Gender
Kiev organizzerà una parata del gay pride
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/05/Liverpool-pride-ucraina-2023.jpg)
La capitale ucraina Kiev ospiterà una parata del gay pride a giugno, ha annunciato una ONG locale in un post su Facebook. Lo riporta il sito governativo russo RT.
Si tratterà della prima volta che tale sfilata LGBT si svolgerà in città dall’inizio del conflitto tra Mosca e Kiev.
Il gruppo «KyivPride» – un’organizzazione che promuove i diritti LGBTQ in Ucraina – ha fornito pochi dettagli sulla parata a parte il fatto che si svolgerà il 16 giugno durante il mese internazionale del Pride. Hanno chiamato l’evento la «Marcia per l’uguaglianza» e hanno detto che «avrebbe avuto luogo sicuramente». Gli organizzatori hanno inoltre promesso di garantire che avverrà «nel modo più sicuro possibile», pur ammettendo di essere consapevoli dei «rischi e delle sfide» posti dalle ostilità in corso.
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Sono stati promessi ulteriori aggiornamenti sul luogo esatto e sulla tempistica dell’evento, ma nessuno è stato pubblicato in più di tre settimane da quando è stato fatto l’annuncio iniziale il 3 maggio.
L’ultima parata dell’orgoglio LGBT a Kiev si era tenuta nel 2021. Dopo l’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia, l’evento è stato «ospitato» due volte dalla città britannica di Liverpool, dove gli organizzatori locali hanno ripetutamente affermato che avrebbero organizzato l’evento «in nome» della capitale ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, si è poi avuto il caso del gay pride di Dublino, che in segno di solidarietà verso Kiev ha aggiunto alla bandiera arcobaleno i colori dell’Ucraina.
Il movimento omotransessualista in Ucraina ha cercato di assumere un ruolo più importante nella società ucraina nel conflitto in corso con la Russia. I suoi sostenitori avevano sostenuto che la diffusione della comunità LGBT nel paese danneggerebbe in qualche modo Mosca.
Nel 2022, la Russia ha messo fuori legge la «propaganda LGBT». Il presidente della Duma di Stato Vjacheslav Volodin disse all’epoca che il divieto avrebbe protetto «i nostri figli e il futuro del Paese dall’oscurità diffusa dagli Stati Uniti e dagli Stati europei». Nel 2024, Mosca ha aggiunto anche il «movimento LGBT» alla sua lista dei terroristi.
I gruppi LGBTQ hanno anche ripetutamente cercato di dimostrare i loro legami con le forze di Kiev che combattono contro la Russia. Lunedì, lo stesso gruppo «KyivPride» che ha annunciato la parata ha anche lanciato una campagna di raccolta fondi cercando di raccogliere 4 milioni di grivna (91.117 euro) per cinque organizzazioni che forniscono vari tipi di droni all’esercito ucraino. «Incoraggiamo tutti gli LGBTQ+ e i loro alleati a unirsi» alla campagna, avrebbe affermato il gruppo, secondo quanto riporta da Russia Today.
L’iniziativa sembra ricevere sostegno anche dai sostenitori occidentali di Kiev. L’anno scorso, la Corte Europea dei Diritti dell’uomo (CEDU) ha condannato l’Ucraina a risarcire i danni a una coppia gay dopo diversi tentativi falliti di registrare il loro matrimonio nel Paese. La corte ha ritenuto che Kiev violasse i loro diritti, anche se i matrimoni tra persone dello stesso sesso rimangono illegali in Ucraina.
Nel 2023, l’ex vice ministro della Cultura Inna Sovsun ha presentato una legislazione per riconoscere le unioni civili tra persone dello stesso sesso, citando le esigenze dei soldati LGBT che combattono contro la Russia, i quali sono nei pensieri anche del deputato britannico transessuale Jamie Wallis, che ai burloni telefonici Vovan e Lexus (il duo che scherzò anche la Meloni) parlò della necessità di fornire «preservativi, lubrificanti, attrezzature per la pulizia, cose del genere» ai militari gay impegnati al fronte..
Ad ogni modo, l’iniziativa sulle unioni omofile è stata bloccata poiché il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha insistito sul fatto che non erano possibili cambiamenti costituzionali durante la guerra.
Lo stesso partito, Golos’ («Voce») aveva poi proposto di revocare il divieto contro la produzione di pornografia, affermando che ciò comporterebbe maggiori entrate fiscali per Kiev.
Due anni fa, a conflitto iniziato, vi fu una petizione ad Odessa per erigere una statua ad un attore porno gay statunitense in sostituzione a quella dell’imperatrice Caterina II di Russia, fondatrice della città sul Mar Nero.
Le stranezze sono continuate quando l’anno scorso emerse che l’esercito ucraino aveva nominato come portavoce per la lingua inglese Sarah Ashton-Cirillo, un transessuale americano. Ashton-Cirillo ha rapidamente attirato l’attenzione dei media dicendo che i russi non sono esseri umani e minacciando i giornalisti, costringendo la CNN a cambiare uno dei loro servizi per dire «combattenti stranieri occidentali» invece di «mercenari».
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Il Cirillo, che ora parrebbe essere tornato a vestire i panni di un maschio, si fece notare anche per i suoi attacchi allo scrittore cileno-americano Gonzalo Lira, poi arrestato a Kharkov e riarrestato mentre cercava di varcare il confine per chiedere asilo politico in Ungheria, infine trovato morto in carcere. A inizio anno la Russia lo ha messo nella sua lista dei «terroristi».
Come riportato da Renovatio 21, l’Ucraina è teatro di grotteschi episodi come quello del soldato transessuale picchiato da un ragazzo, il quale poi viene portato a scusarsi dichiarando, non prima di aver detto che è nipote di un SS, che «le donne trans sono donne».
⚡️‼️ This is just too good, the guy who beat up a transgender in Lviv yesterday made an EPIC apology
He says he is the grandson of a Waffen SS Galicia scout and has right-wing tendencies that got the best of him
You can’t make this up, Ukraine is a gem pic.twitter.com/Y1VZd4M4dk
— What the media hides. (@narrative_hole) August 17, 2023
«Ripetilo, per favore: le donne transgender sono donne» chiede il transgender.
«Le donne transgender sono donne» ripete il giovane nipote di SS.
«Brava ragazza. Brava» dice il transessuale al ragazzo.
Per la destra ucraina la rieducazione arcobaleno è partita già molto prima che arrivino UE e NATO.
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Immagine del gay pride di Liverpool2023; screenshot da YouTube
Gender
L’Italia è ora una grande discoteca gay. Ma quanto durerà ancora la musica?
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La faccenda è che, parrebbe, la faccenda potrebbe non durare. Un signore, padre di famiglia ed investitore famigliare, ha vergato pochi giorni fa un lungo post su Twitter, raccontando di aver notato come Greenport, un ricco paesino turistico della costa di Long Island, si è svuotato dal flusso di famiglie allegre ed altri visitatori. Come mai? Lui fa capire che è perché una serie di negozi hanno esposto la bandiera omotransessuale, e le famiglie in USA cominciano a non sentirsi più sicure davanti a questo segno.Joe Biden appears to freeze during White House Juneteenth celebration 🤦♂️
pic.twitter.com/TQH2mJOkCf — Clown World ™ 🤡 (@ClownWorld_) June 11, 2024
To whom it may concern,
There is a small town on the North Fork of Long Island in New York called Greenport. It’s wine country and has been booming for the last couple of decades and really exploded during Covid. Always used to be filled with bachelorette parties, families and… pic.twitter.com/doicpcusvC — Petey B (@realpeteyb123) June 30, 2024
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I gay lo hanno capito? Gli oligarchi, loro creatori, pure? Probabilmente no, non ancora. È l’atteggiamento classico di chi sa che qualcosa di fondamentale esiste – tipo: Dio, la natura, la morale, la coscienza, etc. – ma preferisce far finta di niente e ignorare tutto. Fino al «ritorno del rimosso», un altro concetto del Freud ora in via di divieto totale. Cioè, fino a che la realtà, la verità, non torna in superficie, e ti esplode in faccia. Ma, con questo ritmo che pompa, qualcuno si preoccupa? Per il momento, tutti in strada a ballare. Perché l’Italia, l’Europa, il mondo, è una grande discoteca gay. One-Big-Gay-Disco. Il problema è che la musica potrebbe finire prima di quello che pensano. Roberto Dal BoscoWest Virginia State Police are actively investigating a driver who, while driving a red van, left burn marks and tire marks on LGBT graffiti painted on the road with taxpayer money a few days ago. pic.twitter.com/ONcqAyAl8S
— S p r i n t e r F a m i l y (@SprinterFamily) June 15, 2024
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Gender
Castrazione e uteri artificiali: le élite promuovono il transumanesimo ai festival intellettuali
![](https://www.renovatio21.com/wp-content/uploads/2024/06/Hayfestival-2016-haysign-day.jpg)
L’annuale Hay Festival of Literature and Arts, una volta descritto da Bill Clinton come «la Woodstock della mente», si è tenuto dal 23 maggio al 2 giugno di quest’anno.
Il giornale britannico Guardian ha riassunto i suoi contenuti titolando «gli uomini e gli altri mammiferi vivono più a lungo se vengono castrati, dice il ricercatore».
L’idea pare essere stata trasmessa da Cat Bohannon, una ricercatrice Ph.D. della Columbia University, nota per essere autrice di un libro bestseller – Eve: How the Female Body Drove 200 Million Years of Human Evolution («Eva: come il corpo femminile ha guidato 200 milioni di evoluzione umana»)
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Nonostante i suoi studi sul corpo della donna, la Bohannon ha affermato con fermezza che «le donne trans sono donne», ma la contraddizione non sembra colta da nessuno.
Durante il suo intervento all’Hay Festival, la Bohannon si è riferita ai testicoli come a «due piccole pepite della morte» suggerendo dunque che una «orchiectomia» – la rimozione chirurgica dei testicoli – potrebbe far vivere più a lungo gli uomini. Secondo la ricerca, ha detto, gli uomini castrati vivono più a lungo dei loro «coetanei regolarmente palluti» (sic).
Castrazione e longevità: si tratta di una materia di cui non sappiamo molto, ha ammesso la Bohannona, tuttavia «si sta facendo molta buona scienza in questo ambito».
Lo scrittore comico irlandese Graham Linehan ha reagito all’articolo sulle affermazioni della ricercatrice con una sentenza sintetica e fulminea: «castrare i bambini è una buona cosa in realtà»:
Castrating children is Good Actually pic.twitter.com/cGt1HXEiM0
— Graham Linehan (@Glinner) June 1, 2024
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La castrazione dell’intera popolazione maschile sta quindi entrando nella finestra di Overton.
La Bohannon nel suo intervento festivaliero è andata oltre riuscendo a farlo divenire possibilmente ancora più inquietante: ha annunciato che «un giorno avremo un utero artificiale», e per la ricercatrice i dubbi etici vertono solo sul fatto che dovremmo sapere «molto di più sui corpi femminili per provare a costruirne uno falso».
«Cerchiamo di essere davvero utopici riguardo a questa merda, OK», ha detto al pubblico. «Diciamo che è disponibile per tutti, non è solo una cosa da donne ricche, non è solo una cosa da donne bianche – qualunque cosa significhi tra centinaia di anni – diventa quindi etico chiedere a una persona con un utero di rimanere incinta se si può fare al di fuori di un corpo?»
L’intervento della ricercatrice fa comprendere come l’utopia dell’élite sia in realtà la distopia del popolo, e come transgenderismo e transumanesimo siano due facce della stessa medaglia. Questi ideologici non credono che tu sia il tuo corpo.
«Entrambe queste ideologie “trans” si basano sulla convinzione che possiamo trascendere il nostro corpo; che possiamo modificarlo per adattarlo alle nostre identità interne» scrive LifeSite «o che alla fine possiamo fonderci con le macchine e diventare una specie ibrida. Se ci credi, la castrazione, o gli uteri artificiali, o i 72 sessi potrebbero avere senso. Potrebbe anche sembrarti un’utopia».
Come ribadito varie volte da Renovatio 21, l’utero artificiale – spinto dalle fandonie femministe sul patriarcato – è oramai inevitabile. Il suo studio procede anche con fondi dell’Unione Europea. Due anni fa in Inghilterra è nato un bambino a seguito un innesto di tessuto ovarico, cosa che potrebbe far presagire avanzamenti nella tecnologia di questo tipo. Poco prima ricercatori israeliani hanno prodotto in un utero artificiale un embrione di topo peraltro derivato da cellule staminali e non da gameti.
Come riportato da Renovatio 21, l’industria dell’utero in affitto ucraina è già pronta a saltarci sopra, con il fondatore della prima clinica di riproduzione artificiale e uteri affittati dell’Ucraina che ha dichiarato che l’ectogenesi sarà realtà tra 5-7 anni.
Non sappiamo dire quanti allocchi pro-vita finiranno nella trappola che offrirà all’ectogenesi, cioè all’utero artificiale: niente più aborti, con l’embrione che verrà semplicemente trasferito in una capsula industriale e portato a termine, per divenire cosa non sappiamo, ma lo sanno ancora meno i prolife ebeti che hanno accettato la catastrofe dei bambini in provetta (in Italia, la legge 3072004) senza nemmeno voler guardare dove il pendìo scivoloso li avrebbe portati.
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Il problema è che non si fermeranno nemmeno lì: la gametogenesi, cioè la produzione di cellule sessuali a partire da qualsiasi cellula del corpo, è dietro l’angolo.
La gametogenesi potrebbe permettere il sogno proibito del movimento LGBT: la riproduzione omosessuale. La gametogenesi permette di trasformare cellule non sessuali in gameti, cioè spermatozoi ed ovuli. Quindi, si ipotizza, diventerà possibile ottenere un ovulo da un uomo, di modo di farlo fecondare dal partner, oppure di ottenere uno spermatozoo da una donna, di modo che fecondi l’ovulo della compagna.
Un’altra possibilità – folle e inutile quanto si vuole ma il XXI secolo è ancora lungo – sarebbe quella di procreare invertendo il genere dei genitori: la donna mette lo spermatozoo, l’uomo l’ovulo. Ogni combinazione diviene possibile, nell’umiliazione terrificante della legge naturale.
La gametogenesi è stata già ottenuta in esperimenti con i topi. Gli esseri umani sono, giocoforza, la prossima fermata.
Intanto i cattolici scemi piangano (o meglio, fingano di piangere) per l’aborto, mentre la tecnologia riproduttiva e il sovvertimento della morale stanno facendo divenire il mondo come un teatro di morte massiva senza fine.
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Immagine di Andrew Lih via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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I detenuti transessuali continuano ad aggredire sessualmente le detenute nelle carceri americane
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