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«La Cina ha eliminato la malaria». Le grottesche felicitazioni dell’OMS a Pechino
Lo scorso mercoledì l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato la Cina libera dalla malaria dopo una campagna contro la malattia che durava da circa settanta anni. Ai media è stato detto che la malaria ha ucciso centinaia di migliaia di cittadini della Repubblica Popolare Cinese..
«Il risultato è un’importante pietra miliare per la nazione più popolosa del mondo: la Cina è il primo paese nella regione del Pacifico occidentale dell’OMS a ricevere una certificazione esente da malaria in più di tre decenni» scrive il New York Times. Gli unici altri Paesi della regione che hanno debellato la malaria, ci viene detto, sono Australia, Brunei e Singapore, secondo l’agenzia sanitaria globale.
«Oggi ci congratuliamo con il popolo cinese per aver liberato il Paese dalla malaria», ha dichiarato in una nota Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, che il giornale di Nuova York definisce «doctor» ma che dottore non è – al contrario, è il primo capo dell’OMS a non essere medico.
«Oggi ci congratuliamo con il popolo cinese per aver liberato il Paese dalla malaria», ha dichiarato in una nota Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. «Il loro successo è stato duramente guadagnato ed è arrivato solo dopo decenni di azioni mirate e sostenute»
«Il loro successo è stato duramente guadagnato ed è arrivato solo dopo decenni di azioni mirate e sostenute», ha dichiarato il Tedros. «Con questo annuncio, la Cina si unisce al numero crescente di paesi che stanno dimostrando al mondo che un futuro senza malaria è un obiettivo praticabile».
Come noto, in moltissimi, in primis il presidente Trump, hanno accusato Tedros di una eccessiva, diciamo così, compiacenza nei confronti della Cina. Per
«Sebbene l’OMS abbia avvertito che la malaria potrebbe tornare in Cina, la vittoria del paese sulla malattia ha dimostrato che trattamenti innovativi e un monitoraggio aggressivo dei casi possono tenerla sotto controllo» continua il NYT, che in settimana ha mandato in stampa un articolo che smentisce la teoria del coronavirus fuggito da uno dei laboratori di Wuhan.
Il giornale newyorkese arriva ad ammettere, o a lasciarsi scappare, che i militari (specie quelli cinesi) potrebbero avere un ruolo quando si tratta dello studio di epidemie e nella produzione di vaccini. Sul fatto che i militari operassero prima e dopo lo scoppio della pandemia il laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan ci sono oramai molte prove
«I funzionari cinesi hanno cercato di condividere le loro lezioni nella lotta alla malaria con il continente africano. Nel dicembre 2020, i funzionari del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno tenuto un simposio a tale scopo con l’Università di Harvard e l’OMS. La Cina combatte da decenni la malaria. Negli anni ’50, il paese era alle prese con ben 30 milioni di casi all’anno, con un tasso di mortalità dell’1%. Il problema era così grave che Mao Zedong organizzò un progetto militare segreto, il Progetto 523, per trovare una soluzione». Il giornale newyorkese arriva ad ammettere, o a lasciarsi scappare, che i militari (specie quelli cinesi) potrebbero avere un ruolo quando si tratta dello studio di epidemie e nella produzione di vaccini. Sul fatto che i militari operassero prima e dopo lo scoppio della pandemia il laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan ci sono oramai molte prove.
Fu attraverso il Progetto 523 che Tu Youyou , uno scienziato cinese, scoprì l’artemisinina, il composto centrale del farmaco antimalarico più efficace oggi. Il dottor Tu è stato poi insignito del Premio Nobel nel 2015.
Ora, grazie all’OMS, la propaganda cinese ha il modo di celebrare un suo campione e trasmettere al pubblico mondiale il suo ruolo attivo nel contenimento delle epidemie – invece che nella loro diffusione, come da accuse contro Pechino che prescindono dall’idea della fuga del virus dal laboratorio.
Colpisce, ad ogni modo l’aspetto sempre più grottesco della filocineseria OMS. Nel momento in cui montano le evidenze sulle responsabilità cinese, l’Organizzazione sanitaria festeggia Pechino per il suo uso di tende antizanzare.
Colpisce, ad ogni modo l’aspetto sempre più grottesco della filocineseria OMS. Nel momento in cui montano le evidenze sulle responsabilità cinese, l’Organizzazione sanitaria festeggia Pechino per il suo uso di tende antizanzare
Si tratta, in effetti, di qualcosa che in fondo potrebbe davvero essere festeggiato: almeno i petardi in Cina non sono per la lotta alla malaria fatta con le zanzare OGM autosterilizzanti rilasciate in Florida e in Brasile (progetti di Bill Gates e di Google a cui lavorava anche Crisanti) o con il vaccino anti-malarico che ha menomato e ucciso tanti bambini filippini irritando il governo Duterte.
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Adolescente schizofrenico sbranato da leonessa in gabbia: video
Il diciannovenne Gerson de Melo Machado, che la stampa scrive era affetto da schizofrenia, è morto sbranato da una leonessa dopo essersi introdotto illegalmente nel suo recinto dei grandi felini dello zoo Parque Zoobotânico Arruda Câmara, a João Pessoa, nello stato di Paraíba, Brasile.
Secondo quanto riferito dalle testate locali il ragazzo ha scavalcato un muro alto circa sei metri per raggiungere l’area dei leoni. L’episodio si è consumato sotto gli occhi atterriti degli altri visitatori.
Machado coltivava da tempo il sogno di diventare domatore di leoni e in passato aveva addirittura tentato di imbarcarsi clandestinamente su un volo per l’Africa.
Um homem morreu após invadir a jaula de uma leoa e ser atacado pelo animal no Parque Zoobotânico Arruda Câmara, conhecido como Bica, em João Pessoa, (PB).
O caso aconteceu na manhã deste domingo (30/11), segundo informações da TV Cabo Branco. A identidade da vítima ainda não… pic.twitter.com/8Lb8vse2CK
— LeoDias 🍿 (@euleodias) November 30, 2025
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«Una volta confermato l’incidente, il parco è stato immediatamente chiuso, seguendo tutti i protocolli di sicurezza. Le squadre hanno allertato le autorità competenti e fornito il supporto necessario ai soccorritori e agli investigatori. Il Parco Arruda Câmara è solidale con la famiglia del ragazzo deceduto, si rammarica profondamente per la perdita e augura forza in questo momento difficile», recita la nota ufficiale dello zoo.
Il personale di sicurezza ha provato a bloccare il giovane mentre scavalcava e si lanciava nel recinto, ma Machado è stato troppo rapido. La polizia scientifica non esclude l’ipotesi di un gesto suicidario.
«Mi sento totalmente impotente, ed è un sentimento che mi provoca un dolore enorme nell’anima», ha dichiarato l’assistente sociale Verônica Oliveira, che seguiva il ragazzo per la tutela dei minori. A Machado era stata diagnosticata la schizofrenia; aveva trascorso periodi in varie strutture ed era noto alle forze dell’ordine fin da bambino per piccoli reati. Solo la settimana precedente si era rivolto alla stessa Oliveira, appena uscito di prigione, chiedendo aiuto per trovare un lavoro.
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Immagine screenshot da Twitter
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Maiale salva due soldati russi che stavano calpestando una mina: come i muli degli Alpini
🇷🇺🇺🇦🐽 Help came from where it was not expected. A Ukrainian pig saved good Russian people by stepping on a mine. There are heroes even among khokholys pigs. Be kind! pic.twitter.com/stMHahKvIF
— Black Diamond (@blackdiammon) November 15, 2025
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Dinosauro morto sotto un museo di dinosauri
Un dinosauro sembra essere morto sul punto esatto in cui hanno poi costruito un museo dei dinosauri, seppellendo il suo fossile sotto la struttura musiva.
A Denver alcuni scienziati hanno scoperto un fossile di dinosauro di 67,5 milioni di anni fa nel sottosuolo del parcheggio del museo che ospita questi enormi animali oramai estinti milioni di anni fa. Come il Denver Museum of Nature and Science ha spiegato a Catalyst, la sua rivista online, l’antico frammento osseo è stato sepolto a circa 230 metri sotto il parkingo dell’istituzione.
Al di là della coincidenza di tale scoperta sotto un museo di storia naturale, tuttavia, il modo in cui gli amabili resti dinosaurici sono stati rivenuti sfida la credulità del lettore.
Diversi mesi fa, i ricercatori hanno iniziato a perforare sotto il parcheggio del museo per vedere se le temperature sotterranee della Terra potrebbero riscaldarle e raffreddarle in modo sostenibile. Questo «riscaldamento geotermico» utilizza lo stesso principio delle sorgenti termali, rendendo questa forma di energia rinnovabile una delle più antiche del mondo, scrive Futurism.
Una volta che le due piattaforme di perforazione sono iniziate, gli scienziati dietro il progetto hanno deciso di vedere cos’altro potevano trovare scavando in profondità nella crosta terrestre.
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Come spiega un articolo sull’incredibile scoperta, gli archeologi non solo hanno scoperto interessanti campioni geologici all’interno del nucleo campione di sei centimetri e mezzo, ma anche, per puro caso, l’osso parziale di un dinosauro scomparso circa 70 milioni di anni fa.
«È fondamentalmente come vincere alla lotteria e rimanere colpiti da un fulmine nello stesso giorno», ha spiegato il curatore di geologia del museo James Hagadorn in un’intervista a Catalyst. «Nessuno avrebbe potuto prevedere che questo piccolo piede quadrato di terra dove abbiamo iniziato a perforare avrebbe effettivamente contenuto un osso di dinosauro sotto di esso!».
Naturalmente ci sono volute alcune ricerche per determinare che l’osso era di un dinosauro di una non determinata specie fosse e comprendere come fosse deceduto. Successivamente, come spiegato nel documento di Rocky Mountain Geology, l’osso è stato catalogato come un frammento vertebrale da un ornitopode, un’ampia classificazione paleontologica per i dinosauri bipedi ed erbivori del periodo Cretaceo.
Come comunicato dalla direzione del museo, il ritrovamento ha dell’incredibile.
«Questo fossile proviene da un’epoca appena prima dell’estinzione di massa che ha spazzato via i dinosauri», ha spiegato lo Hagadorn, curatore di geologia del museo. «Questa è una scoperta scientificamente e storicamente emozionante».
Come sottolinea Rocky Mountain Geology, questi tipi di «scoperte paleontologiche urbane» sono davvero rari, ma quando accadono, «accendono l’interesse pubblico per la scienza e approfondiscono la nostra connessione con la natura».
Curioso ripensare a un noto cartone animato dinosauresco trasmesso sulla rete berlusconide qualche decennio fa che ha accompagnato i pomeriggi di tanti bambini parcheggiati dai bommer dinanzi alla TV: Ti voglio bene Denver, con l’inevitabile, come sempre inascolatabile ed inaffrontabile, sigla di Cristina D’Avena.
La storia parlava di un cucciolo di dinosauro verde, trovato da un gruppo di adolescenti californiani (sportivissimi, capelli lunghi e biondi) ancora all’interno del suo uovo, che ha il potere di teletrasportare qualsiasi essere vivente nella preistoria oppure di mostrare sulla sua superficie scene di quell’epoca, viene rinvenuto. I californici ragazzotti si affezionano al dinosauro, al quale danno il nome di Denver, ispirandosi all’omonima città capitale del Colorado, dopo aver letto questo nome su un autobus. Il Denverro si scopre un abile schettinatore e chitarrista ghiotto di patatine in bustina. Il rettile pasticcione inoltre riesce a parlare il linguaggio degli esseri umani, doppiato in italiano da Graziano Galoforo.
Se gli scienziati di Denver chiamassero la creatura preistorica del parcheggio Denver saremmo a cavallo. Di un dinosauro.
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Immagine generata artifizialmente.
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