Bizzarria
La diarrea colpisce le acque dei Campionati Mondiali di Triathlon
Almeno 57 concorrenti ai Campionati mondiali di triathlon a Sunderland, in Inghilterra, hanno contratto alcune malattie, inclusa la diarrea, dopo aver preso parte a eventi di nuoto in mare lo scorso fine settimana. Lo riportano i funzionari sanitari locali, e parrebbe non trattarsi di uno scherzo di bontemponi eugubini.
I campionati, che la settimana scorsa hanno visto la partecipazione di circa 2.000 triatleti, includevano una tappa di nuoto sulla spiaggia di Roker a Sunderland, un tratto di costa che è stato al centro di polemiche riguardanti lo scarico di acque reflue grezze da parte delle compagnie idriche.
L’ente per la sicurezza sanitaria britannico – l’UK Health Security Agency (UKHSA) – ha affermato che sta testando campioni biologici da concorrenti che si sono ammalati, per determinare se è possibile identificare agenti patogeni comuni.
Un’analisi dell’acqua di mare sulla spiaggia di Roker da parte dell’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito tre giorni prima della gara ha rilevato che l’acqua aveva una concentrazione di Escherichia Coli (organismo unicellulare comunemente detto E. Coli) ben 39 volte maggiore rispetto ai campioni prelevati il mese precedente.
La E.Coli è un batterio che può causare disturbi allo stomaco e forte diarrea, talvolta pure sanguinolenta.
British Triathlon, l’ente che regola lo sport nel Regno Unito, ha affermato che i risultati dell’analisi non sono stati pubblicati fino a quando il triathlon non è stato completato, aggiungendo che l’acqua di mare aveva superato i propri test normativi indipendenti prima dell’inizio della competizione.
«Mi sono sentito piuttosto uno straccio dopo la gara», ha scritto su Instagram il triatleta Jacob Birtwhistle dei risultati dell’analisi, riportato dal Guardian, «ma immagino che sia quello che succede quando nuoti nella merda».
Un altro triatleta ha risposto al post: «questo ora spiega perché ho passato lunedì sera con la testa in bagno dopo aver corso domenica mattina».
Northumbrian Water, la società che fornisce servizi idrici e fognari a 2,7 milioni di persone nel Nord-£st dell’Inghilterra, tra cui Sunderland, ha dichiarato di non aver registrato scarichi di acque reflue grezze che potrebbero aver influito sulla qualità dell’acqua. «Non abbiamo avuto scarichi da nessuna delle nostre risorse che potrebbero avere un impatto negativo sulla qualità dell’acqua a Roker… dall’ottobre 2021», ha affermato tramite un portavoce.
British Triathlon, intanto, ha dichiarato che sta collaborando con il consiglio comunale di Sunderland e l’UKHSA per determinare la causa delle varie malattie emerse dopo la gara. Diversi fattori, tra cui gli straripamenti delle acque reflue e l’acqua di ruscellamento dalle strade e dai campi vicini, possono avere un impatto negativo sulla qualità dell’acqua nelle aree colpite.
Non è chiaro se la diarrea abbia colpito gli atleti durante il percorso acquatico, magari aggiungendo una propulsione non muscolare alle bracciate dei concorrenti. Non è chiaro nemmeno se i vantaggi in termini di spinta potrebbero essere quindi considerati come irregolari, come fosse doping. Il Triathlon e competizioni come la Iron Man hanno lunghe storie di accuse ad atleti che barano.
La memoria dello storico dello sport che è dentro ognuno di noi va al caso del maratoneta svedese Mikael Ekvall, che durante la mezza maratona di Goteborg del 2008 non si trattenne sporcandosi copiosamente e vistosamente di liquido giallo-marrone; l’atleta, con un gesto stoico ed eroico al contempo, finì la gara classificandosi in 21ª posizione con l’invidiabile tempo di 1:09:43.
It takes a lot of dedication and sacrifice for an athlete to attain his/her goals.
This athlete would not give up even if his stomach was running (diarrhearing)!!
The viral picture of Mikael Ekvall ????
After the 2008 Göteborg half-marathon, Sweden’s Micke Ekvall was nicknamed pic.twitter.com/mXKy50dZwO— EXpensive Gh Minister of abandoned projects (@GhEspensive) July 31, 2023
«Hai mai pensato di fermarti per pulirti?» aveva chiesto in un’intervista post-gara, un giornalista. «No, avrei perso tempo», ha spiegato, «Se smetti una volta, è facile farlo ancora e ancora e ancora. Diventa un’abitudine». Una pessima abitudine, come, appunto, farsi la cacca addosso, aggiungiamo noi. Quindi basta una.
Il lettore capisca che, ogni tanto, ci vuole anche un articolo di umorismo scatologico – anche e soprattutto quando esso racconta la realtà, come Renovatio 21 fa sèmpre.
Bizzarria
Trump trolla tutti con un video AI in cui bombarda di escrementi i manifestanti «No Kings»
Il presidente statunitense Donald Trump ha ridicolizzato le proteste «No Kings», diffondendo su Truth Social vari video generati dall’intelligenza artificiale, tra cui uno in cui rovescia sulla folla quella che appare come una massa di escrementi.
Sabato gli Stati Uniti sono stati teatro di un’ondata di dimostrazioni contro l’amministrazione Trump, con grandi raduni organizzati in oltre 2.500 luoghi in tutto il territorio nazionale.
I partecipanti accusano il presidente di abuso di potere e di erosione della democrazia, criticando inoltre la sua politica repressiva verso gli immigrati irregolari e l’impiego di truppe nelle città con la motivazione di contrastare la criminalità diffusa.
In risposta, Trump ha postato sui social media clip create con l’IA, inclusi filmati inizialmente caricati da Xerias, un account X pro-Trump noto per produrre meme digitali.
Una delle sequenze mostra Trump ai comandi di un jet da combattimento battezzato «King Trump», che scarica enormi masse di materia fecale su una folla di manifestanti – con in sottofondo la canzone di Kenny Loggins Danger Zone, irrimediabilmente associata alla celeberrima pellicola aeronautica Top Gun (1986), che la utilizza ben tre volte nella storia con protagonista il Tom Cruise.
Il video AI rilanciato dal presidente include anche un’immagine condivisa durante la protesta di New York dall’influencer progressista Harry Sisson, che nel video finisce sommerso, come tutta la serqua di manifestanti «No Kinghi» da una poderosa quantità di materia escrementizia.
President Trump just posted this on Truth Social today in response to the No Kings protests. 😅
He’s dropping crap on the protestors from a fighter jet. pic.twitter.com/7uBornAOBE
— Laura Loomer (@LauraLoomer) October 19, 2025
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Il Sisson, idolo tiktoker progressista, l’ha presa male. Domenica mattina, Sisson ha replicato su X al video che lo ritraeva: «un giornalista può domandare a Trump il motivo per cui ha postato un filmato generato dall’IA in cui mi fa cadere la cacca addosso da un caccia?».
Il ragazzo ha quindi proceduto ad insultare Trump dicendo che nella realtà l’aereo non sarebbe potuto decollare a causa del «fat ass» («culo grasso») del presidente. Per fare ciò, il Sissone rimanda in onda per intero l’irresistibile video, di fatto ampliandone la portata.
That plane wouldn’t have made it off the ground with your fatass in the pilot’s seat. https://t.co/9qPts2otJQ
— Harry Sisson (@harryjsisson) October 19, 2025
In un’altra clip, originariamente diffusa dal vicepresidente JD Vance e condivisa da Trump, il presidente indossa una corona e un mantello, estrae una spada e si erge trionfante sugli avversari democrat.
JD Vance melted the blue sky servers today with a King Trump meme 😆 absolute banger🔥 pic.twitter.com/eG4EP3wNh7
— Dirty Civilian WV (@Dirty_Civilian) October 18, 2025
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Il montaggio condiviso dal Vance termina con figure di spicco del Partito Democratico, come l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dell’opposizione al Senato Chuck Schumer, in ginocchio ai suoi piedi. Si tratta qui di un’allusione esplicita a una sessione fotografica del 2020 in onore di George Floyd.
I contenuti di Trump hanno suscitato risposte polarizzate: i suoi sostenitori li hanno rilanciati con entusiasmo, mentre detrattori come il senatore democratico Brian Schatz li hanno aspramente censurati. «Perché il Presidente dovrebbe diffondere online un’immagine in cui scarica feci sulle città americane?», ha twittato Schatz su X.
I progressisti americani non hanno ancora capito veramente che per la prima volta alla Casa Bianca c’è un presidente troll, e di capacità di trollaggio eccelse, o meglio quello che l’antropologia dell’internetto oggi definisce uno shitposter. Parola assai adeguata anche al caso presente.
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Immagine screenshot da Twitter
Bizzarria
Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»
The living Israeli hostages held in Gaza have been freed under the first phase of Donald Trump’s peace plan, alongside a Palestinian prisoner release. The deal may become a signature achievement of Trump’s second term, and it could mark a strategic turning point for the Middle… pic.twitter.com/0bZDABIDGj
— TIME (@TIME) October 13, 2025
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Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio. È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.Mika Brzezinski from MSNBC’s “Morning Joe” was once visibly fond of Donald Trump, even playfully running her fingers through his hair. Later on she compared him to Hitler. And now, after seven years of estrangement, apparently he’s no longer Hitler… pic.twitter.com/b9tepBUuSy
— MAGA Resource (@MAGAResource) November 18, 2024
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Bizzarria
Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»
La Corea del Nord ha lanciato una severa campagna contro le donne sospettate di aver utilizzato protesi mammarie considerate «capitaliste», classificando tali interventi estetici come «antisocialisti» e «borghesi». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.
Le forze di sicurezza del regime starebbero effettuando ispezioni invasive, con i responsabili dei comitati di quartiere incaricati di individuare donne che mostrano evidenti modifiche fisiche e di segnalarle per ulteriori accertamenti.
Nel regime guidato da Kim Jong-un, interventi come l’aumento del seno e la chirurgia delle palpebre sono ritenuti «atti non socialisti» e sono vietati. Chi viola queste norme rischia gravi conseguenze.
La notizia è emersa in concomitanza con un processo pubblico tenutosi nella sala culturale di Sariwon, dove un medico e due giovani donne sono stati processati per aver praticato e subito interventi al seno non autorizzati. Il medico, con scarsa esperienza, aveva abbandonato gli studi di medicina prima di completare la formazione chirurgica.
«A metà settembre, un processo pubblico si è svolto in un centro culturale nel cuore di Sariwon contro un medico che ha eseguito un’operazione illegale di mastoplastica additiva e due donne che si sono sottoposte all’intervento», ha riferito una fonte della provincia di North Hwanghae al quotidiano sudcoreano Daily NK.
I pubblici ministeri hanno accusato le donne di essere state «contaminate dalle usanze borghesi» e di aver adottato un «comportamento capitalista corrotto». Le imputate hanno dichiarato di voler «migliorare il loro aspetto», ma sono state definite una minaccia per il sistema socialista.
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Il giudice ha promesso «punizioni severe», mostrando come prove strumenti medici, silicone di contrabbando e denaro contante. Secondo quanto riferito, il giudice ha dichiarato che una delle imputate «non aveva alcuna intenzione di essere leale all’organizzazione e al collettivo, ma era ossessionata dalla vanità, diventando un’erba velenosa che minava il sistema socialista».
Una fonte ha inoltre riferito al Daily NK «che tra i residenti presenti al processo, si sono sentite critiche come “i medici fanno di tutto per denaro”, ma anche commenti di solidarietà, come “Non lo fa forse perché non ha altri mezzi per vivere?”»
Molte donne di Sariwon vivono nel timore di essere sottoposte a controlli se sospettate di aver effettuato interventi di chirurgia estetica.
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