Persecuzioni
Israele, attacchi ai cristiani a livelli senza precedenti
Non ha precedenti la situazione dei cristiani in Israele. Gli attacchi contro di essi sono aumentati vertiginosamente sotto il nuovo governo Netanyahu, riconosciuto per essere il più legato alla destra religiosa della storia dello Stato ebraico.
Il Patriarca Latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa ha rilasciato un’intervista all’Associated Press in cui ha parlato dell’incremento delle aggressioni da parte degli estremisti ebraici che hanno vessato il clero e vandalizzato proprietà religiose a un ritmo sempre più veloce.
«La frequenza di questi attacchi, le aggressioni, è diventata qualcosa di nuovo», ha detto Pizzaballa all’agenzia di stampa. «Queste persone si sentono protette» perché sentono «che l’atmosfera culturale e politica ora può giustificare, o tollerare, azioni contro i cristiani».
«I cristiani affermano di ritenere che le autorità non proteggano i loro siti da attacchi mirati».
Le preoccupazioni sono condivise anche dai cristiani non-cattolici. «Gli elementi di destra vogliono giudaizzare la Città Vecchia e le altre terre, e sentiamo che nulla li trattiene ora», ha dichiarato ad AP padre Binder, pastore della cattedrale anglicana di San Giorgio a Gerusalemme. «Le chiese sono state il principale ostacolo».
«I cristiani armeni hanno trovato graffiti odiosi sui muri di un loro convento. I sacerdoti di tutte le denominazioni affermano di essere stati perseguitati, sputati e picchiati mentre si recavano in chiesa» continua AP. «A gennaio, ebrei religiosi hanno abbattuto e vandalizzato 30 tombe contrassegnate da croci di pietra in uno storico cimitero cristiano della città. Due adolescenti sono stati arrestati con l’accusa di aver provocato danni e oltraggio alla religione».
Due mesi fa c’era stato il caso di un «turista» americano che armato di martello era entrato nella Chiesa della Condanna e Imposizione della Croce
– importante luogo di culto situato sulla Via Dolorosa – per distruggere statue di Gesù: «non potete avere idoli a Gerusalemme. Questa è la città santa».
In gennaio, una folla di coloni israeliani ha attaccato un bar di proprietà armena nel quartiere cristiano gridando «morte agli arabi… morte ai cristiani». Secondo quanto riportato, la polizia avrebbe fatto pochi sforzi per prendere i colpevoli.
Dopo una certa pressione mediatica locale, si sarebbe detto, due mesi più tardi, che tre sospetti erano stati arrestati, tuttavia al proprietario del locale era stato chiesto, bizzarramente, il video di sorveglianza, nonostante questo fosse già disponibile online e che telecamere di controllo siano onnipresenti nella Città Vecchia.
The Armenian restaurant Taboon Wine Bar in Jerusalem was just attacked this evening by Israeli extremists.
This follows several similar attacks and acts of aggression against the Armenian community in the Armenian quarter of Jerusalem. #Armenia #Armenian pic.twitter.com/MMGWn713VW
— Liana Margaryan ???????? (@lio___m) January 27, 2023
Due giorni dopo l’attacco al locale, armeni che lasciavano un funerale nel loro sarebbero stati attaccati da coloni israeliani che portavano bastoni. Un armeno è stato spruzzato con lo spray al peperoncino mentre i coloni hanno scalato le mura del convento armeno, cercando di tirar giù la sua bandiera, che ha una croce sopra.
Quando gli armeni li hanno cacciati via, i coloni hanno iniziato a gridare: «attacco terroristico», spingendo la vicina polizia di frontiera a puntare le armi contro gli armeni, picchiandoli e arrestandone uno, riporta Al Jazeera.
Abbiamo da poco visto le oscene restrizioni ai riti della Pasqua inflitte dallo Stato di Israele ai fedeli cristiani, a cui sono stati perfino cancellati i permessi di viaggio per la celebrazione religiosa. La situazione di tensione di questi mesi ha reso impossibile la vita delle scuole cristiane presenti in Terra Santa.
Nei video finiti in rete, si vedono botte ai cristiani che tentavano di raggiungere la Chiesa del Santo Sepolcro lo scorso sabato santo.
lsraeli occupation forces assault Christians who were observing the Holy Saturday in Jerusalem and prevent them from reaching the Church of the Holy Sepulcher. pic.twitter.com/t8QgZ6Ad9i
— TIMES OF GAZA (@Timesofgaza) April 15, 2023
On the Holy Saturday, lsraeli occupation forces assault Christians in Jerusalem city. pic.twitter.com/mflGZJRBQc
— TIMES OF GAZA (@Timesofgaza) April 15, 2023
Non mancano quest’anno i video di un grande classico della Città Vecchia, i riccioluti cappelluti ortodossi che sputano si cristiani e sulle cristiane, in questo caso due suore, non disegnando tuttavia anche uno sputazzo anche una Via Crucis di passaggio.
lsraeli colonial settlers verbally abuse two nuns and spit at them in occupied Jerusalem. pic.twitter.com/xGoy5oT008
— TIMES OF GAZA (@Timesofgaza) April 13, 2023
Israeli settelers spit on Christian nuns. It's a hateful vindictive group. pic.twitter.com/lk7m6js6sc
— كلمة حق (@kelemat7aq) April 15, 2023
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso due rabbini influenti membri della Knesset (il Parlamento di Tel Aviv) hanno presentato un disegno di legge per vietare il proselitismo cristiano in Israele prevedendo pesanti condanne in prigione per chi trasgredisse. La cosa ha fatto infuriare i fondamentalisti protestanti americani, da sempre sostenitori fanatici dello Stato di Israele.
Dopo l’indignazione diffusa, Netanyahu ha detto che avrebbe presentato il disegno di legge e uno dei legislatori che lo ha presentato ha dichiarato che non ha intenzione di andare avanti con il divieto «in questa fase».
Washington, ora in mano a sedicenti campioni dei diritti civili, della non-discriminazione, della libertà religiosa etc., sembra non voler alzare un dito contro questa nuova persecuzione anticristiana in corso.
Del resto, lo stiamo vedendo anche a Kiev, con Zelens’kyj che bandisce un’intera denominazione cristiana dal suo Paese, sfrattando monaci e suore, vietando le preghiere in russo, bombardando Donetsk la notte di Pasqua, senza che la Casa Bianca, o Bruxelles, o chiunque, dica qualcosa.
La libertà religiosa va sempre bene, purché non si tratti di quella dei cristiani. Che sono, e rimarranno, i veri nemici dei principi di questo mondo.
Immagine di MathKnight via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Persecuzioni
La Turchia espelle i cristiani perché minacciano la sicurezza nazionale
In Turchia i cristiani vengono espulsi dal Paese con l’accusa di rappresentare una «minaccia alla sicurezza nazionale». Lo riporta LifeSite.
Durante la conferenza sui diritti umani tenutasi a Varsavia il 13 ottobre, Lidia Rieder, esperta legale di Alliance Defending Freedom International, ha denunciato che i cristiani sono nel mirino del governo turco. «Classificare i pacifici residenti cristiani come “minacce alla sicurezza” è un evidente abuso del diritto e un attacco alla libertà religiosa», ha dichiarato le Rieder. «Quando i governi manipolano i sistemi amministrativi o di immigrazione per escludere le persone solo per la loro fede, ciò compromette lo stato di diritto e i principi di tolleranza e coesistenza pacifica che l’OSCE è stata creata per difendere».
La popolazione turca è composta per circa il 99% da musulmani, con meno dell’1% di cristiani. Sotto il governo autoritario di destra di Recep Erdogan, la Turchia riveste un ruolo geopolitico chiave grazie alla sua posizione strategica tra Europa e Medio Oriente. Sebbene membro della NATO, mantiene stretti legami con paesi musulmani come Qatar e Azerbaigian, che di recente, con il supporto di armi turche, hanno costretto oltre 100.000 cristiani a fuggire dal Nagorno-Karabakh verso l’Armenia.
Un comunicato di ADF ha riportato che dal 2020 «più di 200 lavoratori cristiani stranieri e le loro famiglie, circa 350 persone, sono stati espulsi dalla Turchia, molti dei quali residenti da decenni». Il ministero degli Interni ha assegnato a questi individui «codici di sicurezza» come N-82 e G-87, vietandone il rientro e classificandoli come minacce alla sicurezza nazionale.
Un rapporto del 2024 della Freedom of Belief Initiative ha confermato le conclusioni di ADF, indicando i cristiani come la minoranza religiosa più perseguitata in Turchia, con oltre 50 episodi di violenza contro di loro dal 2020.
Sostieni Renovatio 21
Interpellata da Fox News Digital, l’ambasciata turca a Washington ha rimandato a una dichiarazione del Centro per il Contrasto alla Disinformazione del Paese, che il 15 ottobre ha respinto le accuse di Rieder, definendole «infondate e parte di una campagna di disinformazione deliberata». «Il rispetto delle fedi e il pluralismo sono elementi essenziali dell’ordine democratico del nostro Paese», si legge. «La Turchia, come ogni Stato sovrano, può adottare decisioni amministrative sui cittadini stranieri per vari motivi, come violazioni dei visti, disturbi dell’ordine pubblico o mancanza di permessi legali».
Rieder ha citato il caso Wiest contro Turchia, che sarà esaminato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il caso riguarda Kenneth Wiest, un cristiano americano residente legalmente in Turchia per oltre trent’anni, a cui è stato negato il rientro nel 2019 senza prove di illeciti.
«I divieti di ingresso e le espulsioni sono sempre più usati per silenziare i lavoratori cristiani stranieri, mentre la formazione teologica rimane fortemente limitata», ha affermato ADF. «Ai seminari protestanti è negato lo status legale, l’educazione biblica è vietata, mentre i corsi di teologia islamica sono permessi sotto supervisione statale. Anche le proprietà ecclesiastiche subiscono restrizioni ingiuste, con comunità come quella protestante di Bursa costrette ad abbandonare luoghi di culto storici».
Come riportato da Renovatio 21, in questi anni la Turchia è stata teatro di attacchi contro chiese, come quello nel quartiere Sariyer di Costantinopoli, ascritto all’ISIS. Vi è inoltre il fenomeno di cristiani uccisi in storie su dispute su terreni. La persecuzione anticristiana è parimenti alimentata dall’islam e dal nazionalismo turco.
Bombe turche hanno distrutto una chiesa assira nel Nord-Est della Siria tre anni fa. Altri luoghi sacri cristiani, come Santa Sofia (convertita all’Islam alla presenza dell’Erdogano) e Chora (dove sono stati coperti affreschi e mosaici, e dove persino il museo diviene luogo di culto musulmano) a Costantinopoli e la cattedrale di Ani sono divenute moschee.
All’inizio di questa settimana, l’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre ha pubblicato il rapporto 2025 sulla persecuzione religiosa globale, evidenziando che 5,4 sugli 8 miliardi di persone del pianeta subiscono discriminazioni per le loro convinzioni religiose. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha espresso preoccupazione martedì, affermando che «uomini e donne meritano ovunque libertà da ogni forma di coercizione in materia di fede».
Come riportato da Renovatio 21, il Parolin ha negato che in Nigeria vi sia in atto una persecuzione di cristiani: quello nigeriano «non è un conflitto religioso, è più un conflitto di tipo sociale, per esempio tra gli allevatori e gli agricoltori», ha dichiarato il segretario di Stato Vaticano, suscitando gli strali di monsignor Carlo Maria Viganò.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine dalla chiesa di Santa Irene, Costantinopoli
Immagine di Carole Raddato via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Persecuzioni
Ultras rumeni espongono lo striscione «Difendiamo i cristiani nigeriani» durante le qualificazioni ai Mondiali
La persecuzione anticristiana in Nigeria si è aggravata dopo il 1999, quando 12 stati del Nord hanno adottato la sharia. L’ascesa di Boko Haram nel 2009 ha segnato un’ulteriore escalation, con il gruppo noto per il rapimento di centinaia di studentesse nel 2014, di cui 87 risultano ancora disperse. Recentemente, attacchi nel Paese hanno incluso rapimenti e omicidi di sacerdoti e seminaristi cattolici. A luglio, la diocesi di Auchi, nello Stato di Edo, ha riferito che uomini armati hanno attaccato il Seminario Minore dell’Immacolata Concezione, uccidendo una guardia e rapendo tre seminaristi.‘Defend Nigerian Christians’ Fans of the Romanian national football team unfurled a banner before their Worlld Cup Qualifier pic.twitter.com/asTnmvuV1l
— Catholic Arena (@CatholicArena) October 15, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Persecuzioni
Spagna, l’islamo-sinistra non riesce a imprigionare un prete
In Spagna, un processo senza precedenti mette in luce le crescenti tensioni tra le libertà della Chiesa e l’amministrazione catalana. Padre Custodio Ballester, un sacerdote cattolico di 61 anni di Barcellona, che rischiava tre anni di carcere e otto anni di interdizione dall’insegnamento per dichiarazioni critiche nei confronti dell’Islam pronunciate nel 2016 e nel 2017, è stato appena assolto.
Non tutte le verità sono belle da dire: padre Ballester, sacerdote dell’arcidiocesi di Barcellona e attualmente coadiutore della parrocchia di San Sebastián de Badalona, lo ha imparato a sue spese. Noto per il suo impegno nelle cause pro-life e per una visione piuttosto tradizionalista della Chiesa, il sacerdote è già stato oggetto di denunce per omelie anti-aborto, tutte respinte.
Fu una pubblicazione del dicembre 2016 ad accendere la miccia: un articolo intitolato «Il dialogo impossibile con l’Islam», pubblicato sulla rivista cattolica Germinans Germinabit. Questo testo rispondeva a una lettera pastorale dell’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Juan José Omella, intitolata «Il dialogo necessario con l’Islam», in cui l’autore invitava i cattolici a promuovere la comprensione reciproca di fronte all’aumento delle migrazioni: un’eco religiosa di papa Francesco.
Nel suo saggio, padre Ballester sostiene ad hominem che un vero dialogo interreligioso è impossibile con la dottrina islamica. Cita esempi storici e contemporanei di persecuzione contro i non musulmani in Paesi a maggioranza islamica come Pakistan, Nigeria e Siria.
«L’Islam non ammette il dialogo. O credi, o sei un infedele che deve essere soggiogato in un modo o nell’altro», ha scritto, riferendosi ai versetti del Corano che legittimano la violenza contro i non credenti. Ha chiesto al cardinale Omella: «di quale dialogo stiamo parlando quando ci sono Paesi in cui coloro che non professano l’Islam vengono assassinati?»
Nel 2017, padre Ballester ha ribadito i suoi commenti durante un’intervista online al programma La Ratonera . Accompagnato da Padre Jesús Calvo, un sacerdote ottantenne, il dibattito ha affrontato le minacce che il jihadismo rappresenta per l’Europa. Questi scambi, insieme all’articolo iniziale, sono stati inseriti nel fascicolo dai procuratori di Malaga, dove si trova la piattaforma che ospita il dibattito online.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Nel marzo 2017 è stata presentata una denuncia dall’associazione di Barcellona Musulmani contro l’Islamofobia, legata ad ambienti di sinistra. Finanziata dal governo regionale catalano, l’organizzazione ha accusato Ballester di promuovere la discriminazione e l’incitamento all’odio contro l’Islam. La procura di Malaga, guidata da una donna che dirige anche un Osservatorio per l’Uguaglianza, ha chiesto una pena esemplare: tre anni di carcere e otto anni di interdizione dall’insegnamento.
Il processo, inizialmente previsto per settembre 2024, si è finalmente tenuto il 1° ottobre 2025 presso il Tribunale provinciale di Malaga, in udienza pubblica. Dopo circa due settimane, la sentenza è stata emessa: il Tribunale ha stabilito che non sussistevano gli elementi oggettivi del reato, «per quanto spregevole e perverso potesse essere il messaggio», hanno aggiunto i magistrati.
Padre Ballester denuncia un «clima di terrore» progettato per mettere a tacere i dissidenti. «Vogliono dare l’esempio affinché altri si autocensurino», ha confidato a El Debate. Aggiunge di essere fortunato nella sua sfortuna perché, in Pakistan, i suoi commenti potrebbero costargli la pena di morte. Parlando alla Catholic News Agency, ha chiarito: «le mie dichiarazioni non sono mai state discriminatorie o odiose e avevano lo scopo di allertare i fedeli sulle minacce al cristianesimo, senza prendere di mira singoli individui».
I media di destra denunciano la persecuzione ideologica, sottolineando le presunte simpatie dell’associazione querelante per gruppi come i talebani o il regime iraniano, e notano anche che le richieste dell’accusa contrastano con la clemenza nei confronti dei discorsi anticristiani: i giudici si sono recentemente rifiutati di incriminare un comico per commenti che chiedevano di lapidare i sacerdoti o di bombardare la Valle dei Caduti, definendoli «umoristici».
Personaggi come l’eurodeputato Juan Carlos Girauta del partito di destra nazionale Vox sostengono padre Ballester, sottolineando che il suo articolo riecheggia la conferenza di Benedetto XVI del 2006 a Ratisbona su fede e ragione. Una petizione online ha persino raccolto oltre 25.000 firme chiedendo l’archiviazione delle accuse, affermando: «è surreale: gli attacchi alle chiese restano impuniti, ma un sacerdote rischia il carcere per aver messo in guardia contro l’estremismo».
Mentre Vox ha reagito, la gerarchia cattolica spagnola rimane in silenzio. La Conferenza Episcopale Spagnola non ha rilasciato alcuna dichiarazione e l’arcidiocesi di Barcellona ha optato per un «silenzio discreto». A magra consolazione, il cardinale Omella, la cui lettera aveva spinto il sacerdote a rispondere nel 2016, lo avrebbe «rassicurato» in privato: «se finisci in prigione, verrò a trovarti…». Ma padre Ballester è stato infine assolto.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero7 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura5 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Oligarcato6 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale













