Politica
La Le Pen guida i sondaggi su Macron

Dopo aver perso le elezioni 2017 contro Macron 66,1% a 33,9%, Marine Le Pen sarebbe ora in testa ai sondaggi di gradimento superando di gran lunga il presidente in carica.
Secondo un sondaggio Ifop per la testata Paris Match pubblicato lo scorso mercoledì, alla domanda su quale dei due politici preferissero, il 47% degli intervistati ha scelto Le Pen, mentre il 42% ha scelto Macron.
La Le Pen era più popolare tra le donne, con il 52% che ha scelto la due volte seconda classificata alla presidenza, rispetto al 41% che ha optato per la leader francese.
Marine raccoglie più favori in gruppi di sinistra come gli ecologisti di NUPE, i comunisti francesi e il partito La France Insoumise. Macron ha invece il supporto dell’elettorato dei Verdi e dei socialisti.
In un sondaggio separato condotto su 1.002 adulti il 28-29 marzo da Ifop sempre per Paris Match, il 58% ha affermato che la Le Pen comprende le loro preoccupazioni e il 57% che è attaccata ai valori democratici, mentre il 52% la considera competente e il 51% capace di riformarsi Paese. Secondo il 47% degli intervistati ha caratteristiche adatte per fare il presidente.
Le prossime elezioni presidenziali sono nel 2027, quando Macron non potrà candidarsi a causa dei limiti di mandato. Non è detto che allora Le Pen, in candidatura eterna, ce la possa fare: è uno spettacolo che vediamo almeno dal 2002, quando suo padre Jean Marie Le Pen arrivò al ballottaggio delle presidenziali contro Chirac, sbaragliando il socialista Lionel Jospin.
Vedemmo lo stesso spettacolo ripetersi due volte con Macron: il nome Le Pen arriva in finale, ma poi viene spazzato via.
Non è chiaro se i francesi, e soprattutto gli apparati francesi, vorranno mai permettere l’ascesa all’Eliseo della famiglia reale della destra transalpina.
Nel frattempo, nella sua ultima debacle nelle uscite pubbliche (in qui stato preso a schiaffi, a pomodori, a diti medi alzati, a fischi) il presidente Emmanuel Macron si è beccato un uovo in faccia.
This is GOLD!! ????????????????
Macron gets pelted with an egg ????
Sound Up to hear the SMACK ???????????? pic.twitter.com/T6M9iUxOzW
— ???????????? KC ???????????? (@KCPayTreeIt) April 19, 2023
Non esattamente un presidente popolarissimo, specie in questo periodo in cui le piazze, adirate per la riforma delle pensioni, stanno evocando la ghigliottina.
Immagine di Olaf Kosinsky via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Germany (CC BY-SA 3.0 DE)
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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