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La Corea del Sud vieta canzone virale di TikTok che elogia Kim Jong-un

La Commissione per gli standard di comunicazione della Corea del Sud ha affermato che vieterà i video di TikTok che contengono una canzone virale che sembra idolatrare il leader nordcoreano Kim Jong-un, descrivendo le clip come «guerra psicologica» e una violazione delle leggi nazionali.
Il brano, intitolato Friendly Father e descritto da Seoul come propaganda nordcoreana, è diventato virale sulla piattaforma di proprietà cinese ad aprile.
Il testo del brano uptempo è stato tradotto come: «Cantiamo di Kim Jong-un, il nostro grande leader; Vantiamoci di Kim Jong-un, il nostro padre amichevole; Tutti noi confidiamo e lo seguiamo con tutto il cuore, il nostro padre amichevole».
@that.concert.fella Kim Jong Un releases new song praising himself as North Korea’s ‘friendly father’ #kimjongun #northkorea #kpop #hitsong #friendlyfather #taylorswift #entertainment #fyp #fypシ #fypシ゚viral ♬ original sound – that.concert.fella
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In un comunicato stampa di lunedì, l’autorità di regolamentazione sudcoreana ha affermato che bloccherà 29 versioni del video Friendly Father su richiesta del servizio di intelligence nazionale del paese. Non è spiegato come verrà applicato il divieto.
La commissione ha sottolineato che i video violano la legge sulla sicurezza nazionale che vieta l’accesso ai siti web e ai media del governo nordcoreano e penalizza comportamenti e discorsi a favore della leadership di Pyongyang.
L’autorità di regolamentazione ha spiegato nella sua dichiarazione che il video Friendly Father è un «contenuto tipico» legato alla «guerra psicologica di Pyongyang contro la Corea del Sud», poiché è stato pubblicato su un canale «focalizzato sul collegamento della Corea del Nord con il mondo esterno attraverso l’idolatria unilaterale e glorificando Kim».
Gli utenti sudcoreani di TikTok, tuttavia, hanno chiesto alle autorità di non bloccare il video virale, suggerendo che nessuno in realtà prende sul serio il testo della canzone e che dovrebbe essere lasciato disponibile in modo che «più persone possano godersi lo scherzo».
Molti utenti hanno anche ammesso di trovare la melodia orecchiabile e che ricorda la vecchia musica pop europea.
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Immagine di Cheongwadae / Blue House via Wikimedia pubblicata su licenza Korea Open Government License Type I: Attribution
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Amazon Prime Video rimuove tutte le armi e le Bond Girls dai poster dei film di 007. Poi ci ripensa

La piattaforma streaming di Amazon Prime Video ha recentemente rimosso tutte le armi e le Bond girl dalle locandine dei film di James Bond. Poi nelle ultime ore, sembra aver ripristinato la versione originale.
L’amata serie di pellicole di spionaggio 007, dove le pistole giuocavano un ruolo grafico sin dalle locandine, si trova ancora sotto il tallone della cultura woke, e quindi della censura e dell’orwelliana cancellazione della storia.
È ridicolo, e antistorico, vedere il comandante Bond a braccia conserte senza la sua arma (che è variata, dagli anni, da una Walther PPK a una Beretta forse di modello 418 o 950) impugnata disinvoltamente – un elemento che è parte fondamentale dello stesso personaggio, elegante e pericoloso, come il mondo in cui la spy-story promette di immergere lo spettatore.
Amazon had digitally removed all of the guns from James Bond movie art.
Next … they will probably eliminate any scenes from the movies with guns.
Ridiculous. pic.twitter.com/PdMgKIKY2e
— Wall Street Mav (@WallStreetMav) October 3, 2025
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In particolare, tutte le armi sembravano essere state rimosse da immagini già note, tra cui un ritratto di Sean Connery con una pistola Walther PPK tra le braccia incrociate, utilizzato come foto pubblicitaria per la pellicola Dr. No e ora esposto alla National Portrait Gallery di Londra. Un poster teaser ampiamente visto per il film Spectre con Daniel Craig è stato apparentemente modificato per eliminare la pistola che tiene al fianco (sebbene la fondina ascellare indossata da Craig sia ancora visibile).
Un ritocco simile sembrava essere stato effettuato su un’immagine pubblicitaria di Roger Moore in Agente 007 Vivi e lascia morire, in cui Moore impugna una .44 Magnum, un allontanamento dalla tradizione di Bond di pistole relativamente piccole.
Le immagini modificate digitalmente dei poster originali dei film sono un insulto agli artisti che le hanno create e ai fan che le hanno guardate negli ultimi 63 anni – oltre che all’idea stessa che sta alla base del racconto di James Bond.
Notice in these Amazon #JamesBond digital posters they’ve removed all the guns and given awkward poses?
Welcome to a world where promoting James Bond 007 needs to be done without his sidearm. pic.twitter.com/3NGkxXShcn
— Chris (@GelNerd) October 2, 2025
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L’establishment progressista cerca di cancellare le armi dall’immaginario cinematografico classico, mentre il transgenderismo e i temi satanici vengono promossi in film e cartoni pensati per bambini.
Notizia delle ultime ore, Amazon si averci ripensato: dopo il pubblico clamore, le pistole sono tornate sulle locandine.
La mossa era arrivata dopo che Amazon ha acquisito i diritti del film acquistando gli studi MGM per un miliardo di dollari all’inizio di quest’anno e si appresta a lanciare un nuovo film diretto da Denis Villeneuve (il regista di The Arrival, Blade Runner 2049, e del recente, noiosissimo, Dune), scritto e diretto da Steven Knight, il cui nuovo attore di Bond deve ancora essere annunciato.
In passato si è speculato sull’arrivo di un Bond negro (si è fatto il nome del divo anglo-nigeriano Idris Elba) o di una Bonda. In realtà, una potente anticipazione era nell’ultimo film No Time to Die con Daniel Craig – la cui scelta come protagonista della seria, una ventina di anni fa, fu contestata da un gruppo di fan: è biondo – dove saltava fuori una agente MI6 nera e statuaria (tipo Grace Jones, per intenderci), seduttiva e letale anche più del Bond stesso.
No Time to Die sconvolse gli aficionados perché mostrava un atto incomprensibile per chi conosce la saga: la morte di James Bond, un fatto narratologicamente, archetipicamente inconcepibile, in quanto il tema profondo della serie è, senza dubbio alcuno, il mito dell’eroe invincibile.
La castrazione del carattere di 007 era presente nei film dell’era Craig anche in precedenza: il filosofo ratzingeriano coreano Byung-chul Han nel suo saggio La società della stanchezza indicava la stranezza di vedere in Skyfall (2012) un James Bond affaticato e depresso, con traumi psicanalitici che riemergono.
Il codice «007» è in realtà un riferimento preciso che il romanziere (e vero agente segreto) britannico Ian Fleming faceva agli intrecci tra l’occultismo e la storia di Albione, in particolare nel momento in cui Londra si separò dalla Chiesa cattolica e cioè dall’Europa.
Il primo «oo7» fu infatti John Dee (1527-1608), matematico, geografo, alchimista, astrologo, astronomo ed occultista inglese che organizzo i servizi segreti britannici nella sua visione di un nuovo mondo fatto di colonie dell’«Impero britannico», un’espressione che alcuni dicono sia stata coniata proprio da lui stesso.
Nei messaggi cifrati riservati alla regina Elisabetta I Dee apponeva la sigla «007» in cui gli zeri erano due occhi, il sette un numero fortunato.
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