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Ambiente
Il riscaldamento climatico e lo scontro tra Occidente e il resto del mondo
Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La teoria della causa antropica del riscaldamento climatico presto sarà al centro dello scontro tra Occidente e Russia. Nessuno contesta che alcune zone del mondo si riscaldino, ma al momento non c’è spiegazione alternativa del fenomeno. Alla COP-28 di Dubai ne verrà illustrata una, guarda caso dai membri dell’Accademia delle Scienze di Russia.
La teoria secondo cui il riscaldamento climatico può essere osservato nell’insieme del pianeta e sarebbe provocato dall’attività umana è stata divulgata dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (GIEC), una commissione delle Nazioni Unite.
Non sono competente in materia e non mi permetto di giudicare la veridicità di questa teoria, però sono esperto di politica internazionale, quindi in grado di valutare l’operato della commissione delle Nazioni Unite.
Una decina di anni fa scrissi che, come dice la denominazione, il GIEC non è affatto un’accademia di eruditi, ma un gruppo intergovernativo (1). Le sue conclusioni non sono perciò frutto di ricerca scientifica, ma di dibattito politico.
Il GIEC fu istituito per iniziativa del primo ministro britannico Margareth Thatcher, che aveva bisogno di sostegno alla sua battaglia contro il sindacato dei minatori. Le conclusioni del GIEC non furono quindi una sorpresa: il carbone è dannoso per l’ambiente, il nucleare è invece auspicabile. Non un teorema scientifico, ma una presa di posizione politica.
Nella stessa inchiesta feci anche notare che i diritti di emissione di gas a effetto serra non furono un’iniziativa intergovernativa, ma nacquero da un’idea della Joyce Foundation, messa in atto da Climate Exchange Ltd. (2). Ogni Stato redige la propria legislazione e riceve un determinato quantitativo di diritti di emissione, che ripartisce tra le imprese. Le aziende che li sfruttano parzialmente possono vendere quelli non utilizzati alla Borsa per il Clima di Chicago [Chicago Climate Exchange].
Lo statuto della Chicago Climate Exchange venne redatto da un giurista della Joyce Foundation, all’epoca sconosciuto: un certo Barack Obama, futuro presidente degli Stati Uniti. L’appello agli investitori per il lancio della Borsa fu organizzato da Al Gore, futuro vicepresidente degli Stati Uniti, e da David Blood, ex direttore della banca Goldman Sachs. Possiamo giudicare queste persone militanti ecologisti in buona fede o truffatori di alto bordo, è questione di punti di vista.
Con il tempo questo strumento politico si è ammantato di veste scientifica e buone intenzioni, sicché è arduo discuterne le affermazioni. Esiste tuttavia una teoria scientifica alternativa che spiega il riscaldamento climatico, enunciata dal geofisico Milutin Milankovic nel periodo tra le due guerre mondiali.
L’orbita della Terra varia secondo tre cicli naturali: l’eccentricità, l’obliquità e la precessione degli equinozi. Ogni variazione segue un ciclo che dura da 20 mila a 100 mila anni, assolutamente calcolabile. Queste tre variazioni combinate influiscono sull’insolazione della Terra, quindi sul suo clima. La teoria fu confermata nel 1976 dall’analisi dei carotaggi glaciali eseguiti durante la trivellazione di Vostok (Antartico). Però non spiega tutto.
L’Accademia delle Scienze di Russia ha recentemente enunciato una terza teoria, anch’essa basata sullo studio della natura: «la principale causa delle catastrofi climatiche locali è l’emissione crescente d’idrogeno naturale, causata dalle forze gravitazionali alternate della luna e del sole, che provocano buchi nello strato di ozono. Il conseguente rialzo delle temperature e la mescolanza di ozono e idrogeno sono le principali cause degli incendi di foreste e steppe» (3).
Dunque l’Accademia delle Scienze russa non solo mette in discussione il dogma del GIEC, contesta anche gli strumenti finalizzati a ridurre i buchi nello strato di ozono: la Convenzione di Vienna e il Protocollo di Montreal, «la cui attuazione ha distrutto intere aziende del settore chimico senza minimamente intaccare l’estensione dei buchi d’ozono, che continuano ad aumentare».
La teoria dell’Accademia delle Scienze russa si fonda anche sul principio che il riscaldamento climatico è un fenomeno non omogeneo, ossia diverso secondo le regioni del mondo. È stato infatti rilevato che, diversamente da uno stereotipo largamente diffuso, la temperatura dell’oceano Pacifico si abbassa. (4)
I risultati delle ricerche dell’Accademia delle scienze russa saranno presentati alla COP-28, che si terrà a Dubai tra fine novembre e inizio dicembre prossimi.
È già in corso una battaglia politica per mettere a tacere gli scienziati russi, imperniata sulla nomina del presidente, figura che potrà concedere oppure no facoltà di parola, dunque d’imbavagliare gl’importuni. La nomina spetta al sovrano degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed, che ha designato il ministro dell’Industria, Sultan al-Jaber.
Parlamentari statunitensi ed europei hanno immediatamente scritto al segretario delle Nazioni Unite, António Guterres, chiedendogli di opporsi alla scelta. Come sempre accade, la motivazione addotta non ha alcun rapporto con il vero scopo. Obiettano infatti che, essendo Sultan al-Jaber oltre che ministro anche presidente dell’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), non sarebbe giudice super partes; raccomandano quindi la designazione di un lobbysta delle energie non-fossili. Anch’egli non super partes, però schierato dalla parte giusta, la loro.
Se agli scienziati russi sarà consentito presentare alla COP-28 i loro studi è probabile che l’assemblea si spaccherà. Non già in base a criteri scientifici, ma politici: quelli che stanno dalla parte degli anglosassoni contro quelli che stanno dalla parte della Russia, cioè con il resto del mondo.
Indubbiamente il dogma del GIEC non tarderà a diventare il chiodo fisso degli Occidentali e lo zimbello del resto del mondo.
Thierry Meyssan
NOTE
1) Il pretesto climatico 2/3: «L’ecologia di mercato (1982-1996)», di Thierry Meyssan, Оdnako (Russia) , Rete Voltaire, 28 maggio 2010.
2) Il pretesto climatico 3/3: «L’ecologia finanziaria (1997-2010)», di Thierry Meyssan, Оdnako (Russia), Rete Voltaire, 6 giugno 2010.
3) Fonte: Comunicato del presidente dell’Accademia delle Scienze di Russia.
4) Systematic Climate Model Biases in the Large-Scale Patterns of Recent Sea-Surface Temperature and Sea-Level Pressure Change, Robert C. J. Wills, Yue Dong, Cristian Proistosecu, Kyle C. Armour & David S. Battisti, Geophysical Research Letters, DOI : 10.1029/2022GL100011.
Fonte: «Il riscaldamento climatico e lo scontro tra Occidente e il resto del mondo», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 6 giugno 2023.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine di Palácio do Planalto via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato al social X una riflessione su Chiesa e cambiamento climatico.
«Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli della Santa Sede vi sia una qualche buona intenzione.
«Ma non vi è alcuna emergenza climatica: gli allarmi dei globalisti sono pretestuosi – come sappiamo dalle ammissioni degli stessi fautori di questa frode – e servono a creare un pretesto per legittimare politiche di dissoluzione del tessuto sociale e di distruzione dell’economia delle Nazioni, volte a consentire il controllo della popolazione mondiale» dichiara Sua Eccellenza.
«Per questo motivo gli appelli di Prevost costituiscono una forma di scandalosa complicità con gli artefici del golpe globalista, perché ratificano una menzogna colossale, invece di denunciare il loro crimine contro Dio e contro l’umanità».
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
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«E nel frattempo migliaia di piccole imprese e milioni di famiglie si trovano condotte al fallimento o distrutte, a tutto vantaggio delle multinazionali facenti capo a BlackRock, Vanguard, StateStreet… La menzogna è il marchio distintivo di tutto ciò che fa e dice l’élite globalista».
«Prevost si pone come profeta del globalismo massonico e prosegue la linea di totale asservimento tracciata dal predecessore Bergoglio. La Chiesa di Roma è divenuta ostaggio dei suoi nemici e le viene lasciata libertà solo nella misura in cui essa ratifica i crimini e le menzogne del globalismo: transizione green, sostituzione etnica, politiche vaccinali, parità di genere, agenda LGBTQ+».
Negli scorsi anni monsignor Viganò ha attaccato con veemenza la «frode climatica, religiosa, pastorale» di Bergoglio, accusando l’«ideologia ambientalista e neomalthusiano del Vaticano», scagliandosi contro il green deal il cui programma è «decimare la popolazione, rendere schiavi i superstiti».
Nelle scorse settimane il prelato lombardo aveva dichiarato che «Leone ambisce al ruolo di presidente del Pantheon ecumenico della Nuova Religione Glonale di matrice massonica».
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Ambiente
Gli Emirati continuano con la geoingegneria
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Ambiente
L’EPA dà il via libera al primo pesticida PFAS nonostante gli avvertimenti sui rischi duraturi per la salute
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
L’EPA ha approvato il ciclobutrifluram, il primo pesticida «forevere chemical» autorizzato dall’amministrazione Trump, per l’uso su campi da golf, prati e colture. La decisione è arrivata durante uno storico blocco delle attività governative, nonostante gli scienziati avessero avvertito che il pesticida avrebbe potuto causare una contaminazione duratura delle acque e danni ambientali globali.
L’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) ha approvato ieri il pesticida altamente persistente ciclobutrifluram per campi da golf, prati, cotone, soia e lattuga. Il pesticida è una «sostanza chimica eterna» — appartenente a un gruppo chiamato PFAS, ovvero sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche.
Si tratta della prima approvazione definitiva di un pesticida PFAS sotto la presidenza di Donald Trump. Arriva solo due giorni dopo che l’agenzia ha presentato la sua quinta proposta di approvazione per un pesticida PFAS da quando Trump è entrato in carica.
L’approvazione odierna arriva nel contesto della più lunga chiusura del governo federale della storia, durante la quale le persone soffrono la fame perché i benefici dei buoni pasto sono stati ritardati.
Centinaia di migliaia di dipendenti federali non ricevono lo stipendio e milioni di persone subiscono interruzioni nella vita quotidiana, dai viaggi aerei all’ottenimento di mutui per la casa.
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«Nella stessa settimana in cui milioni di persone hanno perso l’accesso al cibo, vediamo che l’ufficio pesticidi dell’EPA ha tutte le risorse necessarie per continuare ad approvare automaticamente nuovi pesticidi pericolosi», ha affermato Nathan Donley, direttore delle scienze della salute ambientale presso il Center for Biological Diversity.
«I compari dell’industria chimica di Trump presso l’ EPA stanno diffondendo una nuova sostanza chimica eterna per proteggere i campi da golf e avvelenare il nostro Paese, violando palesemente la promessa del presidente di rendere l’America di nuovo sana».
È noto che il ciclobutrifluram si scompone in una sostanza chimica più piccola e permanente chiamata acido trifluoroacetico, o TFA, che è ritenuto uno dei contaminanti PFAS dell’acqua più diffusi al mondo.
I TFA provengono da molte fonti, ma recenti ricerche hanno evidenziato il ruolo significativo svolto dai pesticidi nella contaminazione dell’acqua.
I ricercatori ritengono che il mondo stia superando quella che è nota come una «minaccia al limite planetario» con la TFA, dove i danni alla salute della società potrebbero rapidamente diventare irreversibili.
Nel 2024, un rapporto dei ricercatori del Center for Biological Diversity, dell’Environmental Working Group e dei Public Employees for Environmental Responsibility ha rilevato che negli Stati Uniti vengono sempre più spesso aggiunte sostanze chimiche ai prodotti pesticidi, contaminando i corsi d’acqua e rappresentando potenziali minacce per la salute umana.
Sebbene alcuni PFAS differiscano per tossicità, potenziale di bioaccumulo e potenziale di inquinamento delle acque, tutti i PFAS sono altamente persistenti e presentano legami chimici che sostanzialmente non si decompongono mai. È stato riscontrato che gli ingredienti dei PFAS presenti nei prodotti pesticidi contaminano corsi d’acqua e fiumi in tutto il Paese.
Il ciclobutrifluram è incredibilmente persistente, con un’emivita fino a tre anni nel suolo e nell’acqua. L’emivita è il tempo impiegato da metà della sostanza spruzzata nell’ambiente per decomporsi.
«Metà di ciò che viene spruzzato nell’ambiente oggi sarà ancora presente quando eleggeremo il nostro prossimo presidente», ha affermato Donley. «Gli ingredienti necessari per far ammalare e mantenere l’America malata per generazioni vengono approvati proprio ora da un’amministrazione che afferma falsamente di avere a cuore la nostra salute».
In linea con il mandato del recente rapporto strategico della Commissione Make America Healthy Again, catturato dall’industria dei pesticidi, l’ EPA ha creato questa settimana una nuova pagina web per cercare di rassicurare il pubblico sulle sue «solide procedure di revisione» quando si approva un pesticida, anche uno che è un PFAS.
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Il sito web cerca di seminare dubbi su quali sostanze chimiche siano classificabili come PFAS, sebbene non vi siano ricerche scientifiche ampiamente accettate a sostegno di tali dubbi.
Sotto l’amministrazione Trump, l’ufficio pesticidi è controllato da due ex lobbisti dell’American Chemistry Council, Nancy Beck e Lynn Dekleva, e da un ex lobbista dell’American Soybean Association, pro-pesticidi, Kyle Kunkler.
Gli altri pesticidi PFAS che l’EPA ha proposto di approvare da quando Trump è entrato in carica sono l’epirifenacil, la trifludimoxazina, l’isocicloseram e il diflufenican.
Pubblicato originariamente dal Center for Biological Diversity.
© 6 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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