Geopolitica
Israele sta ancora una volta attaccando gli aeroporti siriani
Un attacco aereo israeliano su due dei principali aeroporti della Siria ha provocato la morte di una persona e il ferimento di un’altra, ha riferito l’agenzia statale siriana SANA. Entrambi gli aeroporti sono stati messi fuori servizio.
Secondo SANA, citando funzionari militari siriani, «verso le 05:25 di domenica, il nemico israeliano ha effettuato contemporaneamente un atto di aggressione aerea con ondate di missili dalla direzione del Mar Mediterraneo a ovest di Lattakia e dalla direzione del Golan siriano occupato prendendo di mira gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo».
Il ministero dei Trasporti ha dichiarato in un comunicato che un impiegato civile del dipartimento di meteorologia dell’aeroporto internazionale di Damasco ha perso la vita nell’attacco, come citato dai media.
Il ministero ha aggiunto che tutti i voli da e per Damasco e Aleppo sono stati reindirizzati all’aeroporto internazionale di Lattakia.
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L’attacco aereo è avvenuto appena una settimana dopo che Israele aveva colpito l’aeroporto internazionale di Aleppo. L’attacco sarebbe avvenuto subito dopo che due missili sono stati lanciati dalla Siria sulle alture del Golan controllate da Israele, ha riportato il Times of Israel.
All’inizio della scorsa settimana, l’aeronautica israeliana ha colpito anche gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo. In un incidente separato, le truppe israeliane hanno sparato colpi di artiglieria e mortaio verso il territorio siriano, dopo aver bombardato le regioni di confine di Israele. La Reuters ha affermato che un gruppo palestinese con sede nel sud della Siria aveva lanciato tre razzi contro Israele. L’esercito israeliano, a sua volta, ha affermato che stavano prendendo di mira i presunti siti di lancio dei missili con il fuoco di risposta.
La Siria ha condannato l’operazione militare israeliana contro Gaza, con il presidente Bashar Assad che ha chiesto la fine dei raid aerei israeliani «che prendono di mira donne e bambini» nell’enclave.
Come riportato da Renovatio 21, oltre a Damasco (bombardata anche in raid diurni) gli aeroporti della capitale e di Aleppo sono ripetutamente colpiti. Nel 2022, la Russia, che ha truppe presenti sul territorio siriano, dopo l’ennesimo raid emise una rara, molto inusuale condanna pubblica degli attacchi israeliani all’aviosuperficie della capitale.
È emerso negli scorsi giorni che le forze armate israeliane utilizzerebbero l’Intelligenza Artificiale negli attacchi aerei.
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Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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