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Bioetica

Il tradimento dei bioetici

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All’inizio ci hanno sfottuto, canzonato, emarginato. «Renovatio 21 si occupa solo di vaccini» malignavano quelli del giro cattolico. «Siete ossessionati».

 

«I vaccini alla fine sono una nicchia di poco conto» ci disse una volta un politico di un partito di governo.

 

«Ma cosa c’entrano gli aborti, le eutanasie e i trapianti di organo con i vaccini?» era l’accusa che veniva dai No-Vax.

 

«Bioetica? e perché mai occuparsi di Bioetica, se il mondo lo decide la politica, la geopolitica, l’economia, gli eserciti, insomma le cose serie?» ci berciavano addosso.

La miseria della Bioetica risalta nella tenebra del nostro presente pandemico. Il tradimento dei bioetici è sotto gli occhi di tutti

 

«Ma perché non vi occupate di cose serie?» era quello che leggevi in faccia a certi quando cercavi di spiegargli che Renovatio 21 «si occupa della lotta alla Cultura della Morte»

 

Che dire, il COVID-19 ci ha vendicati. Grazie. Renovatio 21 ringrazia ufficialmente il SARS-nCoV-2 e tutta la famiglia dei Coronavirus.

 

Da ciò di cui noi ci siamo occupati per anni – con innumeri conferenze in tutta Italia, con la fatica di mettere in piedi centinaia di articoli per il sito, con l’immancabile tela fitta che sta dietro a quelle operazioni che davvero possono cambiare – ciò di cui noi ci siamo occupati da sempre ora dipende la libertà delle persone, in tutto il mondo. E financo la stabilità stessa di intere nazioni.

Dai vaccini ora possono passare collassi nazionali, guerre, rivolte: nella grande finzione della Geopolitica biologica che oggi attanaglia il mondo, avere il vaccino per un Paese potrebbe significare la possibilità di sottometterne un altro (chiamiamolo «imperialismo vaccinale»)

 

Dai vaccini ora possono passare collassi nazionali, guerre, rivolte: nella grande finzione della Geopolitica biologica che oggi attanaglia il mondo, avere il vaccino per un Paese potrebbe significare la possibilità di sottometterne un altro (chiamiamolo pure «imperialismo vaccinale»): non fare il vaccino potrà significare non prendere più il treno o l’aereo, perdere il lavoro, e, finalmente, vedersi portati via i figli.

 

Il primo vaccino per il Coronavirus disponibile con probabilità sarà fatto con cellule di aborto.

 

E se credete che la Bioetica non c’entri nulla con le morti negli ospedali COVID, dove si è infiltrata la teoria utilitaristica assassina secondo cui vanno premiati coloro che potranno godere di maggiore «qualità della vita» – beh non avete capito dove siamo finiti.

 

Si è infiltrata la teoria utilitaristica assassina secondo cui vanno premiati coloro che potranno godere di maggiore «qualità della vita»

Una Bioetica del Coronavirus è ciò che la politica dovrebbe formulare, e in alcuni casi pensa pure di fare, ma in realtà nessun politico ha la benché minima idea di quello che sta facendo, né tantomeno ha dei consiglieri che riescano a fargli capire cosa a livello morale sta succedendo.

 

Ma è ancora peggio di così: la discussione è totalmente azzerata. I giornali non offrono nemmeno più un boxino con l’esperto del Comitato Nazionale di Bioetica che spara la sua a fianco del boxino con il cardinale che dice più o meno il contrario, o più o meno la stessa cosa, ma con uso di vasella democristiana. Del resto, i grandi cambiamenti voluti da Bergoglio alla Pontificia Accademia per la Vita a questo servivano: a togliere i boxini dagli articoli di giornale, a disintegrare il grillo parlante bioetico dai giornali, e quindi definitivamente dalle operazioni del manovratore.

 

Ma non diamo la colpa solo ai pretazzi e al loro papa. Il tradimento riguarda tutti coloro che si occupano, magari «per lavoro» (cioè, perché «sempre meglio che lavorare»), di Bioetica.

Non diamo la colpa solo ai pretazzi e al loro papa. Il tradimento riguarda tutti coloro che si occupano, magari «per lavoro» (cioè, perché «sempre meglio che lavorare»), di Bioetica

 

Sono spariti, estinti, svaniti nel nulla – e nel momento in cui la loro disciplina ha finalmente rivelato la sua centralità assoluta. La società umana primariamente separa la vita dalla morte: e questo è il mandato della Bioetica, studiare le declinazioni di questo fondamento.

 

I bioetici, o i bioeticisti, invece si sono dati alla macchia. Sono spariti. Non un fischio dinanzi a nessuna delle enormità che stanno accadendo: stragi da triage, Codice di Norimberga bruciato, popolazione tutta sottomessa ad arresto più TSO.

 

I bioetici, sono spariti dinanzi a nessuna delle enormità che stanno accadendo: stragi da triage, Codice di Norimberga bruciato, popolazione tutta sottomessa ad arresto più TSO

Il filosofo francese Julien Benda nel 1927 pubblicò un libro sulle responsabilità degli intellettuali francesi e tedeschi che avevano abbandonato i loro ruoli per seguire le sirene della lotta di classe, del nazionalismo tanto in voga nei loro giorni. I risultati furono guerra e devastazioni, lager e gulag, e milioni di morti. Il libro si intitolava Il Tradimento dei chierici.

 

Adesso abbiamo invece Il Tradimento dei bioetici, con la differenza che questi non stanno ascoltando alcun canto della sirena, sono semplicemente scomparsi, sono scappati dentro la loro tana, magari al sicuro con il loro stipendio elargito da diplomifici istituzionali.

 

È osceno che la Bioetica abbia tradito, è osceno e pieno di conseguenze.

 

È imperdonabile che non si sia sentito nessuno nemmeno tentare di fare quelle domande che pone il Coronavirus, il suo massacro, la sua era.

È possibile che la società abbia accettato la stage da triage?

 

Se i soloni della Bioetica non lo vogliono fare, proviamo a farlo noi. Perché, da poveri cittadini che sentono l’esigenza di vedere il mondo e le sue catastrofi su di un piano morale,  ne sentiamo il bisogno impellente.

 

Noi domandiamo:

È possibile che non vi sia discussione etica intorno al vaccino forzato?

 

1) È accettabile che una logica di priorità di cura, per cui medici e infermieri tralasciano alcuni malati considerando inferiore la loro potenziale qualità della vita? È possibile che la società abbia accettato la stage da triage?

 

2) È accettabile l’obbligatorietà di cura, e per giunta con un determinato farmaco? È possibile che non vi sia discussione etica intorno al vaccino forzato?

È accettabile un farmaco che contiene pezzi di essere umano?

 

3) È accettabile un farmaco che contiene pezzi di essere umano? È accettabile una cura che deriva dalla violenza (e per chi crede) da un peccato enorme? È possibile che nemmeno da parte cattolica vi sia dibattito sulle linee cellulari da feto abortito con le quali sembrano fatti i primi prototipi di vaccino per Coronavirus?

È accettabile la repressione della libera circolazione della persona

 

4) È accettabile la repressione della libera circolazione della persona, cioè di una componente inalienabile della vita biologica? È possibile che non possa configurare un rischio perfino maggiore, per esempio proibendo la fuga da una catastrofe, fenomeno noto nella Bibbia nelle storie di Lot e Noè?

È accettabile che lo Stato decreti i termini del culto religioso?

 

5) È accettabile che lo Stato decreti i termini del culto religioso? È accettabile che lo spirituale sia piegato totalmente all’autorità temporale? Cosa ci dice del potere Stato, della libertà di culto, e del valore del culto stesso una situazione come quella vissuta dalla religione in questi giorni?

È accettabile la bioingegneria?

 

6) È accettabile la bioingegneria? È accettabile il DNA ricombinante? È accettabile la recente, precisissima tecnica di editing genetico CRISPR-CAS-9?

 

Perché, a differenza del disarmo nucleare, non c’è dibattito per la messa al bando delle armi biologiche?

7) È accettabile mantenere laboratori BSL-4 che in barba ai trattati internazionali continuano a studiare l’uso di virus e batteri come armi biologiche? Non configura per caso, come dice giustamente il miliardario Bill Gates, un rischio maggiore della bomba atomica? Perché, a differenza del disarmo nucleare, non c’è dibattito per la messa al bando delle armi biologiche?

 

8) È accettabile vivere in una società dove la scienza istituzionale e mediatica ha perso con evidenza ogni credibilità dinanzi a grande parte della popolazione? È possibile parlare ancora di progresso una volta realizzata la totale incertezza scientifica?

 

È possibile parlare ancora di progresso una volta realizzata la totale incertezza scientifica?

9) È accettabile ancora qualsiasi discorso sulla libertà di cura? È possibile parlarne ancora seriamente, quando le istituzioni spingono per l’obbligatorietà della cura e l’industrializzazione dei farmaci?

 

10) È accettabile un panorama politico, giornalistico, giudiziario dove non vi è più nessuna discussione sul ruolo e sui guadagni, sui possibili conflitti di interesse delle grandi farmaceutiche? È possibile che una industria farmaceutica pubblica non sia discussa a nessun livello?

Cos’è la libertà di cura quando si spinge per l’obbligatorietà e l’industrializzazione dei farmaci?

 

11) È accettabile che la sperimentazione si faccia ora direttamente sugli esseri umani senza passare per gli animali? È possibile che il Codice di Norimberga sia divenuto, con il giuramente di Ippocrate, lettera morta e sepolta?

 

È accettabile che la sperimentazione si faccia ora direttamente sugli esseri umani senza passare per gli animali?

12) È accettabile assistere impotenti ad una strage come quella delle case di riposo? È accettabile credere che vi sia una inconscia volontà concentrazionaria ed eutanatica nell’esistenza stessa delle RSA? È possibile mettere radicalmente in dubbio la liceità di luoghi simili?

 

13) È accettabile che una cura gratuita, solidale, etica come quella del plasma iperimmune venga attaccata da tutte le parti senza che nessuno, fra gli illustri bioeticisti, batta un colpo in difesa di un protocollo rivelatosi efficace ed immediato?

È accettabile assistere impotenti ad una strage come quella delle case di riposo?

 

14) È accettabile che non si cerchi con ogni forza di incrementare e spronare i pazienti convalescenti a donare il proprio plasma per salvare vite? 

 

Potremmo andare avanti ancora molto. Queste solo le prime domande che vengono alla mente se pensiamo alla catastrofe dell’ora presente e a quello che credevamo essere il compito della Bioetica.

 

È accettabile che una cura gratuita, solidale, etica come quella del plasma iperimmune non venga difesa?

E invece, nel silenzio assordante di Comitati, pensatori e specialisti, confermiamo quanto avesse ragione il presbitero e scrittore convertito Richard Neuhaus: la Bioetica è un «Permissions Office», un bonario Ufficio Permessi che appena ritarda burocraticamente l’inevitabile facendo finta di pensarci su.

 

«Nella maggior parte dei casi, la professione della Bioetica è l’Ufficio Permessi della scienza medica e biologica contemporanea» scriveva Neuhaus.

 

La Bioetica è un «Permissions Office», un bonario Ufficio Permessi che appena ritarda burocraticamente l’inevitabile facendo finta di pensarci su

«I bioetici sono autorizzati a rilasciare i permessi di autorizzazione, con la consapevolezza che, dopo una deliberazione dovuta e angosciata, il permesso non verrà negato. Solo il bioetico audace osa dire, e continua a dire, No. Come scopre rapidamente, la professione si lascia alle spalle le anime sensibili come la sua mentre la discussione passa alla prossima questione»

 

La miseria della Bioetica risalta nella tenebra del nostro presente pandemico. Il tradimento dei bioetici è sotto gli occhi di tutti.

 

Hanno rinunciato a distinguere il Bene dal Male, quindi hanno rinunciato a parlare al presente. Hanno rinunciato a difendere la Vita, hanno accettato la Cultura della Morte

Abbiamo, oggi, un motivo in più per non fidarci degli «specialisti», siano essi virologi televisivi o esperti bioeticisti.

 

Hanno rinunciato a distinguere il Bene dal Male, quindi hanno rinunciato a parlare al presente.

 

Hanno rinunciato a difendere la Vita, hanno accettato la Cultura della Morte.

 

Staranno in silenzio davanti al ritorno completo, massivo del sacrificio umano.

 

Staranno in silenzio davanti al ritorno completo, massivo del sacrificio umano. Noi no.

Noi no.

 

Roberto Dal Bosco

Cristiano Lugli

 

 

 

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Bioetica

Medici britannici lasciano morire il bambino prematuro perché pensano che la madre abbia mentito sulla sua età

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Un bambino prematuro nato a 22 settimane è morto dopo che i medici in Gran Bretagna si sono rifiutati di somministrargli un trattamento salvavita. Lo riporta LifeSite.

 

Mojeri Adeleye è nato prematuro alla 22ª settimana, dopo che la madre aveva subito la rottura prematura delle membrane. Durante l’emergenza, la mamma e il bambino sono stati trasferiti in un altro ospedale, dove la data di gestazione è stata scritta in modo errato, etichettando Mojeri come se avesse meno di 22 settimane di gestazione.

 

Le linee guida raccomandano l’assistenza medica solo per i neonati prematuri nati dopo la 22a settimana di gestazione. Sebbene la madre di Mojeri avesse informato il personale medico dell’errore, questi non le hanno creduto e hanno lasciato che il bambino morisse.

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Secondo il rapporto del medico legale, la madre di Mojeri era stata visitata per gran parte della gravidanza presso l’ospedale locale ma a seguito di complicazioni, la donna è stata trasferita in un altro ospedale.

 

Tuttavia, è stato commesso un errore nelle note di riferimento e la madre di Mojeri è stata registrata come a meno di 22 settimane di gestazione. Le linee guida nazionali raccomandano che il trattamento salvavita venga fornito solo ai prematuri nati a 22 settimane di gestazione o dopo, e sebbene la madre di Mojeri abbia ripetutamente cercato di comunicare al personale la corretta età gestazionale, non le hanno creduto.

 

Quando la madre è entrata in travaglio, il personale si è rifiutato di fornire a Mojeri qualsiasi assistenza salvavita. Era, infatti, da poco più di 22 settimane di gestazione, come aveva insistito la madre. Poiché i medici non hanno fatto nulla, Mojeri è morto.

 

Il medico legale ha scritto nel rapporto: «Nel corso dell’inchiesta, le prove hanno rivelato elementi che destano preoccupazione. A mio parere, sussiste il rischio che si verifichino decessi in futuro, se non si interviene».

 

«Date le circostanze, è mio dovere legale riferirvi. Le questioni di interesse sono le seguenti: La mancanza di considerazione nei confronti della conoscenza da parte della madre di Mojeri della propria gravidanza e della data prevista del parto per Mojeri; La mancanza di discussione con i genitori di Mojeri sulle possibili misure da adottare in caso di parto prematuro prima della 22ª settimana».

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Le linee guida della British Association of Perinatal Medicine (BAPM) del 2019 raccomandavano che, se i bambini nascevano vivi a 22 settimane, venissero fornite cure «focalizzate sulla sopravvivenza»; in precedenza, le linee guida affermavano che i bambini nati prima delle 23 settimane non dovevano essere rianimati.

 

Dopo l’attuazione di queste linee guida, il numero di bambini prematuri sopravvissuti alla 22ª settimana è triplicato. Prima di allora, i bambini prematuri considerati «troppo piccoli» venivano semplicemente lasciati morire.

 

Si stima che il 60-70% dei neonati possa sopravvivere alla nascita prematura a 24 settimane di gestazione. Tuttavia, fino al 71% dei neonati prematuri, anche quelli nati prima delle 24 settimane, può sopravvivere se riceve cure attive anziché solo cure palliative. E sempre più spesso, i bambini sopravvivono anche a 21 settimane, scrive Lifesite, che ricorda: «non tutti i bambini sopravvivranno alla prematurità estrema, ma meritano almeno di avere una possibilità».

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L’amministrazione Trump condanna la «persecuzione della preghiera silenziosa» fuori dagli abortifici britannici

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Il Dipartimento di Stato americano sta mettendo in guardia Londra per aver violato la libertà di parola dei cittadini inglesi pro-life, definendolo un affronto ai «valori condivisi» tra le due nazioni.   Il Telegraph ha riferito che il Dipartimento di Stato ha rilasciato una dichiarazione accusando uno dei suoi più stretti alleati geopolitici di «violazione palese del diritto fondamentale alla libertà di parola», citando specificamente «molti casi di buffer zone [zona cuscinetto, ndr] nel Regno Unito, nonché altri atti di censura in tutta Europa».   «La persecuzione della preghiera silenziosa da parte del Regno Unito rappresenta non solo una grave violazione del diritto fondamentale alla libertà di parola e alla libertà religiosa, ma anche un preoccupante allontanamento dai valori condivisi che dovrebbero fondare le relazioni tra Stati Uniti e Regno Unito», ha affermato un portavoce. «È di buon senso che restare in silenzio e offrire una conversazione consensuale non costituisca un danno».   Il rimprovero si riferisce all’istituzione nel Regno Unito di zone «bolla» o «cuscinetto» attorno alle strutture per l’aborto, apparentemente per proteggere le persone che vi entrano o ne escono da «molestie, abusi e intimidazioni». In pratica, tuttavia, hanno portato a multe salate contro attivisti pro-life pacifici.

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All’inizio di quest’anno, la scienziata in pensione Livia Tossici-Bolt è stata dichiarata colpevole e condannata a pagare 20.000 sterline (23.200 euro) per aver esposto un cartello con la scritta «qui per parlare, se vuoi» a 150 metri dal centro aborti BPAS di Bournemouth, riporta LifeSiteNews. Rose Docherty, una nonna scozzese di 75 anni, è stata arrestata in circostanze simili, ma le accuse sono state ritirate tra le proteste internazionali.   Un portavoce del governo britannico ha risposto con una breve dichiarazione: «la libertà di parola è fondamentale per la democrazia, anche qui nel Regno Unito, e siamo orgogliosi di sostenere le libertà garantendo al contempo la sicurezza dei cittadini».   A maggio, l’amministrazione Trump ha inviato una delegazione del Dipartimento di Stato in Inghilterra per indagare sulla situazione della libertà di parola, incontrando anche Tossici-Bolt, Docherty e altre vittime simili, e per riferire sulle loro conclusioni per «affermare l’importanza della libertà di espressione nel Regno Unito e in tutta Europa».   Resta da vedere come ciascuna delle due nazioni darà seguito allo scambio. Le relazioni tra gli Stati Uniti e le nazioni europee, incluso il Regno Unito, sono attualmente tese su più fronti, tra cui la campagna del presidente Donald Trump per la revisione degli accordi commerciali internazionali e la difficoltà delle nazioni occidentali a concordare una strategia unitaria in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, nel suo storico intervento di accusa alla decadenza tirannica europea dato alla Conferenze di Sicurezza di Monaco 6 mesi fa, il vicepresidente statunitense JD Vance aveva definito «follie» gli arresti dei pro-life britannici che pregavano in silenzio.   La psicopolizia britannica è arrivata a condannare per aver pregato con il pensiero almeno due persone: il veterano dell’esercito britannico Adam Smith-Connor, 51 anni, che ha ottenuto la scarcerazione condizionale per due anni (vale a dire che è in libertà vigilata per due anni) e gli è stato ordinato di pagare le spese legali pari a 9 mila sterline (circa 10 mila euro) dal giudice distrettuale presso il tribunale di Poole, nel Dorset: lo Smith-Connor era stato arrestato nei pressi dell’attività di aborto di Bournemouth del British Pregnancy Advisory il 14 novembre 2022, dopo aver pregato in silenzio per suo figlio Jacob, abortito 22 anni fa; Isabel Vaughan-Spruce, un’altra cittadina britannica che è stata arrestata per preghiera silenziosa, che ha ricevuto due mesi fa 13 mila sterline (circa 15 mila euro) di danni e delle scuse dalla polizia.

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Bioetica

L’aborto ha spazzato via il 28% della generazione Z. E molto, molto di più

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Statistiche ampiamente condivise in rete questa settimana riportano che circa il 28% della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) negli USA è stata abortita nel grembo materno. Lo scrive LifeSite.

 

Secondo le stime del Guttmacher Institute (il braccio di ricerca e sviluppo del grande abortificio multinazionale Planned Parenthood) sul numero di aborti eseguiti ogni anno negli Stati Uniti dal 1997 al 2011, gli anni di nascita della Generazione Z, circa 19,5 milioni di esseri umani concepiti in quella generazione, sono stati soppressi attraverso l’aborto. Attualmente si stima che negli Stati Uniti ci siano 69,3 milioni di membri della Generazione Z.

 

I dati più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano che il tasso di aborti tra i bambini della Generazione Z negli Stati Uniti corrisponde quasi alla percentuale stimata di bambini non ancora nati uccisi dall’aborto in tutto il mondo: il 29%, ovvero tre gravidanze su 10.

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Le statistiche di Inghilterra e Galles mostrano tassi di aborto molto simili. «la percentuale di concepimenti che hanno portato all’aborto è stata del 29,7%; si tratta di un aumento rispetto al 26,5% del 2021 e della percentuale più alta mai registrata», ha rilevato un rapporto dell’Office of National Statistics (ONS) basato sui dati del 2022.

 

Ricordiamo anche che queste statistiche risultano calcolabili pure per realtà apparentemente distanti come il Giappone, con dati nel periodo post-bellico che indicavano l’aborto di circa un terzo dei concepiti, con casi allucinanti di infanticidi – che oggi la Finestra di Overton vuole che chiamiamo «aborti post-natali» – come quello di Miyuki Ishikawa, detta «Oni-sanba», ostetrica che avrebbe ucciso almeno 86 bambini (qualcuno parla di una cifra doppia) affidatile negli anni dell’immediato dopoguerra.

 

Non si tratta di numeri sconosciuti anche all’Italia, dove per anni le nascite sono state attorno alla cifra di 500 mila, con le interruzioni di gravidanza sopra i 100.000, con un calo sensibile nell’ultimo decennio, in linea tuttavia con il calo delle nascite, specie dopo la pandemia.

 

Anche in Italia, dunque, abbiamo avuto una percentuale di generazioni spazzate via sopra il 20%, in pratica una piccola guerra condotta contro il Paese stesso, ma legalizzata e pagata dal contribuente – o una serie di bombe atomiche, i cui effetti si misurano in megadeath («megamorte», un milione di individui sterminati).

 

Come scritto anni fa da Renovatio 21, negli anni l’Italia dell’aborto ha subito una devastazione umana molto superiore a quella di Hiroshima e Nagasaki, con almeno 6-7 megadeath di danno alla popolazione. E parliamo solo delle cifre ufficiali, che non includono gli embrioni distrutti dalle provette, che sono già in numero maggiore di quelli trucidati dall’interruzione volontaria di gravidanza.

 

Se non volete pensarlo in percentuale, pensatelo così: 6 milioni di persone uccise, sono perfettamente pensabili come un attacco atomico che cancella tutto il Triveneto, o la Sicilia e la Calabria assieme, o l’Emilia-Romagna con l’Umbria e le Marche, o tutto il Lazio e zone limitrofe, o due terzi della Lombardia.

 

Come avevamo scritto oramai più di 10 anni fa: «Per quanto possa sembrare allucinante, dobbiamo guardare in faccia la realtà: l’Italia è una rovina post-atomica. E neppure lo sa».

 

Le cifre divenute virali questa settimana non includono mai – perché è un calcolo che i pro-life, specie italiani, non hanno l’intelligenza di fare – quello che qualcuno chiama il ghost number. Proviamo a pensare le cifre americane: e 6.392.900 femmine abortite tra il 1973 e il 1982 avrebbero oggi 25-40 anni, e quindi con alta probabilità almeno un figlio di media (chi due, chi cinque, chi zero). Otteniamo così la cifra di 54.853.850 persone spazzate via dall’anagrafe, sottratte alla società.

 

Un danno di quasi 55 megadeath: come se il temuto showdown nucleare con la Russia, fosse avvenuto – e senza che i sovietici sparassero un solo colpo. Basandosi sulle attuali statistiche demografiche americane, è possibile calcolare che tra questi 55 milioni vi potrebbero essere stati 7 giudici della Corte Suprema, 31 premi Nobel, 6000 atleti professionisti, 11.010 suore, 1.102.403 insegnanti, 553.821 camionisti, 224.518 camerieri, 336.939 spazzini, 134.028 contadini, 109.984 poliziotti, 39.447 pompieri, 17.221 barbieri.

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Soprattutto, e questo deve essere meditato profondamente dalle femministe, in questo immane turbine di morte sono state disintegrate 27.426.925 donne. Le quali sono, senza dubbio alcuno, il bene più prezioso che esista sulla Terra: ogni cellula uovo che la donna ovulerà in tutta la sua vita, è già formata dal feto a poche settimane dal concepimento. La prima cellula del nostro corpo – l’ovocita – già esisteva dentro nostra madre quando era un feto, venti, trenta, quaranta anni prima che venissimo alla luce. Un’autentica, insondabile meraviglia: la vita contenuta dentro la vita.

 

L’aborto interrompe questa catena superiore. Come diceva un detto ebraico: chi uccide un uomo uccide l’umanità; ammazzi qualcuno e rovini per sempre le generazioni che seguiranno. Peggio di un fallout radioattivo, l’aborto reca un danno aberrante, che si accumula distruggendo il futuro – i figli, i figli dei nostri figli – su una scala che non possiamo immaginare.

 

Chi non crede a queste romanticherie scientifiche e umanistiche, pensi ai soldi: i 55 megadeath causati dall’aborto in USA rappresentano 55 milioni di lavoratori e consumatori americani che non pagano le tasse e non partecipano al mercato nazionale. Dal PIL, è possibile calcolare che l’aborto abbia causato all’economia americana un danno di 37 trilioni e 600 miliardi di dollari.

 

L’abisso di cui stiamo parlando non vi è stata ancora nessuna rappresentazione adeguata alla sua immensità apocalittica. Né la polemologia (la disciplina che nel Novecento si è dedicata allo studio della guerra), né la psicologia, né la sociologia, né la filosofia paiono comprendere questo Inferno per intero.

 

No, non è solo un terzo della Generazione Z ad essere stato cancellato dall’aborto. È molto, molto di più.

 

Roberto Dal Bosco

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