Spirito
Il vescovo Strickland contro il Sinodo: «Lo respingo», «non è cattolico»
Il vescovo texano Joseph Strickland ha rivolto un duro rimprovero al Sinodo sulla sinodalità, invitando i cattolici a opporsi a coloro che seguono le orme di Giuda Iscariota. Lo riporta LifeSiteNews.
«Ci sono minacce all’orizzonte. Questo Sinodo sulla sinodalità, lo respingo, perché non è cattolico. Molte voci hanno già detto che questa non è la Chiesa cattolica», ha osservato Sua Eccellenza durante la copertura della notte elettorale di LifeSite martedì sera.
«Siamo in un momento in cui Giuda Iscariota sta alzando la sua brutta testa».
Esortando i cattolici degli Stati Uniti a «essere forti e gioiosi nella verità», lo Stickland ha inoltre detto al conduttore della trasmissione e fondatore di LifeSiteNews John-Henry Westen che questo è un «momento critico in questa nazione e … nella Chiesa universale» poiché ci sono «minacce a quell’universalità che provengono tristemente da Roma stessa, dal Vaticano».
«Siamo in territorio pericoloso per questa nazione, ma più importante, e più criticamente, credo, per la fede cattolica», ha continuato il vescovco emerito di Tyler, Texas. «La fede cattolica, la Chiesa cattolica, non crollerà. Cristo ha promesso che prevarrà contro le porte dell’inferno fino alla fine dei tempi».
Tuttavia, «se si tratta di opporsi a un prete o vescovo o qualcuno del Vaticano che sta proclamando un falso messaggio, dobbiamo essere discepoli di Gesù Cristo abbastanza forti da dire, “No. Viviamo la verità che è Cristo. Lui è la verità incarnata”».
Monsignor Strickland ha mantenuto un profilo pubblico attivo da quando è stato rimosso da papa Francesco dal suo incarico di vescovo di Tyler, Texas, per il suo sostegno, tra le altre cose, alla Santa Messa in rito tradizionale. Negli scorsi mesi il vescovo texano ha rilasciato dichiarazioni ricordando le presunte parole della Madonna di Fatima circa l’esistenza di «un’apostasia che inizierebbe al vertice» della Chiesa.
Il prelato statunitense ha altresì parlato dei messaggi apocalittici della Madonna di Akita.
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Strickland ha anche sostenuto che Giuda Iscariota vorrebbe «una fratellanza globale di uomini», ma che un tale «regno sulla terra» era «contrario a ciò che Gesù Cristo aveva proclamato».
«Abbiamo l’opportunità di combattere l’oscurità, il male e i falsi messaggi che stanno persino influenzando e infettando la chiesa», ha spiegato. «Dobbiamo essere forti. Dobbiamo essere chiari. Dobbiamo parlare e non permettere a nessuno in carica o su un pulpito di dire qualcosa che non è fedele a Cristo e lasciar perdere».
Strickland ha inoltre invitato i cattolici a pregare davanti a Cristo nel Santissimo Sacramento e a «smettere di scendere a compromessi» con coloro che seminano errori e a «proclamare chiaramente qual è la verità perché troppi sono illusi».
Il monsignore negli scorsi mesi si è altresì scusato per aver chiuso le chiese durante il COVID, dicendo di essere stato «ingannato». Riguardo alle parole di Bergoglio nel suo viaggio nel Sud-Est asiatico, ha detto che negare che Gesù sia l’unica via per arrivare a Dio Padre è eresia.
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Immagine di Beauty of the Traditional Latin Mass via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Mons. Schneider incontra Leone e condivide proposte per il «bene spirituale della Chiesa»
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Spirito
Papa Leone denuncia «l’antisemitismo» in una telefonata con il presidente israeliano dopo il massacro di ebrei in Australia
Papa Leone XIV ha condannato l’antisemitismo nel corso di una telefonata con il presidente israeliano Isaac Herzog, in seguito all’attentato di Sydney.
Il 15 dicembre 2025, Papa Leone ha ricevuto in Vaticano una chiamata dal presidente di Israele, Isaac Herzog, in vista delle prossime festività natalizie e della celebrazione ebraica di Hanukkah. Durante il colloquio, il Pontefice ha affrontato il tema dell’antisemitismo alla luce dell’attacco terroristico avvenuto domenica a Bondi Beach, a Sydney.
«Durante il colloquio, alla luce del recente attentato terroristico a Sydney, il Santo Padre ha ribadito la ferma condanna della Chiesa Cattolica verso ogni forma di antisemitismo, che in tutto il mondo continua a seminare paura nelle comunità ebraiche e nell’intera società», riporta il comunicato emesso dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Secondo quanto riferito dal Vaticano, la conversazione telefonica si è svolta in un’atmosfera cordiale. Papa Leone XIV ha incoraggiato la continuazione dei processi di pace in corso in Medio Oriente e ha sottolineato la necessità di intensificare e perseverare negli sforzi umanitari, specialmente considerando la situazione nella Striscia di Gaza, dove, a seguito del conflitto, persistono gravi problemi legati alla fame, al freddo e alle condizioni meteorologiche avverse.
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La telefonata segue le dichiarazioni pubbliche già espresse dal Pontefice immediatamente dopo l’attentato di Sydney. Durante l’udienza di lunedì 15 dicembre, il Papa ha manifestato vicinanza alla comunità ebraica e dolore per le vittime e i feriti, affermando: «Basta con queste forme di violenza antisemita! Dobbiamo eliminare l’odio dai nostri cuori».
Lo stesso giorno, in un telegramma inviato all’arcivescovo di Sydney, Anthony Fisher, il Papa ha definito l’attacco un «atto di violenza insensato» e ha invitato coloro che sono tentati dalla violenza a «convertirsi e cercare la via della pace e della solidarietà».
Rapporti diretti tra Papa Leone XIV e il presidente Isaacco Herzog erano già stati instaurati nei mesi precedenti. Il 4 settembre, Herzog è stato ricevuto in udienza privata dal Papa: un incontro che, secondo le parole dello stesso presidente israeliano al termine della visita, ha costituito «un segnale molto importante» del valore delle relazioni tra la Santa Sede, lo Stato di Israele e il popolo ebraico.
Nel corso dei colloqui con il papa, il Segretario di Stato vaticano e il Segretario per i Rapporti con gli Stati, Herzog ha riferito di aver prioritariamente discusso la necessità di liberare gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre.
Le discussioni hanno riguardato anche gli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, gli sforzi israeliani per favorirne la distribuzione, la lotta comune contro l’antisemitismo, gli sviluppi generali in Medio Oriente e l’esigenza di un dialogo interreligioso più profondo.
Durante l’incontro, il presidente israeliano ha infine evidenziato l’importanza delle comunità cristiane in Israele e nella regione, ha ribadito l’impegno dello Stato ebraico a garantire la libertà di religione e di culto e la protezione delle comunità cristiane in Terra Santa, e ha rivolto un invito ufficiale al Pontefice a visitare Israele.
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Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)
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Diocesi di Roma, Leone XIV riforma una decisione di Francesco
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