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Epidemie

Il papa del battesimo di Satana

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Avrete visto, Renovatio 21 è stata in silenzio dinanzi alla notizia della settimana scorsa.

 

È che, nonostante si tratti forse la notizia più grave di questo papato aberrante, siamo abituati. Nel senso che le cose vanno secondo il disegno che ci siamo messi in testa di studiare, e di raccontare ogni giorno: il disegno della Cultura della Morte.

 

Se qualcuno ha ancora dubbi riguardo al fatto che Bergoglio sia il Pontefice della Necrocultura, è ora che si svegli.

 

Se qualcuno ha ancora dubbi riguardo al fatto che Bergoglio sia il Pontefice della Necrocultura, è ora che si svegli

Tutti lo sanno: molti dei candidati vaccini al COVID sono fatti con linee cellulari da feto abortito.  Nessuno in Vaticano, tantomeno il papa, può fischiettare e far finta di niente. Perché una reazione, dentro gli stessi ambienti della chiesa moderna, c’è pure stata.

 

Il cardinale Burke, che l’anno passato fu con Renovatio 21 a quella che praticamente fu la prima conferenza al mondo sul problema dei vaccini composti con aborti, ha ribadito il rifiuto ad una simile medicina in questi mesi. Gli hanno fatto eco in tanti. Per esempio, il vescovo di Tyler, Texas, Joseph Strickland. Oppure il cardinale Antonio Cañizares Llovera, arcivescovo metropolita di Valencia, in Spagna.

 

Prese di posizione nette, incontrovertibili. Impossibile davvero, per i piani alti, far finta di niente, verrebbe da pensare.

 

Tutti lo sanno: molti dei candidati vaccini al COVID sono fatti con linee cellulari da feto abortito.  Nessuno in Vaticano, tantomeno il papa, può fischiettare e far finta di niente

E invece…

 

Succede che Bergoglio, all’udienza generale, faccia diventare anche la pandemia un frusto discorso di classismo goscista. Sarebbe triste – ha detto l’argentino – se nel vaccino per il COVID-19 si desse la priorità ai più ricchi. Un discorso identico davvero a quello che avevamo di fatto già sentito, a dire il vero, dalla bocca di Bill & Melinda Gates, sia di recente sia anni fa.

 

Crediamo sia impossibile che al papa nessuno abbia spiegato che viviamo in un mondo in cui sono proprio i ricchi – Bill Gates e i suoi enti come la Fondazione, il GAVI, il CEPI – a voler vaccinare subito i poveri, e vien da pensare – pensando alla storia del cammello e della cruna nell’ago – che non lo facciano per guadagnarsi il Regno dei Cieli (a cui non credono), ma per altri motivi indicibili; il primo che viene da pensare: perché i poveri non oppongono resistenza, è ideale quindi partire da loro…

 

Come diceva Madre Teresa: «chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero». Chi non è ancora nato è innocente, è – soprattutto – indifeso

Sì, nel mondo alla rovescia in cui viviamo, i ricchi vogliono aiutare i deboli bucherellandoli al più presto con sostanze nemmeno testate. Il lupo tende una mano, e la siringa, all’agnello. C’è da riconoscerlo, se il nostro mondo è stato rovesciato, una buona porzione del lavoro lo ha fatto Bergoglio.

 

La propaganda ballista sugli «ultimi», uscita ancora una volta dalle labbra del vertice della Chiesa, ci offende molto. Perché, chi è più ultimo del bambino non nato?

 

Come diceva Madre Teresa: «chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero». Chi non è ancora nato è innocente, è – soprattutto – indifeso.

 

Che la vita di un bambino sia sacrificata per farne un vaccino, non può non scatenare l’ira del Dio dei cristiani. E i cristiani non possono, in alcun modo, non pensare a questo fatto ogni singolo giorno

Che la sua vita sia sacrificata per farne un vaccino, non può non scatenare l’ira del Dio dei cristiani. E i cristiani non possono, in alcun modo, non pensare a questo fatto ogni singolo giorno.

 

Perché, lo ribadiamo ancora una volta, la scienza e la sua distribuzione sanitaria stanno resuscitando quello che il Logos aveva esorcizzato per sempre dalla Terra, ossia il sacrificio umano.

 

La dottrina del «male minore», invocato a piene mani per scivolare giù per il pendio assecondando i voleri della Necrocultura (i famosi «paletti» dei democristiani per aborto, provetta, pillolame vario etc.) non serve che a questo: a richiamare l’usanza di quando il mondo era governato dai demòni, a cui andavano sacrificati i figli degli uomini.

La scienza e la sua distribuzione sanitaria stanno resuscitando quello che il Logos aveva esorcizzato per sempre dalla Terra, ossia il sacrificio umano

 

Ma torniamo più in basso. Ci è impossibile non vedere nel lancio del «vaccino per tutti» di Bergoglio certi discorsi, oramai vecchi di due secoli, che la massoneria faceva sulla  «vaccinazione universale».

 

Un’idea che pare aver guidato l’azione della massoneria al potere, specie nel Novecento, e di cui ci sono poche informazioni sulle quali Renovatio 21 sta studiando da anni. Sappiamo, per esempio, come l’idea della vaccinazione universale fosse fortissima in Sud America, specie nei Paesi a guida massonica, come il vecchio Brasile: da essa si sviluppò nel novembre 1904 la «Rivolta dei vaccini» di Rio de Janeiro. La vaccinazione coatta contro il vaiolo, implementata casa per casa dall’autorità con siringa e fucile, sfociò in scontri violentissimi con la popolazione, scontri a cui aderì un’Accademia militare. Bizzarro, pur di vaccinare tutti, il potere non solo incorre nella riprovazione popolare, ma va a rischiare persino un golpe.


Perché?

Rio de Janeiro 1904: bizzarro, pur di vaccinare tutti, il potere non solo incorre nella riprovazione popolare, ma va a rischiare persino un golpe. Perché?

 

La risposta che ci siamo dati, osservando anche qui da noi nell’Italia del XXI secolo il fondamentalismo vaccinale lanciarsi in operazioni improbabili, è che deve essere qualcosa di più di un’idea, o di un principio di corruzione, che lo anima. Dietro a tutto potrebbe esserci qualcosa di non economico – qualcosa di non umano, cioè qualcosa di religioso.

 

La vaccinazione come comandamento? La vaccinazione come sacramento?

 

«La vaccinazione è il sacramento medico corrispondente al battesimo» annotava lo scrittore britannico Samuel Butler. Per quanto si tratti di un autore oscuro, questa massima risuona nei media progressisti italiani da decenni.

Dietro a tutto potrebbe esserci qualcosa di non economico – qualcosa di non umano, cioè qualcosa di religioso. La vaccinazione come comandamento? La vaccinazione come sacramento?

 

Ai tempi della legge Lorenzin, qualche medico ripeté ed ampliò il concetto: il vaccino è un «battesimo laico».

 

«La vaccinazione è un battesimo laico. Accoglie i bambini nella società proteggendoli e proteggendo gli altri dalle gravi malattie. Mi pare che in fondo non manchino le similitudini con il battesimo religioso».

 

L’idea che il vaccino sia un fatto parareligioso è oramai patrimonio comune dell’Italia scristianizzata.

 

«La vaccinazione è un battesimo laico». L’idea che il vaccino sia un fatto parareligioso è oramai patrimonio comune dell’Italia scristianizzata

Non sorprende che il capo della chiesa che ha abbandonato i sacramenti (chiudendo le chiese, privando il popolo dell’Eucarestia, piazzando l’amuchina idrogel nelle acquasantiere) voglia ora sostituire il battesimo cristiano con il «battesimo laico» – quando, a dirla fuori dai denti, «laico» è spessissimo una parola foglia di fico per non dire «massonico».

 

Non stupisce perché la chiesa ipocredente – che non ha fede nel soprannaturale, non crede ai miracoli ed ai santi, non crede al Male e probabilmente nemmeno a Nostro Signore Gesù Cristo – voglia quindi sostituire il suo battesimo.

 

La questione, da tenere a mente, è la materia con cui è fatto questo «nuovo battesimo» promosso dalla nuova religione mondiale.

 

L’aborto, condannato dalla Chiesa cattolica fino a pochi decenni fa come peccato insuperabile, viene materialmente diffuso a tutta la popolazione umana, infilato sotto la sua pelle

Il vaccino più comune ora in Italia, il cosiddetto esavalente (difterite, tetano, epatite-B, poliomielite, pertosse e haemophilus influenzae tipo B) è prodotto con cellule Vero: una linea cellulare immortalizzata che deriva dai reni di una scimmia verde africana (Chlorocebus), isolata nel 1962 in Giappone.

 

Il «battesimo laico» vuole insomma che al fedele sia iniettata direttamente in corpo una parte di scimmia: bestiola per cui gli animalisti si stracciano le vesti (ricordate la proposta, discussa seriamente in Spagna e alle Nazioni Unite, di estendere i diritti umani a gorilla scimpanzé e compagni?), nonché soprattutto animale – ricordiamo che parliamo di religione – considerato nei secoli della Civiltà cristiana come malefico. Simia dei, la scimmia di Dio, è, come noto a tutti, un appellativo del Demonio.

 

Sorvoliamo qui sul fatto che l’iniezione di cellule di scimmia ha avuto davvero un effetto diabolico: è il caso del SV-40 (simian virus 40), inoculato inavvertitamente (?) con la Polio più di mezzo secolo fa, e ora sospettato ufficialmente di aver creato processi cancerogeni su qualche miliardo di individui. (sì, miliardo).

 

L’uso di cellule da feto abortito nei vaccini e nella sperimentazione scientifica in generale (WI-38, MRC-5, Walvax 2, e ora, con il COVID, molto si parla della HEK-293) non è da mettere in discussione in alcun modo

Ma andiamo più a fondo: l’uso di cellule da feto abortito nei vaccini e nella sperimentazione scientifica in generale (WI-38, MRC-5, Walvax 2, e ora, con il COVID, molto si parla della HEK-293) non è da mettere in discussione in alcun modo.

 

Ora, il lettore può immaginare cosa ciò può significare da un punto di vista della religione.

 

L’aborto, condannato dalla Chiesa cattolica fino a pochi decenni fa come peccato insuperabile, viene materialmente diffuso a tutta la popolazione umana, infilato sotto la sua pelle.

 

L’aborto diviene un battesimo. Il battesimo di Satana.

L’aborto diviene un battesimo. Il battesimo di Satana.

 

Il bambino innocente ucciso, squartato, frullato, usato per esperimento, sacrificato al nulla altro non è che l’ultima beffarda offesa che viene perpetrata dal Nemico contro l’umanità Imago Dei, contro la dignità dell’uomo come figlio di Dio.

 

Questo orrore, materializzato in cellule rese immortali, deve essere distribuito in ogni corpo umano al mondo, anche con la forza. Il Papa è d’accordo.

 

Un pezzo di bambino morto, un pezzo del peccato più osceno, della violenza più orrenda, per marchiare tutti gli esseri umani, reclamando la loro appartenenza non più al Signore della Vita, ma a qualcun altro.

Un pezzo di bambino morto, un pezzo del peccato più osceno, della violenza più orrenda, per marchiare tutti gli esseri umani, reclamando la loro appartenenza non più al Signore della Vita, ma a qualcun altro

 

Si tratta del Signore della Morte, di cui con evidenza Bergoglio è davvero il Pontefice. 

 

Il papa del battesimo di Satana.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

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Epidemie

Gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump non celebreranno più la Giornata mondiale contro l’AIDS

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Per la prima volta dal 1988, l’amministrazione statunitense ha deciso di non proclamare il 1º dicembre come «Giornata mondiale contro l’AIDS». Lo riporta il

 

In una circolare indirizzata al personale, il Dipartimento di Stato ha esplicitamente vietato l’impiego di risorse pubbliche per onorare tale ricorrenza.

 

La misura si inquadra in una linea direttiva più ampia che impone di «evitare di veicolare comunicazioni in occasione di qualsivoglia giornata commemorativa, ivi inclusa quella dedicata alla lotta contro l’AIDS».

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Ai funzionari è stato ordinato di «rinunciare a qualsivoglia promozione pubblica della Giornata mondiale contro l’AIDS tramite canali di diffusione, inclusi social network, apparizioni mediatiche, orazioni o altri annunci rivolti all’opinione pubblica».

 

«Una giornata di sensibilizzazione non costituisce una strategia», ha dichiarato al quotidiano il portavoce del dipartimento di Stato Tommy Pigott. «Sotto la presidenza Trump, il Dipartimento opera in sinergia con governi esteri per preservare vite umane e promuovere maggiore accountability e compartecipazione agli oneri».

 

In una nota ad ABC News, il portavoce della Casa Bianca Kush Desai ha liquidato il Presidential Advisory Council on HIV/AIDS (PACHA) come un «ente prevalentemente simbolico i cui componenti sono immersi in un’inutile kermesse di relazioni pubbliche, svincolata dal concreto impegno dell’amministrazione Trump contro HIV e AIDS».

 

Dall’esordio dell’epidemia negli anni Ottanta, circa 300.000 uomini gay negli Stati Uniti hanno perso la vita per complicanze legate all’AIDS.

 

Negli ultimi quarant’anni, a livello globale, oltre 44 milioni di individui sono deceduti per AIDS; nel 2024, la malattia ha causato circa 630.000 morti. Le cure per l’AIDS furono inizialmente oggetto di feroci critiche da parte degli stessi omosessuali, che si scagliavano apertamente contro l’allora figura principale della lotta alla malattia Anthony Fauci.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Fauci, mentre proponeva farmaci altamente tossici e faceva esperimenti allucinanti con gli orfani di Nuova York, arrivò a dire in TV che l’HIV era trasmissibile per «contatti domestici».

 

 

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Ora il tema dell’AIDS è più raramente utilizzato dalla comunità omosessuale, dove una frangia – i cosiddetti bugchasers e gift givers – si impegna incredibilmente nell’infezione volontaria del morbo. Grindr, l’app per incontro gay, per un periodo presentava pazzescamente su ogni profilo la spunta sulla sieropositività dell’utente.

 

Come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa studio avanzato sul vaccino contro l’HIV in Africa condotto dalla multinazionale farmaceutica Johnson & Johnson era stato interrotto dopo che i dati hanno mostrato che le iniezioni offrivano solo una protezione limitata contro il virus. Lo studio era stato finanziato da Johnson & Johnson, dall’immancabile Bill and Melinda Gates Foundation e dal National Institutes of Health, la Sanità Nazionale USA dove il dominus (in realtà a capo del ramo malattie infettive) è Tony Fauci, che già in modo molto controverso – e fallimentare – si era occupato dell’AIDS allo scoppio dell’epidemia negli anni Ottanta.

 

Il premio Nobel Luc Montagnier sconvolse il mondo, attirandosi censure dei social tra fact checker e insulti, disse che analizzando al microscopio il SARS-nCoV-2 aveva notato delle strane somiglianze con il virus HIV – per la scoperta del quale Montagnier vinse appunto il Nobel. «Per inserire una sequenza HIV in questo genoma, sono necessari strumenti molecolari, e ciò può essere fatto solo in laboratorio» disse Montagnier in un’intervista per il podcast Pourquoi Docteur. Oltre a supportare l’allora screditatissima ipotesi del virus creato in laboratorio a Wuhan, Montagnier metteva sul piatto un’idea ancora più radicale: quella di un vaccino anti-AIDS come possibile origine del coronavirus.

 

Nel 2021 Moderna, azienda biotecnologica salita alla ribalta per il vaccino mRNA contro il COVID – il primo prodotto mai distribuito della sua storia aziendale – si era dichiarata pronta per iniziare la sperimentazione sugli esseri umani per il primo vaccino genico contro l’HIV. L’anno scorso era emerso che i test avevano riscontrato un effetto collaterale alla pelle, con una percentuale insolitamente alta di riceventi ha sviluppato eruzioni cutanee, pomfi o altre irritazioni cutanee.

 

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Epidemie

Solo 1 tedesco su 7 con test PCR positivo aveva l’infezione da COVID

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Gli autori di un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria che ha identificato un tasso di falsi positivi dell’86% per i test PCR per il COVID-19 hanno affermato che i loro risultati suggeriscono un «significativo sovrastima» delle infezioni da COVID-19 durante la pandemia. Entro la fine del 2021, il 92% dei tedeschi aveva già contratto un’infezione naturale, indicando un’immunità pressoché universale nella popolazione.   Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, solo circa 1 test PCR positivo su 7 in Germania durante la pandemia di COVID-19 ha indicato un’effettiva infezione da coronavirus che ha innescato una risposta anticorpale.   Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD), ha definito «sbalorditivi» i risultati dello studio, che hanno evidenziato un tasso di falsi positivi dell’86%.   Lo studio ha inoltre rilevato che alla fine di dicembre 2020, quando sono stati distribuiti i vaccini contro il COVID-19 , circa il 25% dei tedeschi aveva già contratto l’infezione spontaneamente. Entro la fine del 2021, la percentuale è salita al 92%, indicando un’immunità pressoché universale nella popolazione.

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I test PCR hanno portato a un «significativo sovrastima» delle infezioni da COVID

Lo studio condotto da tre ricercatori tedeschi, pubblicato il mese scorso su Frontiers in Epidemiology, ha utilizzato due modelli matematici per analizzare quanto i risultati dei test PCR fossero allineati con i risultati degli esami del sangue per la ricerca degli anticorpi SARS-CoV-2.   I risultati si basano sui dati ottenuti da laboratori accreditati in Germania che hanno gestito circa il 90% dei test PCR nel Paese da marzo 2020 all’inizio del 2023 e che hanno anche eseguito test del sangue per la ricerca di anticorpi (IgG) fino a maggio 2021.   I ricercatori, Michael Günther, Ph.D.Robert Rockenfeller, Ph.D., e Harald Walach, Ph.D., hanno affermato che i loro modelli hanno allineato i dati dei test PCR che rilevano «piccole porzioni di materiale genetico virale nel naso o nella gola» e i test sugli anticorpi che mostrano se il sistema immunitario di una persona «ha risposto a un’infezione reale settimane o mesi prima».   Hanno detto al Defender:   «Quando abbiamo confrontato il numero di positivi alla PCR con i risultati successivi degli anticorpi, solo circa 1 persona su 7 positiva alla PCR ha mostrato il tipo di risposta immunitaria che indica una vera infezione. Con ipotesi conservative, la percentuale potrebbe essere più vicina a 1 su 10».   La loro analisi ha anche mostrato che entro la fine del 2021, «quasi tutti» in Germania erano stati «contagiati, vaccinati o entrambi».   Secondo il modello matematico dello studio, il dato di 1 su 7 relativo al test PCR è «quasi perfettamente» in linea con un tasso di immunità dell’intera popolazione a fine anno del 92%.   I ricercatori hanno spiegato che i test sugli anticorpi «ci dicono che una persona è stata infettata in un momento qualsiasi dell’ultimo anno circa», mentre un risultato positivo al test PCR può indicare un’infezione, o «una breve esposizione senza infezione, frammenti virali residui o un rilevamento a livelli molto bassi che non portano mai alla malattia».   Hanno affermato che il loro studio ha dimostrato che solo circa il 14% dei test PCR positivi corrispondeva a infezioni reali che avevano attivato gli anticorpi IgG, il che suggerisce che i test PCR hanno portato a un «significativo sovrastima» delle infezioni.

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I test PCR di massa «aumentano la quota relativa di falsi positivi»

I critici delle politiche ufficiali sul COVID-19 hanno spesso citato la dipendenza dai test PCR e le incongruenze nelle soglie virali utilizzate per generare un risultato «positivo» del test.   Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso il CHD, ha affermato che i test PCR sono uno strumento inaffidabile per rilevare e tracciare le epidemie di malattie infettive. Ha citato un incidente del 2006 al Dartmouth-Hitchcock Medical Center, dove una presunta epidemia di pertosse ha portato a 134 risultati positivi ai test.   «Sono state distribuite oltre 1.300 prescrizioni di antibiotici e 4.500 persone sono state vaccinate profilatticamente», nonostante non ci fossero «casi confermati in laboratorio». L’ uso improprio dei test PCR ha portato le autorità sanitarie a dichiarare falsamente un’epidemia, ha affermato.   Un test PCR «non è un test diagnostico per una popolazione», ha affermato Jablonowski. «È meglio usarlo come test di conferma, essenzialmente per rispondere alla domanda “Quale virus ti ha infettato?” e non “Sei infetto?”».   I ricercatori tedeschi hanno affermato che i loro risultati non indicano che la tecnologia PCR sia «imperfetta come metodo di laboratorio». Tuttavia, lo studio dimostra che il modo in cui i test PCR sono stati utilizzati per i test di massa durante la pandemia «non ha indicato in modo affidabile quante persone siano state effettivamente infettate».   Hanno affermato che i test PCR rilevano in modo affidabile frammenti di DNA virale, anche in «quantità estremamente piccole» che «non rappresentano alcun rischio di infezione», ma non sono in grado di stabilire se il virus si sta replicando nell’organismo.   I risultati positivi non dovrebbero essere utilizzati «come indicatori di infezione», perché i test PCR di massa «aumentano la quota relativa di falsi positivi», hanno concluso i ricercatori.

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I test PCR di massa hanno causato «danni sociali, economici e personali non necessari»

L’affidamento dei governi ai risultati dei test PCR per monitorare i livelli di infezione da COVID-19 ha portato a restrizioni legate alla pandemia che hanno contribuito a «danni sociali, economici e personali non necessari», hanno affermato i ricercatori.   I governi hanno utilizzato i risultati dei test PCR per giustificare rigide restrizioni, nonostante le agenzie sanitarie pubbliche avessero accesso a dati di test sugli anticorpi di qualità superiore.   «Erano disponibili informazioni migliori di quelle comunicate pubblicamente», hanno affermato i ricercatori. Ciò ha sollevato «seri interrogativi sulla trasparenza e sul fatto che le politiche fossero basate sui dati più informativi disponibili».   Jablonowski ha affermato che nei primi giorni della pandemia, i test PCR hanno probabilmente fornito un quadro più accurato della diffusione dell’infezione, poiché i kit per i test erano scarsi e venivano quindi utilizzati su coloro che avevano maggiori probabilità di essere infettati.   Ma man mano che i test diventavano più facilmente disponibili, «venivano utilizzati su persone asintomatiche e obbligatori per i ricoveri ospedalieri, i viaggi aerei, i datori di lavoro e molte altre attività ad accesso controllato», ha affermato Jablonowski.   Gli autori dello studio tedesco hanno affermato che un approccio più scientificamente valido avrebbe incluso dati più accurati sui test PCR che mostravano i risultati in proporzione al numero di test eseguiti, un monitoraggio di routine dei livelli di anticorpi nella popolazione e una «comunicazione trasparente… che indicasse chiaramente cosa la PCR può e non può misurare».   «Questo insieme di pratiche… dovrebbe guidare le future politiche di sanità pubblica», hanno affermato i ricercatori.   Documenti del governo tedesco trapelati lo scorso anno suggerivano che la risposta ufficiale del Paese alla pandemia di COVID-19 si basava su obiettivi politici e che le contromisure e le restrizioni raccomandate dalla Germania spesso contraddicevano le prove scientifiche.   Durante un’intervista del 2022 al podcast «RFK Jr. The Defender Podcast» di Robert F. Kennedy Jr., il matematico Norman Fenton, Ph.D., ha affermato che i funzionari governativi di tutto il mondo hanno manipolato i dati dei test PCR per esagerare l’entità della pandemia.   Jablonowski ha affermato che «l’isteria dei test PCR obbligatori ha preparato la mentalità della popolazione alle vaccinazioni obbligatorie che sarebbero arrivate. I test non avevano nulla a che fare con la salute della popolazione, ma solo con il controllo della popolazione».   I test PCR per il COVID-19 sono molto meno diffusi oggi rispetto al picco della pandemia. Tuttavia, i ricercatori hanno affermato che il loro studio «è importante oggi perché l’errore strutturale che rivela – trattare i positivi alla PCR come infezioni – non è stato corretto».   «Dato che ci troviamo di fronte a nuovi agenti patogeni, come l’influenza aviaria , affidarci solo alla PCR rischia di ripetere gli stessi errori», hanno affermato i ricercatori.

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Risposta «polarizzata», poiché i risultati «mettono in discussione le ipotesi che hanno plasmato la politica pandemica»

I ricercatori hanno affermato di aver incontrato «notevoli difficoltà» nel pubblicare il loro articolo. Tra queste, il rifiuto da parte di altre sei riviste, di cui solo due hanno inviato il manoscritto per la revisione paritaria.   Queste riviste hanno cercato di «proteggere la narrativa prevalente, piuttosto che affrontare il nocciolo della nostra analisi», hanno affermato i ricercatori.   I ricercatori hanno affermato che due dei tre revisori originali di Frontiers in Epidemiology «si sono ritirati dai loro incarichi». Ciò ha costretto la redazione a reclutare un quarto revisore, ritardando la pubblicazione dell’articolo.   La risposta all’articolo è stata «polarizzata», hanno affermato. «Alcuni lettori hanno accolto con favore il confronto quantitativo dei dati PCR e IgG, ritenendolo in ritardo, mentre altri hanno messo in dubbio le implicazioni dello studio o hanno tentato di liquidarlo senza approfondire la metodologia di base».   Ciò non sorprende, «dato che i risultati mettono in discussione i presupposti che hanno plasmato la politica pandemica», hanno affermato.   Michael Nevradakis Ph.D.   © 26 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.  

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Epidemie

Il CDC chiude i laboratori con scimmie tra i timori della tubercolosi

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Il CDC, l’ente nazionale USA per il controllo epidemico, porrà fine a ogni indagine su primati non umani svolta nelle sue sedi, costituendo la prima occasione dal ritiro degli scimpanzé da parte dei National Institutes of Health nel 2015 in cui un’agenzia sanitaria federale di primo piano ha decretato la cessazione totale di un proprio protocollo interno sulle scimmie. Lo riporta la rivista Science.

 

Tale determinazione coinvolge approssimativamente 200 macachi alloggiati nel complesso di Atlanta dei CDC. Un portavoce dell’agenzia ha attestato a Bloomberg che si sta approntando un programma di smantellamento, pur astenendosi dal delineare scadenze precise o sul destino degli esemplari.

 

La scelta matura all’indomani di lustri di contestazioni da parte di associazioni per la tutela animale e taluni ricercatori, i quali lamentano che i paradigmi su scimmie abbiano generato un apporto traslazionale scarso, soprattutto nella elaborazione di sieri anti-HIV, ove decine d’anni di analisi su primati non hanno ancor prodotto un rimedio omologato. I CDC hanno invocato tanto sensibilità etiche quanto un viraggio tattico verso opzioni antropomorfe, come sistemi organ-on-a-chip, colture cellulari evolute e simulazioni algoritmiche, quali elementi cardine della risoluzione.

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In via distinta, i CDC hanno affrontato episodi di vulnerabilità biosicurezza legati a primati importati. Archivi interni scrutinati dall’organizzazione animalista PETA rivelano che, dal 2021 al 2024, i vagli di quarantena hanno smascherato 69 episodi di tubercolosi nei macachi in transito, con ulteriori 16 occorrenze scoperte post-liberazione verso i laboratori.

 

«La PETA ha allertato i CDC sin dal 2022 che il loro circuito di importazione di scimmie configura una mina vagante per la tubercolosi», ha dichiarato la dottoressa Lisa Jones-Engel, consulente scientifico per la sperimentazione sui primati della PETA. «Nondimeno, la loro ostinata miopia ha consentito a un pericolo biosicuro manifesto di infiltrarsi negli Stati Uniti. Invitiamo i CDC a interrompere l’afflusso di scimmie nei laboratori, a tutela della salute collettiva, della validità scientifica e degli stessi primati».

 

La dismissione progressiva si allinea a iniziative federali più estese per comprimere la sperimentazione su animali. Ratificato nel 2022, il Modernization Act 2.0 della Food and Drug Administration (FDA) ha soppresso l’esigenza di prove animali preliminari alla sperimentazione umana, mentre NIH, EPA e FDA hanno esteso gli stanziamenti per metodiche prive di impiego animale.

 

«Questa svolta è epocale. Per la prima volta, un ente statunitense opta per una scienza contemporanea e umana anziché per un apparato obsoleto di test su scimmie», ha esultato Janine McCarthy, direttrice facente funzioni delle politiche di ricerca al Physicians Committee for Responsible Medicine. «Ora i CDC dovrebbero destinare quei budget alla ricerca antropocentrica e assicurare che queste scimmie siano ricollocate in santuari per il resto dei loro giorni».

 

«I CDC hanno appena trasmesso un segnale all’intero ecosistema biomedico: l’epoca degli esperimenti su scimmie è conclusa», ha soggiunto McCarthy.

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