Politica
Il team legale di Trump presenterà le frodi alle udienze pubbliche in Pennsylvania, Michigan, Arizona
A Gettysburg, in Pennsylvania, oggi, il team legale della campagna Trump, guidato dall’avvocato del presidente Rudy Giuliani, ha partecipato alla prima delle tre udienze pubbliche, che si terranno in Pennsylvania, Arizona e Michigan, in cui presenterà prove dettagliate della frode elettorale commesso in quegli stati contro il presidente Donald Trump.
Le audizioni sono organizzate dai membri repubblicani delle legislature di questi tre stati.
Il presidente Donald Trump avrebbe dovuto parlare di persona all’udienza a Gettysburg, ma ha dovuto annullare quando Giuliani è stato esposto a un consigliere Trump risultato positivo al COVID
La commissione di maggioranza del Senato della Pennsylvania ha supervisionato l’udienza di oggi. L’udienza dell’Arizona si terrà il 30 novembre e quella del Michigan il 1 dicembre.
Il presidente Donald Trump avrebbe dovuto parlare di persona all’udienza a Gettysburg, ma ha dovuto annullare quando Giuliani è stato esposto a un consigliere Trump risultato positivo al COVID.
Il presidente Trump ha rilasciato le sue osservazioni per telefono, tuttavia, chiarendo che non ha intenzione di ammettere o rinunciare alla lotta, provocando parossismi di isteria tra i media mainstream.
Il presidente Trump ha rilasciato le sue osservazioni per telefono, chiarendo che non ha intenzione di ammettere o rinunciare alla lotta, provocando parossismi di isteria tra i media mainstream.
Giuliani ha annunciato che ci saranno testimoni, video, immagini e altre prove di illegalità commesse durante le elezioni del 3 novembre. Ogni senatore rilascerà una dichiarazione di apertura di cinque minuti, seguita dalla testimonianza di testimoni che hanno depositato dichiarazioni giurate per presunta frode al voto.
Nelle sue osservazioni di apertura, ha ricordato che 157 anni fa, Gettysburg fu il luogo di una sanguinosa battaglia di tre giorni tra le forze dell’Unione e quelle confederate, in cui il «destino del Paese era in bilico». I valori che sono stati determinati da quella battaglia sono in gioco in queste elezioni, ha detto. Se la frode è consentita, allora «abbiamo perso la nostra democrazia rappresentativa». Ha anche criticato la censura dei media senza precedenti a cui sono stati sottoposti Trump e la campagna.
«Abbiamo quasi perso la nostra libertà di parola», ha detto il Presidente.
Se la frode è consentita, allora «abbiamo perso la nostra democrazia rappresentativa»
Giuliani ha sottolineato lo stesso modello di frodi e irregolarità compiute in tutti e sei gli stati di oscillazione, in gran parte attraverso votazioni per corrispondenza e la repressione degli osservatori repubblicani.
È interessante notare che mentre la Pennsylvania ieri ha ufficialmente certificato i risultati delle elezioni statali a favore di Joe Biden, oggi il giudice Patricia McCullough della Corte del Commonwealth della Pennsylvania ha emesso un’ingiunzione per impedire allo Stato di continuare a lavorare sulla certificazione fino a venerdì 27 novembre, quando potrà ascoltare le prove su un caso presentato dal rappresentante degli Stati Uniti Mike Kelly e dal candidato al Congresso Sean Parnell sulla costituzionalità delle votazioni per corrispondenza.
«Abbiamo quasi perso la nostra libertà di parola», ha detto il Presidente.
Sebbene abbia sostenuto che l’ingiunzione non influenzerà la nomina degli elettori di ieri, il procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro ha detto che farà ricorso immediatamente all’ingiunzione del giudice alla Corte Suprema dello stato, ha riferito oggi il Pittsburgh Post-Gazette.
Diversi esperti legali che osservano la strategia della campagna Trump notano che il suo team legale presenta sistematicamente casi legali davanti ai tribunali, con l’obiettivo finale di andare alla Corte Suprema.
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».
All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.
La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.
Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».
Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.
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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.
La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.
Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.
Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.
Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.
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Immagine di Mélanie Praquin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
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Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.
I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.
Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.
Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin |
🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».
«La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».
A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.
«Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.
Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.
Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.
Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.
Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.
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Immagine da Twitter
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