Geopolitica
Israele e Hamas vicini all’accordo sugli ostaggi
Israele e Hamas sarebbero vicini a un accordo sugli ostaggi che potrebbe portare al rilascio della maggior parte delle donne e dei bambini israeliani tenuti prigionieri dal gruppo armato palestinese dall’attacco del 7 ottobre, ha riferito il Washington Post, citando come fonte un alto funzionario israeliano.
«Le linee generali dell’accordo sono chiare», ha detto la fonte del WaPo, aggiungendo che l’accordo potrebbe essere annunciato entro diversi giorni una volta che i dettagli saranno stati chiariti.
Secondo il rapporto, l’accordo potrebbe comportare il rilascio di prigionieri israeliani in gruppi in cambio della simultanea liberazione di donne e giovani palestinesi detenuti da Gerusalemme Ovest.
In una dichiarazione di lunedì, Abu Ubaida, portavoce delle Brigate al-Qassam di Hamas, ha affermato che il gruppo è pronto a liberare fino a 70 bambini e donne israeliani in cambio di una tregua di cinque giorni.
Nel frattempo, un anonimo funzionario arabo ha detto al WaPo che Israele tiene in prigione almeno 120 donne e giovani palestinesi. Tuttavia, secondo Ubaida, Hamas ha chiesto il rilascio di almeno 200 bambini palestinesi e 75 donne.
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Un potenziale accordo potrebbe comportare non solo uno scambio di prigionieri e una tregua temporanea, ma potrebbe anche consentire una maggiore assistenza internazionale a Gaza, che è sotto «totale assedio» ormai da diverse settimane, ha detto una fonte al WaPo. Tuttavia, si dice che Israele voglia verificare l’esatta identità delle persone che verranno rilasciate, punto che secondo quanto riferito è ancora soggetto a negoziati.
Secondo un funzionario israeliano intervistato dal giornale, un altro fattore nei colloqui sugli ostaggi è che mentre la «grande maggioranza» degli ostaggi è detenuta da Hamas, gli altri sono sotto la custodia di altri gruppi. Tuttavia, secondo quanto riferito, Hamas «ha il potere di negoziare per quasi tutti».
Dopo che Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa contro Israele il mese scorso, ha preso più di 240 ostaggi, tra cui non solo membri dell’esercito, ma anche civili e cittadini stranieri. Ad oggi, il gruppo palestinese ha liberato quattro persone: una madre e una figlia di Chicago e due anziane donne israeliane.
Il Qatar, che ospita l’ufficio politico di Hamas a Doha, è stato determinante nel garantire questo rilascio, con numerosi resoconti dei media che suggeriscono che l’emirato continua a svolgere un importante ruolo di mediazione nel conflitto.
Tra i rapiti c’è anche il caso della ragazza israelo-cinese Noa Argamani rapita al famigerato rave di Re’im vicino Gaza, per il cui rilascio la Cina non sembra impegnatissima. Il video di quando viene portata via in moto ha fatto il giro del mondo.
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Immagine di Oren Rozen via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Orban: l’UE pianifica la guerra con la Russia entro il 2030
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Geopolitica
Scontri lungo il confine tra Thailandia e Cambogia
Lunedì la Thailandia ha condotto raid aerei in Cambogia, mentre i due vicini del Sud-est asiatico si attribuivano reciprocamente la responsabilità di aver infranto la tregua negoziata dagli Stati Uniti.
A luglio, una controversia confinaria protrattasi per oltre cinquant’anni è sfociata in scontri armati tra i due Stati. Il presidente USA Donald Trump, tuttavia, era riuscito a imporre un cessate il fuoco dopo cinque giorni di ostilità.
L’esercito thailandese ha riferito che i nuovi episodi di violenza sono emersi domenica, accusando le unità cambogiane di aver sparato contro i soldati di Bangkok nella provincia orientale di Ubon Ratchathani. Un militare thailandese è caduto, mentre altri quattro hanno riportato ferite; in seguito, ulteriori truppe thailandesi sono state bersagliate da artiglieria e droni presso la base di Anupong, ha precisato lo Stato Maggiore.
Massive explosion on the Cambodian side of the Cambodia Thailand border from an F-16 airstrike from Thailand
🇹🇭🇰🇭‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️ pic.twitter.com/R8W7KtQtjv
— WW3 Monitor (@WW3_Monitor) December 8, 2025
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Il portavoce della Royal Thai Air Force, il maresciallo dell’aria Jackkrit Thammavichai, ha comunicato in tarda mattinata di lunedì che i jet F-16 sono stati impiegati per «ridurre le capacità militari della Cambogia al livello minimo necessario per salvaguardare la sicurezza nazionale e proteggere i civili». Il portavoce del ministero della Difesa cambogiano, il tenente generale Maly Socheata, ha replicato domenica sera sostenendo che le truppe thailandesi hanno sferrato vari assalti contro le postazioni di Phnom Penh, utilizzando armi leggere, mortai e carri armati.
«Anche la parte thailandese ha accusato falsamente la Cambogia senza alcun fondamento, nonostante le forze cambogiane non abbiano reagito», ha dichiarato. Il dicastero ha altresì smentito le denunce thailandesi su un potenziamento delle truppe lungo il confine.
La contesa territoriale affonda le radici nell’epoca coloniale, quando la Francia – che dominò la Cambogia fino al 1953 – delimitò i confini tra i due paesi. Gli scontri di luglio provocarono decine di vittime e oltre 200.000 sfollati da ambo le parti.
Come riportato da Renovatio 21, la Thailandia aveva sospeso la «pace di Trump» quattro settimane fa.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Elon Musk chiede l’abolizione dell’UE «Quarto Reich»
;The tyrannical, unelected bureaucracy oppressing the people of Europe are in the second picture https://t.co/j6CFFbajJa
— Elon Musk (@elonmusk) December 7, 2025
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In precedenza, Musk aveva bollato l’UE come un «mostro burocratico», accusandone la dirigenza di «soffocare lentamente l’Europa fino alla morte». Il miliardario, che ha spesso denunciato l’iper-regolamentazione bruxellese, ha invocato lo smantellamento completo dell’Unione. «L’UE dovrebbe essere abolita e la sovranità restituita ai singoli paesi, in modo che i governi possano rappresentare meglio i loro cittadini», ha scritto. Anche l’ambasciatore statunitense presso l’UE Andrew Puzder ha condannato l’iniziativa europea, precisando che Washington «si oppone alla censura e contesterà le gravose normative che prendono di mira le aziende statunitensi all’estero». Ciononostante, l’UE difende la decisione: la vicepresidente esecutiva della Commissione per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, ha puntualizzato che la responsabilità ricade unicamente sulla piattaforma di Musk e che «ingannare gli utenti con segni di spunta blu, oscurare informazioni sulle pubblicità ed escludere i ricercatori non è consentito online nell’UE». Come riportato da Renovatio 21 il tema delle euromulte contro Musk è risalente. Brusselle aveva valutato l’ipotesi di multe contro X da quando l’ex commissario alla tecnologia UE, Thierry Breton, aveva accusato la piattaforma di non aver controllato adeguatamente i contenuti illegali e di aver violato il Digital Services Act (DSA) dell’UE del 2022. La decisione se penalizzare X spetta ora alla commissaria UE per la concorrenza, Margrethe Vestager. Come noto al lettore di Renovatio 21, Elone per qualche ragione è assai inviso all’oligarchia europea e a tanta politica continentale, come hanno dimostrato i discorsi del presidente italiano Sergio Mattarella, che pareva attaccare proprio Musk e le sue ambizioni sui social e nello spazio.Pretty much https://t.co/0hspV4roFj
— Elon Musk (@elonmusk) December 7, 2025
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