Geopolitica
La Norvegia potrebbe fungere da canale riservato per i colloqui russo-americani
Il Consiglio per gli Affari Internazionali della Russia (RIAC) ha riferito che il Centro Norvegese per la Risoluzione dei Conflitti (NOREF) avrebbe sponsorizzato un incontro di «esperti» russi e statunitensi il 16 settembre.
Il NOREF è noto per aver svolto un ruolo chiave nel facilitare i negoziati israelo-palestinesi conclusisi con gli accordi di Oslo
Il Centro è specializzato nell’ospitare negoziati formali anche di tipo «Track Two diplomacy», che è l’espressione utilizzata per le discussioni nei canali riservati tra le parti contendenti sotto forma di dialogo informale tra rappresentanti non ufficiali delle parti contendenti
I colloqui russo-americani erano chiaramente della forma di Track 2, dove «una caratteristica chiave è la necessità di discrezione», riferisce NOREF.
Pertanto, il RIAC ha comunicato i nomi dei partecipanti russi, non gli americani.
Il sito NOREF, fedeli alla modalità Track 2, non fornisce informazioni pubbliche sulle sue riunioni.
La nota del RIAC scrive:
«Il 16 settembre 2022, con il supporto del Centro norvegese per la risoluzione dei conflitti, si è tenuto un incontro a distanza per un gruppo di esperti russi e americani per discutere lo stato e le prospettive di sviluppo delle relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti ne l contesto della crisi della sicurezza europea e dell’operazione militare speciale russa sul territorio dell’Ucraina».
«In particolare, la discussione si è concentrata sui rischi di un’escalation di questo conflitto e del raggiungimento del livello di confronto militare diretto tra Russia e NATO, l’impatto delle elezioni di medio termine del Congresso degli Stati Uniti sugli approcci americani al conflitto russo-ucraino, le dinamiche di interazione tra i due Paesi sulle situazioni di conflitto in Medio Oriente e in altre regioni del mondo, prospettive di ripristino del dialogo sul controllo degli armamenti strategici e altre questioni».
«La parte russa all’incontro era rappresentata da Andrey Kortunov, Direttore Generale del RIAC; Dmitrij Suslov, membro del RIAC, vicedirettore presso il Centro di studi europei e internazionali completi della Scuola Superiore di Economia dell’Università Nazionale delle Ricerche, docente, vicedirettore, Consiglio per gli Esteri e la Difesa; e Nikolaj Surkov, esperto del RIAC, ricercatore senior presso IMEMO RAS».
Speriamo che i negoziati russo-americani non finiscano come quelli russo-ucraini di inizio conflitto.
La gente tende a dimenticare che gli ucraini assassinarono uno dei lo negoziatori. Denis Kireev fu assassinato il 5 marzo, probabilmente (scrissero media russi e ucraini) dal servizio segreto interno ucraino SBU.
Diciamo che l’esecuzione di un proprio negoziatore non l’abbiamo mai vista prima. Tuttavia nemmeno questo è servito ad aprire gli occhi alla gente riguardo al regime di Kiev.
Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
Gli Stati Uniti hanno indicato il rilancio dei rapporti normali con la Russia e l’interruzione rapida della guerra in Ucraina come priorità assolute nella loro nuova Strategia per la sicurezza nazionale, diffusa venerdì dalla Casa Bianca, ponendoli tra gli obiettivi cardine per gli interessi americani.
Il documento di 33 pagine delinea la prospettiva di politica estera delineata dal presidente Donald Trump, affermando che «è un interesse essenziale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina», al fine di «stabilizzare le economie europee, scongiurare un’escalation o un allargamento imprevisto del conflitto e ricostruire la stabilità strategica con la Russia».
Si evidenzia come il conflitto ucraino abbia «profondamente indebolito le relazioni europee con la Russia», minando l’equilibrio regionale.
Il testo rimprovera i dirigenti europei per le «aspettative irrealistiche» sull’evoluzione della guerra, precisando che «la maggioranza degli europei anela alla pace, ma tale aspirazione non si riflette nelle politiche adottate».
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Washington, prosegue il rapporto, è disposta a un «impegno diplomatico sostanziale» per «supportare l’Europa nel correggere la sua rotta attuale», reinstaurare l’equilibrio e «ridurre il pericolo di scontri tra la Russia e gli Stati europei».
A differenza della strategia del primo mandato di Trump, che accentuava la rivalità con Russia e Cina, la versione attuale sposta l’asse sull’emisfero occidentale e sulla tutela del suolo patrio, dei confini e delle priorità regionali. Esorta a riallocare le risorse dai fronti remoti verso minacce più immediate e invita la NATO e i Paesi europei a farsi carico in prima persona della propria sicurezza.
Il documento invoca inoltre l’arresto dell’espansione della NATO, una pretesa a lungo avanzata da Mosca, che la indica come una delle ragioni principali del conflitto ucraino, interpretato come una guerra per interposta persona orchestrata dall’Occidente.
In sintesi, la strategia segna un passaggio dall’interventismo universale a un approccio estero più pragmatico e contrattuale, sostenendo che gli Stati Uniti debbano intervenire oltre i propri confini solo quando gli interessi nazionali sono direttamente coinvolti.
Si tratta del primo di una sequenza di rilevanti atti su difesa e politica estera che l’amministrazione Trump si accinge a emanare, tra cui una Strategia di Difesa Nazionale rivista, la Revisione della Difesa Missilistica e la Revisione della Postura Nucleare, tutti attesi in linea con l’impostazione del documento.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
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Arte
Quattro Stati UE boicotteranno l’Eurovision 2026 a causa della partecipazione di Israele
Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi hanno annunciato il boicottaggio del prossimo Eurovision Song Contest in seguito alla conferma della partecipazione di Israele. All’inizio del 2025 diverse emittenti avevano chiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), organizzatrice dell’evento, di escludere Israele accusandolo di brogli nel voto e per il conflitto in corso a Gaza.
L’ultima tregua, mediata dagli Stati Uniti, avrebbe dovuto porre fine ai combattimenti e permettere l’arrivo di aiuti umanitari nell’enclave, ma da quando è entrata in vigore gli attacchi israeliani hanno causato 366 morti, secondo il ministero della Salute di Gaza.
Il tutto si inserisce in un anno di escalation iniziato con l’offensiva israeliana lanciata in risposta all’attacco di Hamas dell’ottobre 2023, che provocò 1.200 morti e il rapimento di 250 ostaggi. Da allora, secondo le autorità sanitarie locali, l’operazione militare israeliana ha ucciso oltre 70.000 palestinesi.
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Le decisioni di ritiro sono arrivate giovedì, subito dopo l’approvazione da parte dell’EBU di nuove regole di voto più rigide, varate in risposta alle accuse di diverse emittenti europee secondo cui l’edizione 2025 era stata manipolata a favore del concorrente israeliano.
Poche ore più tardi l’emittente olandese AVROTROS ha comunicato l’addio al concorso: «La violazione di valori universali come l’umanità, la libertà di stampa e l’interferenza politica registrata nella precedente edizione dell’Eurovision Song Contest ha oltrepassato un limite per noi».
L’emittente irlandese RTÉ ha giustificato la propria scelta con «la terribile perdita di vite umane a Gaza», la crisi umanitaria in corso e la repressione della libertà di stampa da parte di Israele, annunciando anche che non trasmetterà l’evento.
Anche la televisione pubblica slovena RTVSLO ha confermato il ritiro: «Non possiamo condividere il palco con il rappresentante di un Paese che ha causato il genocidio dei palestinesi a Gaza», ha dichiarato la direttrice Ksenija Horvat.
Successivamente è arrivata la decisione della spagnola RTVE, che insieme ad altre sette emittenti aveva chiesto un voto segreto sull’ammissione di Israele. Respinta la proposta dall’EBU, RTVE ha commentato: «Questa decisione accresce la nostra sfiducia nell’organizzazione del concorso e conferma la pressione politica che lo circonda».
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Per far fronte alle polemiche, gli organizzatori dell’Eurovision hanno introdotto nuove misure anti-interferenza: limiti al televoto del pubblico, regole più severe sulla promozione dei brani, rafforzamento della sicurezza e ripristino delle giurie nazionali già nelle semifinali.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa arrivò in finale all’Eurovisione una sedicente «strega» non binaria che dichiarò di aver come scopo il «far aderire tutti alla stregoneria».
Vi furono polemiche quattro anni fa quando la Romania accusò che l’organizzazione ha cambiato il voto per far vincere l’Ucraina.
Due anni fa un’altra vincitrice ucraina dell’Eurovision fu inserita nella lista dei ricercati di Mosca.
Come riportato da Renovatio 21, la Russia ha lanciato un’«alternativa morale» all’Eurovision, che secondo il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov sarà «senza perversioni».
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Immagine di David Jones via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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