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Il rapper afroamericano Kanye West torna a dichiararsi nazista: portatelo subito a Sanremo!

Il musicista e stilista statunitense Kanye West, si è trovato la scorsa settimana al centro di un nuovo grande scandalo, dopo aver pubblicato decine di post ritenuti offensivi su X.
In una serie di post in maiuscolo, poi cancellati, il rapper si è dichiarato «nazista» e ha professato il suo «amore» per Adolfo Hitler, insistendo sul fatto che «gli stereotipi razzisti esistono per una ragione e sono tutti veri». I post considerati offensivi erano in gran parte rivolti alla comunità ebraica e conterrebbero varie affermazioni definite dagli osservatori come antisemite.
«Alcuni dei miei migliori amici sono ebrei e non mi fido di nessuno di loro», ha rivelato il West in uno dei post. Il rapper ha anche promesso di acquistare «due Maybach domani» e «di far leggere tutti questi tweet alla persona ebrea che me le sta vendendo».
«E scommetto che mi vedi mentre guido le Maybach», ha aggiunto. La Maybach è un modello di automobile tedesco particolarmente costoso, soprannominato da alcuni come «la Mercedes dei ricchi».
Il rapper ha anche affermato che «tutti i bianchi sono razzisti», sostenendo che «gli ebrei in realtà odiano i bianchi e usano i neri». Kanye, che per qualche ragione ha cercato di convincere la popolazione mondiale a chiamarlo «Ye», è sembrato anche sostenere le sue precedenti osservazioni odiose, affermando che non si sarebbe mai scusato per loro e suggerendo che gli ebrei avrebbero dovuto scusarsi con lui.
«Non mi scuso mai per i miei commenti sugli ebrei. Posso dire qualsiasi cazzo di cosa mi pare per sempre. Dove sono le mie fottute scuse per aver congelato i miei account», ha affermato.
Il West ha anche fatto una specie di saluto al proprietario di X, Elon Musk, sostenendo che ogni post da lui prodotto «promuove la piattaforma di Elon», facendo riferimento a una controversia legata all’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, quando il miliardario ha fatto dei gesti discutibili percepiti da alcuni come un saluto nazista. Musk ha liquidato tali accuse come «sporchi trucchi» e «pura propaganda».
«Elon mi ha rubato la mia mossa nazista all’inaugurazione», ha quindi scritto oscuramente il rapper.
Lo sfogo ha scatenato una tempesta di critiche da parte di vari gruppi per i diritti umani e organizzazioni ebraiche che hanno condannato il musicista per il suo antisemitismo. «Ancora una volta, Kanye West ha vomitato un vile antisemitismo, glorificando Hitler e diffondendo propaganda nazista sulle sue piattaforme di social media in un disperato tentativo di attirare l’attenzione», ha scritto il presidente di Jewish Future Promise Hadara Ishak, definendo le osservazioni non solo «offensive» ma anche «pericolose».
Durante una rocambolesca intervista con Alex Jones, dove il cantante giunse strambamente mascherato, il Kanye aveva dichiarato che il suo amore per lo Hitler era dovuto alle innovazioni in fatto di microfonia prodotte dalla Germania nazionalsocialista, sostenendo che il microfono usato da lui stesso nell’industria militare deriverebbe da quella tecnologia.
Poco dopo che il rapper si era prodotto in questa sequela di tweet a base di giudaismo etc., lo stilista russo Gosha Rubchinskiy ha annunciato che avrebbe concluso la sua collaborazione con il marchio di moda di Ye. Non è stato immediatamente chiaro se la mossa dello stilista fosse collegata allo sfogo. «Sono profondamente grato a Ye e all’intero team YEEZY per un’esperienza memorabile, che resterà sempre con me», ha scritto Rubchinsky su Instagram.
È nota anche la collaborazione e la vicinanza tra Kanye e la ex moglie Kim Kardashian con il molto controverso marchio Balenciaga e il suo direttore artistico, il georgiano Denma Gvasalia. Come noto, Balenciaga finì in uno scandalo immane qualche anno fa quando il marchio fu accusato di inserire inquietanti riferimenti alle molestie ai bambini nelle sue pubblicità. Il West ha addirittura sfilato per il brand di alta moda negli anni passati.
Il West è noto per aver espresso pubblicamente opinioni di dura critica agli ebrei e alla loro influenza. Uno dei casi più rilevanti si è verificato alla fine del 2022, quando il rapper ha anche professato il suo amore per Hitler e si è dichiarato nazista. All’epoca, i post hanno fruttato al rapper il divieto di X, mentre diverse grandi aziende hanno interrotto le loro collaborazioni con lui.
Circa un anno dopo lo scandalo X del 2022, il rapper ha scritto delle scuse in ebraico per il suo comportamento, ma si è trovato ad affrontare ulteriori critiche da parte di gruppi per i diritti umani che hanno messo in dubbio le sue motivazioni e la scelta del linguaggio.
I recenti commenti non filosemiti del Kanye hanno irritato anche alcuni russi, che hanno cancellato collaborazioni con l’artista afroamericano. In passato il West aveva dichiarato di «amare Putin». Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato le sanzioni hanno impedito a Kanye di organizzare un concerto a Mosca. In un’intervista con Tucker Carlson aveva esternato il suo amore per Donald Trump, perché «ha fatto la Trump Tower… e Ivanka». Il cantante si è detto ammiratore della figlia del presidente, ma non del marito Jared Kushner, che è ebreo.
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Il Kanye, vincitore di 24 Grammy Award, ha ricevuto una diagnosi di disturbo bipolare nel 2016 e ha parlato della sua lotta con la salute mentale. All’inizio di questa settimana, ha rivelato di aver ricevuto anche una diagnosi di autismo.
I suoi attacchi agli ebrei sono, tuttavia, talvolta molto precisi: in particolare egli si è scagliato plurime volte contro Ari Emanuel, uomo considerato uno dei padroni di Hollywood in quanto capo dell’agenzia dei «talenti» (cioè, super-agenzia degli attori) Endeavour, che ha infine acquistato anche la UFC. Nell’ingresso trionfale di mesi fa del presidente elettro Trump al Madison Square Garden per vedere l’incontro ai vertici delle arti marziali miste, tra Elon Musk, Robert Kennedy, Tulsi Gabbard e tanti altri grandi nomi spuntava, con discrezione, proprio l’Emanuel.
L’Emanuel è fratello dell’ex capo di gabinetto di Obama, poi sindaco di Chicago e ambasciatore in Giappone, Rahm Emanuel, nonché di Ezekiel Emanuel, il bioeticista di Obama e Biden, noto per le sue teorie eutanatiche (inclusa l’idea di non curare le persone dopo i 75 anni) e di obbligo vaccinale totale. I tre sono figli di Benjamin M. Emanuel, israeliano aderente al gruppo terrorista sionista Irgun.
Di recente il West è tornato a far parlare di sé per essersi presentato con la nuova moglie Bianca Censori praticamente ignuda ad un evento.
Si era quindi diffusa la notizia che i due – accusati tempo fa di essersi prodotti in un rapporto sessuale clintoniano a bordo di un taxi nella laguna di Venezia – avevano divorziato. La smentita è arrivata nelle scorse ore.
Kanye West shares more anti-semitic messages after praising Hitler: Rapper is under fire following Bianca Censori’s Grammy stunt https://t.co/DBRSavZJiv pic.twitter.com/WTpPER6rom
— New York Post (@nypost) February 8, 2025
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La questione diviene ancora più confondente quando ieri sono emerse foto postate online dall’ex moglie di Kanye West, la super-celebrità televisiva americana Kim Kardashian, che ha pubblicato immagini in cui assomiglia alla nuova donna dell’ex marito a livelli persino superiori a quelli visti nel caso Totti-Hillary.
Insomma, tanta roba. A cui aggiungiamo un’annotazione fatta da Renovatio 21 in era pandemica: lo West aveva definito i vaccini «il marchio del diavolo». Bene così.
E ora, chiediamo: visto che Sanremo vive praticamente solo su scandali e scandaletti, perché mai non invitare il Kanye al Teatro Ariston?
Non è meglio uno scandalo vero, a base di parole antisemite in libertà – così il Corriere e Repubblica ci fanno la prima pagina e ne parlano per settimane – e magari pure antivaccinismo a sopresa, più donna nuda bonus, che le solite sciocchezze di presentatori strapagati, cantanti effemminati o marocchini, ugole con tettini in mostra, VIP biodegradabili a caso?
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Amazon Prime Video rimuove tutte le armi e le Bond Girls dai poster dei film di 007. Poi ci ripensa

La piattaforma streaming di Amazon Prime Video ha recentemente rimosso tutte le armi e le Bond girl dalle locandine dei film di James Bond. Poi nelle ultime ore, sembra aver ripristinato la versione originale.
L’amata serie di pellicole di spionaggio 007, dove le pistole giuocavano un ruolo grafico sin dalle locandine, si trova ancora sotto il tallone della cultura woke, e quindi della censura e dell’orwelliana cancellazione della storia.
È ridicolo, e antistorico, vedere il comandante Bond a braccia conserte senza la sua arma (che è variata, dagli anni, da una Walther PPK a una Beretta forse di modello 418 o 950) impugnata disinvoltamente – un elemento che è parte fondamentale dello stesso personaggio, elegante e pericoloso, come il mondo in cui la spy-story promette di immergere lo spettatore.
Amazon had digitally removed all of the guns from James Bond movie art.
Next … they will probably eliminate any scenes from the movies with guns.
Ridiculous. pic.twitter.com/PdMgKIKY2e
— Wall Street Mav (@WallStreetMav) October 3, 2025
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In particolare, tutte le armi sembravano essere state rimosse da immagini già note, tra cui un ritratto di Sean Connery con una pistola Walther PPK tra le braccia incrociate, utilizzato come foto pubblicitaria per la pellicola Dr. No e ora esposto alla National Portrait Gallery di Londra. Un poster teaser ampiamente visto per il film Spectre con Daniel Craig è stato apparentemente modificato per eliminare la pistola che tiene al fianco (sebbene la fondina ascellare indossata da Craig sia ancora visibile).
Un ritocco simile sembrava essere stato effettuato su un’immagine pubblicitaria di Roger Moore in Agente 007 Vivi e lascia morire, in cui Moore impugna una .44 Magnum, un allontanamento dalla tradizione di Bond di pistole relativamente piccole.
Le immagini modificate digitalmente dei poster originali dei film sono un insulto agli artisti che le hanno create e ai fan che le hanno guardate negli ultimi 63 anni – oltre che all’idea stessa che sta alla base del racconto di James Bond.
Notice in these Amazon #JamesBond digital posters they’ve removed all the guns and given awkward poses?
Welcome to a world where promoting James Bond 007 needs to be done without his sidearm. pic.twitter.com/3NGkxXShcn
— Chris (@GelNerd) October 2, 2025
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L’establishment progressista cerca di cancellare le armi dall’immaginario cinematografico classico, mentre il transgenderismo e i temi satanici vengono promossi in film e cartoni pensati per bambini.
Notizia delle ultime ore, Amazon si averci ripensato: dopo il pubblico clamore, le pistole sono tornate sulle locandine.
La mossa era arrivata dopo che Amazon ha acquisito i diritti del film acquistando gli studi MGM per un miliardo di dollari all’inizio di quest’anno e si appresta a lanciare un nuovo film diretto da Denis Villeneuve (il regista di The Arrival, Blade Runner 2049, e del recente, noiosissimo, Dune), scritto e diretto da Steven Knight, il cui nuovo attore di Bond deve ancora essere annunciato.
In passato si è speculato sull’arrivo di un Bond negro (si è fatto il nome del divo anglo-nigeriano Idris Elba) o di una Bonda. In realtà, una potente anticipazione era nell’ultimo film No Time to Die con Daniel Craig – la cui scelta come protagonista della seria, una ventina di anni fa, fu contestata da un gruppo di fan: è biondo – dove saltava fuori una agente MI6 nera e statuaria (tipo Grace Jones, per intenderci), seduttiva e letale anche più del Bond stesso.
No Time to Die sconvolse gli aficionados perché mostrava un atto incomprensibile per chi conosce la saga: la morte di James Bond, un fatto narratologicamente, archetipicamente inconcepibile, in quanto il tema profondo della serie è, senza dubbio alcuno, il mito dell’eroe invincibile.
La castrazione del carattere di 007 era presente nei film dell’era Craig anche in precedenza: il filosofo ratzingeriano coreano Byung-chul Han nel suo saggio La società della stanchezza indicava la stranezza di vedere in Skyfall (2012) un James Bond affaticato e depresso, con traumi psicanalitici che riemergono.
Il codice «007» è in realtà un riferimento preciso che il romanziere (e vero agente segreto) britannico Ian Fleming faceva agli intrecci tra l’occultismo e la storia di Albione, in particolare nel momento in cui Londra si separò dalla Chiesa cattolica e cioè dall’Europa.
Il primo «oo7» fu infatti John Dee (1527-1608), matematico, geografo, alchimista, astrologo, astronomo ed occultista inglese che organizzo i servizi segreti britannici nella sua visione di un nuovo mondo fatto di colonie dell’«Impero britannico», un’espressione che alcuni dicono sia stata coniata proprio da lui stesso.
Nei messaggi cifrati riservati alla regina Elisabetta I Dee apponeva la sigla «007» in cui gli zeri erano due occhi, il sette un numero fortunato.
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