Connettiti con Renovato 21

Eutanasia

Il Vaticano apre all’eutanasia. Novità?

Pubblicato

il

Il Vaticano sembra aver spalancato definitivamente le porte all’eutanasia. Ma l’eutanasia era già alle porte da tempo. 

 

A mettere tutto nero su bianco, è uscito di recente, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana, il Piccolo lessico del fine vita. Ottantotto pagine dove si dichiara la liceità dell’interruzione di pratiche come la ventilazione meccanica, la tracheostomia e la rianimazione. Dulcis in fundo (dulcis mors in fundo), il volumetto contiene anche un modello di DAT, le famose Disposizioni anticipate di trattamento comunemente definite «testamento biologico» o «biotestamento», disciplinate dall’art. 4 della Legge 219 del 22 dicembre 2017 entrata in vigore il 31 gennaio 2018.

 

Il libro, edito dalla Pontificia Accademia per la Vita (la PAV, istituita da Giovanni Paolo II, ha «come fine la difesa e la promozione del valore della vita umana e della dignità della persona»), fa uso di un noto argomento tributato dalla necrocultura laica: si afferma che i trattamenti salvavita possano essere sospesi in quanto rappresentino una forma di «accanimento terapeutico», formula dai margini incerti ed elastici che abbiamo sentita mille volte senza aver capito mai del tutto cosa significhi. Del resto, è fatta per quello.

Iscriviti al canale Telegram

Tra i capitoli del libretto funebre – che, per paradosso, è un vero e proprio manifesto della PAV sotto il regno di monsignor Vincenzo Paglia – troviamo quello sulle DAT, con annesso modulo tramite cui il sottoscrittore in teoria cattolico può rifiutare «trasfusioni di sangue, antibiotici, trattamenti di sostegno vitale quali la ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, la tracheostomia, la emodialisi e la rianimazione cardio-polmonare».

 

Ecco a voi la sovranità biologica, l’autodeterminazione secondo Paglia: lo stesso organo e lo stesso vescovo che lottavano per l’obbligatorietà dei vaccini da ben prima della pandemia, spingendo poi, a supplementari scaduti, pure per la quinta dose mRNA.

 

L’ammissione vaticana della pratica eutanatica appare, dunque, una cosa implicita.

 

«Anche qualora fossero appropriati clinicamente, i trattamenti potrebbero tuttavia risultare sproporzionati, qualora la persona malata li ritenesse troppo gravosi nelle circostanze in cui si trova» si legge nel testo. «Non intraprendere o sospendere quei trattamenti è, a questo punto, non solo possibile, ma, come dice papa Francesco “doveroso”».

 

Proprio così: a parlare di trattamenti sproporzionati è lo stesso Vaticano che piamente, ecumenicamente impose il vaccino mRNA a tutti i suoi abitanti e lavoratori, a terra e in volo, con espulsione de facto dei renitenti, lasciapassare vaccinale controllato dalle guardie svizzere e qualche incontro segreto tra il romano pontefice e il CEO di Pfizer Alberto Bourla. L’accordo fra i due, come capita agli altri patti tra Big Pharma e Stati nazionali e pure transnazionali, tutt’ora non è noto. 

 

Il Piccolo Lessico scrive che la decisione di rinunciare ad antibiotici, trasfusioni, rianimazioni, è del malato, che i trattamenti bisogna «calibrarli (…) secondo criteri di (…) effettiva corrispondenza alle richieste del paziente e con i suoi valori ed esigenze spirituali».

 

Il giochino è lo stesso che abbiamo visto fare ai nemici della vita da decenni: se il risultato è la morte, si inneggia alla libertà. Se invece è la libera scelta per la salute, si sguaina l’obbligo. Abbiamo qui in nuce l’essenza della necrocultura: innestata nel profondo della società, essa prevede che la forza di gravità delle cose umane debba attrarre verso la morte, verso l’annientamento dell’uomo. Una tendenza velata dalla maschera sempre più trasparente e ridicola della «libertà», della «autonomia», della «democrazia» e di tutto il corredo individualista, cioè liberale, dell’Occidente suicida.

 

È stato notato che il modello di DAT proposto nel libello della PAV è molto simigliante a quello pubblicato nel 2020 da Aggiornamenti sociali, rivista della rete gesuita legata alla Fondazione culturale San Fedele di Milano, istituzione della Compagnia di Gesù da cui provenivano il vecchio arcivescovo meneghino Carlo Maria Martini e lo stesso Bergoglio.

 

Nel 2017 vi si era trattato il tema DAT riguardo a nutrizione e idratazione artificiali (NIA) affermando che «nella riflessione cattolica si è spesso affermato che questi mezzi sono sempre doverosi; in realtà, la NIA è un intervento medico e tecnico e come tale non sfugge al giudizio di proporzionalità (…) poiché non si può escludere che in casi come questi la NIA divenga un trattamento sproporzionato, la sua inclusione fra i trattamenti rifiutabili è corretta».

 

Vale la pena di chiedere, a questo punto: i sondini che alimentavano Eluana Englaro erano un trattamento sproporzionato? Era quindi giusto uccidere Eluana? I gesuiti stanno dicendo questo?

 

Un modello di DAT scaricabile nel 2020 dal sito del rotocalco gesuita conteneva la facoltà di dire no a «trasfusione di sangue o di suoi derivati; antibiotici, salvo in caso di tutela della salute di terzi; trattamenti di supporto vitale, quali: ventilazione meccanica invasiva, tracheostomia, ventilazione meccanica non invasiva, emodialisi, manovre di rianimazione cardio-polmonare». I medesimi trattamenti salvavita dei quali parla il Piccolo lessico di fine vita fresco di stampa vaticana, e non sappiamo se nella versione ebook vi sia pure un «CLICCA QUI» per autocompilare online il modulo con cui defungere neocattolicamente.

Sostieni Renovatio 21

E quindi: sono i gesuiti che stanno guidando la deriva eutanatica? Sappiamo che sono loro – in particolare quelli legati ad un’altra testata della Compagnia, America magazine – a condurre la campagna di omotransessualizzazione ecclesiastica. Padre Martin non perde occasione per ricordarcelo e Bergoglio, che lo porta in palmo di mano – l’ultima lettera di incoraggiamento per incontri di trans risale a una settimana fa – ci mostra quanto seria è la storia per cui il papa si opporrebbe alla «frociaggine»

 

Per incidens, poiché tutto torna, va ricordato che monsignor Paglia, oltre che per la sua passione per i vaccini, è noto pure per la storia del Duomo di Terni, la sua diocesi, per il quale una decina di anni fa ha commissionato un enorme affresco definito «omoerotico».

 

Abbiamo inoltre già visto su queste pagine come in realtà la PAV stia sdoganando la riproduzione artificiale, e la foto di Bergoglio circondato dai figli di Elon Musk – tutti usciti dalla provetta – è la dimostrazione che la decisione riguarda il papato profondo.

 

Più chiaro ancora, rammentiamo che il monsignore recentemente ha specificato che la legge genocida 194/78 rappresenta «un pilastro della nostra società».

 

Ci è chiaro, a questo punto, cosa sia davvero la «dolce morte» nel disegno complessivo. Ci diranno che è per chi decide di morire, nel giro di poco saremo overtonianamente passati dal volente al nolente, con la strage totale dei malati (come Adolfo, meglio di Adolfo) come logica conseguenza.

 

Guardate il Canada: l’eutanasia spinta in Quebecco è divenuta, in breve, una campagna di morte in tutto il Paese, dove si sopprime non solo il tumorato, ma anche il quadriplegico, il depresso, l’eco-ansioso, l’autistico, persino il povero – e ovviamente si discute dei bambini.

 

La macchina assassina – ora completamente normalizzata, anzi, sacralizzata – non si ferma mica lì: ecco che si moltiplicano i casi di invalidi (tra cui, cucù, i danneggiati COVID) a cui gli assistenti sanitari offrono, in forma sempre meno strisciante, l’opzione del MAiD, ossia della loro terminazione ad opera dello Stato canadese. Nel 2022, una persona ogni 25 in Canada moriva uccisa dal «suicidio assistito» – primato che consente un altro grande primato caro al mondo moderno, quello della predazione degli organi.

 

Vediamo bene cosa è successo: lo hanno venduto come un «diritto», era solo un grande massacro di innocenti. Il solito. E il Vaticano, ha detto qualcosa del Canada del fondamentalismo eutanasico? Non ci pare: nemmeno quando Bergoglio volò laggiù, si mise il copricapo da nativo e partecipò ad un rito pagano in mondovisione.

 

Insomma, ci è chiaro come non vi sia pratica della necrocultura che la neochiesa non voglia sdoganare, e sembra pure aver fretta di farlo.

 

Una fretta del diavolo, verrebbe da dire. 

 

Roberto Dal Bosco

Elisabetta Frezza

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Eutanasia

Medici del Quebecco sostengono che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i neonati gravemente malati

Pubblicato

il

Da

L’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. Lo riporta LifeSiteNews.   In un’intervista con il sito pro-life nordamericano, il Quebec College of Physicians ha confermato il suo sostegno all’estensione del regime di eutanasia canadese ai bambini nati con gravi malformazioni o sindromi.   «Il CMQ ribadisce che l’assistenza medica al suicidio può essere un trattamento appropriato per i neonati che soffrono di dolori fortissimi che non possono essere alleviati e che presentano gravi malformazioni o gravi sindromi polisintomatiche che distruggono qualsiasi prospettiva di sopravvivenza», ha dichiarato un portavoce del college a LifeSiteNews.

Sostieni Renovatio 21

«Il CMQ ritiene che i genitori debbano avere la possibilità di ottenere questa assistenza per il loro bambino in circostanze ben definite», prosegue la dichiarazione, riferendosi all’infanticidio come «assistenza».   Il suicidio assistito è stato legalizzato dal governo liberale dell’ex primo ministro Giustino Trudeau nel 2016. Da allora, il regime di eutanasia si è esteso dall’uccisione di pazienti «terminali» alla possibilità di consentire ai malati cronici di accedere al suicidio assistito dopo l’approvazione del disegno di legge C-7 .   I liberali avevano anche pianificato di estendere il suicidio assistito ai canadesi affetti da malattie mentali, ma decisero di rimandare l’estensione al 2027 dopo le reazioni negative dei canadesi e di importanti medici.   Inoltre, il Quebecco, noto come provincia progressista, è stato in prima linea nella lotta per legalizzare l’infanticidio. Nel novembre 2024, il deputato dell’Alberta Damien C. Kurek aveva presentato una petizione per proteggere i bambini dopo che una raccomandazione, presentata da Louis Roy del Quebec College of Physicians, spingeva per l’uccisione dei bambini fino a 12 mesi se nati con «gravi deformità e sindromi molto gravi».   «Per quanto scioccanti siano gli appelli all’infanticidio, sono coerenti con la cultura della morte promossa dal governo liberale» scrive LifeSite, dimostrando che i dati rivelano che centinaia di bambini sopravvissuti all’aborto in Canada vengono lasciati morire.   Secondo uno studio del Quebecco, un bambino su 10 abortito nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive oltre le tre ore. Inoltre, solo il 24% dei bambini nati vivi è stato ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (UTIN), mentre solo il 5% ha ricevuto cure palliative.   «Poiché in Canada non esistono leggi che stabiliscano l’età minima per l’aborto, molti hanno confuso il confine tra aborto e infanticidio, sostenendo che quest’ultimo sia semplicemente un aborto tardivo» continua LSN.   A luglio, la deputata liberale Dr. Hedy Fry ha bizzarramente insinuato che i «neonati» corrono maggiori rischi per la salute poiché i governi di «estrema destra» limitano l’aborto, una pratica il cui unico scopo è uccidere i bambini. Secondo la testata pro-life, nel 2013 il governo conservatore dell’allora Primo Ministro Stephen Harper si rifiutò di indagare sui dati di Statistics Canada, secondo cui 491 bambini erano stati lasciati morire dopo essere nati vivi in ​​seguito ad aborti.   «L’aborto è legale in Canada», aveva affermato l’Harper all’epoca.   Allo stesso modo, nel 2011, un giudice dell’Alberta aveva suggerito che l’infanticidio è semplicemente un aborto tardivo, pronunciandosi su un caso in cui una giovane madre aveva strangolato il suo neonato e ne aveva gettato il cadavere oltre la recinzione nel cortile di uno dei suoi vicini.   In effetti, l’infanticidio è spesso il passo successivo per gli attivisti dell’aborto che negano la dignità della vita umana, con alcuni abortisti che uccidono attivamente i bambini sopravvissuti all’aborto, nota il sito. È quello che nel gerco medico-filosofico si è fatto strada con l’espressione «aborto post-natale».   Come riportato da Renovatio 21, documenti mostrano che la Sanità canadese ha finanziato un progetto di ricerca universitario riguardante le «opinioni dei giovani» sull’eutanasia, che includeva una breve discussione sulla possibilità che i bambini affetti da autismo grave possano mai essere ammessi alla morte nell’ambito del programma nazionale di «Assistenza medica al suicidio», detto MAiD.   Nel Paese sembra partita pure la promozione dell’eutanasia senza consenso dei genitori per bambini con problemi mentali.   Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.   Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.   Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.

Aiuta Renovatio 21

Il Canada del governo Trudeau e del suo successore Carney – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.   A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.   Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.   Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.   Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
   
Continua a leggere

Eutanasia

Ozzy eutanatizzato? Utilitarismo rock-boomer in azione

Pubblicato

il

Da

Ozzy Osbourne è deceduto dopo una lunga battaglia contro il Parkinson: così l’annuncio della famiglia dell’ex frontman dei Black Sabbath, dato la scorsa settimana. Tuttavia, le circostanze della sua morte rimangono poco chiare, tanto da spingere qualcuno a ipotizzare un caso di eutanasia.

 

Due anni fa, in un’intervista a Rolling Stone, Osbourne aveva espresso il suo supporto per l’eutanasia in caso di malattia terminale, citando il desiderio di evitare sofferenze come quelle viste nel padre malato di cancro. Sebbene il suo Parkinson non fosse allo stadio terminale, il libro Ozzy. La storia di Ken Paisli, uscito proprio questo agosto, potrebbe far luce sugli ultimi momenti della rockstar.

 

Secondo i resoconti apparsi sulla stampa, poche ore prima della morte, lunedì, sui social di Osbourne è apparsa una foto enigmatica scattata il 5 luglio fuori dal suo camerino a Birmingham, durante quello che è stato definito «The final show», cioè letteralmente l’ultimo spettacolo. Paisli, nel suo libro, considera questa immagine «altamente simbolica».

Sostieni Renovatio 21

Da notare come il comunicato della famiglia non specifica né il luogo né le cause del decesso, limitandosi a dire che Ozzy è morto «circondato dall’amore».

 

Il biografo scrive anche che «ipocondriaco com’era, Ozzy temeva più la sofferenza che la morte, memore delle agonie di suo padre in ospedale. Credo che questo non sia accaduto». Lo Osbourne, come scritto da Renovatio 21, aveva incarnato involontariamente l’intero arco tragico della narrativa di Wuhano, dapprima divorando un pipistrello vivo durante un concerto, poi facendo sapere al mondo in pandemia che si era vaccinato.

 

Nel caso Ozzy fosse stato eutanatizzato, non si tratterebbe della prima storia di artisti del XX secolo che concludono la carriera con la dolce morte.

 

Speculazioni finite sui giornali su una «morte volontaria» furono fatte anche nei riguardi di David Bowie, morto il  10 gennaio 2016 dopo una lotta con il cancro al fegato. Era risaputo che il cantante avesse pianificato la sua morte, come ad esempio la dispersione delle sue ceneri a Bali in Indonesia, non in Puglia. Tali voci non hanno, ad ogni modo, non sembrano aver trovato riscontro certo.

 

Si avrebbe certezza invece della «morte assistita» scelta dal sulfureo cineasta della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard. Il Godardo, ad una certa più noto per le sue sgarbate apparizioni alla TV francese che per i suoi film manieristi, proveniva da una famiglia protestante con ramificazioni nella grande finanza: il nonno Julien Monod fu il fondatore della banca Paribas, cosa che il metteur en scène goscista e persino maoista non teneva più di tanto di ricordare al pubblico dei suoi noiosi film sedicenti rivoluzionari.

 

Alla morte di Jean-Luc (che il documentario Godard à la télé storpiava scherzosamente in «gens-Cul», che suona tipo «Gianculo») nel settembre 2022, sulla stampa apparve una di una « persona vicina alla famiglia» che diceva che «il n’était pas malade, il était simplement épuisé» («Non era malato, era solo esausto»). «Così ha preso la decisione di porre fine a tutto» ha detto la fonte al giornale di sinistra Libération. «Era una sua decisione ed era importante per lui che fosse nota». Qualcuno poteva ipotizzare il titolo di un film d’essai: Gianculo decide di morire.

 

Restando in Francia, si ha il caso più recente della cantante e modella francese Françoise Hardy, deceduta l’11 giugno 2024 a 80 anni, che aveva pubblicamente richiesto l’eutanasia a causa di un cancro terminale alla faringe diagnosticato nel 2018. La Hardy espresso il suo desiderio in interviste alla rivista Femme Actuelle e in lettere al presidente francese Emmanuel Macron, descrivendo la sua vita come insostenibile a causa delle sofferenze causate da radioterapia e immunoterapia. Sebbene non ci sia una conferma definitiva che sia morta per eutanasia, le sue dichiarazioni pubbliche indicano una chiara intenzione.

 

La lista delle celebrità che scelgono la morte potrebbe continuare, ma in molti casi vi sono solo speculazioni, o suicidi veri e propri (suicidi «non assistiti»), che tuttavia vanno considerati in fondo come forme di eutanasia. Il fenomeno non è ancora slatentizzato, anche se la Finestra di Overton si muove sensibilmente: nel futuro prossimo vedremo con probabilità tante grandi glorie del passato fare campagne mediatiche per chiedere la loro morte di Stato. Il tutto sfruttando la celebrità acquisita, assieme al tanto denaro, grazie ad una popolazione istupidita che li ha visti per decenni come eroi.

 

Si tratta di una conseguenza automatica della filosofia utilitarista, che dai suoi inizi nell’Inghilterra coloniale di Jeremy Bentham è ora penetrata nei gangli della società occidentale tutta, divenendo di fatto parte integrante del sistema operativo dello Stato moderno: il fine delle strutture umane è massimizzare il piacere, minimizzare il dolore, e ciò a discapito di qualsiasi cosa, della vita delle minoranza, della vita degli innocenti, della propria stessa viva.

Aiuta Renovatio 21

L’utilitarismo produce la giustificazione dell’edonismo che fu diffuso alle masse con il rock (sesso, droga, rock and roll: non vi è motto utilitarista più chiaro) e con tutta la cultura delle celebrità che ne conseguì.

 

Esaurita la fase del piacere, i corpi vecchi di rockstar e attori divengono disfunzionali rispetto all’utilitarismo, filosofia atea e disperata, che ne ha generato la celebrità, il successo, il potere. Quindi, in un’amara, depressiva vendetta della realtà, voglio suicidarsi.

 

È la sterile, triste parabola di morte che finisce per divenire paradigma per l’intera generazione dei boomer, nati e cresciuti con il vento in poppa della super-crescita economica post-bellica, finiti per rifiutare la religione e la metafisica del sacrificio per abbracciare la rivoluzione sessuale e il consumismo nulliparo (a discapito dei più deboli: le generazioni future, le generazioni non nate), autori materiali e morali della catastrofe biologica e spirituale in cui ci troviamo.

 

Gli eroi dei boomer, i pupazzi di sistema a cui hanno i fortunati figli del dopoguerra abboccato, ora vogliono morire: non c’è immagine più chiara del fallimento di una generazione, e della filosofia infame dietro ad essa.

 

Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Morten Skovgaard via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Eutanasia

517 persone sono morte per eutanasia senza richiesta nel 2021

Pubblicato

il

Da

Nei Paesi Bassi, fin dall’introduzione della legge sull’eutanasia, si riscontrano problemi legati all’eutanasia senza richiesta esplicita (LAWER) e alla mancata segnalazione dei casi di eutanasia.   Ogni cinque anni, il governo olandese incarica ricercatori di condurre uno studio per analizzare i decessi causati da decisioni mediche di fine vita. I medici ricevono questionari anonimi per determinare le cause di morte in un dato anno, includendo eutanasia, suicidio assistito e casi di fine vita senza richiesta esplicita (LAWER).   Lo studio del 2021 ha registrato 9.799 decessi assistiti, di cui 9.038 per eutanasia, 245 per suicidio assistito e 517 per LAWER, ovvero casi in cui la vita è stata terminata intenzionalmente senza una richiesta esplicita del paziente. Questi 517 casi rappresentano circa lo 0,3% dei decessi totali, inclusi sei casi di neonati, terminati secondo il protocollo di Groninga, che consente l’eutanasia di neonati con gravi disabilità se un genitore e un medico concordano che la vita del bambino sia «incompatibile» o priva di prospettive.

Sostieni Renovatio 21

Lo studio del 2015, pubblicato sul New England Journal of Medicine, riportava 7.254 decessi assistiti, di cui 6.672 per eutanasia, 150 per suicidio assistito e 431 per LAWER. I dati mostrano che la percentuale di decessi LAWER è rimasta stabile tra il 2015 e il 2021, indicando che la pratica di terminare vite senza consenso esplicito persiste a un ritmo costante. Il rapporto ufficiale olandese del 2021 ha segnalato 7.666 decessi per eutanasia, ma lo studio governativo ne ha contati 9.799, evidenziando 2.133 decessi assistiti non segnalati (circa il 22%).   Analogamente, nel 2015, su 7.254 decessi assistiti, 1.693 non furono segnalati (circa il 23%). Questo suggerisce che oltre il 20% dei decessi assistiti nei Paesi Bassi non viene regolarmente riportato.   In Canada, dove l’eutanasia (MAiD) è legale dal 2016, non esistono studi simili per verificare abusi o decessi non segnalati. Tuttavia, un’analisi del rapporto sull’eutanasia del Québec 2021-22, condotta da Amy Hasbrouck, ha rivelato una discrepanza di 289 decessi, suggerendo una sottostima del 7%.   È probabile che casi simili si verifichino anche altrove in Canada, ma senza studi specifici non è possibile confermarlo. I dati olandesi sollevano interrogativi sulla possibilità che pratiche simili di eutanasia senza consenso o non segnalata avvengano in altri paesi, come il Canada. La mancanza di studi analoghi rende difficile rispondere a queste domande.   La legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito non elimina il fenomeno dell’omicidio medico; la normalizzazione dell’eutanasia sembra giustificare questi atti indicibili.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Più popolari