Politica
Il Partito Democratico USA vuole fare il fact-checking anche su SMS e messaggi privati
Secondo il sito americano Politico, l’amministrazione Biden starebbe per implementare una nuova arma contro l’opposizione alla sua campagna di vaccinazione, per la quale accusano i conservatori.
La Casa Bianca considera coloro che si oppongono alla vaccinazione come «pericolosi ed estremisti», quindi l’amministrazione Biden starebbe assumendo «una posizione politica più aggressiva» nei loro confronti
Il sito (editorialmente pendente a sinistra) scrive che la Casa Bianca considera coloro che si oppongono alla vaccinazione come «pericolosi ed estremisti», quindi l’amministrazione Biden starebbe assumendo «una posizione politica più aggressiva» nei loro confronti.
«La Casa Bianca ha deciso di reagire più duramente alla disinformazione e alle tattiche intimidatorie dopo che i legislatori repubblicani e gli attivisti conservatori si sono impegnati a combattere i piani dichiarati dall’amministrazione di andare “porta a porta” per aumentare i tassi di vaccinazione» scrive l’articolo di Politico.
Come riportato da Renovatio 21, il programma «porta a porta» di Biden per procedere alla somministrazione della terapia genica sperimentale ha attirato l’ira dei conservatori USA.
«La Casa Bianca ha deciso di reagire più duramente alla disinformazione e alle tattiche intimidatorie dopo che i legislatori repubblicani e gli attivisti conservatori si sono impegnati a combattere i piani dichiarati dall’amministrazione di andare “porta a porta” per aumentare i tassi di vaccinazione»
Once more with feeling…Alex Datig Tells Los Angeles Covid Vaccine Enforcers to ‘Get Out’ for Violating Privacy Under HIPAA pic.twitter.com/XclkHhf8Vl
— Alexandra Datig | Front Page Index (@alexdatig) July 13, 2021
«Ora dobbiamo andare comunità per comunità, quartiere per quartiere e spesso porta a porta – letteralmente bussando alle porte per ottenere l’attenzione delle persone rimaste», aveva detto il presidente Joe Biden.
Il piano è stato successivamente confermato dal segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki, la quale ha affermato che l’approccio dell’amministrazione al coronavirus per tutta l’estate comporterebbe un «intervento mirato, comunità per comunità, porta a porta per vaccinare i restanti americani assicurandosi che abbiano le informazioni di cui hanno bisogno su quanto sia sicuro e accessibile il vaccino».
«Le vostre conversazioni private saranno controllate dal Partito Democratico. È questa l’immagine di un Paese libero?», si è chiesto il giornalista e conduttore TV Tucker Carlson.
«Sembra che avremmo dovuto preoccuparci delle libertà civili l’anno scorso quando tutto questo è iniziato. Se il governo può vietare la discussione sul farmaco che ti stanno facendo assumere, cosa non possono fare?»
«Le vostre conversazioni private saranno controllate dal Partito Democratico. È questa l’immagine di un Paese libero?»
Gli utenti conservatori dei social media e i funzionari eletti hanno immediatamente risposto con indignazione al piano, accusando l’amministrazione Biden di invadere la privacy degli americani e tentando di fare pressione sui cittadini affinché accettino un vaccino che non vogliono prendere. I vaccini sperimentali contro il coronavirus sono già ampiamente disponibili – e gratuiti – in ogni stato degli Stati Uniti.
Ma Politico ha suggerito che la Casa Bianca ora affronterà direttamente coloro che si oppongono alla controversa strategia.
«Lo sforzo includerà richiami diretti alle piattaforme di social media e ai programmi di notizie conservatori che promuovono tali tattiche», ha riferito il sito.
«Se il governo può vietare la discussione sul farmaco che ti stanno facendo assumere, cosa non possono fare?»
Oltre a «richiamare» i conservatori che sostengono la libera scelta dei cittadini nelle decisioni mediche personali, Politico ha lasciato intendere che l’amministrazione potrebbe unirsi a gruppi come il Comitato Nazionale Democratico per utilizzare «fact-checkers» per «scacciare la disinformazione» anche nei messaggi privati inviati tramite piattaforme di social media e telefoni cellulari privati.
«I gruppi alleati di Biden, incluso il Comitato Nazionale Democratico [DNC], stanno anche pianificando di coinvolgere i fact-checker in modo più aggressivo e lavorare con i gestori di SMS per dissipare la disinformazione sui vaccini che viene inviata tramite social media e messaggi di testo. L’obiettivo è garantire che le persone che potrebbero avere difficoltà a fare il vaccino a causa di problemi come il trasporto vedano tali barriere ridotte o completamente rimosse» scrive Politico.
«Non è chiaro come il DNC e i “fact-checker” intendano aumentare la fiducia nei vaccini sorvegliando e censurando le comunicazioni private e come esattamente intendano “lavorare con i gestori di SMS”» scrive Lifesitenews.
«I gruppi alleati di Biden, incluso il Comitato Nazionale Democratico [DNC], stanno anche pianificando di coinvolgere i fact-checker in modo più aggressivo e lavorare con i gestori di SMS per dissipare la disinformazione sui vaccini che viene inviata tramite social media e messaggi di testo
Tucker Carlson di Fox ha affermato che la dichiarazione di Politico era una di quelle che «non avremmo mai pensato di vedere scritta in inglese: il DNC sta pianificando di censurare qualsiasi” disinformazione sui vaccini” che ricevi privatamente tramite messaggio di testo».
La disinformazione, ha detto Carlson, protagonista del programma televisivo via cavo più seguito d’America, è «tutto ciò che l’amministrazione Biden non vuole che tu sappia, incluso, ad esempio, quanto siano effettivamente efficaci i vaccini COVID e quali siano i potenziali effetti collaterali da essi potrebbe derivare dal prenderli».
Immagine © Renovatio 21
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
Un video girato con un cellulare nella prigione parigina La Santé sembra mostrare che i detenuti hanno minacciato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy di vendicare la morte del defunto leader libico Muammar Gheddafi.
Sarkozy, 70 anni, ha iniziato a scontare la sua condanna a cinque anni martedì, dopo che un tribunale di Parigi lo ha dichiarato colpevole di associazione a delinquere finalizzata a finanziare la sua campagna presidenziale del 2007 con denaro di Gheddafi, contro il quale in seguito guidò un’operazione di cambio di regime sostenuta dalla NATO che distrusse la Libia e portò alla morte di Gheddafi.
Martedì hanno iniziato a circolare video ripresi da La Sante, in cui presunti detenuti minacciavano e insultavano Sarkozy, che sta scontando la sua pena nell’ala di isolamento del carcere.
«Vendicheremo Gheddafi! Sappiamo tutto, Sarko! Restituisci i miliardi di dollari!», ha gridato un uomo in un video pubblicato sui social media. «È tutto solo nella sua cella. È appena arrivato… se la passerà brutta».
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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Il ministro degli Interni francese Laurent Nunez ha sottolineato che, a causa del pericolo, due agenti di polizia della scorta di sicurezza assegnata agli ex presidenti saranno di stanza in modo permanente nelle celle adiacenti a quella di Sarkozy.
«L’ex presidente della Repubblica ha diritto alla protezione in virtù del suo status. È evidente che sussiste una minaccia nei suoi confronti, e questa protezione viene mantenuta durante la sua detenzione», ha dichiarato Nunez mercoledì alla radio Europe 1.
Sarkozy, che ha guidato la Francia tra il 2007 e il 2012, ha negato tutte le accuse a suo carico, sostenendo che siano di matrice politica. Il suo team legale ha presentato una richiesta di scarcerazione anticipata, in attesa del procedimento di appello.
L’inchiesta su Sarkozy è iniziata nel 2013, in seguito alle affermazioni del figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, secondo cui suo padre aveva fornito alla campagna dell’ex presidente circa 50 milioni di euro.
A dicembre 2024, la Corte Suprema francese ha confermato una condanna del 2021 per corruzione e traffico di influenze, imponendo a Sarkozy un dispositivo elettronico per un anno. È stato anche condannato per finanziamento illecito della campagna per la rielezione fallita del 2012, scontando la pena agli arresti domiciliari.
Nel 2011, Sarkozy ha avuto un ruolo di primo piano nell’intervento della coalizione NATO che ha portato alla cacciata e alla morte di Gheddafi, facendo sprofondare la Libia in un caos dal quale non si è più risollevata.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio del 2025 gli era stata revocata la Legion d’Onore. In Italia alcuni hanno scherzato dicendo che ora «Sarkozy non ride più», un diretto riferimento a quando una sua risata fatta con sguardo complice ad Angela Merkel precedette le dimissioni del premier Silvio Berlusconi nel 2011 e l’installazione in Italia (sotto la ridicola minaccia dello «spread») dell’eurotecnocrate bocconiano Mario Monti.
Nell’affaire Gheddafi finì accusata di «falsificazione di testimonianze» e «associazione a delinquere allo scopo di preparare una frode processuale e corruzione del personale giudiziario» anche la moglie del Sarkozy, l’algida ex modella torinese Carla Bruni, la quale, presentatole il presidente dall’amico comune Jacques Séguela (pubblicitario autore delle campagne di Mitterand e Eltsin) secondo la leggenda avrebbe confidato «voglio un uomo dotato della bomba atomica».
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Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
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Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
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