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Kennedy assume la nuora, con un passato nella CIA, come manager della campagna elettorale

L’amministrazione della campagna elettorale di Robert F. Kennedy jr. ha annunciato un nuovo Campaign Manager, cioè responsabile della campagna: si tratta di Amaryllis Kennedy, cioè la donna che ha sposato suo figlio Bob Kennedy III.
«La campagna ha beneficiato enormemente dell’esperienza politica di Dennis Kucinich» ha detto Kennedy riferendosi al precedente gestore della campagna, un uomo politico molto noto negli USA. «Dennis Kucinich è un centro morale nella politica americana da più di cinquant’anni. Questa campagna non avrebbe mai avuto un enorme successo negli ultimi sei mesi se non fosse stato per la leadership, la saggezza e l’esperienza da lui apportate. Continueremo a trarre profitto dai suoi consigli e dal suo giudizio mentre andiamo avanti».
Secondo indiscrezioni, la posizione del candidato Kennedy sulla situazione israelo-palestinese ha allontanato Kucinich dalla campagna.
Ora Kucinich «sta cedendo il testimone alla squadra che ha fatto così tanto per coltivare, guidata ora da mia nuora, Amaryllis Kennedy», ha continuato Kennedy. «Amaryllis è una donna di straordinaria intelligenza e determinazione e sono fiducioso che porterà questa campagna al livello successivo».
La donna ha emesso un virgolettato vago e prevedibile: «sono entusiasta di guidare questo storico movimento alimentato dal popolo per rivendicare il sogno americano a nome di tutti i nostri cittadini».
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Nel comunicato della campagna Kennedy, viene scritto che Ex fondatore e CEO della startup di elaborazione del linguaggio naturale Mulu e responsabile del prodotto per la divisione commercio al consumo di Twitter, Amaryllis porta con sé un’immensa esperienza nella crescita e nell’ottimizzazione di team dinamici, sfruttando il coinvolgimento digitale all’avanguardia e costruendo comunità energiche su larga scala».
«Amaryllis ha conseguito una laurea in giurisprudenza presso l’Università di Oxford e un master in sicurezza internazionale presso la School of Foreign Service della Georgetown University. Prima di dedicarsi alla tecnologia, Amaryllis ha trascorso un decennio lavorando sugli sforzi di controproliferazione per conto del governo degli Stati Uniti. Ha scritto due libri sulle insidie delle guerre eterne e ha prodotto e presentato il documentario Netflix “Business of Drugs”, che descrive nel dettaglio il militarismo e la corruzione alla base della fallita guerra alla droga americana».
«Nel corso dell’ultimo anno, Amaryllis ha lanciato e gestito molte delle iniziative frontali della campagna, lavorando a stretto contatto con Kennedy, Kucinich, la leadership della campagna, lo staff nazionale e i volontari».
Incredibilmente, nel comunicato Kennedy non c’è traccia del fatto che Amaryllis Kennedy, nata Fox, sia sua nuora, né che abbia trascorsi nella CIA, cosa che ha dettagliato in un libro, Sotto copertura. La mia vita al servizio della CIA. Il testo ha provocato polemiche: alcuni ex funzionari della CIA hanno espresso scetticismo sugli elementi dei resoconti degli eventi di Fox o hanno sollevato dubbi riguardo all’elusione del lungo processo di approvazione della CIA.
Come riportato da Renovatio 21, Kennedy ha da lungo tempo ripetutamente indicato come la CIA sarebbe coinvolta direttamente nella morte di suo padre Bob Kennedy e di suo zio John Fitzgerald Kennedy.
Il marito di Amaryllis, il figlio del candidato Bobby Kennedy III, è italofono, ha studiato italiano, anche in Italia, e ha girato anche un film da lui scritto e interpretato sulla sua vita a Bologna, Ameriqua (2013). Per la Fox si trattava del terzo matrimonio; dal secondo matrimonio ha avuto una figlia. Kennedy e Fox si sono conosciuti al Burning Man. Hanno un figlio chiamato Cassius.
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Immagine screenshot da YouTube
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Il Congresso USA pubblica la prima serie di file su Epstein

There must be maximum transparency about the horrific crimes committed by Epstein and Maxwell. We will continue to follow the facts and seek justice for these survivors. pic.twitter.com/qNYXYMgl3p
— Oversight Committee (@GOPoversight) September 2, 2025
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Il presidente del Portogallo afferma che Trump è un «asset russo»

Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha accusato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump di fingere di agire come mediatore imparziale nel conflitto ucraino, mentre in realtà serve gli interessi di Mosca e funge da «asset russo».
Nel gergo dei servizi segreti, un asset, o «risorsa», è una persona, un’organizzazione, una risorsa o un’informazione che viene utilizzata o reclutata da un’agenzia di intelligence per supportare le sue operazioni. In pratica il presidente americano viene accusato ancora una volta di essere un pupazzo di Mosca e delle sue agenzie di spionaggio. Le due presidenze Trump sarebbero quindi delle operazioni clandestine dei servizi russi.
La gravità delle parole del presidente lusitano è sconcertante, così come la sua poca originalità.
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Intervenendo mercoledì all’Università estiva del Partito Socialdemocratico a Castelo de Vide, Rebelo de Sousa ha criticato Trump per essersi allontanato dalla politica del suo predecessore di sostegno incondizionato a Kiev.
«Il leader della più grande superpotenza mondiale è, oggettivamente, una risorsa sovietica o russa. Funziona come una risorsa», ha affermato Rebelo de Sousa, citato dalla CNN Portogallo.
Il presidente portoghese ha inoltre affermato che Trump è più un «arbitro che negozia solo con una delle due squadre che un vero mediatore», sostenendo che Kiev e i suoi sostenitori dell’UE hanno dovuto «farsi strada» per prendere parte ai recenti colloqui a Washington.
Le dichiarazioni riecheggiavano la bufala del Russiagate lanciata per la prima volta contro Trump nel 2016, quando i suoi oppositori sostenevano che la sua campagna elettorale avesse colluso con il Cremlino. Questa narrazione ha dominato il suo primo mandato, nonostante l’inchiesta Mueller del 2019 non avesse trovato prove di collusione e il Rapporto Durham del 2023 avesse concluso che la vicenda era stata in gran parte orchestrata da operatori politici.
Trump ha definito il Russiagate «il più grande scandalo nella storia americana», sostenendo che fosse stato concepito per sabotare la sua presidenza e giustificare politiche ostili nei confronti di Mosca.
Da quando è tornato in carica a gennaio, Trump ha cercato di presentarsi come un mediatore neutrale nel conflitto ucraino, alternando accuse alla Russia e all’Ucraina per la mancanza di progressi, comunicando regolarmente sia con il presidente russo Vladimir Putin che con il leader ucraino Volodymyro Zelens’kyj. A volte ha minacciato Mosca di «sanzioni massicce», mentre in altre occasioni ha accusato Kiev di «mancanza di flessibilità» e di non essere «pronta» per la pace.
All’inizio di questo mese, Trump ha avvertito di essere «molto, molto insoddisfatto» di Putin e ha minacciato di imporre dazi secondari ai partner commerciali della Russia, minaccia che incombe ancora dopo lo storico vertice in Alaska. Il leader portoghese, tuttavia, ha affermato che, a differenza dell’UE, che ha proceduto con le sanzioni, «Washington ha solo lanciato minacce vuote, dando alla Russia il tempo di avanzare sul terreno».
Trump ha sostenuto che «tutti sono da biasimare» per il conflitto, che egli insiste non essere «la sua guerra», e ha promesso di prendere una «decisione molto importante» sul futuro della politica statunitense entro poche settimane, a seconda che Mosca e Kiev si impegnino o meno in colloqui di pace.
Come testimonia la foto a corredo di questo articolo, il De Sousa e Trump si erano incontrati nello Studio Ovale della Casa Bianca di Washington il 27 giugno 2018, durante la prima presidenza dell’attuale comandante in capo USA.
Today, it was my great honor to welcome President Marcelo Rebelo de Sousa of Portugal to the @WhiteHouse!🇺🇸🇵🇹 pic.twitter.com/yd37K4Ei8R
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 27, 2018
Ci chiediamo ora come saranno i prossimi incontri, che, da qui alla scadenza del secondo mandato del presidente portoghese (2026) potrebbero essere inevitabili.
Questo è lo stato in cui versano i vertici europei. Russofobia furiosa, forsennata al punto da compromettere i rapporti non solo con Mosca, ma con gli stessi USA.
Ciò risulta incredibile solo per chi non ha capito il disegno in atto, e la mediocrità assoluta, malvagia della classe politica continentale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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L’FBI fa irruzione nella casa di Bolton. È iniziata la purga dello Stato profondo?

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Non si tratta solo del presidente. Robert F. Kennedy jr., il suo segretario alla Salute, è un anti-neocon sfrenato – nonostante l’essersi trovato con un figlio turlupinato ad andare a combattere in Ucraina in una guerra che Kennedy ritiene fomentata dagli stessi USA. Quando raccontò del suo ingresso nel team Trump – il momento che ha messo fine alla sua campagna presidenziale, lanciandolo come stella del MAGA-MAHA –RFK rivelò pure di essere rimasto colpito dai primi colloqui con Don junior, il primogenito Trump. Il quale, racconta Kennedy, era apertis verbis in opposizione ai neocon, con nomi e cognomi. Di recente Kennedy ha fatto di sfuggita un’ulteriore rivelazione sul gabinetto Trump: dice che va d’accordo con gli altri segretari, in particolare la Bondi, che è diventata amica sua e di sua moglie, ma quello più simpatico, che fa ridere tutti, dice, è Marco Rubio: qui Kennedy dice che dapprima provava freddezza nei suoi confronti, in quanto riconosciuto come neocon estremista, ma ha avuto una «conversione», mollando completamente il campo dei falchi antirussi.Donald Trump’s comments about “nation builders, neocons, and Western interventionists” in Saudi Arabia:
“Before our eyes, a new generation of leaders is transcending the ancient conflicts of tired divisions of the past and forging a future where the Middle East is defined by… pic.twitter.com/jDEKlNMFk4 — Liam McCollum (@MLiamMcCollum) May 13, 2025
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