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Sport e Marzialistica

La palestra del campione MMA Khabib Nurmagomedov perquisita dalla polizia russa

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Le forze di sicurezza nella repubblica russa meridionale del Daghestan hanno fatto irruzione in una struttura di allenamento di proprietà della stella dell’UFC Khabib Nurmagomedov, ha riferito venerdì l’agenzia di stampa TASS, citando la polizia locale.

 

Sui social media sono state condivise riprese video che mostrano le forze di sicurezza che circondano la palestra nella capitale del Daghestan, Makhachkala.

 

La ricerca farebbe parte di un’indagine su una serie di attacchi terroristici in Daghestan all’inizio di questo mese. Secondo i media locali, durante i raid non sono stati effettuati arresti.

 

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I media russi hanno precedentemente affermato che l’ex combattente di arti marziali miste (MMA) Gadzhimurad Kagirov, cugino del pugile russo dei pesi supermassimi Magomed Omarov, ex capo del distretto Sergokalinsky del Daghestan, era tra un gruppo di uomini armati che hanno attaccato siti nella città di Derbent, ed è stato ucciso durante la successiva operazione antiterrorismo.

 

Il Kagirov si sarebbe allenato nella palestra perquisita. Anche il figlio e un nipote di Omarov erano tra gli aggressori.

 

Nurmagomedov ha negato che Kagirov fosse un membro del suo team, ma ha osservato che l’ex lottatore potrebbe essersi allenato in precedenza nella sua palestra per un paio di mesi. Il club oggetto del raid è stato chiamato così in onore del padre dell’ex campione dei pesi leggeri UFC Abdulmanap Nurmagomedov, in seguito alla sua morte per complicazioni da coronavirus nel 2020.

 

Il campione MMA, considerato come uno dei più grandi lottatori di tutti i tempi, è daghestano e musulmano, ed ha talvolta invocato Allah al termine dei suoi incontri.

 

Come riportato da Renovatio 21, durante un recente evento UFC – la principale lega MMA il candidato alla presidenza del 2024 Donald J. Trump aveva promesso a Nurmagomedov che fermerà la devastante guerra di Israele a Gaza.

 

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Nurmagomedov stato il campione dei pesi leggeri UFC più longevo di sempre, avendo detenuto il titolo da aprile 2018 a marzo 2021. Con 29 vittorie e nessuna sconfitta, si ritirò con un record imbattuto.

 

Due volte campione del mondo di Sambo da combattimento, Nurmagomedov ha esperienza nella lotta greco-romana, nel Judo e nel Sambo, che è una derivazione russa full contact del Judo.

 

Nel 2019, Forbes ha classificato Nurmagomedov come l’atleta russo di maggior successo. Nurmagomedov è anche in cima alla lista delle 40 personalità dello spettacolo e dello sport russo di maggior successo sotto i 40 anni.

 

Le sue vittorie, come quella contro il campione irlandese Conor MacGregor, sono state salutate anche dal presidente Putin che si congratulava di persona con Khabin e suo padre, il veterano dell’Armata Rossa Abdulamap Nurmagomedov, un judoka che lo ha cresciuto dentro il mondo delle arti marziali.

 

È circolato a lungo il video in cui un Khabib bambino combatte contro un orso.

 

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Atleta decorato e veterano dell’esercito sovietico, Abdulmanap aveva praticato la lotta fin dalla tenera età, prima di allenarsi nel judo e nel Sambo nell’esercito. Il Nurmagomedov senior aveva dedicato la sua vita ad allenare i giovani del Daghestan, nella speranza di offrire un’alternativa all’estremismo islamico comune alla regione

 

Nel 2001, la famiglia Nurmagomedov si è trasferita a Makhachkala, la capitale del Daghestan, dove il Khabib si è allenato nel wrestling dall’età di 12 anni e nel judo da 15. Ha ripreso ad allenarsi nel combattimento di Sambo, sotto suo padre, all’età di 17 anni.

 

Nel corso della sua carriera, Nurmagomedov è diventato oggetto di numerose controversie per la stampa occidentale, tra cui un’affiliazione di lunga data con il leader ceceno, Ramzan Kadyrov.

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Sport e Marzialistica

La federazione olimpica di Judo consente agli atleti russi di competere sotto la propria bandiera

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La Federazione Internazionale di Judo (IJF) ha riammesso gli atleti russi a competere nei tornei internazionali sotto la propria bandiera nazionale, con inno e simboli, diventando così la prima federazione olimpica a revocare completamente le restrizioni imposte dopo l’inizio del conflitto in Ucraina nel 2022.   Atleti russi e bielorussi erano stati esclusi dalla quasi totalità delle manifestazioni sportive mondiali in seguito alle sanzioni adottate da decine di federazioni olimpiche, che avevano colpito centinaia di concorrenti. In un secondo momento, diverse discipline avevano riaperto la porta in forma molto limitata, consentendo la partecipazione solo a singoli atleti rigorosamente neutrali e senza riferimenti nazionali.   In un comunicato diffuso giovedì, l’IJF ha reso noto che il proprio Comitato Esecutivo ha deliberato il ritorno pieno della Russia a partire dal Grande Slam di Abu Dhabi 2025, con la possibilità di sfilare «sotto bandiera, inno e insegne nazionali». La decisione, si legge, «riconferma il carattere autenticamente globale della federazione» e «rafforza l’impegno verso una gestione equa, trasparente e fondata sui valori».   «Storicamente la Russia è una delle potenze mondiali del Judo e il suo ritorno completo arricchirà la competizione a ogni livello, nel pieno rispetto dei principi di fair play, inclusività e reciproco riguardo che animano l’IJF», ha aggiunto l’organismo.

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L’IJF ha poi ribadito che «lo sport deve restare neutrale, indipendente e svincolato da ogni condizionamento politico», sottolineando come il Judo promuova «amicizia, rispetto, solidarietà e pace».   Con questo passo l’IJF è la prima federazione olimpica a ripristinare integralmente bandiera e inno per gli atleti russi.   Le sanzioni sullo sport russo permangono in molti altri ambiti, seppur attenuate: nelle discipline estive la maggior parte delle federazioni accetta ora atleti neutrali ai campionati mondiali, mentre quasi tutti i principali organismi degli sport invernali mantengono il divieto assoluto. Di conseguenza, solo pochissimi russi si sono finora qualificati per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.   Le autorità sportive russe hanno più volte denunciato la «politicizzazione dello sport» da parte dei paesi occidentali e le pressioni esercitate sulle federazioni per escludere i propri atleti, ricordando che nel solo biennio 2022-2023 il Paese ha perso 186 eventi internazionali, tra cui 36 manifestazioni di primo piano.   La presidente del CIO, Kirsty Coventry, ha di recente invitato governi e organizzatori a garantire «pari accesso a tutti gli atleti qualificati» e a preservare lo sport come spazio neutrale, definendolo «un faro di speranza» e «un terreno comune privo di discriminazioni».   Come noto, il presidente russo Putin pratica il Judo sin da quando era piccolo. Ha ottenuto nella disciplina l’8° dan, uno dei gradi più alti, difficilmente assegnato nel mondo.   La passione del presidente della Federazione Russa per l’arte marziale sviluppata da Jigoro Kano è stata spessissimo messa in mostra, mentre non vi è ancora un ragionamento completo su come il Judo abbia influenzato la sua mentalità tattico-strategica nei conflitti – a scrivervi qualcosa si impegna Renovatio 21 per i prossimi mesi.    

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È altresì noto che l’olimpionico Ezio Gamba (medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980) ha allenato in varie occasioni Putin, di cui si narra si stato anche allenatore a livello personale.   Il maestro Gamba ha ricoperto il ruolo di coordinatore tecnico della nazionale, e con un certo successo: sotto la guida dell’Italiano, nel 2012 i judoka russi alle Olimpiadi di Londra hanno vinto incredibilmente tre ori, un fatto ricordato spesso con orgoglio da Putin, che assistette alle finali di persona nella capitale britannica, scortato dall’allora premier David Cameron: immagini di un mondo di pace ora distrutte dall’inutile strage ucraina.   Il Gamba, che aveva ricevuto cittadinanza russa una diecina di anni fa, è tornato in Italia dopo aver lottato con una malattia, e si è candidato per la presidenza della FIJLKAM, l’ente CONI per il Judo, la lotta, il Karate e le arti marziali in generale, non venendo tuttavia eletto.  

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
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Sport e Marzialistica

93enne vince titolo di sollevamento pesi

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Un 93enne soprannominato «Nonno di Ferro», nativo di Uljanovsk (la città natale di Vladimiro Lenin), ha conquistato all’inizio di novembre uno dei più importanti tornei russi di sollevamento pesi.

 

Nikolaj Isakov si è aggiudicato il primo posto nella categoria over 90 alla 29ª Coppa Russa Open di sollevamento pesi, ha reso noto martedì l’amministrazione del governatore della regione. L’Isakov ha eseguito 26 kg nello strappo e 31 kg nello slancio, per un totale di 57 kg, precedendo il 94enne Vasilij Zubov. Alla gara hanno partecipato circa 140 atleti tra i 30 e i 94 anni, in rappresentanza di Russia e Bielorussia.

 

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L’Isakov pratica sport da oltre settant’anni: ha iniziato con la ginnastica, poi è passato all’acrobatica e dal 1957 si è dedicato esclusivamente al sollevamento pesi, diventando uno dei sollevatori senior più titolati del Paese.

 

A Uljanovsk, città che porta il nome di Lenin (nato Uljanov), residenti e tecnici lo indicano da decenni come esempio di disciplina e longevità sportiva. Continua ad allenarsi con regolarità e dichiara di voler sollevare pesi finché la salute glielo consentirà.

 

Il «Nonno di Ferro» vanta più di 30 titoli russi, europei e mondiali nella categoria veterani e oltre 40 medaglie in competizioni nazionali e internazionali. Nel 2019 si è laureato campione europeo ai Masters in Finlandia.

 

Negli ultimi anni la Russia ha fortemente potenziato i programmi sportivi per veterani, promuovendo la partecipazione degli anziani attraverso gare dedicate. La federazione di sollevamento pesi ha istituito divisioni di età fino ai 90 anni e oltre, mentre i ministeri regionali dello sport finanziano iniziative di allenamento per over 60 nell’ambito di una più ampia strategia nazionale per l’invecchiamento attivo.

 

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Geopolitica

L’Ucraina aggiunge la stella russa del pattinaggio artistico alla kill list

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La stella russa del pattinaggio artistico Petr Gumennik è stata inserita nella «kill list» del sito ucraino Mirotvorets, sostenuto dallo Stato, che pubblica i dati personali di individui etichettati come «nemici» dell’Ucraina. Lo riporta la stampa russa.   Secondo un articolo del 9 novembre, Gumennik è accusato di «propaganda di guerra» e di «attacchi alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina», ed è considerato «complice» dei presunti «crimini» russi contro il Paese.   L’articolo mostrava foto di Gumennik accanto ad altre personalità pubbliche russe già presenti su Mirotvorets e citava suo padre, Oleg Gumennik, sacerdote della Chiesa ortodossa russa (ROC). Sotto il regime di Kiev, la chiesa ucraina affiliata alla ROC ha subito perquisizioni, arresti e divieti per presunti legami con il Cremlino.

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Gumennik non ha commentato la sua inclusione nella lista. A settembre ha conquistato la qualificazione per le Olimpiadi invernali di Milano 2026 e gareggerà come atleta neutrale a causa delle sanzioni imposte dall’Ucraina alla Russia.   Vladislav Dikidzhi, campione russo in carica del singolare maschile e possibile sostituto di Gumennik a Milano, è stato aggiunto al sito lo stesso giorno con accuse analoghe.   Commentando le inserzioni, la leggendaria allenatrice russa Tatyana Tarasova ha affermato che gli atleti sono probabilmente presi di mira per le loro prospettive olimpiche e ha condannato la pubblicazione dei loro dati personali come «una violazione di tutti i diritti umani».   «Non capisco perché il mondo intero, persino il Comitato Olimpico Internazionale, dia ascolto agli ucraini», ha detto. «Sport e politica sono due cose diverse».   Mirotvorets è stata definita una «lista delle uccisioni» dopo che diverse persone incluse sono state successivamente assassinate o sono morte in circostanze sospette. Ogni scheda include il campo «data di eliminazione» della persona presa di mira, subito sotto la data di nascita.   Il sito ha recentemente aggiunto numerose personalità russe e straniere accusate di legami con il governo russo o di diffondere opinioni filo-russe. All’inizio dell’anno sono stati inseriti il regista Woody Allen, l’attore hollywoodiano Mark Eydelshteyn e persino un gruppo di bambini russi, il più piccolo dei quali aveva solo tre anni.   Nel corso degli anni, sono stati inseriti nella lista nera politici e personaggi pubblici occidentali di alto profilo, tra cui il presidente croato Zoran Milanovic, il primo ministro ungherese Viktor Orban (che intercettazioni emerse sulla stampa americana mostrano essere un obiettivo del regime Zelens’kyj), il segretario di Stato statunitense in pensione Henry Kissinger e il Pink Floyd Roger Waters, nonché Al Bano e Toto Cotugno, nonché, per un breve periodo, Elon Musk.   Definite come liste di «traditori che devono rispondere dei loro crimini», tali liste online dei nemici dell’Ucraina, che comprende anche Al Bano, Toto Cutugno, Henry Kissinger, e anche il defunto Silvio Berlusconi. Poiché nel corso degli anni sono stati assassinati numerosi giornalisti di spicco e altri personaggi pubblici descritti sul sito appunto come «nemici dell’Ucraina», qualcuno ritiene si tratti di una vera «kill list» del regime di Kiev.

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Come riportato da Renovatio 21, quando fu trovato Oleksij Kovaljov – un altro parlamentare di opposizione alla Verkhovna Rada – assassinato nella sua casa, la sua voce nella lista della morte ha apposto sulla foto segnaletica il bollino «likvidovan», ossia «liquidato», scritta apparsa nella voce specifica anche dopo l’uccisione della giornalista russa Darja Dugina, nell’agosto 2022. Kiev ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’autobomba che è costata la vita alla figlia dell’eminente filosofo e scrittore Aleksandr Dugin, tuttavia secondo quanto riferito i funzionari dell’Intelligence statunitense ritengono che «parti» del governo ucraino erano responsabili.   Il Gummennik non è l’unico campione di sport sul ghiaccio ad essere finito nella kill list ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, il campione dell’hockey russo Aleksandr Ovechkin, che ha recentemente battuto il record di punti segnati nella lega hockeistica nordamericana NHL, è stato aggiunto alla lista.

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Immagine di Divmel ic via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine modificata
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