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Klaus Schwab afferma che l’umanità deve essere «costretta a collaborare» con le élite globaliste
Il fondatore e guru del gruppo estremista World Economic Forum Klaus Schwab ha detto ai delegati di una conferenza tenutasi questa settimana in Cina che l’umanità deve essere «costretta a collaborare» con le entità globaliste.
Intervenendo in Cina ad un evento intitolato «Incontro annuale dei nuovi campioni» del WEF, spesso soprannominato come la «Davos estiva», Schwab ha affermato che per portare avanti la «Quarta rivoluzione industriale», concetto da lui coniato, le élite devono portare avanti con determinazione il loro programma.
«Per guidare la futura crescita economica dobbiamo abbracciare l’innovazione e forzare la collaborazione tra settori, regioni, nazioni e culture per creare un futuro più pacifico, inclusivo, sostenibile e resiliente», ha proclamato Schwab. «In questo momento critico la partecipazione attiva di tutte le parti interessate è essenziale per garantire un percorso di sviluppo sostenibile».
WEF : Klaus Schwab ‘We Must Force’ Humanity into ‘Collaboration’ pic.twitter.com/rarcBvBc2i
— Marcus Cottus (@cottusmarcus) June 26, 2024
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In un altro filmato dell’intervento è possibile sentire il vegliardo elvetico esaltare la diffusione dell’Intelligenza Artificiale e di altre tecnologie come una delle ragioni per cui l’umanità deve «lavorare insieme» all’élite globale.
“Risks & opportunities co-exist.. Breakthroughs from the fourth industrial revolution provide new opportunities for global prosperity and growth” Klaus Schwab at the WEF #AMNC24 Summer Davos pic.twitter.com/jTcTMLaV9L
— Tim Hinchliffe (@TimHinchliffe) June 25, 2024
Un passaggio obbligato è stato fatto per il tema dei «limiti alla crescita», concetto cardine del Club di Roma che equivale alla teoria della riduzione della popolazione terrestre. Come noto, Schwab è discepolo di Henry Kissinger, membro del Club di Roma e pianificatore del controllo della popolazione globale. I legami tra Davos e Club di Roma sono profondi.
“The theme of this annual meeting is ‘Next Frontiers For Growth,’ but actually what we have seen in the presentations there are now Limits to Growth, provided we use technologies of the fourth industrial revolution in a wise manner” Klaus Schwab at the WEF #AMNC24 Summer Davos pic.twitter.com/SJDT5rLgIO
— Tim Hinchliffe (@TimHinchliffe) June 25, 2024
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Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa il guru estremista aveva detto ai suoi discepoli del programma Young Global Leader – future figure apicali con il cui il WEF «penetra» i governi mondiali – che quando periranno i loro cervelli «saranno replicati con l’Intelligenza Artificiale».
A Davos lo scorso gennaio Schwab aveva dichiarato che le élite WEF avevano in ruolo di «amministratrici del futuro».
Il transumanismo élitista dello svizzero non è cosa nuova. Schwab è noto per aver teorizzato, in un libro che in Italia ha per qualche ragione la prefazione dell’erede Agnelli John Elkann, una «Quarta Rivoluzione Industriale» che opererà la fusione uomo-macchina, e non si è tirato indietro quando si è trattato di eccitarsi in pubblico, con a fianco il fondatore di Google Sergej Brin, riguardo all’idea di impiantare in testa alla popolazione un chip che ne legga e determini le emozioni e i pensieri.
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Schwab, l’architetto del cosiddetto Grande Reset, negli ultimi anni ha affermato di immaginare l’umanità in transizione verso una nuova era in cui ci sarà una «fusione delle nostre dimensioni fisica, digitale e biologica» in un «nuovo mondo».
Schwab ha dichiarato in precedenza che questa nuova era di integrazione con le «tecnologie digitali» significherà che «non sarà più necessario nemmeno indire elezioni». Su questa linea si è spinto fino a immaginare scansioni cerebrali negli aeroporti, di modo da vedere se il passeggero non abbia pensieri pericolosi. «I microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo» cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo «e ci costringeranno a chiederci «cosa significhi essere umani», sostiene Schwab.
Secondo un articolo del Wall Street Journal, la dirigenza WEF, incluso lo Schwab, sta affrontando accuse di sessismo e pure di razzismo. Dopo le sue dimissioni dal vertice del WEF date un mese fa, il potere parrebbe passato ai figli.
Lo Schwab, che l’anno scorso ha parlato apertis verbis di governo mondiale in grado di «padroneggiare» tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e biologia sintetica.
Due anni fa alla Davos estiva lo Schwab aveva definito la Cina come modello da seguire. Egli dispone infatti di ottimi rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, che elogia per le sue misure di controllo
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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
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Il principe Andrea rinuncia ai titoli a causa dello scandalo Epstein
Il principe britannico Andrea ha rinunciato ai suoi ultimi titoli reali in seguito alle nuove rivelazioni contenute nelle memorie postume di Virginia Giuffre, la donna che lo accusò di abusi sessuali legati al defunto finanziere statunitense Jeffrey Epstein. La decisione, annunciata venerdì, rappresenta l’ultima ripercussione di uno scandalo che da anni getta un’ombra sulla monarchia britannica. Oltre al titolo di duca eboraceno, Andrea perde vari titoli, escluso quello di principe.
Epstein fu arrestato nel 2019 con l’accusa di traffico sessuale di minori, imputato di gestire una rete che coinvolgeva potenti personalità e sfruttava ragazze minorenni. Morì in carcere nello stesso anno, in un caso ufficialmente classificato come suicidio.
Nel 2021, Virginia Giuffre, sopravvissuta alla rete di traffico di Epstein, denunciò il principe Andrea per abusi sessuali, sostenendo di essere stata costretta a rapporti sessuali con i suoi associati, incluso il principe, quando aveva 17 anni.
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Sebbene Andrea abbia sempre negato le accuse – e nel 2022 abbia raggiunto con Giuffre un accordo extragiudiziale confidenziale – questa settimana la stampa britannica hanno pubblicato estratti delle memorie postume di Giuffre, Nobody’s Girl, riaccendendo la controversia. Giuffre, deceduta ufficialmente per suicidio ad aprile, aveva scritto che il principe riteneva di avere «il diritto» di avere rapporti con lei, considerandolo «un privilegio di nascita».
La ragazza era stata denunciata dal principe del foro Alan Dershowitz ritirando le accuse nei confronti del popolare avvocato ebreo harvardiano che fu vicino ad Epstein. Alcuni famigliari della Giuffre non credono si sia suicidata.
Andrea aveva cercato di difendersi anni fa con un’intervista alla BBC che si rivelò disastrosa, dove negò il racconto della ragazza dicendo, nonostante le fotografie che li ritraggono assieme, di non ricordare di averla mai vista e che le sue parole sono inverosimili in quanto lui non suda più dopo un’overdose di adrenalina avuta durante uno scontro militare nel conflitto delle Falklands.
In una dichiarazione rilasciata venerdì da Buckingham Palace, il principe Andrea ha spiegato che la sua decisione è stata motivata dalle rinnovate pressioni legate allo scandalo, che «distoglie l’attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della famiglia reale».
«Ho deciso, come sempre, di mettere al primo posto il mio dovere verso la mia famiglia e il mio Paese», ha dichiarato Andrea. «Pertanto, non utilizzerò più il mio titolo né gli onori conferitimi». Ha ribadito di negare «con forza» le accuse.
Andrea si era già ritirato dai suoi doveri reali dopo che sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, lo aveva privato dei suoi titoli militari e patronati allo scoppio dello scandalo. Ora rinuncerà al titolo di Duca di York, al cavalierato e al ruolo di Cavaliere Reale Compagno dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, conserverà il titolo di principe come figlio di Elisabetta II (della quale si dice fosse il preferito), e le sue figlie, le principesse Beatrice ed Eugenia, manterranno i loro titoli.
Intervistato da BBC Newsnight dopo l’annuncio, Sky Roberts, fratello di Giuffre, ha dichiarato che la notizia ha suscitato emozioni contrastanti, ma che sua sorella defunta «sarebbe molto orgogliosa», poiché la decisione «la giustifica» e porta i suoi sforzi per denunciare i crimini di Epstein e Andrea «a una forma di giustizia».
Sul caso di Andrea ed Epstein la TV britannica ha già prodotto due serie, una forse leggermente più simpatetica dell’altra.
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Immagine di Thorne1983 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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