Vaccini
Il Tribunale vuole che la minorenne si vaccini contro la sua volontà. Invocando Mattarella
La sezione Famiglia del Tribunale Civile di Milano ha stabilito che una 14enne figlia di genitori separati – il padre vuole vaccinare la ragazzina, la madre no – deve sottoporsi alla siringa anti-COVID, poiché «non ritiene di conformarsi alla manifestazione di volontà di non vaccinarsi espressa dalla ragazza». Lo riporta il Corriere della Sera di cui riportiamo i virgolettati.
La decisione della bambina potrebbe essere segnata «stretta correlazione con la volontà della madre, contraria alla vaccinazione con posizioni aprioristiche che trascurano del tutto gli approdi della scienza internazionale».
Si ritiene che la minorenne «non abbia avuto una adeguata informazione» e «non possa esprime un consenso/dissenso veramente informato»
Quindi si ritiene che la minorenne «non abbia avuto una adeguata informazione» e «non possa esprime un consenso/dissenso veramente informato».
«Sia papà che mamma — aveva dichiarato la piccola al presidente e ai giudici — mi hanno chiesto cosa volessi fare, io ho sentito in TV e visto su internet che è un vaccino nuovo, e che, anche se molto bassa, c’è una possibilità di effetti collaterali. Visto che il vaccino è nuovo, io vorrei aspettare ancora un po’. Non sono stata influenzata dalla mamma nella mia decisione. Non vado al ristorante o in luoghi chiusi dove serva il green pass. Pertanto non vorrei vaccinarmi per adesso».
Il Tribunale invece ha tirato fuori una lista di «evidenze scientifiche a livello nazionale ed internazionale che hanno accertato l’assoluta efficacia e la sicurezza della vaccinazione» che la madre non avrebbe considerato.
Poi l’aggiunta dei giudici: si «trascura tra l’altro il monito del Presidente della Repubblica che il 28 luglio ha detto che la vaccinazione è un dovere morale e civico». Il presidente Mattarella lo scorso 28 luglio, durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio organzzata dall’associazione stampa parlamentare al Quirinale, aveva dichiarato che, con la pandemia non ancora alle nostre spalle, l’iniezione nel proprio corpo di sieri anti-COVID è un dovere civile.
Poi l’aggiunta dei giudici: si «trascura tra l’altro il monito del Presidente della Repubblica che il 28 luglio ha detto che la vaccinazione è un dovere morale e civico»
Pur essendo l’audizione del minore fondamentale «per determinare quale sia il suo interesse e raccoglierne opinioni e bisogni, questo prioritario rilievo» dice il Tribunale portandosi dietro ad una sentenza di Cassazione del 2015, ciò «non determina l’obbligo del giudice di conformarsi alle indicazioni del minore, potendo la valutazione complessiva del suo superiore interesse condurre a discostarsi da esse».
«Le decisioni in campo medico sono in alcuni casi troppo delicate e complesse, oltre che di estrema rilevanza, per poter essere valutate da un ragazzino di 14 anni, soprattutto quando, come qui, le informazioni sono state veicolate in modo non chiaro e certamente non completo, oltre che già orientate da una decisione aprioristica assunta dalla madre, con la quale la figlia ha maggiormente vissuto».
Il Tribunale dice di «non ritenere di conformarsi alla manifestazione di volontà espressa dalla figlia», e dà quindi autorità al padre «ad assumere, in autonomia e in assenza del consenso materno, ogni decisione relativa alla vaccinazione anti COVID»
Quindi il Tribunale dice di «non ritenere di conformarsi alla manifestazione di volontà espressa dalla figlia», e dà quindi autorità al padre «ad assumere, in autonomia e in assenza del consenso materno, ogni decisione relativa alla vaccinazione anti COVID».
Epperò il padre vaccinista dovrà «preoccuparsi di informare la figlia, attraverso personale sanitario specializzato, della opportunità di procedere alla vaccinazione per tutelare la sua salute, al fine di tranquillizzare la minore, ma senza subordinare la vaccinazione al suo consenso».
Si tratta di una vicenda rilevante, per vari motivi.
Avevamo visto, già da prima della pandemia, diversi casi di separati o divorziati che litigano per i vaccini ai figli; statisticamente, sappiamo che il Tribunale tende a dare ragione al genitore vaccinista.
Avevamo visto, prima e durante la pandemia, diversi casi in cui è il figlio minorenne il vaccinista che porta in Tribunale i genitori contrari alla siringa: anche qui, il giudice tende a dare ragione a chi vuole l’inoculo, con la complessità della questione nond i poco conto, della patria potestà infranta.
Sulla questione delle controversie vaccinali famigliari si era espresso il 29 luglio 2021 – il giorno dopo il monito di Mattarella – il Comitato Nazionale di Bioetica.
«Se la volontà del grande minore di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori, il Comitato ritiene che l’adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica».
In pratica, se il minore vuole vaccinarsi, va indirizzato verso il vaccino. Se il minore non vuole vaccinarsi, pure.
In pratica, se il minore vuole vaccinarsi, va indirizzato verso il vaccino. Se il minore non vuole vaccinarsi, pure
Questa è l’impressione che se ne ricava: la volontà del minore va rispettata solo se vuole la siringa. In caso contrario, non bisogna «conformarsi alla manifestazione di volontà di non vaccinarsi espressa» e procedere «senza subordinare la vaccinazione al suo consenso». Il tutto in nome delle «evidenze scientifiche a livello nazionale ed internazionale che hanno accertato l’assoluta efficacia e la sicurezza della vaccinazione» e del «dovere morale e civico» teorizzato dal Capo dello Stato.
E qui sta l’altro rilievo importante di questa sentenza.
«Sergio Mattarella entra nella leggenda giurisprudenziale. L’accorato monito estivo del presidente della Repubblica a favore della vaccinazione, “dovere morale e civico”, diventa suprema fonte legislativa» scrive La Verità.
È in effetti molto particolare che vengano citate le parole di Mattarella, che di fatto non costituiscono obbligo di legge, benché provengano da colui che è alla testa del CSM, organo di autogoverno della magistratura nazionale.
Sempre a Milano, tre mesi fa la IX sezione famiglia del Tribunale aveva autorizzato un padre divorziato a «provvedere in autonomia, senza il consenso della madre» riguardo ai vaccini per la figlia 11enne.
Sempre a Milano, tre mesi fa la IX sezione famiglia del Tribunale aveva autorizzato un padre divorziato a «provvedere in autonomia, senza il consenso della madre» riguardo ai vaccini per la figlia 11enne
Anche in quest’altro caso ad opporsi al vaccino per la prole era la madre che, secondo l’articolo che a suo tempo scrisse il Corriere della Sera, «il COVID sarebbe una influenza scarsamente letale, i vaccini sarebbero pericolosi ed efficaci solo all’1,1%, contrasterebbero addirittura con il codice di Norimberga per la sperimentazione medica su umani redatto nel 1947 nell’ambito del processo contro i crimini di guerra nazisti, e a raccomandarli non sarebbe la vera scienza ma solo una subcategoria “promossa dalla politica, dai media e dai multimiliardari che la controllano”, la stessa che gonfierebbe il numero dei morti e indebolirebbe il sistema immunitario imponendo la mascherina».
Come riportato da Renovatio 21, un documento un documento pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2014 descriveva in dettaglio la possibilità di procedere senza esplicito consenso dei genitori quando si tratta di vaccinare i bambini di età compresa tra 6 e 17 anni.
«Il diritto internazionale fornisce un forte sostegno ai diritti dei bambini di partecipare alle decisioni sulla loro salute e assistenza sanitaria, e anche nella pianificazione e fornitura di servizi sanitari rilevanti per loro e in base alla loro capacità in evoluzione» scriveva il documento OMS.
Il mondo pare dominato da un’unità grande forza di gravità sanitaria: il vaccino. Qualsiasi sia la sua età, la sua volontà, la posizione dei suoi genitori, è verso il vaccino che ogni istituzione vuole spingere il bambino
«In un numero crescente di Paesi, l’età del consenso per gli interventi medici è fissata al di sotto della maggiore età. Ciò consente agli adolescenti di fornire il consenso per interventi specifici».
Il «consenso implicito», scriveva il documento, è una situazione in cui «la presenza fisica del bambino o dell’adolescente, con o senza un genitore accompagnatore alla sessione di vaccinazione, è considerata implicare il consenso»..
Il mondo pare dominato da un’unità grande forza di gravità sanitaria: il vaccino. Qualsiasi sia la sua età, la sua volontà, la posizione dei suoi genitori, è verso il vaccino che ogni istituzione vuole spingere il bambino.
Immagine di marta.b via Flickr pubblicata su licenza Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0); immagine modificata
Vaccini
Il comitato consultivo del CDC vota per porre fine alla raccomandazione di vaccinare i neonati contro l’epatite B
Il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) ha deliberato per revocare la raccomandazione storica che imponeva la vaccinazione contro l’epatite B a tutti i neonati subito dopo la nascita. Questa decisione rappresenta un trionfo significativo per la campagna «Make America Healthy Again» promossa dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., mirata a una revisione del calendario vaccinale pediatrico, in un’epoca di crescenti interrogativi sull’impennata dei casi di autismo tra i bambini.
Con 8 voti a favore e 3 contrari, l’ACIP ha indicato che le madri risultate negative al test per l’epatite B possano concordare con il proprio pediatra «quando o se» somministrare il vaccino ai loro neonati. Le direttive per i piccoli nati da madri positive o con status ignoto al virus restano immutate.
Si prevedono ulteriori revisioni alla politica vaccinale nei mesi a venire, mentre il panel valuta l’intero protocollo di immunizzazioni infantili. Diversi oratori intervenuti all’assemblea, e almeno parte degli esperti consultati, sono noti per le loro riserve sul tema dei vaccini.
Kennedy si definisce «pro-sicurezza», non «anti-vaccini», ma i media mainstream – pesantemente influenzati dai contributi pubblicitari delle multinazionali farmaceutiche – hanno ritratto il titolare dell’HHS come un «anti-vaccinista». Tale immagine è lontana dalla realtà, come ha ribadito di recente lo stesso Kennedy: «Credo che i vaccini abbiano salvato milioni di vite e svolgano un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria».
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Il Ssegretario sta esaminando un potenziale nesso tra il vaccino e l’aumento dei disturbi autistici, evidenziando come il piano vaccinale per l’infanzia sia passato da poche somministrazioni a un ventaglio di decine di dosi.
Il vaccino contro l’epatite B ha provocato danni così estesi nella popolazione americana che nel 1999 ABC News gli dedicò un’inchiesta e il Congresso indisse un’audizione. Eppure, gli specialisti allineati alla narrazione ufficiale hanno negato l’esistenza di legami provati. È sufficiente rammentare che le contestazioni più accese alla riforma vaccinale di RFK Jr. proverranno dai media corporate e dai parlamentari, che dipendono in misura preponderante dai finanziamenti dell’industria farmaceutica.
L’Italia è stata il primo Paese europeo a rendere obbligatoria la vaccinazione per i nuovi nati e per gli adolescenti di 12 anni con la legge 27 maggio 1991, n. 165, entrata in vigore dal 1992.
I giornali riportano che la decisione fu presa dal ministero dove direttore generale e ministro della Sanità stesso ricevettero una tangente di 600 milioni di lire da GlaxoSmihKline, produttrice del vaccino Engerix B contro l’epatite B per i neonati.
In Italia l’obbligo è rimasto per i nati dal 1992 in poi (coorti 1981-2000 anche per la dose adolescenti) fino al 2017, quando la legge Lorenzin (119/2017) lo ha confermato estendendolo a 10 vaccinazioni. Oggi resta obbligatorio 0-15 anni.
Va ricordato che l’epatite B si trasmette per via sessuale o scambio di siringhe tra tossicodipendenti: perché, quindi, vaccinare un neonato per tale morbo?
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Vaccini
Uno studio minimizza il rischio di miocardite nei bambini a causa del vaccino COVID
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Il riassunto dell’articolo ometteva prove del rischio del vaccino
Il disegno dello studio è profondamente compromesso perché i 22 autori hanno costruito un modello complicato per evitare di effettuare un confronto diretto (solo vaccino contro solo malattia). E anche dopo aver falsificato i conti, anche dopo aver preso i dati di quasi 14 milioni di bambini e adolescenti sotto i 18 anni in Inghilterra, hanno ottenuto un risultato che è appena statisticamente significativo, con barre di errore sovrapposte per il rischio da COVID-19 e il rischio da vaccinazione. La situazione peggiora. I risultati, che favorivano marginalmente la vaccinazione, furono annunciati in un riassunto in cima al documento e annunciati alla stampa. Ma nascosta nell’appendice, pubblicata separatamente online, c’è una tabella che mostra una versione più pertinente del confronto. La versione riportata nel riassunto si riferisce a un periodo iniziale in cui il vaccino non era disponibile. L’appendice mostra dati comparabili per il periodo in cui il vaccino era disponibile, limitatamente alle fasce d’età per le quali il vaccino era offerto. Nell’appendice, il rischio di miocardite dovuto alla malattia è la metà di quello associato al vaccino. Ciò contraddice palesemente il riassunto e i titoli dell’articolo – e questa era una risposta alla versione ingannevole della domanda, non a quella più diretta a cui i ricercatori hanno scelto di non rispondere.Sostieni Renovatio 21
Gli autori dello studio hanno posto la domanda sbagliata
La domanda più pertinente è semplice: i bambini vaccinati hanno avuto un’incidenza di miocardite più alta rispetto ai bambini non vaccinati? È una domanda a cui è facile rispondere, dati i dati a cui questi autori (ma non il pubblico) avevano accesso. In pochi minuti, avrebbero potuto calcolare il tasso di miocardite tra i bambini vaccinati e non vaccinati. Tuttavia, se hanno fatto il calcolo, non ne hanno riportato i risultati. Immagino che abbiano fatto il calcolo, ma non gli sia piaciuto quello che hanno visto, quindi non l’abbiano incluso nell’articolo pubblicato. Come ho affermato sopra, credo che gli autori dello studio abbiano «posto la domanda sbagliata». Ciò che intendo dire è che l’articolo confronta il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dalla vaccinazione. Ma questa non è la domanda più rilevante. Perché? Poiché molte persone si sono vaccinate e poi hanno comunque contratto il COVID, sono state inutilmente esposte a entrambi i rischi. Al contrario, molti bambini che non hanno ricevuto il vaccino non hanno contratto il COVID. Oppure, la loro forma è così lieve che non se ne accorgono nemmeno. Questi bambini hanno evitato entrambi i rischi. Ecco perché confrontare il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dal vaccino COVID non è la questione pertinente. Non è una questione di «o l’uno o l’altro».Iscriviti al canale Telegram ![]()
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- Gli autori hanno posto una domanda complicata quando una semplice era più pertinente.
- Data questa domanda errata, non hanno effettuato l’analisi più diretta per rispondere.
- Ciononostante, hanno scoperto che il vaccino presentava un rischio di miocardite quasi doppio rispetto alla malattia. Questo risultato era riportato solo nella Tabella S16 dell’Appendice Supplementare, ma non era menzionato da nessuna parte nel corpo dell’articolo, né tantomeno nel riassunto in cima.
- E nonostante ciò hanno fatto annunci importanti al pubblico, sostenendo che il loro studio conferma che i bambini stanno meglio con il vaccino che senza.
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Vaccini
Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.
Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.
«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».
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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.
«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».
«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.
I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:
«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».
«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».
«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».
«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.
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