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Protesta

La polizia britannica si prepara alle rivolte per il costo della vita

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Anche La Gran Bretagna sta preparandosi alla repressione d’autunno.

 

Il quotidiano britannico Times ha rivelato che i capi della polizia temono che «le turbolenze economiche e l’instabilità finanziaria» abbiano il «potenziale per favorire l’aumento di particolari tipi di criminalità», come il taccheggio, il furto con scasso, il furto di veicoli e la frode e il ricatto online, poiché gli inglesi devono affrontare uno dei peggiori crolli in tenore di vita in un secolo in mezzo all’iperinflazione energetica.

 

La «pressione economica prolungata e dolorosa» potrebbe innescare «maggiori disordini civili», simili alle rivolte di Londra del 2011, si legge in un documento di strategia nazionale trapelato ai media.

 

«Un alto ufficiale di una forza nel nord dell’Inghilterra ha detto a un parlamentare locale che senza un intervento significativo del governo temevano un ritorno alle condizioni febbrili che hanno portato alle rivolte di Londra nel 2011», scrive l’articolo.

 

Per chi non lo ricordasse, nel 2011 Londra fu teatro di rivolte con annessi looting – cioè saccheggi – di vari negozi. La polizia non riuscì a contenere subito il disastro, partito a quanto sembra per un arresto violento, e poi aumentato a valanga. Le autorità temettero assai perché l’anno successivo vi sarebbero state le Olimpiadi della capitale inglese.

 

Secondo quanto riferito, un capo della polizia ha notato un aumento della criminalità violenta poiché l’inflazione è arrivata ai massimi da diversi decenni.

 

La rivelazione arriva quando il regolatore energetico Ofgem ha  aumentato il limite sulle bollette elettriche a un record di 3.549 sterline a partire dal 1 ottobre: si partiva da un tetto di 1.971 sterline. Tale limite dovrebbe salire a 5.439 sterline entro gennaio e 7.272 sterline entro primavera.

 

Oltre alla polizia, anche i dirigenti dell’energia hanno  avvertito che quest’inverno incombono disordini civili di massa  poiché le persone non possono permettersi le bollette del riscaldamento e dell’elettricità.

 

Come riportato da Renovatio 21, i britannici si sono uniti a un movimento contro l’aumento vertiginoso delle bollette elettriche che giura di non pagare il 1° ottobre. Il movimento pare abbia raccolto almeno 160 mila iscritti.

 

La scorsa settimana era stato pubblicato un nuovo rapporto tramite Verisk Maplecroft, una società di consulenza e intelligence sui rischi con sede nel Regno Unito,  che sosteneva che vi sarebbe un alto rischio  di disordini sociali in Europa entro la fine dell’anno a causa dell’aumento dell’inflazione.

 

Londra non è sola in questa preparazione alle possibili rivolte autunnali.

 

Il governo tedesco ha più volte detto di aspettarsi scontri con i cittadini, e sta già operando per estendere l’etichetta di «estremisti» a chiunque voglia esprimere un pensiero contrario a quello del governo che ha armato gli ucraini e al contempo subito la chiusura delle forniture di gas russo, dal quale dipendeva per più del 40%.

 

Un quadro simile è percepibile anche dalle parole del capo dell’agenzia di sicurezza austriaco (DNS) che ha parlato di rivolte per la crisi energetica.

 

Renovatio 21 ha ipotizzato che anche il governo che uscirà dalle elezioni italiane del 25 settembre potrebbe essere un governo della repressione del dissenso.

 

Sulla scorta di quello che abbiamo visto in questi due anni, e del fatto che nessun partito rappresentato in Parlamento ha orientamenti di realismo in politica estera e nella questione pandemica, non possiamo che aspettarci che l’incapacità, o meglio la mancata volontà, del futuro governo di ascoltare la piazza.

 

 

 

 

 

 

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Protesta

Scontri durante la protesta della «Generazione Z» a Città del Messico

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Sabato, in occasione della mobilitazione antigovernativa promossa dalla «Generazione Z», un gruppo di manifestanti incappucciati ha ingaggiato scontri con le forze di polizia di fronte al palazzo presidenziale di Città del Messico.

 

Migliaia di persone hanno percorso il tragitto dal monumento all’Angelo dell’Indipendenza fino alla Piazza della Costituzione, radunandosi poi davanti al Palazzo Nazionale, che ospita la residenza presidenziale.

 

Pur avendo esordito in forma non violenta, la protesta ha visto l’intervento di un manipolo di facinorosi mascherati, etichettati dai media locali come Black Bloc, che hanno infranto le barriere di protezione, lanciato pietre e affrontato gli agenti in corpo a corpo.

 


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Le riprese video immortalano i dimostranti intenti a percuotere i poliziotti e questi ultimi che infieriscono con calci su un manifestante riverso al suolo. Le schermaglie sono durate circa sessanta minuti, al cui termine le forze dell’ordine hanno impiegato gas lacrimogeni per disperdere la folla dalla piazza, come documentato dalla testata La Jornada.

 

I partecipanti sostengono di contestare la corruzione, gli eccessi di potere e l’assenza di punizioni per i delitti violenti. Numerosi hanno levato slogan di accusa contro il partito di sinistra al potere, Morena.

 

La presidente Claudia Sheinbaum ha reagito biasimando gli atti violenti. «Chi non concorda deve far valere le proprie posizioni mediante cortei pacifici. La violenza non può mai costituire uno strumento per il cambiamento», ha sentenziato.

 

In precedenza, Sheinbaum aveva attribuito le proteste a «bot e account fittizi sui social» orchestrati da «entità di destra».

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Protesta

Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù

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Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.   La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.   Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.   Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.  

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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».   Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.   Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.  

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Protesta

La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.

 

Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.

 

Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.

 

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.

 

«Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.

 

Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.

 

De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.

 

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