Ambiente
La Cina già lavora alla ricostruzione della Libia colpita dalle alluvioni
La Cina già al lavoro nella ricostruzione della Libia colpita dalle recenti alluvioni.
Radio France International (RFI) cita il ministro delle Infrastrutture della Libia orientale (Cirenaica), Ali Sidi, secondo cui la Cina inizierà a ricostruire la città di Derna, devastata dalle forti piogge dell’11 e 12 settembre che hanno causato il cedimento di due dighe, l’alluvione che ha colpito la città costiera libica, uccidendo migliaia di persone.
Ali Sidi ha detto che il 10 ottobre si terrà una conferenza sulla ricostruzione e che la Cina inaugurerà i lavori di ricostruzione.
«Siamo consapevoli che la Cina è oggi la potenza effettiva che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo», ha detto Sidi a RFI, menzionando inoltre il progetto da 28 miliardi di euro per costruire in Libia metropolitane attraverso il consorzio cinese BFA.
«In realtà si tratta di informazioni esclusive che nessuno conosce tranne il mio ministero e le parti coinvolte nell’accordo. Abbiamo ricevuto un documento ufficiale dalla coalizione BFA, una coalizione che collega la Cina alla Libia. Quindi ho l’accordo per inaugurare la ricostruzione della zona sinistrata in collaborazione con la Cina», ha dichiarato Sidi.
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Un totale di 3.845 persone sono morte a causa delle inondazioni di due settimane fa, ha detto Mohamed Eljarh, portavoce del comitato di soccorso istituito dalle autorità nella Libia orientale.
Eyewitness video captures Derna's wadi overflowing during deadly floods pic.twitter.com/6EITCBghxO
— News (@Just20366402) September 19, 2023
قوة تدميرية هائلة.. عشان تتخيل لحظة انهيار السدين وجرف المباني كأوراق الشجر، هذا مشهد بعد ساعات من الحادثة يظهر قوة تدفق المياه مع انخفاض منسوبها، فكيف كان في بدايته!#درنة pic.twitter.com/ewSoCah6Ye
— درنة زووم Derna Zoom (@dernazoom) September 28, 2023
I funzionari stavano lavorando con la comunità per compilare un elenco di sepolture non registrate e un registro dei dispersi, che secondo le organizzazioni umanitarie internazionali potrebbero essere 10.000 o più.
Più di 43.000 persone sono state sfollate dalla città e dalle zone limitrofe della Libia orientale, ha affermato all’inizio di questa settimana l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
Nei giorni successivi vi sono stati disordini in città che avrebbero arso anche la casa del sindaco.
Derna faces unrest after floods devastated the city, killing 11,300 people and leaving another 10,000 missing. A crowd has just set fire to the mayor's house. pic.twitter.com/HhIX81vlaU
— Truthseeker (@Xx17965797N) September 19, 2023
L’alluvione avrebbe distrutto circa il 20% della città libica.
Impressiona come, invece che le aziende appaltatrici italiane, che costruivano strade e persino palazzi presidenziali con bunker durante gli anni di Gheddafi (compresi i momenti di massima frizione tra i due Paesi e tra Tripoli e l’Occidente in generale), ora vi siano subito i cinesi, che paiono pure preferiti dai vertici libici.
La perdita della Libia è per l’Italia uno smacco epocale, che ancora oggi mostra le sue dannose ramificazioni. L’uomo che si dice abbia spinto per l’intervento contro Gheddafi, l’ex presidente Giorgio Napolitano, è stato poc’anzi cremato con tutti gli onori della Repubblica, e pure una visita cordiale (nel senso della mano sul cuore) del papa argentino.
La realtà è che lassù, da qualche parte, è stato deciso che l’Italia dovesse definitivamente perdere la sua «quarta sponda». Con grande danno economico per tante società italiane e per il senso generale dello sviluppo del nostro Paese e dell’area mediterranea.
Nel frattempo, la società libica è sempre più devastata anche dalla violenza delle fazioni.
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Immagine screenshot da YouTube
Ambiente
L’Iran prova la geoingegneria contro la siccità
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Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato al social X una riflessione su Chiesa e cambiamento climatico.
«Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli della Santa Sede vi sia una qualche buona intenzione.
«Ma non vi è alcuna emergenza climatica: gli allarmi dei globalisti sono pretestuosi – come sappiamo dalle ammissioni degli stessi fautori di questa frode – e servono a creare un pretesto per legittimare politiche di dissoluzione del tessuto sociale e di distruzione dell’economia delle Nazioni, volte a consentire il controllo della popolazione mondiale» dichiara Sua Eccellenza.
«Per questo motivo gli appelli di Prevost costituiscono una forma di scandalosa complicità con gli artefici del golpe globalista, perché ratificano una menzogna colossale, invece di denunciare il loro crimine contro Dio e contro l’umanità».
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
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«E nel frattempo migliaia di piccole imprese e milioni di famiglie si trovano condotte al fallimento o distrutte, a tutto vantaggio delle multinazionali facenti capo a BlackRock, Vanguard, StateStreet… La menzogna è il marchio distintivo di tutto ciò che fa e dice l’élite globalista».
«Prevost si pone come profeta del globalismo massonico e prosegue la linea di totale asservimento tracciata dal predecessore Bergoglio. La Chiesa di Roma è divenuta ostaggio dei suoi nemici e le viene lasciata libertà solo nella misura in cui essa ratifica i crimini e le menzogne del globalismo: transizione green, sostituzione etnica, politiche vaccinali, parità di genere, agenda LGBTQ+».
Negli scorsi anni monsignor Viganò ha attaccato con veemenza la «frode climatica, religiosa, pastorale» di Bergoglio, accusando l’«ideologia ambientalista e neomalthusiano del Vaticano», scagliandosi contro il green deal il cui programma è «decimare la popolazione, rendere schiavi i superstiti».
Nelle scorse settimane il prelato lombardo aveva dichiarato che «Leone ambisce al ruolo di presidente del Pantheon ecumenico della Nuova Religione Glonale di matrice massonica».
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Ambiente
Gli Emirati continuano con la geoingegneria
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