Civiltà
Il programma del Nuovo Ordine Mondiale, una vecchia sintesi
Renovatio 21 traduce questa paginetta dall’introduzione del libro New World Order dello studioso americano A. Ralph Epperson.
L’americano Epperson è autore di diversi studi sulla storia mondiale, seguendo l’idea per cui «gli eventi storici si verificano in base alla progettazione per ragioni che non sono generalmente rese note alla gente», in contrasto con la visione mainstream, definita la visione «accidentale» della storia, la quale – secondo Epperson – sostiene più o meno inconsapevolmente che «gli eventi storici si verificano per caso, per nessuna ragione apparente» e «nessuno sa veramente perché gli eventi accadono – lo fanno e basta».
La gente del mondo cederà la propria libertà ai «controllori» perché ci sarà una carestia pianificata, o qualche altro evento grave, come una depressione o una guerra
Il libro New World Order («Nuovo Ordine Mondiale») è stato pubblicato per la prima volta nel 1990, tuttavia è stato scritto anni prima. Alcuni sorrideranno alla «profezia» secondo la quale il Nuovo Ordine sarebbe stato realizzato probabilmente entro il 1999.
Ebbene, è proprio a cavallo del secolo che tanti elementi di distruzione della Civiltà Occidentale – in special modo internet e la Cina – sono stati fatti detonare nelle nostre vite. Va riconosciuto ad Epperson di aver anticipato la ripresa dell’espressione (inizialmente lanciata dal presidente USA Woodrow Wilson ai tempi della Grande Guerra per favorire la Lega delle Nazioni, ente antesignano dell’ONU) dovuta ai discorsi di George Bush senior, che ancora prima di diventare presidente prese a parlare di «New World Order» in vari discorsi. L’espressione, di chiara matrice massonica – è l’espressione stampata in latino («Novus Ordo Saeclorum») su ogni bancota da un dollare, sotto la piramide occhiuta – è stata poi ripresa da serque si notabili globali, da Kissinger a Cheney e perfino da Papa Ratzinger e dagli organi del papato Bergoglio.
Epperson, del resto, è particolarmente noto per i suoi studi antimassonici. La realtà è che oggi, nell’anno del Signore 2020, abbiamo compreso che il piano è ben peggiore di quello descritto qui. Sono al lavoro forze più spaventose, cambiamenti ancora più aberranti stanno calando sulle nostre vite, modifiche dell’umanità che forse a quel tempo non erano intuibili, o forse un po’ sì.
Il vecchio mondo sta volgendo al termine. Sarà sostituito da un nuovo modo di fare le cose. Il nuovo mondo sarà chiamato «Nuovo Ordine Mondiale»
La Necrocultura è il vero collante del Nuovo Ordine dei Secoli: la riproduzione umana verrà artificializzata, gli esseri viventi – tutti – ingegnerizzati biologicamente, sparirà ogni tabù su cui si è retta l’umanità, che verrà drasticamente sfoltita, in modo che rimarrà un esercito di coloro « i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla creazione del mondo» (Apocalisse, 17, 8).
Il compito di questa ventura umanità umanoide, che piano piano stanno creando, lo potete immaginare se avete letto la Rivelazione di San Giovanni.
I matrimoni omosessuali saranno legalizzati; ai genitori non sarà permesso crescere i propri figli (lo Stato lo farà;) tutte le donne saranno impiegate dallo Stato e non potranno più
fare le casalinghe; il divorzio diventerà estremamente facile e il matrimonio monogino verrà gradualmente eliminato
Renovatio 21 è qui per raccontare la cronaca di questa disintegrazione apocalittica, e – soprattutto – per cercare di fermarla.
(…)
Quindi, le persone del mondo possono ora determinare quali sono i cambiamenti che hanno in serbo coloro che stanno nella posizione di implementarli.
In sintesi, quindi, questi i cambiamenti sono:
Il governo diventerà il proprietario di tutti i fattori di produzione; la proprietà privata della proprietà sarà messa al bando;
Il vecchio mondo sta volgendo al termine. Sarà sostituito da un nuovo modo di fare le cose. Il nuovo mondo sarà chiamato «Nuovo Ordine Mondiale». Questa nuova struttura ridistribuirà la proprietà dalle nazioni «abbienti» e la darà alle nazioni «non abbienti».
Il Nuovo Ordine Mondiale includerà cambiamenti riguardo a
Famiglia:
I matrimoni omosessuali saranno legalizzati; ai genitori non sarà permesso crescere i propri figli (lo Stato lo farà;) tutte le donne saranno impiegate dallo Stato e non potranno più
fare le casalinghe; il divorzio diventerà estremamente facile e il matrimonio monogino verrà gradualmente eliminato;
La maggior parte delle persone non accetterà prontamente «il Nuovo Ordine Mondiale», ma sarà indotta ad accettarlo da due strategie
Lavoro:
Il governo diventerà il proprietario di tutti i fattori di produzione; la proprietà privata della proprietà sarà messa al bando;
Religione:
La religione sarà bandita e i credenti saranno eliminati o imprigionati; ci sarà una nuova religione: l’adorazione dell’uomo e della sua mente; tutti crederanno nella nuova religione;
Gli Stati Uniti giocheranno un ruolo importante nel portarlo al mondo. Le guerre mondiali sono state combattute per promuovere i suoi obiettivi. Adolf Hitler, il socialista nazista, ha sostenuto l’obiettivo del pianificatori.
La maggior parte delle persone non accetterà prontamente «il Nuovo Ordine Mondiale», ma sarà indotta ad accettarlo da due strategie:
Coloro che sono favorevoli ai cambiamenti si saranno seduti sui troni del potere, generalmente senza che il pubblico se ne accorgerà
1. Coloro che sono favorevoli ai cambiamenti si saranno seduti sui troni del potere, generalmente senza che il pubblico se ne accorgerà;
2. Il «vecchio ordine mondiale» sarà distrutto pezzo per pezzo, da una serie di «bocconi» pianificati nel formato stabilito.
Il Partito Comunista sostiene attivamente i cambiamenti al «Nuovo Ordine Mondiale».
I principi fondamentali del Cristianesimo, che erano la base del «vecchio ordine mondiale», dovranno essere eliminati
I principi fondamentali del Cristianesimo, che erano la base del «vecchio ordine mondiale», dovranno essere eliminati.
Se le tecniche di cambiamento più lente e metodiche non funzionano, la violenza sarà introdotta e controllata dai pianificatori.
La gente del mondo cederà la propria libertà ai «controllori» perché ci sarà una carestia pianificata, o qualche altro evento grave, come una depressione o una guerra.
La religione sarà bandita e i credenti saranno eliminati o imprigionati; ci sarà una nuova religione: l’adorazione dell’uomo e della sua mente; tutti crederanno nella nuova religione
Il cambiamento al «Nuovo Ordine Mondiale» arriverà a breve, forse a partire dal 1989. Tuttavia, se questo non è l’anno, verrà introdotto un passo alla volta, in modo che l’intera struttura sarà a posto entro il 1999.
A. Ralph Epperson
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Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Civiltà
Gli Stati Uniti mettono in guardia l’Europa dalla «cancellazione della civiltà»
L’Europa rischia la «cancellazione della civiltà», in quanto i leader del continente promuovono la censura, soffocano le voci dissidenti e ignorano gli effetti dell’immigrazione incontrollata, avverte la nuova Strategia per la sicurezza nazionale diffusa dall’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump.
Il testo, dal tono aspro e innovativo, reso pubblico venerdì, rileva che, sebbene l’Unione Europea mostri chiari segnali di stagnazione economica, è il suo deterioramento culturale e politico a costituire una minaccia ben più grave.
La strategia denuncia le scelte migratorie dell’UE, la repressione dell’opposizione, i vincoli alla libertà di espressione, il crollo della natalità e la «perdita di identità nazionali e di autostima», ammonendo che il Vecchio Continente potrebbe risultare «irriconoscibile entro 20 anni o anche meno».
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Secondo il documento, numerosi governi europei stanno «intensificando i loro sforzi lungo la traiettoria attuale», mentre Washington auspica che l’Europa «rimanga europea» e si liberi dal «soffocamento regolatorio», un’allusione evidente alle tensioni transatlantiche sulle norme digitali dell’UE, accusate di penalizzare colossi tech americani come Microsoft, Google e Meta.
Tra le priorità degli Stati Uniti figura il «coltivare la resistenza alla traiettoria odierna dell’Europa all’interno delle nazioni europee», precisa il testo.
La strategia trumpiana esalta inoltre l’emergere dei «partiti patriottici europei» come fonte di «grande ottimismo», alludendo al boom di consensi per le formazioni euroscettiche di destra che invocano restrizioni ferree ai flussi migratori in tutto il blocco.
Il documento sentenzia che «l’era delle migrazioni di massa è conclusa». Sostiene che questi flussi massicci abbiano prosciugato le risorse, alimentato la criminalità e minato la coesione sociale, con l’obiettivo americano di un ordine globale in cui gli Stati sovrani «collaborino per bloccare anziché solo gestire» i movimenti migratori.
Tale posizione si inserisce nel contesto delle spinte di Trump affinché i partner europei della NATO incrementino le spese per la difesa. In passato, il presidente aveva ventilato di non tutelare i «paesi inadempienti» in caso di aggressioni, qualora non avessero accolto le sue istanze. Durante un summit europeo all’inizio dell’anno, l’alleanza ha approvato un piano per elevare la spesa complessiva in difesa fino al 5% del PIL, superando di gran lunga la soglia del 2% a lungo stabilita dalla NATO.
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Civiltà
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Civiltà
Chiediamo l’abolizione degli assessorati al traffico
Renovatio 21 propone una soluzione apparentemente drastica, ma invero assai realistica, ad uno dei problemi che affligge l’uomo moderno: il traffico.
Non si parla di una questione da niente, e ci rendiamo conto che essa pertiene propriamente alla catastrofe del mondo odierno, e proprio per questo serve una modifica radicale di carattere, soprattutto, istituzionale.
Lo aveva capito il genio di Marshall McLuhan: «La strada è la fase comica dell’era meccanica (…) Il traffico è l’aspetto comico della città» (Gli Strumenti del comunicare, 1964). Il culmine comico dell’era dell’industria: la civiltà costruisce strade ed automobili per muoversi in libertà e rapidità, e si ritrova imbottigliata per ore, innervosita, massacrata da miriadi di leggi, restrizioni, multe.
Il traffico è un fenomeno generatore di caos e dolore, di isterie e sprechi – il tutto subito sulla nostra pelle, ogni singolo giorno – al quale nessuno sembra trovare soluzione, soprattutto quanti sarebbero preposti a risolverlo. Costoro sembrano invece, consapevoli o no, impegnati nell’aggravarsi del dramma.
Davanti a noi abbiamo la degradazione continua, inarrestabile della mobilità urbana. È difficile trovare qualcuno che possa dire che il traffico è migliorato, o che una soluzione azzeccata adottata su una qualche strada non sia stata poi azzerata da una scelta successiva, calata, come tutte, dall’alto, sul cittadino schiavo inerme.
Crediamo che uno dei motivi di tale regressione diacronica ed ubiqua sua l’esistenza dei cosiddetti assessorati al traffico, che si chiamano in vari modi (uffici mobilità, dipartimento dei trasporti, direzione viabilità), ma che sono tutti costruiti attorno ad uno assunto semplice: spendere un determinato budget per cambiare le strade.
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Probabilmente la questione è davvero così semplice: nell’impossibilità di non spendere l’ammontare di danaro assegnato (grande tabù per qualsiasi ente pubblico: i soldi che risparmi non generano un premio, ma una diminuzione della cifra che arriva l’anno dopo) gli assessori e i loro scherani non possono che mettere mano ovunque, con decisioni a volte incomprensibili, a volte ideologiche, e quasi sempre dannosissime.
Ecco che, perché l’assessorato deve fare qualcosa, invertono un senso unico, cagionando il disorientamento totale del cittadino automunito, che d’un tratto si trova non solo multato, ma anche al centro di un pericolo per sé e per gli altri. Ricordiamo le tecniche dei missionari: cambiare la forma del villaggio è aprire la mente dell’indigeno all’altro, qui tuttavia non c’è il Vangelo a dover essere diffuso, ma il nulla di una decisione burocratica stupida e gratuita – gratuita per modo di dire, perché anche per un’inezia del genere vi è un costo non indifferente per il contribuente.
Ecco che, perché l’assessore deve finire sui giornali, l’area viene pedonalizzata: ZTL laddove prima potevi passare per portare i figli a scuola o fermarti nel negozietto (che ne patirà, ovvio, le conseguenze). Sempre considerando che le ZTL sono da vedersi come riserve indiane degli elettori dei partiti di sinistra, gli unici che possono permettersi di vivere in centro.
Ecco che, perché l’assessore deve far carriere nel partitello con le fisime ecologiche, laddove c’erano due corsie ce ne troviamo una sola, con una, perennemente vuota, riservata ad autobus che fuori dalle ore di scuola sono oramai solo utilizzati da immigrati che con grande probabilità non pagano il biglietto e in caso potrebbero pure picchiare il controllore (succede, lo sapete). Il risultato è, giocoforza, un imbottigliamento ancora più ferale, un’eterogenesi dei fini per politica ecofascista che è, in ultima analisi, solo una mossa di PR inutile quanto oscena.
Ecco la sparizione di parcheggi gratuiti – grande segno della fine della Civiltà – così da scoraggiare, come da comandamento di Aurelio Peccei, l’uso dell’auto che produce anidride carbonica, orrenda sostanza per qualche ragione alla base della chimica organica e quindi della vita stessa, soprattutto quella umana. Chi va all’Estero – non in Giappone, ma in un Paese limitrofo come l’Austria – sogna vedendo la quantità di parcheggi sotterranei creati attorno alle cittadine, senza tanti problemi per gli scavi al punto che, con recente politica, il rampollo Porsche si è fatto il suo tunnel che lo porta da casa al centro di Salisburgo in un batter d’occhio.
Il superamento del traffico attraverso la dimensione infera è stato compreso, con la solita mistura di genio e concretezza, da Elon Musk con la sua Boring Company: se vuoi migliorare la tragedia del traffico l’unico modo di farlo è andando verso il basso, anche se sembrerebbe che il prossimo misterioso modello di Tesla, la Roadster, potrebbe poter operare verso l’alto. Noi, tuttavia, non abbiamo Elone, abbiamo gli assessori al traffico.
E poi, i capolavori – sempre trainati da ideologia verde, interessi cinesi impliciti e tagli di nastro sul giornale – della «micromobilità», con i monopattini e le bici «free-floating» rovinate, abbandonate e utilizzate, in larghissima parte, dalle masse di eleganti africani, che magari con esse si spostano con più agilità per certe loro attività, come lo spaccio di droga: massì, vuoi non pagargli, oltre che vitto-alloggio-acqua-gas elettricità-internet-telefonino-avvocato-sanità-bei vestiti alla moda anche dei mezzi di trasporto con cui, appunto, possono evitare il traffico? Tipo: un inseguimento di una gazzella della Polizia nel traffico contro un criminale in monopattino, come finisce? L’eterogenesi dei fini qui non è nemmeno comica, è tragicomica, o tragica e basta.
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Potremmo continuare con la lista. Laddove c’era una rotonda che funzionava meglio di un semaforo (ogni tanto, qualcuna la devono azzeccare, ma non dura) ecco che te la cancellano e ci mettono cordoli, fiori, pianticelle, magari perfino un monumento orrendo o una fontana lercia.
Laddove c’era una strada larga, eccotela divorata da un nuovo mega-marciapiede che non usa nessuno, se non i ciclofascisti zeloti, i quali tuttavia divengono presto vittime della follia viabilitaria, con sensi unici e corsie di trenta centimentri anche per i velocipedi.
Laddove c’era una strada dritta che in 50-100 metri ti portava allo snodo, loro, per farti arrivare al medesimo punto, ti costruiscono una deviazione di mezzo chilometro che ti manda sotto un supermercato, un tribunale, una palestra, una pizzeria, appartamenti di lusso e uffici pubblici – insomma un bel progetto di complessone che qualcuno deve aver costruito e in qualche modo venduto, con tutti incuranti del fatto che se all’esame di urbanistica all’Università proponevi una cosa del genere venivi bocciato seduta stante.
Laddove devono costruire una tangenziale, magari con decenni di ritardo, ti rendi conto che si dimenticano di fare le uscite nei comuni che attraversa e ci fanno l’immissione con uno stop invece di una corsia di accelerazione, con il risultato che entri a 0 km/h in una strada dove da sinistra ti arriva uno che viaggia ufficialmente a 70-90 km/h, che poi divengono sempre 100-120 km/h se non, nel caso del tizio con l’Audi in leasing, cinque vaccini e chissà cos’altro in corpo, perfino di più.
E non parliamo dei casi di corruzione che saltano fuori in quegli uffici – dove ci sono appalti, ci sono mazzette, uno pensa. Ma non è nemmeno questo il punto: nel disastro, gli effetti della malizia possono essere indistinguibili da quelli dell’ebetudine conclamata dei soggetti e del sistema.
È difficile, davvero, trovare qualcosa di positivo in quello che fanno quanti sono politicamente preposti al miglioramento della mobilità – cioè dell’esistenza – dei cittadini. Il motivo, lo ripetiamo, è strutturale: gli assessorati sono macchine strutturate per modificare, cioè complicare, le cose. In pratica, sono l’essenza stessa della burocrazia, con effetti fisici però immediati e devastanti.
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La soluzione a tutto questo potrebbe essere davvero facile-facile: abolizione completa degli assessorati al traffico. Con essa, si perderebbe l’incentivo strutturale a cambiare sempre e comunque tutto, e a valutare con più responsabilità le innovazioni.
Immaginiamo che se la viabilità fosse fra le mansioni dirette del sindaco, cioè se la responsabilità fosse la sua, le decisioni sulla mobilità sarebbero più dosate e sensate, perché esposte al popolo con il quale il primo cittadino ha certo un rapporto più diretto, nonché mediato dal voto, passato e soprattutto futuro.
È una proposta che non sappiamo se sia già stata fatta. Certo si possono valutare cose anche più radicali: come la punizione per quanti complicano e distruggono la viabilità delle nostre città. Lo sappiamo, è la mancanza di castigo che crea aberrazioni ed orrori, con la devastazione di tanta parte d’Italia dovuta a questo principio di irresponsabilità della casta politico-burocratica.
La realtà è che, per ottenere qualcosa, il cittadino sincero-democratico automunito deve arrabbiarsi molto di più. Non basta ringhiare al bar, o imprecare dentro l’abitacolo, magari pure, a certe latitudini, suonando il clacsone. Non serve alimentare un sistema che, alla fine, continua a produrre assessori al traffico, e traffico.
No, serve davvero di più. Perché l’auto è davvero un mezzo di libertà, e aggiungiamo, di vita – l’auto è uno strumento della famiglia. Chi vuole togliervela – come quelli di Davos, le cui idee percolano poi giù giù fino al vostro assessorino – odia la vita, odia voi e i vostri figli.
Chiedere l’abolizione degli assessorati al traffico ci sembra il minimo che possiamo fare se vogliamo sul serio lottare per la Civiltà.
Roberto Dal Bosco
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