Satira
Klaus Schwab vi augura Buon Natale con un video eccezionale

È comparso in rete un video satirico di eccezionale caratura.
I bontemponi di Snicklinck hanno ideato un filmato, animato a partire da immagini ottenute con l’Intelligenza Artifiziale, che raccoglie in grandi successi natalizi epperò cantati da Klaus Schwab secondo la sua agenda fatta di vaccini, droni di sorveglianza, specie ibride, scansione della retina, pandemie, selezione genetica in pratica il dominio globale sull’umanità.
Con il suo irresistibile accento, sentiamo il guru del World Economic Forum (qui chiamato World Enslavement Forum, «Forum per la messa in schiavitù dell’umanità») cantare le hit che tutti conosciamo, dalle filastrocche natalizie alle canzonette di Mariah Carey (che pure compare indispettita per l’uso della sua musica) al noto pezzo Last Christmas degli Wham!, ai tempi in cui il cantante Giorgio Michele (1963-2016) fingeva ancora di essere eterosessuale.
In coda, in un bouquet di quella che definiscono «resistenza globale umana», vediamo Alex Jones, Elon Musk, Tucker Carlson, Andrew Tate, Kim Dotcom, Ice Cube, Joe Rogan e ovviamente Donaldo Trump.
Toccante, e sul serio, il finale del pezzo.
Renovatio 21 ha subbato (cioè, sottotitolato) il videone per il pubblico italofono. Eccolo.
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Altri video straordinariamente comici erano stati realizzati sullo Schwabbo. Tuttavia, spesso succede che spariscano da YouTube. Che sia perché il cofondatore di Google (cioè, il padrone di YouTube) Sergej Brin e lo stesso Klaus confabulano pubblicamente di chip da impiantare nel cervello degli utenti?
Chissà.
Intanto, c’è più verità, e speranza, in questo video, che in quaranta e passi anni di riunioni di Davos.
Viva la Resistenza Umana Globale. Buon Natale.
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Satira
La rete impazzita per Greta trasformata in He-Man

NEW – Greta Thunberg, about to set sail to Gaza, “this story is also about a global uprising, about how people are stepping up when our governments fail to do so.” pic.twitter.com/wq3JLFrpHv
— Disclose.tv (@disclosetv) August 31, 2025
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Greta Thunberg gets roasted on X and compared to He-Man with new haircut.
Image credit: @JonCovering pic.twitter.com/cf3LmrUCVH — Oli London (@OliLondonTV) September 1, 2025
What in the He-Man is going on with Greta 😂 pic.twitter.com/7OTep5WrlT
— Julie (@juliebean50) September 1, 2025
Greta has morphed into He-Man… pic.twitter.com/HySoZ71t98
— C3 (@C_3C_3) August 31, 2025
I saw He-Man was trending but then realized its just Greta pic.twitter.com/A6oKlbG1By
— HackerTwins (@hackertwinz) September 1, 2025
He-Man & Farquaad distracted by Greta 😅 pic.twitter.com/pcViocAGwL
— Jon Cover 🕺🎬 (@JonCovering) September 2, 2025
Would you buy a Greta Thunberg He-Man action figure if the proceeds went to help her latest cause? 🤣 pic.twitter.com/NO7ekUXt5Q
— Carlos America (@CarlosBtnoCigar) September 1, 2025
Greta battling with He-man for the future control of Gaza. pic.twitter.com/wxrN9oZjXg
— willy kman (@krause_wil75979) September 1, 2025
Greta cosplaying HE-MAN pic.twitter.com/sgIL4rbJaH
— Greek-God (@GreekGod88PSN) September 1, 2025
What is happening here? Greta Thunberg = He-man pic.twitter.com/E6CUTnaW66
— Sir Janos Wildman 𖡼.𖤣𖥧𖡼.𖤣𖥧 (@JanosWildman) September 1, 2025
Greta Thunberg is HE-MAN pic.twitter.com/ADckTtrVDN
— Grifty (@TheGriftReport) September 1, 2025
🚨 BREAKING: Greta Thunberg Transitions Into He-Man To Protect Palestinians In Gaza. She was purported to say, “By the power of Grayskull, we are all Palestinians!” pic.twitter.com/VxV883lMhD
— 𝕬𝖒𝖊𝖗𝖎𝖈𝖆𝖓 𝕸𝖔𝖔𝖓 𝕻𝖎𝖊 (@Americamoonpies) September 2, 2025
A team of professional psychiatrists who tried to help Greta, said that she most probably suffers from a mix of He-Man Savior syndrome and severe case of Grifterism. pic.twitter.com/5Rtg889pcy
— Redrick Samson (@R_D_Z_King) August 31, 2025
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Greta Thunberg, Cristóbal Colón o He-Man? pic.twitter.com/lugYxpMQVW
— Dani Lerer (@danilerer) September 1, 2025
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Satira
Auguri e figli gender

Accade a Padova, provincia del Veneto bigotto e benpensante, di sani e robusti principi morali e costituzionali. Un assessore (assessora, cioè), che ha appena dato alla luce una creatura, è riuscito/a a fare della propria riproduzione una notiziona planetaria grazie a una spontaneissima trovata: il superamento del fiocco monocromatico. Niente più rosa, niente più celeste, ecco il fiocco arcobaleno, tinto dell’ineffabile iride omotransessualista.
L’assessoressa, che porta l’impegnativo cognome di Colonnello (da cui possibili cortocircuiti istituzionali dal sapore golpista: «assessore colonnello», anzi «assessora colonnella»), lo aveva già annunziato al Gay Pride dello scorso 31 maggio, cui aveva partecipato, cinta con la bandiera della gaiezza a mo’ di pareo, insieme al suo concittadino sempre sul pezzo, l’onorevole Zano.
«Mio figlio o figlia non avrà un fiocco rosa o azzurro per indicare il sesso bensì arcobaleno, simbolo di inclusione e di libertà». Ed eccallà. La stampa riporta strafelice che l’assessore colonnello è stato di parola: accanto alla puerpera – si può dire, puerpera? – compaiono cinque (perché cinque? c’è qualche numerologia simbolica LGBTina che ci sfugge?) coccarde arcobalenate.
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Nihil novum sub sole: la pratica lungimirante di delegare al diretto interessato la libera scelta del proprio sesso è inveterata tra le star hollywoodiane, e perché mai un’assessor* piddina non dovrebbe conformarvisi.
Evvi tuttavia qualche ragionamento da farsi riguardo al nome scelto per la creatura. Molto gettonato per chi programma la neutralità sessuale della prole è Andrea, perché in effetti basta varcare la soglia della provincia autonoma di Bolzano e Andrea diventa femmina. Invece, secondo le cronache, al piccolo colonnello è stato imposto (quale inaccettabile prepotenza!) il nome di «Aronne». Biblica nomea, all’apparenza, tutta maschile. Come si concilia con l’arcobaleno? Ma dove è poi finita la strombazzata libertà del neonato?
E perché non Aronnə con lo schwa? Capiamo che non è facile trovarlo sulla tastiera, ma si poteva allora optare per Aronn*, in attesa dell’autodeterminazione onomastica del pargolo (a che età? E se poi strada facendo cambia idea?). Ancora meglio, considerando gli ingombri delle lettere, sarebbe stato un «Aaronn*», con quella doppia «a» davanti che può arricchirlo di un effetto di stupefazione. Con lo stesso numero di lettere, ad una certa, la «a» in eccedenza a inizio parola potrebbe essere trasportata infine, come desinenza: vi presento Aronna. A meno che, ora che ci pensiamo, Aronne non sia stato scelto già come termine femminile, ma plurale: le Aronne. Sappiamo che in effetti per qualche ragione il genderismo anglofono consiglia l’uso di pronomi plurali (they/them) per le persone cosiddette «non binarie», o meglio per chi vuole.
Ragionandoci su, ci rendiamo conto però che si tratta di problemi inesistenti: con la sfolgorante carriera della carriera alias per tutti, qualsiasi studente può cambiare nome al volo, e pretendere di farsi chiamare col nuovo nome da tutta la scuola anche senza passare all’anagrafe. Che poi, pure il passaggio all’anagrafe per il cambio (di sesso, di nome, etc.) non è che sia cosa difficile: si può già fare, senza bisogna di castrazioni o chirurgie plastiche, in tanti Paesi, come la vicina Svizzera, o la Germania, dove si può fare una volta l’anno, da cinque anni in su. In futuro si potrà fare, molto presumibilmente, più volte. Lo si farà, se non lo si fa già, via internet, dal telefonino, con la app.
Insomma: perché mai, a questo punto, intraprendere quello sforzo indicibile che è la scelta del nome per la creatura (mettendo insieme gusti, statistiche, date, santi, faccia) quando questa può sceglierselo democraticamente in autogestione più in là? Se può scegliersi il sesso, perché non può scegliersi il nome?
Facciamo ufficialmente una proposta seria allo Stato moderno: ma perché mai dare nomi ai bambini, che poi magari non sono quelli che vogliono? Non sarebbe molto più facile assegnare loro un codice numerico, e via? Ad una certa, potranno sbloccarlo, come si fa quando si sceglie la password di un nuovo account dopo quella provvisoria iniziale, e piazzarci l’appellativo che vogliono, magari pure capolavori di digitazione come X Æ A-12, l’eccezionale, battaglianavalesco nome del figlio di Elone e dell’allora concubina cantante.
Si immagini la dolcezza sottesa alla nostra proposta: «THX1138, è pronta la cena!». A emettere l’annuncio qui, ovviamente, non è la madre, ma il genitore 1, oppure quello 2.
Havvi, infine, da farsi una considerazione riguardo al passare del tempo e dei costumi – o tempora, o mores, direbbe Ciceron* – con i relativi rischi: se a uno scappa «auguri e figli maschi», in quali conseguenze incorre? Denunzie? Rieducazioni? Deportazioni? Torture? Sostituzione coatta del nome anagrafico?
Che non sia il caso di conformare tutti al mondo nuovo? Suggeriamo all’onorevole Zan* di prendere spunto dal lieto evento che lo vede coinvolto per presentare un veloce disegnino di legge – un articoletto e via – per istituire, come unico auspicio proferibile a chi ancora si ostina a fare i figli con l’utero senza sesso predefinito, «auguri e figli gender».
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
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Satira
Il vento da Urano rende difficile la sonda NASA. Doppi sensi tremendi

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