Geopolitica
Israele bombarda il confine tra Libano e Siria
I media siriani riportano che gli aerei israeliani avrebbero colpito un valico di frontiera tra Siria e Libano a Matraba, ferendo almeno otto persone.
L’attacco arriva quattro giorni dopo l’inizio della campagna israeliana contro il Libano, soprannominata «Frecce del Nord», che secondo lo Stato Ebraico è rivolta a Hezbollah.
«Il nemico israeliano ha improvvisamente preso di mira gli arrivi dal territorio libanese sul ponte di attraversamento tra Siria e Libano, ferendo otto individui», ha affermato giovedì il direttore del valico di frontiera, Ayal Alloush, citato dall’agenzia di stampa statale siriana SANA.
🇸🇾🇱🇧/🇮🇱 Israeli warplanes attacked Matraba crossing in the suburbs of al-Qusayr city in Syria’s Homs province and roads near the Syria-Lebanon border.
With these bombings, the Israeli regime is trying to disrupt Hezbollah’s logistics route.#Syria #Lebanon #Israel pic.twitter.com/XIu80H4Lc3
— IWN (@A7_Mirza) September 26, 2024
Matraba Border Crossing Director: Eight people injured as initial result of Israeli aggression on Matraba border crossing with Lebanon https://t.co/T5sLBE3z5E pic.twitter.com/NOJwHpXmjD
— Report Syrian (@reportsyrian) September 26, 2024
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Alloush ha anche detto che il bombardamento ha causato danni materiali al valico e all’area circostante. Matraba si trova nel governatorato di Homs, che confina con il Libano settentrionale e centrale.
Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno confermato lo sciopero delle «infrastrutture» al confine tra Siria e Libano. Le IDF hanno affermato che il ponte di Matraba è stato utilizzato da Hezbollah per contrabbandare armi dalla Siria, secondo il Times of Israel.
Le bombe israeliane hanno colpito il ponte all’estremità siriana del valico, ha detto alla Reuters il ministro dei trasporti libanese Ali Hamieh, aggiungendo che non è chiaro se il valico sia ancora utilizzabile.
Da lunedì, l’IDF ha effettuato oltre 1.500 sortite contro il Libano, sostenendo di aver fatto arretrare di 20 anni le capacità di Hezbollah. Gli attacchi hanno ucciso quasi 700 persone, tra cui decine di donne e bambini, hanno affermato le autorità libanesi.
Il singolo attacco più mortale finora ha causato 23 vittime nella città di Younine, vicino a Baalbek. Le bombe israeliane hanno colpito un edificio in cui vivevano rifugiati siriani, uccidendo principalmente donne e bambini, ha affermato il sindaco di Younine, Ali Qusas.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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