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Immagini dalla processione tradizionalista Parigi-Chartres 2025. Il vescovo dice ai 20 mila fedeli che Leone XIV «prega per ogni pellegrino»

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Anche quest’anno, come l’anno scorso, diecine di migliaia di cattolici tradizionalisti hanno marciato da Parigi sino alla cattedrale di Chartres, evento che si pone come il maggiore per il mondo tradizionista, con fedeli che arrivano da tutta Europa e tutto il mondo.

 

Accogliendo i quasi 20.000 fedeli in pellegrinaggio alla cattedrale di Chartres, in occasione della Santa Messa in rito antico, il vescovo diocesano ha informato il gruppo delle preghiere di papa Leone XIV per tutti i pellegrini, senza tuttavia indicare se il messaggio del papa fosse rivolto specificamente ai partecipanti al pellegrinaggio a Chartres. Lo riporta LifeSite.

 

Lunedì pomeriggio, il tradizionale pellegrinaggio di massa di dimensioni record organizzato da Notre Dame de Chrétienne è arrivato alla cattedrale di Chartres, concludendo l’escursione del fine settimana dalla chiesa di Saint-Sulpice a Parigi, iniziata sabato mattina.

 

«Sappiamo che Papa Leone prega affinché ogni pellegrino possa vivere un incontro personale con Cristo», ha detto il vescovo Philippe Christory ai pellegrini prima della messa celebrata lunedì all’interno dell’antica cattedrale.

 


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Christory non ha specificato alcun messaggio particolare del Papa ai pellegrini di Chartres, lasciando poco chiaro se si riferisse alle preghiere di Leone per i pellegrini in generale durante l’attuale Anno Giubilare o se ci fosse un messaggio specifico per il pellegrinaggio di Chartres.

 

L’edizione di quest’anno del pellegrinaggio annuale con Messa in latino ha registrato un altro record di partecipanti, con oltre 19.000 persone che hanno partecipato al cammino. Grazie all’enorme numero di giovani e famiglie, si stima che l’età media sia di circa 20 anni.

 

 

 

 

 

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A causa in parte dell’attuazione da parte del Vaticano delle restrizioni imposte da papa Francesco alla messa tradizionale, si era temuto che la consolidata tradizione di celebrare la messa conclusiva nella cattedrale potesse essere ridotta; tuttavia, gli organizzatori del pellegrinaggio hanno chiarito che l’evento si sarebbe svolto normalmente all’inizio della primavera.

 

 

 


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Il vescovo Athanasius Schneider, ha celebrato la Santa Messa della domenica di Pentecoste durante il pellegrinaggio tradizionalista.

 

«Cosa significa essere cristiani, essere cattolici? Significa che Cristo è il Re della mia vita. Significa non vergognarsi mai di confessare Cristo e la verità della fede cattolica. Significa osservare i comandamenti di Dio, con l’aiuto della sua grazia, la purezza dell’anima e la castità del corpo, il perdono reciproco e l’instancabile carità verso il prossimo» ha affermato monsignor Schneider nella sua omelia.

 


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Come riportato da Renovatio 21, a dicembre dell’anno scorso si era avuto lo strano caso di un politico protestante dell’Irlanda del Nord – Jim Shannon, membro del Partito Unionista Democratico dell’Irlanda del Nord per Strangford (cioè, i protestanti da secoli in lotta con i cattolici), nella contea di Down – che ha chiesto al governo britannico nella Camera dei Comuni se sarebbe intervenuto presso la Santa Sede in merito al futuro del pellegrinaggio della messa in latino a Chartres, dopo che erano state sollevate preoccupazioni circa il fatto che sarebbe stato soggetto a restrizioni.

 

Non sappiamo se l’onorevole Shannon fosse alla processione di quest’anno, ma certo avrebbero dovuto invitarlo con estremo calore.

 

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Trump condivide la preghiera a San Michele Arcangelo

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Il presidente Donald Trump il 29 settembre ha condiviso la preghiera di Papa Leone XIII a San Michele in onore della festa dell’arcangelo.   Nel suo «Messaggio presidenziale per la festa di San Michele Arcangelo» del 29 settembre 2025, pubblicato sul sito della Casa Bianca, Trump ha dichiarato: «Oggi, saluto i milioni di credenti cristiani negli Stati Uniti e in tutto il mondo che celebrano la festa di San Michele Arcangelo».   «Secondo la Sacra Scrittura, quando il Diavolo si ribellò a Dio in Cielo, San Michele e la sua legione di angeli scacciarono Satana sulla Terra, riaffermando trionfalmente la sovranità di Dio su tutta la creazione», ha continuato il presidente.  

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«Per 2000 anni, i cristiani hanno guardato a San Michele Arcangelo per protezione, forza e coraggio nei momenti di conflitto, angoscia e dubbio».   Trump ha poi fatto riferimento a Papa Leone XIII, che scrisse la preghiera a San Michele dopo aver avuto una visione della Chiesa attaccata da Satana:   «Nel 1886, circa 140 anni fa, Papa Leone XIII, leader della Chiesa cattolica romana, temendo per il futuro del mondo occidentale, introdusse la leggendaria Preghiera a San Michele, che viene ancora recitata oggi nelle chiese e nelle case di tutta la nostra nazione e di tutto il mondo»   «San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime. Amen».   Non è la prima volta che il presidente pubblica la preghiera angelica. Lo scorso anno, in occasione della festa, l’allora candidato alla presidenza Trump pubblicò la preghiera sul suo account X, insieme all’immagine di un dipinto classico di San Michele con la spada in mano, che calpesta la testa del diavolo.  

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Prima dei cambiamenti liturgici seguiti al Concilio Vaticano II, la preghiera veniva recitata dopo ogni Messa bassa come difesa spirituale contro gli attacchi del diavolo alla Chiesa cattolica.   Come è stato notato l’anno scorso, così parlando Trump si dimostra più cattolico di tantissimi vescovi.   Renovatio 21 offre ai lettori che non conoscessero la preghiere in lingua latina.   Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude.   È bene recitare questa preghiera spesso – almeno ogni sera, specie con i bambini.  

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Immagine: Marco Pino da Siena (1525-1583), San Michele Arcangelo sconfigge il demone (1573), Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, Napoli, dettaglio. Immagine di Giuseppe Guida via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
 
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Spagna, La laboriosa nomina del nuovo nunzio

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In un contesto politico segnato da scandali di corruzione e controverse riforme sociali, i rapporti tra la Chiesa cattolica spagnola e il governo di Pedro Sanchez, al potere dal 2018, si sono seriamente deteriorati, come dimostra la nomina estremamente laboriosa di un nuovo nunzio apostolico per il regno.

 

Non è solo il parto a essere doloroso: il 16 settembre 2025, la Santa Sede ha annunciato la nomina dell’arcivescovo Piero Pioppo a nunzio apostolico in Spagna, carica vacante dallo scorso febbraio. Questa decisione giunge in un momento di crisi aperta, in cui il governo socialista è accusato di aver ritardato l’approvazione del rappresentante del Vaticano nel regno per esprimere il proprio malcontento nei confronti della gerarchia ecclesiastica.

 

Un altro episodio che illustra la profonda tensione tra la Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) e l’esecutivo nelle mani del leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE). Oltre a questa nomina, le tensioni permangono su questioni storiche e sociali, esacerbate dalla posizione progressista dell’attuale primo ministro.

 

Quest’ultimo, un ateo autoproclamato proveniente da una famiglia repubblicana antifranchista, guida una coalizione eterogenea che include partiti di sinistra radicale come Sumar e Unidas Podemos. Da quando è salito al potere, il capo del governo ha introdotto una serie di riforme progressiste: la legalizzazione dell’eutanasia nel 2021, l’estensione del diritto all’aborto e il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso e delle «identità di genere fluide». Queste misure si sono scontrate direttamente con la Chiesa cattolica.

 

L’episcopato, guidato dall’arcivescovo di Valladolid, monsignor Luis Argüello, si è affrettato a denunciare «un’ideologia di genere che emargina la famiglia tradizionale e la libertà di coscienza». Nel marzo 2023, il capo dei vescovi spagnoli ha addirittura parlato di un «disaccordo preoccupante» sui piani del governo di limitare l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, accusando l’esecutivo di voler «emarginare» la religione in nome di un laicismo aggressivo.

 

Queste differenze ideologiche si sono cristallizzate attorno a delicate questioni sociali. Sull’aborto, ad esempio, i vescovi – più coraggiosi che altrove nel Vecchio Continente – hanno lanciato una campagna nazionale nel marzo 2025 contro quello che chiamano «l’inverno demografico» causato dai 2,5 milioni di aborti registrati dal 1985, di cui oltre 100.000 solo nel 2023.

 

Allo stesso modo, la legge sull’eutanasia, promulgata nel 2021, ha suscitato una forte opposizione da parte della CEE, che la considera una tendenza eugenetica contraria alla dignità umana. In risposta, il governo accusa la Chiesa di allearsi con la destra – in particolare con il Partito Popolare (PP) e Vox – per bloccare il progresso della società.

 

Gli scandali di corruzione che hanno colpito il governo hanno fornito all’episcopato una leva per influenzare il dibattito politico. Nel giugno 2025, l’arcivescovo Argüello ha pubblicamente esortato Pedro Sánchez a indire elezioni parlamentari anticipate, a causa di casi che coinvolgevano la moglie, il fratello ed ex membri del governo del primo ministro, sospettati di corruzione e traffico di influenze. Questa dichiarazione è stata interpretata come un «voto di sfiducia» dall’esecutivo.

 

Un altro simbolo cristallizza le tensioni: la Valle dei Caduti, un monumento franchista che ospita una basilica, una croce di 150 metri e un monastero benedettino. L’estrema sinistra vuole «risignificare» – ovvero «smantellare» – il complesso per trasformarlo in un luogo coerente con il suo fondamento ideologico. Nel maggio 2025, è stato negoziato un compromesso tra il governo spagnolo e la Santa Sede, che prevede la dismissione parziale del sito per 33 milioni di euro.

 

I vescovi, costretti ad accettare, espressero il loro disappunto. L’ex nunzio, monsignor Bernardito Auza, si era opposto a qualsiasi cambiamento, difendendo i benedettini dalle pressioni governative che avevano portato alle dimissioni del priore nel marzo 2025. I cattolici criticarono i vescovi per aver capitolato a un «governo anticlericale». L’arcivescovo di Oviedo, monsignor Jesus Sanz Montes, denunciò la vicenda come un'”arma di distrazione di massa” per mascherare le malefatte dell’esecutivo.

 

La dolorosa nomina a nunzio di mons. Pioppo, diplomatico esperto che ha prestato servizio in Ecuador, Camerun e Indonesia, riassume perfettamente il contesto di tesi rapporti tra il governo spagnolo e l’episcopato.

 

Il processo, che avrebbe dovuto iniziare a luglio 2025, è stato bloccato dal governo fino a settembre: impantanato in scandali di corruzione, superato a sinistra dai suoi attuali alleati politici che lo accusano di non essere sufficientemente impegnato contro Israele e a favore della Palestina, il primo ministro indebolito ha probabilmente voluto placare la Chiesa confermando il nuovo nunzio, per concedersi un po’ di tregua. Ma fino a quando?

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di Medelam via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata

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Costantinopoli, prima volta in 500 anni senza nuovi iscritti alla scuola simbolo greco-ortodossa

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Per l’anno 2025/26 si era presentato un solo nuovo alunno, dirottato in un altro istituto cristiano. Il numero di studenti alla Greek High School nel quartiere del Phanar sceso da 730 a 30 in poco meno di 150 anni. L’appello del preside Dimitri Zotos: «chiedo a tutti di dare una mano» per il futuro dell’istituzione e dell’istruzione cristiana in Turchia.   La storica scuola greca di Istanbul, simbolo della presenza secolare della comunità nel cuore economico e commerciale della Turchia, non ha registrato nuove iscrizioni di per l’anno scolastico 2025/26 da poco iniziato, potendo contare solo sulla presenza di poche decine di studenti. La Greek High School del quartiere del Phanar (Fener Rum Lisesi), istituzione presente da 571 anni nel Paese, ha infatti annunciato in questi giorni in via ufficiale che non accoglierà nuovi alunni per quest’anno accademico ed è a rischio il futuro stesso.   Ufficialmente conosciuta oggi come Private Phanar Greek Middle and High School, l’istituzione si trova nel quartiere del Phanar di Istanbul, affacciato sul Corno d’Oro. Tra i greci e le comunità greco-ortodosse è conosciuta come la «Grande Scuola della Nazione» [Megáli tou Génous Scholí, in greco] ed è stata fondata nel 1454 nel novero di un accordo tra il patriarca Gennadios e il sultano ottomano Mehmed II. Durante il periodo ottomano, essa formava numerosi funzionari di alto rango, capi interpreti, patriarchi e clero.

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Sino ad oggi l’istituzione – conosciuta anche col nome turco di «Özel Fener Rum Lisesi», che riflette l’eredità romano-orientale – ha proposto un’istruzione completa sia in lingua turca, che in greco. In particolare, l’edificio situato in via Sancaklar Yokuşu si trova su un terreno che un tempo apparteneva a Dimitri Kantemir, un principe moldavo e alunno della scuola stesso. È stato progettato dall’architetto Konstantinos Dimadis e, grazie anche alla sua grandezza architettonica e alla vicinanza al Patriarcato Ecumenico, è considerato uno dei punti di riferimento più importanti di Istanbul, oltre a essere indicato occasionalmente come «il quinto castello più grande d’Europa».   Fra le realtà più importanti e storiche legate al patriarcato, sta anch’essa subendo le conseguenze di una popolazione cristiana in continua diminuzione in Medio oriente, dalla Turchia alla Siria, fino all’Iraq e alla Terra Santa. Un calo che riguarda anche la popolazione greca di Istanbul e che impatta non solo sull’istituto collegato al Fanar (pur essendo fra i più colpiti), ma che coinvolge tutte le scuole della minoranza greca.   Interpellato dal quotidiano Agos, il preside Dimitri Zotos ha dichiarato che attualmente vi sono circa 300 studenti iscritti alle scuole della minoranza greca in tutta la Turchia, di cui solo 30 frequentano il liceo Fener. «Ad essere onesti, durante il periodo di iscrizione – ha spiegato – si è presentato uno studente, ma abbiamo convinto la famiglia a scegliere un’altra scuola greca, perché semplicemente non è fattibile tenere aperta una classe con un solo alunno». «Non è salutare né dal punto di vista psicologico, né pedagogico, né educativo. La famiglia – aggiunge – ha capito e ha accettato. Se nei prossimi anni arriveranno altri studenti, le nostre porte saranno sempre aperte».   «È ovvio – avverte il massimo dirigente dell’istituto – che stiamo affrontando serie sfide demografiche. Sarebbe un errore affermare il contrario». Ciononostante, prosegue – «è triste e fa riflettere che il numero di studenti in questo edificio sia sceso da 730 a 30 in 140 anni. Si tratta di sfide che sfuggono al nostro controllo e per le quali occorre trovare delle soluzioni». «Vogliamo che queste istituzioni sopravvivano. Sono preziose non solo per la nostra comunità, ma anche per la società in cui viviamo. Ecco perché – conclude Dimitri Zotos – chiedo a tutti di dare una mano».   Durante un incontro nel novembre 2023 tra i rappresentanti delle scuole delle minoranze e il ministro turco dell’Istruzione Yusuf Tekin, il preside ha sollevato la questione alle massime autorità del Paese, pur senza ricevere riscontri adeguati nel tempo. Nell’occasione Zotos ha affermato che l’abolizione della politica degli studenti ospiti, che in precedenza aveva contribuito ad aumentare le iscrizioni alle scuole greche, ha determinato al calo del numero di allievi negli ultimi anni.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di Nuriyasargursoy via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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