre 2023, in quel di Crépol, borgo rurale nei pressi di Romans-sur-Isère, nel dipartimento della Drôme nel sud della Francia, perdeva la vita in circostanze tragiche il giovane diciassettenne Thomas Perotto.
Nel corso di un alterco in cui, secondo alcune testimonianze, il giovane era intervenuto in difesa di alcuni amici, Thomas veniva ucciso con una coltellata al cuore.
Secondo le testimonianze, le prime tensioni avevano avuto luogo nella sala delle feste in cui si svolgeva una festa di paese. Anche Thomas, membro della locale squadra di rugby era presente.
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Un gruppo di giovinastri, non propriamente francesi (qualcuno da noi userebbe il termine «di seconda generazione») si era presentato alla festa e dopo alcuni sguardi e commenti di troppo era scoppiato un parapiglia tra i rugbymen e gli infiltrati, che forse avevano pure pagato il biglietto.
I giovinastri avevano ricevuto rinforzi dalla Monnaie, quartiere malfamato di Romans-sur-Isère, ad alta densità migratoria e delinquenziale. Coltelli alla mano si erano scatenati sui presenti dando inizio ad una vera e propria carneficina al termine della quale moriva Thomas, raggiunto da due fendenti fatali mentre altri restavano gravemente feriti.
Nonostante il vero e proprio depistaggio di diverse testate giornalistiche che si erano affrettate a minimizzare i fatti, dando magari la colpa a qualche bicchiere di troppo, la realtà era venuta a galla.
Sembra infatti che i delinquenti della Monnaie si fossero presentati alla festa pour «casser des blancs» «pointer des blancs» tutte espressioni gergali per descrivere l’obiettivo della ghenga: malmenare, accoltellato e se possibile uccidere dei bianchi.
Allo stato attuale, alcune associazioni si battono perché il razzismo antibianchi venga riconosciuto dell’inchiesta ancora in corso come movente dell’omicidio di Thomas.
Ricordo bene come nei giorni successivi all’omicidio i colpevoli fossero già stati individuati e loro foto circolassero pure su Telegram. Gli indizi sembravano essere schiaccianti. Oltretutto alcuni di loro erano stati rintracciati, in fuga nei dintorni di Toulouse. Poi, stranamente (o forse no), i sospetti erano stati rimessi in libertà.
Ricordo anche il sostegno a Thomas, con un bello striscione esposto sugli spalti, da parte dei tifosi del club libanese di basket cristiano «Sagesse».
L’anno successivo, nella primavera 2024, venni poi a conoscenza da un sacerdote che Thomas era un fedele dello stesso Istituto che frequento anch’io.
Oltre al cordoglio, al ricordo e alla preghiera per Thomas è possibile fare alcune considerazioni.
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Come ripetuto su Renovatio 21 ormai nemmeno la cosiddetta «provincia sonnacchiosa» è al riparo da branchi di predatori su due gambe e costoro ci vengono pure a cercare nelle feste di paese, nelle occasioni in cui si rincontrano i vecchi amici o si vorrebbero fare due chiacchiere in tranquillità.
Lo vediamo un po’ dappertutto e pure da noi, basti pensare a quante sagre o feste popolari vengano funestate dalla presenza molesta di soggetti «a caccia di bianchi».
Non ci vogliono dare pace, per le strade, nei momenti di svago e neppure sui monti dove troviamo anche i grandi carnivori.
Quanto ancora saremo disposti a tollerarlo?
Victor García
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Immigrazione
La realtà dietro all’ultimo omicidio di Perugia
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