Intelligence
La CIA sa che la controffensiva ucraina fallirà: nuove rivelazioni di Seymour Hersh
La CIA ha avvertito il segretario di Stato americano Antony Blinken che la controffensiva in corso dell’Ucraina contro le forze russe sarebbe fallita e che Kiev «non vincerà la guerra», ha riferito giovedì il giornalista americano Seymour Hersh.
Blinken «ha capito che gli Stati Uniti – cioè il nostro alleato, l’Ucraina – non vincerà la guerra» contro la Russia, ha scritto Hersh sul suo blog Substack, citando come sempre un anonimo funzionario dell’Intelligence USA.
«Gli era giunta voce attraverso l’Agenzia [cioè la CIA, ndr] che l’offensiva ucraina non avrebbe funzionato», ha continuato la fonte di Hersh, senza specificare quando questi avvertimenti hanno cominciato a emergere. «Era solo uno spettacolo di Zelens’kyj e c’erano alcuni nell’amministrazione che credevano alle sue stronzate».
La controffensiva ucraina è iniziata all’inizio di giugno, con Kiev che ha dispiegato le migliori brigate occidentali equipaggiate e addestrate nel tentativo di recidere il ponte di terra russo che collegava il Donbass con la Crimea nella provincia meridionale di Zaporiggia, scrive RT. L’operazione è stata un fallimento secondo la maggior parte degli osservatori e, secondo gli ultimi dati del ministero della Difesa russo, è costata all’Ucraina più di 43.000 soldati e quasi 5.000 pezzi di equipaggiamento pesante in cambio di una manciata di villaggi.
La fonte di Hersh ha affermato che la sobria valutazione della CIA sulle possibilità dell’Ucraina ha portato Blinken a considerare di mediare un accordo di pace per porre fine al conflitto, «come ha fatto Kissinger a Parigi per porre fine alla guerra del Vietnam».
Pur sapendo che le prospettive dell’Ucraina erano cupe, il direttore della CIA William Burns avrebbe colto l’occasione per avvicinarsi alla Casa Bianca e offrire sostegno alla politica del presidente Joe Biden di aiuti militari a tempo indeterminato a Kiev, con l’obiettivo di assicurarsi una posizione più elevata nell’amministrazione Biden.
Qualunque manovra dietro le quinte possa aver avuto luogo, Blinken non ha mai appoggiato pubblicamente un accordo di pace Kiev-Mosca e ha dichiarato a giugno che un cessate il fuoco porterebbe a una «pace Potëmkin» a favore della Russia.
Hersh non è il primo giornalista ad affermare che funzionari americani di alto livello sapevano che la controffensiva dell’Ucraina non avrebbe avuto successo. I leader militari negli Stati Uniti e in altri stati della NATO sapevano che l’operazione sarebbe stata destinata al fallimento fintanto che l’Ucraina non avesse avuto i mezzi per contrastare la superiorità aerea russa, ha riferito il Wall Street Journal il mese scorso.
Tuttavia, i sostenitori occidentali di Kiev hanno permesso che l’offensiva iniziasse a prescindere, sperando che «il coraggio e l’intraprendenza ucraini avrebbero avuto la meglio».
Negli ultimi due mesi, Zelens’kyj ha ripetutamente accusato l’Occidente dell’insuccesso dei suoi militari, sostenendo che non gli erano state fornite armi adeguate – in particolare aerei da combattimento e missili a lungo raggio – per penetrare le linee russe.
La leadership ucraina è ora divisa sull’opportunità di continuare l’operazione o aspettare e riprovare in primavera, ha riferito Newsweek mercoledì.
Secondo la rivista americana, Zelensky deve ora decidere «se andare all-in e rischiare un costoso fallimento, o ridurre le perdite dell’Ucraina e accettare una sconfitta politicamente dannosa».
Come riportato da Renovatio 21, la controffensiva non riuscita era stata discussa anche nell’incontro tra i presidenti russo e bielorusso Putin e Lukashenko tre settimane fa.
Victoria Nuland, grande pupara neocon di questi lustri di disastro geopolitico ed umano in Ucraina – e per questo da poche ore promossa a vice segretario di Stato USA – due mesi fa aveva dichiarato che gli Stati Uniti avevano aiutato la preparazione della controffensiva. La Nuland pochi mesi fa aveva definito gli attacchi contro la Crimea come «legittimi».
Immagine d’archivio di pubblico dominio CC0 via Pixabay
Intelligence
Il capo dei servizi segreti di Mosca: l’Europa occidentale si «prepara al conflitto» con la Russia
L’Europa occidentale si sta preparando attivamente a un possibile conflitto con la Russia, faticando ad accettare la fine dell’ordine mondiale unipolare, ha dichiarato Sergey Naryshkin, capo del Servizio di Intelligence estero russo (SVR).
Dall’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022, i paesi dell’UE hanno incrementato la spesa militare, approvando un piano per stanziare 800 miliardi di euro per la difesa entro il 2030 a livello di blocco.
Alcuni leader europei hanno intensificato i riferimenti a una «minaccia russa». Mosca ha smentito intenzioni aggressive verso gli stati NATO in Europa, ma ha promesso una risposta decisa in caso di attacco.
Parlando lunedì a un vertice a Samarcanda, in Uzbekistan, Naryshkin ha evidenziato la necessità di evitare che il passaggio a un ordine mondiale multipolare sfoci in «una grande guerra, come accaduto in epoche storiche passate».
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Il capo dell’SVR ha aggiunto che l’Europa occidentale fatica ad adattarsi alla nuova realtà, e che leader come il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e l’alta diplomatica UE Kaja Kallas rispondono con «russofobia e un rapido rafforzamento del potenziale militare europeo, con un focus su un conflitto armato su larga scala con la Russia».
Secondo Naryshkin, Mosca interpreta le mosse dell’UE e di Londra come preparativi bellici, tra cui il riarmo delle forze NATO in Europa, l’aumento della produzione militare e una continua propaganda anti-russa.
Le capitali occidentali europee incontrano difficoltà nel reclutare personale fisicamente e mentalmente idoneo per le forze armate, in un contesto di «apatia diffusa e insoddisfazione verso le élite al potere, specialmente tra i giovani», ha osservato Naryshkin.
«Bruxelles, Parigi e Berlino dubitano che Washington rispetterà gli obblighi di difesa collettiva della NATO, previsti dall’articolo 5 del Trattato di Washington, in caso di guerra con la Russia», ha sottolineato Naryshkin, aggiungendo che l’UE sa che senza il supporto USA, sperare in una superiorità strategica su Mosca è «illusorio».
Come riportato da Renovatio 21, il Naryshkin a dicembre 2024 aveva dichiarato che la Russia era vicina a vincere la guerra in Ucraina. Due mesi prima Naryshkin aveva dichiarato che il ponte di Crimea rimane un «obiettivo prioritario» per i missili britannici Storm Shadow. L’anno passato aveva avvisato che la CIA stava preparando un «falso governo russo in esilio».
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Immagine di Duma.gov.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Trump conferma l’autorizzazione delle operazioni della CIA in Venezuela
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Il vertice del KGB bielorusso parla dei colloqui con gli USA
Il conflitto in Ucraina è un tema centrale nel dialogo in corso tra Washington e Minsk, ha dichiarato ai giornalisti Ivan Tertel, capo del servizio di sicurezza bielorusso (KGB). Lo riporta la stampa russa.
Le due nazioni stanno affrontando anche questioni di sicurezza regionale più ampie, ha aggiunto, sottolineando che il dialogo ha già contribuito a stabilizzare la zona.
Gli Stati Uniti riconoscono l’esperienza regionale di Minsk, che potrebbe essere utile sia per risolvere il conflitto in Ucraina sia per ridurre le tensioni nell’area, ha affermato Tertel dopo una riunione di governo presieduta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko martedì. Entrambe le parti, ha aggiunto, sono interessate a porre fine alle ostilità.
«Possiamo offrire il nostro contributo», ha dichiarato Tertel, sottolineando che Minsk «comprende sia la prospettiva russa che quella ucraina». Grazie alla sua alleanza con la Russia, ai rapporti stretti con l’Ucraina e al dialogo attivo con gli Stati Uniti, la Bielorussia «potrebbe trovare un consenso in questa situazione estremamente complessa», ha detto.
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Le due nazioni stanno cercando «soluzioni reciprocamente accettabili» in vari ambiti, ha proseguito Tertel, evidenziando che sono già stati raggiunti accordi su diversi temi. Sia Minsk che Washington adottano un «approccio pragmatico e razionale» basato sugli interessi nazionali, secondo il capo della sicurezza.
Tertel ha inoltre rivelato che sia Lukashenko sia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sono «profondamente coinvolti» nel dialogo. «Abbiamo tutte le opportunità per una svolta nelle relazioni con gli Stati Uniti», ha dichiarato, aggiungendo che Minsk è «aperta» al dialogo anche con altre nazioni occidentali.
Martedì, Lukashenko ha ribadito che Minsk è pronta per un «grande accordo» con Washington, a patto che i suoi interessi siano rispettati.
Questi sviluppi si inseriscono in un contesto di miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Bielorussia, dopo un periodo di forti tensioni durante la presidenza di Joe Biden, predecessore di Trump.
A settembre, Washington ha concesso un’esenzione dalle sanzioni alla compagnia aerea bielorussa Belavia, nell’ambito di un accordo che ha visto Minsk rilasciare oltre 50 prigionieri, inclusi quelli accusati di aver incitato disordini. Inoltre, ufficiali militari statunitensi hanno partecipato alle esercitazioni russo-bielorusse Zapad-2025 nello stesso mese.
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Immagine di Bestalex via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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