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Geopolitica

In Israele tornano le restrizioni: possibile lockdown a settembre

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Nonostante sia il Paese più vaccinato al mondo, Israele ha appena imposto nuove restrizioni alla sua popolazione e l’organismo responsabile delle politiche COVID ha appena ammesso che un lockdown a settembre non è più una possibilità remota.

 

Il governo israeliano del coronavirus ha annunciato martedì sera che a partire dal 20 agosto il Paese riattiverà il suo sistema completo di green pass, dei quali – come riportato a suo tempo da Renovatio 21 – lo Stato ebraico è stato pioniere, progettandoli già a fine 2020.

 

Nonostante sia il Paese più vaccinato al mondo, Israele ha appena imposto nuove restrizioni alla sua popolazione e l’organismo responsabile delle politiche COVID ha appena ammesso che un lockdown a settembre non è più una possibilità remota.

A partire da domenica, le mascherine saranno obbligatorie in tutte le riunioni al chiuso e all’aperto e anche i genitori completamente vaccinati responsabili della cura di un bambino in quarantena saranno tenuti a isolarsi (per i bambini di età pari o inferiore a 12 anni).

 

Israele ha segnalato quasi 4 mila nuovi casi nelle 24 ore precedenti a martedì, il più grande aumento giornaliero di nuovi casi da marzo, quando il programma di vaccinazione del paese era ancora agli inizi.

 

Lunedì sono state segnalate altre 7 persone morte per COVID, portando il bilancio delle vittime di 48 ore a 17, il livello più alto in quattro mesi.

 

Il sistema di green pass israeliano garantisce l’accesso a luoghi e attività solo alle persone che sono state completamente vaccinate, che si sono riprese dal COVID o che sono risultate negative nelle ultime 72 ore. Con le nuove restrizioni, il sistema si applicherà solo agli assembramenti con più di 100 persone. Ma molto presto, secondo il quotidiano israeliano Jerusalem Post, le restrizioni potrebbero essere inasprite.

 

A partire da domenica, le mascherine saranno obbligatorie in tutte le riunioni al chiuso e all’aperto e anche i genitori completamente vaccinati responsabili della cura di un bambino in quarantena saranno tenuti a isolarsi (per i bambini di età pari o inferiore a 12 anni).

Martedì scorso, il Ministero della Sanità israeliano ha annunciato che sia i viaggiatori vaccinati che quelli non vaccinati che arrivano in Israele dagli Stati Uniti e da altri 17 paesi dovranno essere messi in quarantena per 2 settimane a partire dal 10 agosto.

 

sempre il Jerusalem Post ha anche riferito che il ministero della Salute ha aperto le porte a un possibile lockdown questo autunno se aumentano i ricoveri e i decessi.

 

«L’epidemia del Delta è estremamente contagiosa e si sta diffondendo in tutto il mondo», ha affermato il primo ministro Naftali Bennett. «Evitate gli assembramenti e fatevi vaccinare – adesso. Altrimenti, non ci sarà altra scelta che imporre restrizioni più severe, incluso un lockdown».

 

Il ministro della Difesa Benny Gantz ha aggiunto: «Dobbiamo preparare il pubblico e l’opinione pubblica per un blocco a settembre, che è un mese in cui il danno economico sarà minore, e accelerare lo sforzo di immunizzazione per cercare di prevenirlo».

 

Il primo ministro Naftali Bennett: «evitate gli assembramenti e fatevi vaccinare – adesso. Altrimenti, non ci sarà altra scelta che imporre restrizioni più severe, incluso un lockdown»

Sempre martedì, Gantz ha annunciato che altri 1K riservisti saranno richiamati per supportare le attività del ministero relative alla pandemia. I soldati sono impiegati per diverse attività logistiche. E altri 500 medici saranno reclutati per assistere gli sforzi di vaccinazione del Ministero della Salute.

 

È passata meno di una settimana da quando il governo israeliano ha annunciato che avrebbe iniziato a somministrare dosi di richiamo a persone di età superiore ai 60 anni, le cosiddette dosi «booster».

 

Come riportato da Renovatio 21, Israele da inizio luglio registra ufficialmente un graduale aumento dei pazienti in gravi condizioni tra i vaccinati.

 

Un rapporto dell’Intelligence delle forze di difesa di Israele afferma che «la campagna di vaccinazione di massa che corre parallelamente all’epidemia attiva in Israele potrebbe “spingere il virus ad evolversi”»

 

 

 

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Geopolitica

Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco

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Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.

 

Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.

 

Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.

 

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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.

 

Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.

 

Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.

 

Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.

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Geopolitica

La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco

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Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.   Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.   «Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.   Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.

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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.   All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.   La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.   Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.   Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.  

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Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset

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La proposta di applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata, considerata da molti come un’equivalente all’annessione totale del territorio palestinese, ha suscitato una forte condanna internazionale, incluso un netto dissenso da parte degli Stati Uniti.

 

Il disegno di legge ha superato di stretta misura la sua lettura preliminare martedì, con 25 voti a favore e 24 contrari nella Knesset, composta da 120 membri. La proposta passerà ora alla Commissione Affari Esteri e Difesa per ulteriori discussioni.

 

Una dichiarazione parlamentare afferma che l’obiettivo del provvedimento è «estendere la sovranità dello Stato di Israele ai territori di Giudea e Samaria (Cisgiordania)».

 

Il momento del voto è stato significativo e provocatorio, poiché è coinciso con la visita in Israele del vicepresidente J.D. Vance, impegnato in discussioni sul cessate il fuoco a Gaza e sul centro di coordinamento gestito dalle truppe statunitensi e dai loro alleati, incaricato di supervisionare la transizione di Gaza dal controllo di Hamas. Vance ha percepito la tempistica del voto come un gesto intenzionale, accogliendolo con disappunto.

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Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in visita in Israele questa settimana, ha espresso critiche prima di lasciare il Paese mercoledì, dichiarando che il disegno di legge sull’annessione «non è qualcosa che appoggeremmo».

 

«Riteniamo che possa rappresentare una minaccia per l’accordo di pace», ha detto Rubio, in linea con la promozione della pace in Medio Oriente sostenuta ripetutamente da Trump. «Potrebbe rivelarsi controproducente». Vance ha ribadito che «la Cisgiordania non sarà annessa da Israele» e che l’amministrazione Trump «non ne è stata affatto soddisfatta», sottolineando la posizione ufficiale.

 

Vance, considerato il favorito per la prossima candidatura presidenziale repubblicana dopo Trump, probabilmente ricorderà questo episodio come un momento frustrante e forse irrispettoso, specialmente in un contesto in cui la destra americana appare sempre più divisa sulla politica verso Israele.

 

Si dice che il primo ministro Netanyahu non sia favorevole a spingere per un programma di sovranità, guidato principalmente da politici oltranzisti legati ai coloni. In una recente dichiarazione, il Likud ha definito il voto «un’ulteriore provocazione dell’opposizione volta a compromettere i nostri rapporti con gli Stati Uniti».

 

«La vera sovranità non si ottiene con una legge appariscente, ma con un lavoro concreto sul campo», ha sostenuto il partito.

 

Tuttavia, è stata la reazione di Vance a risultare la più veemente, definendo il voto una «stupida trovata politica» e un «insulto», aggiungendo che, pur essendo una mossa «solo simbolica», è stata «strana», specialmente perché avvenuta durante la sua presenza in Israele.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi ad Israele in caso di annessione da parte dello Stato Giudaico della West Bank, che gli israeliani chiamano «Giudea e Samaria».

 

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