Satira
Il quadridosato Biden ha il COVID. Potrà ancora annusare le bambine?
Il presidente USA Joe Biden ha il COVID. Lo ha annunciato la Casa Bianca.
L’annuncio arriva dopo che in un discorso in Israele la scorsa settimana (dove aveva esortato israeliani e americani a «onorare l’Olocausto») il presidente era sembrato fortemente sintomatico.
Come noto, Biden ha ricevuto ben quattro dosi di vaccino mRNA. Un caso analogo è quello del dottor Anthony Fauci, che si è ammalto di COVID dopo quattro iniezioni di siero genico sperimentale e l’assunzione della pastiglia Pfizer Paxlovid.
A differenza della restante popolazione umana, ai giornalisti che chiedevano se si fosse messo in isolamento, e da chi può averlo preso, è stato risposto che queste cose non hanno importanza.
La rivelazione sulla situazione sanitaria del presidente americano più votato della Storia arriva dopo la drammatica ammissione in un altro evento, in cui il nostro ha detto di avere il cancro, che sarebbe insorto a causa del suo stare nello Stato natale e feudo elettorale, il Delaware, dove «piove petrolio». Alcuni sostengono che egli ha semplicemente sbagliato a leggere il teleprompter (il «gobbo»), altri si interrogano se la bruttezza del Delaware (che Renovatio 21 conferma pienamente) abbia possibili effetti carcinogenici.
Il team di comunicazione della Casa Bianca ha, as usual, rettificato: il presidente parlava di un tumore alla pelle che aveva avuto… e via spazzolando la demenza del Comandante, sempre più imbarazzante, disperante.
Ricordiamo Biden per aver tuonato, non differentemente da quanto fatto in Italia da Draghi, riguardo la «pandemia dei non vaccinati». Non è il solo ad averci ripetuto che si ammalavano, si contagiavano, morivano e davano la morte solo i buzzurri antiscientifici no-vax. E invece, ora sembra proprio il contrario, si ammalano i vaccinati… anzi, più dosati sono, più sembra che il loro sistema immunitario sia fallimentare. Qualcuno comincia perfino ad ammetterlo.
Dichiarando che i vaccini sono «sicuri ed efficaci» (ambo le cose sono oramai totalmente smentite), Biden e i suoi hanno devastato le vite di milioni di persone, obbligandoli alla somministrazione del farmaco mRNA dagli effetti sconosciuti, pena la perdita del posto di lavoro, cioè del sostentamento della propria famiglia.
Ora, questo infame castello di carte crolla – gli crolla addosso. Ma non è che si trovi qualche testata disposta ad ammetterlo.
La questione, tuttavia, è un’altra. Come la vita di milioni di persone è stata distrutta, anche quella dello stesso Biden potrebbe essere stata sommamente rovinata.
Sappiamo bene che uno dei bizzarri effetti del COVID è la perdita dell’olfatto.
Sono in molti, ora, a chiedersi come, se è il caso, potrebbe fare ora Biden, che nella vita ha una sola grande fonte da cui trarre piacere: l’annusamento di bambine e giovani donne.
BREAKING: Joe Biden has Covid. Reports say he went to sniff his granddaughter today and couldn’t smell anything‼️ pic.twitter.com/xqambvRuA8
— Old Row (@OldRowViral) July 21, 2022
I can’t be the only one feeling sorry for Biden. How’s he going to sniff little girls after he loses his sense of smell due to #Covid? pic.twitter.com/YtIXwn3I8B
— plramirez (@plramirez) July 22, 2022
Welp, here’s another one to add to the Biden Hall of Sniffs collection. pic.twitter.com/LU0amPLhqX
— TheMorningSpew2 (@TheMorningSpew2) July 13, 2022
Joe Biden inappropriately sniffs children. #Truth pic.twitter.com/n5mWMsLTrI
— Red_SaidFred (@Red_SaidFred) July 21, 2022
Just another victim added to the weirdo biden sniff list…. pic.twitter.com/PQpRQvIJPn
— ULTRA Frogman_X (@Robbot10t) July 13, 2022
Biden sniffs and manhandles a young girl!
Normal adults would never get that close pic.twitter.com/7DhIcQtYQ7— Al (@Al01619246) July 12, 2022
Che senso può avere per Biden la vita se non può mettere il naso fra i capelli di una bimba? In rete si scherza molto.
Tuttavia, i maliziosi possono pensare che potremmo essere davanti ad una manovra per liberarsi di Biden, oramai senilmente ingestibile e politicamente controproducente. Come riportato da Renovatio 21, la tendenza negli abissi del Partito Democratico USA serpeggia da mesi. Di certo, le ulteriori rivelazioni che vengono dal laptop e dall’iCloud del figlio drogato e perverso Hunter – alcune delle quali odorano di impeachment, visto il possibile ruolo di Joe negli affari condotti dal figlio consumatore di crack – non sono di aiuto.
E non è d’aiuto nemmeno lo scoop del diario della figlia Ashley, dove incolpa per la sua dipendenza da sesso l’aver fatto docce «improprie» con suo padre. L’FBI, chissà perché, ha fatto un raid all’alba a casa del giornalista di Project Veritas che era in possesso del diario, di cui pure non aveva pubblicato nulla.
Nel frattempo, c’è da rimanere colpiti come, in relazione al livello terminale di cringe raggiunto da Biden, nessuno ancora abbia fatto emergere qualche vecchia clip dell’indimenticabile presidente Benson del film Hot Shots 2.
C’è da dire che il presidente Benson, per quanto demente, alla fine le cose le portava a termine, ad esempio picchiando sonoramente il Saddam Hussein (il film è del 1993…).
Biden, invece, installa al potere i talebani.
Una realtà demenziale che annulla ogni possibile film demenziale.
Questo è il mondo sotto l’amministrazione Biden.
E non è ancora finita.
Animali
Le orche di Gibilterra affondano una barca a vela. È ora di dire basta
Un gruppo di orche ha assalito e affondato uno yacht turistico con cinque persone a bordo al largo delle coste portoghesi, nei pressi della spiaggia di Fonte da Telha, a sud di Lisbona.
L’episodio, riportato dal giornale britannico The Independent, si è verificato sabato scorso. I cinque occupanti sono stati tratti in salvo da un’altra imbarcazione prima che lo yacht affondasse. Un video condiviso su Instagram da Mercedes-Benz Oceanic Lounge mostra un’orca che colpisce ripetutamente lo yacht, causandone l’inclinazione e l’affondamento, mentre un testimone esclama «Mio Dio».
Poche ore dopo, lo stesso branco, noto per le ripetute aggressioni di questi anni attacchi nei pressi di Gibilterra, ha attaccato un’altra barca nella baia di Cascais, con quattro persone a bordo, anch’esse soccorse senza riportare ferite. Dal 2020, centinaia di attacchi simili da parte di orche sono stati registrati vicino alla penisola iberica.
Due settimane fa, in Galizia, due imbarcazioni sono state assalite a breve distanza di tempo da una coppia di orche, appartenenti allo stesso branco guidato dalla famigerata orca femmina nota come «White Gladis». Le agenzie stampa scrivono in coro che «gli etologi» suggeriscono che questo comportamento possa essere di natura imitativa o una «reazione difensiva dovuta a un trauma».
‼️LISBON, PORTUGAL: ORCAS SANK A SAILBOAT!
Another sailboat was attacked and sank by orcas, on the portuguese coast, nearby Lisbon (Costa da Caparica).
This has been happening for a while now, as this is the third sank boat in one year. The first one was at Gibraltar, the second… pic.twitter.com/S7nOPM3gSX— Alex B. (@maisumcarneiro) September 13, 2025
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L’Autorità marittima nazionale del Portogallo ha dichiarato di aver ricevuto un avviso alle 12.30 «a causa di un’interazione con le orche (…) Gli equipaggi della stazione di salvataggio di Cascais e della Capitaneria del porto di Lisbona sono stati immediatamente attivati».
«Una volta giunti sul posto, si è constatato che l’equipaggio stava bene fisicamente, senza aver bisogno di assistenza medica, essendo stato trasportato con l’aiuto di una barca turistica nelle vicinanze».
Una nave di soccorso marittima spagnola è intervenuta dopo che le imbarcazioni sono state speronate dalle orche a pochi minuti di distanza l’una dall’altra nelle acque della Galizia. I soccorritori hanno rimorchiato in porto la nave danneggiata dalle orche prima di essere allertati di un altro attacco.
Da maggio 2020, i ricercatori hanno documentato centinaia di episodi – almeno uno al giorno! – di orche che attaccano proditoriamente vascelli umani nei pressi della penisola iberica, dando vita a diverse teorie e ricerche sull’aumento di questa tendenza comportamentale. Gli attacchi in genere prevodono il distacco del timone da parte delle orche, che poi procedono a danneggiare lo scafo.
L’ignominia dell’accademia e dei dei mezzi di stampa, che cianciano di una banda capitanata dall’orca matriarca chiamata «White Gladis», la quale sarebbe stata traumatizzata, non conosce né pudore né vergogna. La teoria dell’Orca cattiva perché offesa dagli uomini non solo non può avere alcun fondamento, ma viene ripetuta dalle agenzie come ennesima riprova della propaganda antiumana automatica, della Necrocultura di default promanta senza posa dalle centrali del mondo moderno.
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E quindi, eccoci ancora qui: danni per milioni di euro ed esseri umani messi in pericolo dalla torma delle killer whales iberiche.
Renovatio 21, che è l’unica testata che – con ostinazione, tra le proteste e pure gli insulti di tanti lettori (che non capiscono il senso metapolitico né comico di quanto andiamo scrivendo) – sta da anni veramente seguendo il fenomeno, dice ancora una volta: è il momento di dire basta.
La teppa orcina di Gibilterra troppo a lungo è stata tollerata. Alla ghenga di cetacei bianconeri va insegnata la legge dell’essere, che altri animali (compresi alcuni della loro stesse specie), comprendono benissimo: l’essere umano, fatto ad Imago Dei, è in cima alla piramide della vita, e non può essere toccato.
Una punizione severissima, se non la pena ultima, va comminata a questa mafia balenottera. Del resto, riflettetici: cosa si fa ad un cane «problematico»… ? Perché i cetacei – nonostante ripetute prove della loro pericolosità e delle loro sadiche perversioni cannibaliche, drogastiche, vestimentarie, scatologiche e sessuali – godono di questo status di razza protetta? In India c’è la vacca sacra, perché nell’Occidente terminale deve esserci il delfino sacro?
Uno Stato serio provvederebbe subito a risolvere il problema. Un’appalto una bella baleniera giapponese, un gruppetto di islandesi o abitanti delle isole Fær Øer, «un paio di pinze ed una buona saldatrice», direbbe il Marcellus Wallace di Pulp Fiction. «Cura medievale» per le balene assassine, e sgherri con le nocche tatuate ACAB, nel senso del capitano di Moby Dick (pazienza se manca un’acca).
Se l’Unione Europea avesse un senso, prenderebbe subito provvedimenti, visto che ad essere in pericolo sono i suoi cittadini. Diciamo di più: se uno Stato non protegge i suoi membri (che ne rispettano le leggi e lo finanziano pure con tante, troppe tasse) a cosa serve davvero? Ecco: benvenuti nel paradosso dello Stato moderno, denunziato ogni giorno da Renovatio 21, una macchina programmata per umiliare ed uccidere gli esseri umani invece che per proteggerli.
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Perché uno Stato degno davvero di chiamarsi così, avrebbe già mandato un sommergibile (che attualmente non fanno nulla, se non muoversi negli abissi nella battaglia navale virtuale con i russi, con i quali nemmeno siamo in guerra, ufficialmente). Due siluri e il problema è bello che risolto. Provino, le orche assassine e stronze, ad affondare un sottomarino militare. Provino
Come indicato da Renovatio 21, un’idea di quello che si può fare dopo che la punizione della combriccola di mammiferi acquatici ce lo indica un ristorante di Yokohama. Sì, un bel pranzetto celebrativo a base di orca non è una prospettiva impossibile.
Anzi un banchetto in cui le orche non sono invitate sulle sedie, ma sui piatti, è auspicabile come deterrente non di poco conto: visto l’esibizionismo mostrato in un recente episodio al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, dove un’orca ha aggredito uno squalo bianco per mangiarne il fegato dinanzi ai ricercatori, si potrebbe pensare una bella barchetta con tavolata, come di quelle che si vedono a Venezia la sera della Festa del Redentore, a consumare davanti alle stesse orche lasciate vivere le carni dei loro compagni di scorribande. Dicono che sono così intelligenti: ecco, allora potrebbero capire, e passare parola. Con gli esseri umani non si scherza. Chi tocca il figlio di Dio, viene punito.
Facciamo capire alla schifosa masnada pinnata chi comanda. È più che un imperativo metafisico e biologico, è una questione politica. Politica comunitaria vera e propria: della Comunità Europea, e della comunità umana.
È ora di dire basta. No alla prepotenza cetacea. Sì all’eccezionalismo umano.
Botte alle orche, per la legge naturale.
Roberto Dal Bosco
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Satira
La rete impazzita per Greta trasformata in He-Man
NEW – Greta Thunberg, about to set sail to Gaza, “this story is also about a global uprising, about how people are stepping up when our governments fail to do so.” pic.twitter.com/wq3JLFrpHv
— Disclose.tv (@disclosetv) August 31, 2025
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Greta Thunberg gets roasted on X and compared to He-Man with new haircut.
Image credit: @JonCovering pic.twitter.com/cf3LmrUCVH — Oli London (@OliLondonTV) September 1, 2025
What in the He-Man is going on with Greta 😂 pic.twitter.com/7OTep5WrlT
— Julie (@juliebean50) September 1, 2025
Greta has morphed into He-Man… pic.twitter.com/HySoZ71t98
— C3 (@C_3C_3) August 31, 2025
I saw He-Man was trending but then realized its just Greta pic.twitter.com/A6oKlbG1By
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He-Man & Farquaad distracted by Greta 😅 pic.twitter.com/pcViocAGwL
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Would you buy a Greta Thunberg He-Man action figure if the proceeds went to help her latest cause? 🤣 pic.twitter.com/NO7ekUXt5Q
— Carlos America (@CarlosBtnoCigar) September 1, 2025
Greta battling with He-man for the future control of Gaza. pic.twitter.com/wxrN9oZjXg
— willy kman (@krause_wil75979) September 1, 2025
Greta cosplaying HE-MAN pic.twitter.com/sgIL4rbJaH
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What is happening here? Greta Thunberg = He-man pic.twitter.com/E6CUTnaW66
— Sir Janos Wildman 𖡼.𖤣𖥧𖡼.𖤣𖥧 (@JanosWildman) September 1, 2025
Greta Thunberg is HE-MAN pic.twitter.com/ADckTtrVDN
— Grifty (@TheGriftReport) September 1, 2025
🚨 BREAKING: Greta Thunberg Transitions Into He-Man To Protect Palestinians In Gaza. She was purported to say, “By the power of Grayskull, we are all Palestinians!” pic.twitter.com/VxV883lMhD
— 𝕬𝖒𝖊𝖗𝖎𝖈𝖆𝖓 𝕸𝖔𝖔𝖓 𝕻𝖎𝖊 (@Americamoonpies) September 2, 2025
A team of professional psychiatrists who tried to help Greta, said that she most probably suffers from a mix of He-Man Savior syndrome and severe case of Grifterism. pic.twitter.com/5Rtg889pcy
— Redrick Samson (@R_D_Z_King) August 31, 2025
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Greta Thunberg, Cristóbal Colón o He-Man? pic.twitter.com/lugYxpMQVW
— Dani Lerer (@danilerer) September 1, 2025
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Satira
Auguri e figli gender
Accade a Padova, provincia del Veneto bigotto e benpensante, di sani e robusti principi morali e costituzionali. Un assessore (assessora, cioè), che ha appena dato alla luce una creatura, è riuscito/a a fare della propria riproduzione una notiziona planetaria grazie a una spontaneissima trovata: il superamento del fiocco monocromatico. Niente più rosa, niente più celeste, ecco il fiocco arcobaleno, tinto dell’ineffabile iride omotransessualista.
L’assessoressa, che porta l’impegnativo cognome di Colonnello (da cui possibili cortocircuiti istituzionali dal sapore golpista: «assessore colonnello», anzi «assessora colonnella»), lo aveva già annunziato al Gay Pride dello scorso 31 maggio, cui aveva partecipato, cinta con la bandiera della gaiezza a mo’ di pareo, insieme al suo concittadino sempre sul pezzo, l’onorevole Zano.
«Mio figlio o figlia non avrà un fiocco rosa o azzurro per indicare il sesso bensì arcobaleno, simbolo di inclusione e di libertà». Ed eccallà. La stampa riporta strafelice che l’assessore colonnello è stato di parola: accanto alla puerpera – si può dire, puerpera? – compaiono cinque (perché cinque? c’è qualche numerologia simbolica LGBTina che ci sfugge?) coccarde arcobalenate.
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Nihil novum sub sole: la pratica lungimirante di delegare al diretto interessato la libera scelta del proprio sesso è inveterata tra le star hollywoodiane, e perché mai un’assessor* piddina non dovrebbe conformarvisi.
Evvi tuttavia qualche ragionamento da farsi riguardo al nome scelto per la creatura. Molto gettonato per chi programma la neutralità sessuale della prole è Andrea, perché in effetti basta varcare la soglia della provincia autonoma di Bolzano e Andrea diventa femmina. Invece, secondo le cronache, al piccolo colonnello è stato imposto (quale inaccettabile prepotenza!) il nome di «Aronne». Biblica nomea, all’apparenza, tutta maschile. Come si concilia con l’arcobaleno? Ma dove è poi finita la strombazzata libertà del neonato?
E perché non Aronnə con lo schwa? Capiamo che non è facile trovarlo sulla tastiera, ma si poteva allora optare per Aronn*, in attesa dell’autodeterminazione onomastica del pargolo (a che età? E se poi strada facendo cambia idea?). Ancora meglio, considerando gli ingombri delle lettere, sarebbe stato un «Aaronn*», con quella doppia «a» davanti che può arricchirlo di un effetto di stupefazione. Con lo stesso numero di lettere, ad una certa, la «a» in eccedenza a inizio parola potrebbe essere trasportata infine, come desinenza: vi presento Aronna. A meno che, ora che ci pensiamo, Aronne non sia stato scelto già come termine femminile, ma plurale: le Aronne. Sappiamo che in effetti per qualche ragione il genderismo anglofono consiglia l’uso di pronomi plurali (they/them) per le persone cosiddette «non binarie», o meglio per chi vuole.
Ragionandoci su, ci rendiamo conto però che si tratta di problemi inesistenti: con la sfolgorante carriera della carriera alias per tutti, qualsiasi studente può cambiare nome al volo, e pretendere di farsi chiamare col nuovo nome da tutta la scuola anche senza passare all’anagrafe. Che poi, pure il passaggio all’anagrafe per il cambio (di sesso, di nome, etc.) non è che sia cosa difficile: si può già fare, senza bisogna di castrazioni o chirurgie plastiche, in tanti Paesi, come la vicina Svizzera, o la Germania, dove si può fare una volta l’anno, da cinque anni in su. In futuro si potrà fare, molto presumibilmente, più volte. Lo si farà, se non lo si fa già, via internet, dal telefonino, con la app.
Insomma: perché mai, a questo punto, intraprendere quello sforzo indicibile che è la scelta del nome per la creatura (mettendo insieme gusti, statistiche, date, santi, faccia) quando questa può sceglierselo democraticamente in autogestione più in là? Se può scegliersi il sesso, perché non può scegliersi il nome?
Facciamo ufficialmente una proposta seria allo Stato moderno: ma perché mai dare nomi ai bambini, che poi magari non sono quelli che vogliono? Non sarebbe molto più facile assegnare loro un codice numerico, e via? Ad una certa, potranno sbloccarlo, come si fa quando si sceglie la password di un nuovo account dopo quella provvisoria iniziale, e piazzarci l’appellativo che vogliono, magari pure capolavori di digitazione come X Æ A-12, l’eccezionale, battaglianavalesco nome del figlio di Elone e dell’allora concubina cantante.
Si immagini la dolcezza sottesa alla nostra proposta: «THX1138, è pronta la cena!». A emettere l’annuncio qui, ovviamente, non è la madre, ma il genitore 1, oppure quello 2.
Havvi, infine, da farsi una considerazione riguardo al passare del tempo e dei costumi – o tempora, o mores, direbbe Ciceron* – con i relativi rischi: se a uno scappa «auguri e figli maschi», in quali conseguenze incorre? Denunzie? Rieducazioni? Deportazioni? Torture? Sostituzione coatta del nome anagrafico?
Che non sia il caso di conformare tutti al mondo nuovo? Suggeriamo all’onorevole Zan* di prendere spunto dal lieto evento che lo vede coinvolto per presentare un veloce disegnino di legge – un articoletto e via – per istituire, come unico auspicio proferibile a chi ancora si ostina a fare i figli con l’utero senza sesso predefinito, «auguri e figli gender».
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
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