Cina
La Cina punisce chi cerca di sfuggire al brutale lockdown di Xi’an
La città di Xi’an, conosciuta come la «Firenze cinese» per la sua storia e i suoi reperti storico-artistici (i guerrieri di terracotta, ad esempio), sta sperimentando un duro lockdown da più di una settimana.
Xi’an è bloccata dal 23 dicembre, in quella che è la la sua mossa più drammatica da quando la pandemia è iniziata a Wuhan.
Vi sono indicazioni di isteria riguardo ai generi alimentari (lo ha scritto il Caixin business journal) e di irrequietezza della popolazione.
«Un uomo che ha cercato di guadare il fiume Wei per uscire dalla città è stato avvertito»
Tuttavia, secondo quanto emerge, la fuga dalla città non è permessa dalle autorità della Repubblica Popolare.
Secondo la testata economica USA Bloomberg, Pechino sta punendo le persone che stanno cercando di eludere l’ultimo lockdown COVID a Xi’an, riportando le parole di un alto funzionario comunista che ha esortato a frenare l’epidemia.
Il vicepremier Sun Chunlan ha affermato che le autorità locali devono adottare misure più «mirate e energiche» e migliorare i controlli sulla quarantena, ha affermato giovedì l’ agenzia di stampa ufficiale Xinhua.
«La polizia ha detto che un altro che ha pedalato per 80 chilometri (circa 50 miglia) su una bicicletta condivisa fino alla sua città natale è stato multato e inviato a quarantena»
La Cina aveva riportato 166 casi confermati locali per quel giorno, 161 dei quali in città.
La situazione a Xi’an è grave e complessa, ha affermato Sun durante una visita.
Sun, l’unica donna del Politburo del Partito Comunista al potere, composto da 25 membri, ha anche invitato il governo a intensificare gli sforzi di rintracciamento.
La polizia locale ha dovuto rintracciare le persone che tentavano di eludere gli stretti controlli.
«Anche un uomo che ha fatto un’escursione a piedi per 100 chilometri dall’aeroporto a una provincia vicina è stato mandato in quarantena dalla polizia e ha inflitto una punizione non specificata»
«Un uomo che ha cercato di guadare il fiume Wei per uscire dalla città è stato avvertito, secondo il governo, mentre la polizia ha detto che un altro che ha pedalato per 80 chilometri (circa 50 miglia) su una bicicletta condivisa fino alla sua città natale è stato multato e inviato a quarantena» scrive Bloomberg.
«Anche un uomo che ha fatto un’escursione a piedi per 100 chilometri dall’aeroporto a una provincia vicina è stato mandato in quarantena dalla polizia e ha inflitto una punizione non specificata».
A Xi’an, capitale dello Shaanxi, è vietata la circolazione in auto ed è limitato l’ingresso da altre parti della Nazione. Secondo il governo cinese, sono stati condotti sei cicli di test COVID in tutta la città, con l’ultimo che ha riguardato finora 9 milioni di persone.
Cina
La Casa Bianca annuncia l’incontro Trump-Xi
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping la prossima settimana durante un viaggio in Asia, ha dichiarato giovedì la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
Trump si recherà in Malesia e Corea del Sud, dove incontrerà Xi Jinping giovedì prossimo a margine del Vertice di Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC). Leavitt non ha fornito ulteriori dettagli sull’incontro.
L’annuncio giunge in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra i due Paesi. La settimana scorsa, Trump ha minacciato di introdurre un ulteriore dazio del 100% sui prodotti cinesi a partire da novembre.
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Questa escalation segue la decisione di Pechino di imporre restrizioni più severe sulle esportazioni di terre rare, nonostante avesse precedentemente definito «insostenibili» le tariffe elevate. La nuova politica cinese non colpisce direttamente gli Stati Uniti, ma le aziende tecnologiche americane dipendono fortemente dalle forniture cinesi di terre rare.
Sebbene Trump avesse annunciato settimane fa l’intenzione di incontrare Xi al vertice APEC, non aveva specificato la data. Tuttavia, aveva anche accennato alla possibilità di cancellare l’incontro, a causa del disappunto per le restrizioni cinesi sull’export di minerali di terre rare.
Mercoledì, il presidente statunitense ha dichiarato che i due leader avrebbero discusso di temi che spaziano dal commercio all’energia nucleare, aggiungendo che intende affrontare anche la questione degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina.
L’incontro in Corea del Sud sarà il primo faccia a faccia tra i due leader da quando Trump è tornato al potere a gennaio. I due si sono parlati almeno tre volte quest’anno, ma l’ultimo incontro di persona risale al 2019, durante il primo mandato di Trump.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
La Cina accusa gli Stati Uniti di un grave attacco informatico
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Cina
La Cina espelle 9 generali di alto rango, tra cui due dirigenti del Partito Comunista, in una purga radicale
In una delle più significative operazioni di epurazione degli ultimi decenni, il presidente cinese Xi Jinping ha avviato una nuova ondata di licenziamenti ai vertici delle forze armate. Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha infatti espulso nove generali di alto rango, in quella che gli analisti definiscono una mossa dettata non solo da motivazioni disciplinari, ma anche da logiche di lealtà politica.
Secondo una dichiarazione del ministero della Difesa pechinese, i nove ufficiali sarebbero sotto inchiesta per «grave illecito finanziario». A rendere il caso ancora più insolito è il fatto che la maggior parte di loro erano generali a tre stelle e membri del potente Comitato Centrale del Partito.
Non si è trattato di semplici retrocessioni: la maggior parte dei militari è stata completamente espulsa dalle forze armate. Nella nota ufficiale, il ministero ha accusato i generali di aver «gravemente violato la disciplina di partito» e di essere «sospettati di gravi reati connessi al servizio, che coinvolgevano una quantità di denaro estremamente elevata, di natura estremamente grave e con conseguenze estremamente dannose».
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Le autorità cinesi hanno sottolineato che gli ufficiali «saranno puniti legalmente e militarmente» a seguito dell’indagine, definita «un risultato significativo nella campagna anticorruzione del partito e dell’esercito».
La figura più illustre tra gli epurati è il generale He Weidong, fino a poco tempo fa vicepresidente della Commissione Militare Centrale (CMC) e membro del Politburo, l’élite di 24 dirigenti che guidano il Paese. He era considerato il secondo uomo più potente dell’apparato militare dopo Xi Jinping stesso, che presiede la CMC.
Negli ultimi mesi si erano diffuse voci secondo cui il generale He si fosse scontrato con Xi e con la leadership del Partito. Da marzo, infatti, non era più apparso in pubblico, circostanza che aveva alimentato le speculazioni su una possibile inchiesta interna.
Secondo il Wall Street Journal «il generale He è l’ufficiale militare in servizio attivo più anziano che Xi abbia mai epurato, e il primo vicepresidente in carica della Commissione Militare Centrale a essere estromesso in quasi quarant’anni». Il quotidiano statunitense ricorda inoltre che il 68enne He è «il primo membro in carica del Politburo a essere indagato dal 2017».
L’ultima volta che la Cina aveva assistito a un’epurazione di vertici militari di simile livello risale a circa un decennio fa, quando furono espulsi due vicepresidenti in pensione della CMC per corruzione, durante il primo mandato di Xi Jinping.
Segnali di una possibile purga erano già emersi a luglio, quando la Commissione Militare Centrale aveva emanato nuove linee guida che invitavano a eliminare «l’influenza tossica» nelle forze armate e a seguire «regole ferree» per gli ufficiali di alto grado.
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I nove ufficiali epurati sono He Weidong (vicepresidente della Commissione Militare Centrale, CMC); Miao Hua (direttore del dipartimento di Lavoro Politico del CMCM), He Hongjun (vicedirettore esecutivo del Dipartimento di Lavoro Politico del CMC); Wang Xiubin (vicedirettore esecutivo del Centro di Comando delle Operazioni Congiunte del CMC; Lin Xiangyang (comandante del Teatro Orientale); Qin Shutong (commissario politico dell’Esercito); Yuan Huazhi (commissario politico della Marina); Wang Houbin (Comandante delle Forze Missilistiche); Wang Chunning (comandante della Forza di Polizia Armata).
Secondo osservatori interni, potrebbero esserci ulteriori epurazioni nelle prossime settimane. I licenziamenti, infatti, sono stati annunciati alla vigilia del conclave annuale a porte chiuse del Comitato Centrale del Partito Comunista, in programma dal 20 al 23 ottobre a Pechino, durante il quale si discuterà il prossimo piano quinquennale.
Wen-Ti Sung, analista del Global China Hub dell’Atlantic Council, ha commentato la notizia ai media statunitensi affermando: «Xi sta sicuramente facendo pulizia. La rimozione formale di He e Miao significa che potrà nominare nuovi membri della Commissione Militare Centrale, che è rimasta praticamente mezza vuota da marzo, durante il Plenum».
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Immagine di China News Service via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
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