IVF
Il papa circondato di bambini fatti in provetta
Elon Musk era sparito da Twitter – il social a cui è più affezionato, tanto da voler sganciare diecine di miliardi di dollari per comprarselo tutto – per ben nove giorni, stimolando ipotesi di ogni sorta.
Poi, d’un tratto, riemerge: ecco, è a Roma in una foto con Bergoglio, che nell’occasione sembra pure molto basso. Musk si è portato dietro 4 dei sette figli: uno ora ha cambiato nome e sesso in odio al padre, un altro, quello fatto con la sublime cantante Grimes, ha un nome impossibile («X Æ A-Xii»), l’ultima figlia nata pochi mesi fa, abbiamo appreso da poco, sarebbe stata «fatta» sempre con Grimes ma affittando l’utero – e su quali gameti siano stati utilizzati, chissà.
Quindi, in udienza privata con il papa sarebbero andati quattro dei figli maggiori, di primo letto.
La cosa da notare, per coloro ancora legati alla dottrina cattolica (e i protocolli vaticani…) è che tutti e quattro i ragazzi sono stati prodotti con riproduzione artificiale.
Honored to meet @Pontifex yesterday pic.twitter.com/sLZY8mAQtd
— Elon Musk (@elonmusk) July 2, 2022
Una volta non solo le mogli dei capi di Stato in visita dovevano essere velate: nel caso si trattasse di mogli sposate da divorziati, esse non potevano accedere all’incontro con il papa, che della morale cattolica è l’incarnazione più istituzionale possibile.
Ora, invece, comprendiamo che portare al cospetto del Santo Padre dei bambini fatti in provetta non è un problema.
Almeno cinque dei figli di Musk, più l’ultima fatta segretamente con utero surrogato, sono stati prodotti artificialmente con la la fecondazione in vitro (IVF).
Chi conosce la storia di Musk, può riconoscere che dietro a questa scelta «scientifica», in linea con l’eccelso intelletto di Musk, ci può essere in realtà una tragedia. Il primogenito di Musk, avuto con la prima moglie Justine Wilson, è morto all’età di dieci settimane di SIDS: cioè, morte in culla.
È stato riportato, quindi, che Musk e la moglie decisero di utilizzare la IVF per continuare la famiglia. Il risultato sono stati i classici parti plurigemellari da impianto multiplo di embrioni fatti in provetta. Dopo i gemelli avuti nel 2004, ecco i trigemini del 2006.
Quindi, quattro dei Musk in provetta erano a fianco del papa sorridente.
Si tratta dell’ennesima prova di come alla gerarchia cattolica non interessi il tema della procreazione artificiale – o forse, come abbiamo pensato spesso, che essa negli ultimi decenni abbia spinto a favore di essa. Ne abbiamo quasi certezza, avendo visto le gesta di tanti personaggi del demi-mondo catto-probiotico lungo i giorni in cui la riprogenetica avanzava nel mondo.
Ufficialmente il Vaticano si oppone alla provetta. La posizione è stata certificata dal documento della Congregazione per la Dottrina della Fede Donum Vitae (1987).
«È immorale produrre embrioni umani destinati a essere sfruttati come “materiale biologico” disponibile. Nella pratica abituale della fecondazione in vitro non tutti gli embrioni vengono trasferiti nel corpo della donna; alcuni vengono distrutti. Così come condanna l’aborto procurato, la Chiesa proibisce anche di attentare alla vita di questi esseri umani».
Il Donum Vitae stabiliva l’ovvio, che ora sfugge a chiunque – anche alla Chiesa stessa: una fecondazione in vitro genera tanti embrioni che vengono selezionati e scartati, o semplicemente uccisi nell’operazione: come un aborto, ma moltiplicato per varie volte – sappiamo che già da più di un lustro il numero di esseri umani ammazzato dalla provetta in Italia supera quello degli aborti via legge 194.
Insomma, dietro ogni bambino in provetta che vediamo in braccio alla coppietta ora felice, ci sono decine di fratellini assassinati.
Quindi, dietro ai ragazzi Musk e al papa, chi c’è?
La gerarchia, un tempo, aveva anche altri timori riguardo alla provetta.
«Le tecniche di fecondazione in vitro possono aprire la possibilità ad altre forme di manipolazione biologica o genetica degli embrioni umani, quali: i tentativi o progetti di fecondazione tra gameti umani e animali e di gestazione di embrioni umani in uteri di animali, l’ipotesi o il progetto di costruzione di uteri artificiali per l’embrione umano» scriveva il Donum Vitae.
Capite che ora queste parole, nell’era del CRISPR di cui vi ripete spesso Renovatio 21, siano ancora piuttosto importanti.
Cominci con i figli in provetta (omologa, eterologa: ma che differenza c’è?), finisci con i super-bambini, i designer babies, e poi le chimere, i bimbi transgenici, nel pendìo scivoloso disegno eugenetico che abbiamo imparato a conoscere bene.
«Questi procedimenti sono contrari alla dignità di essere umano propria dell’embrione e, nello stesso tempo, ledono il diritto di ogni persona di essere concepita e di nascere nel matrimonio e dal matrimonio». Niente di tutto questo traspare dal volto del papa.
Non nascondiamo che alle domande fondamentali del fenomeno, il Vaticano non abbia ancora risposto: in che condizione sono gli embrioni crioconservati, che non sono né vivi né morti? È possibile battezzare dei bambini fatti con la riprogenetica? E soprattutto: l’anima può entrare in un corpo anche se prodotto in laboratorio? Quando? Perché? Chi è compreso in quel «Libro della Vita» di cui parla la Rivelazione?
Sono domande che abbiamo, e a cui neanche hanno tentato di rispondere.
Ci dispiace, e molto, per Elone. Egli va considerato un vero eroe dal nostro tempo. Dalla sua posizione di relativo vantaggio – uomo più ricco del mondo, ma senza un vero avallo dell’establishment ufficiale e occulto – lavora per la continuazione dell’umanità (rendendola una «specie interplanetaria», nelle sue parole di uomo che vuole morire su Marte, e non all’impatto) e lo abbiamo applaudito nelle sue grandi cavalcate contro il denatalismo e il crollo demografico.
In un certo senso, nell’ambiente pro-natalista, possiamo dire che purtroppo è un principiante.
«L’umanità non si è evoluta per piangere i non nati» ha scritto una volta su Twitter. Ha dovuto giustificarsi, perché gli hanno subito fatto notare che la frase, sacrosanta, poteva sembrare un attacco all’aborto. Abbiamo poi visto il logo di Tesla in infografiche che mostravano le aziende che, orrendamente, pagheranno per gli aborti dei propri dipendenti nell’America post-Roe.
Elon probabilmente voleva trovare un papa con cui parlare davvero di denatalità, dell’imperativo assoluto della continuazione della Vita. Invece, ha trovato Bergoglio, quello che disse che «essere cattolici non significa fare figli come conigli».
Elon, che è intelligente come nessuno, ha capito tante cose – ma non ha capito tutto.
Il papa, invece, non ha capito niente. Lo scandalo è tutto sulle sue spalle.
La maledizione che vive oggi la popolazione umana, pure.
Roberto Dal Bosco
Immagine da Twitter
IVF
Trump annuncia un accordo per rendere più facile la provetta. Kennedy dice che per questo andrà in paradiso
Il presidente USA Donald Trump ha annunciato che la sua amministrazione ha raggiunto un accordo con le aziende farmaceutiche per ridurre drasticamente il costo della fecondazione in vitro (IVF). Si tratta di uno sviluppo devastante che porterà alla creazione in laboratorio di milioni di esseri umani e al loro scarto.
Renovatio 21 inoltre torna a sottolineare che in questo modo aumenteranno a dismisura i casi di chimere umane, ossia di individui dotati di più DNA.
«Le iniziative che ho appena annunciato rappresentano le azioni più audaci e significative mai intraprese da un presidente per portare il miracolo della vita in più case americane», ha dichiarato Trump giovedì nello Studio Ovale. «Non esiste felicità e gioia più grande nel crescere i figli, e ora milioni di americani che lottano contro l’infertilità avranno una nuova opportunità di vivere l’esperienza più bella di tutte».
.@POTUS: “We’re here today to announce a historic victory for American women, mothers, and families. With the actions I will outline this afternoon, we’ll dramatically slash the cost of IVF, and many of the most common fertility drugs… prices are going way down.” pic.twitter.com/O8YOXNPLF7
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) October 16, 2025
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Il presidente descritto la sua iniziativa come una «vittoria storica per le donne, le madri e le famiglie americane» e ha scherzato sul fatto che darà il via a un’era di «bambini Trump».
Il segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), Robert F. Kennedy Jr., si è congratulato con Trump, dicendogli che «andrà in paradiso» per aver promosso la fecondazione in vitro.
RFK Jr. just told Trump he’ll “get to heaven” for promoting IVF. WATCH 👇
No, Mr. Kennedy. As a Catholic, you know IVF violates God’s law—and as a man of science, you know it kills millions of embryonic children.
We pray for your conversion—and for the President’s. 🙏 pic.twitter.com/sfOnjSFRCf
— John-Henry Westen (@JhWesten) October 17, 2025
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Il processo di fecondazione in vitro (IVF) è considerato gravemente immorale, poiché comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi e trattati come merci. Si stima che oltre un milione di embrioni siano congelati negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite IVF venga infine distrutto.
Come riportato da Renovatio 21, in America come in Italia oggi la provetta uccide più dell’aborto.
Dopo che una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama, che ha stabilito che gli embrioni congelati fossero considerati bambini in una causa per omicidio colposo, ha portato la questione al centro dell’attenzione nazionale lo scorso anno, la maggior parte dei repubblicani nazionali si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro (con poche eccezioni).
A guidare la carica era stato lo stesso Trump, che si è autodefinito un «leader della fecondazione in vitro» e ha promesso di promulgare un nuovo diritto federale alla fecondazione in vitro, sia attraverso sussidi diretti che tramite un obbligo assicurativo (sebbene abbia anche suggerito di sostenere esenzioni religiose a quest’ultimo).
A febbraio, Trump ha firmato un ordine esecutivo che ordina alla sua amministrazione di elaborare azioni amministrative e raccomandazioni politiche per rafforzare l’«accesso» e la «sostenibilità» della fecondazione in vitro, senza tuttavia impegnarsi ancora in una politica specifica.
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo prosperano nuove pratiche eugenetiche di screening degli embrioni, con startup lautamente finanziate dagli oligarchi elettronici volte a creare bambini «perfetti» come nel più estremo sogno hitleriano.
Non c’è solo la mostruosa ecatombe di embrioni della cosiddetta «micromorte» a rendere problematica la riproduzione artificiale. Con embrioni multipli impiantati nella donna e «attecchiti» si può avere il fenomeno della «chimera umana».
In biologia, una chimera è un organismo o una creatura che presenta due o più popolazioni di cellule geneticamente diverse, ciascuna originata da zigoti differenti. Queste popolazioni cellulari geneticamente distinte di fatto coesistono all’interno dell’organismo
Le chimere umane, ovvero individui derivati dalla combinazione di due embrioni, costituiscono una realtà riconosciuta da un numero significativo di anni, benché questa realtà sia spesso ignorata nonostante il notevole incremento dei casi, come riportato da alcuni professionisti medici.
Le persone chimeriche, le quali presentano due diversi set di DNA in quanto risultato della fusione di due esseri distinti, effettivamente mostrano disfunzioni che emergono col tempo: il «fratello» che è stato assorbito continua a crescere all’interno del corpo del gemello ospite più sviluppato. È possibile che tessuti come capelli, muscoli e persino occhi si trovino all’interno del corpo di un individuo chimera.
In altre situazioni, l’embrione assorbito si sviluppa in modo «coordinato» con l’altro gemello, diventando un organo specifico all’interno del corpo dell’embrione dominante.
Il chimerismo ha già giocato brutti scherzi in giro per il mondo.
Sono stati riportati casi in cui individui hanno avuto figli, ma non hanno trasmesso il loro proprio DNA ai loro discendenti, poiché gli organi genitali, sia maschili che femminili, erano in realtà derivati dai gemelli assorbiti durante la fase embrionale. Di conseguenza, la loro prole è geneticamente figlia dei fratelli che non hanno mai conosciuto e dei quali non erano nemmeno a conoscenza, ma che esistono nella realtà della genetica: è da capogiro, a pensarci, ma è così.
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In America, dove i test genetici sono arrivati al consumatore, saltano fuori casi sempre più allucinanti. I servizi sociali tolgono i bambini ad una donna, che viene arrestata dalla polizia dopo un test del DNA: i figli non sono suoi, li ha rapiti – invece li ha partoriti lei, solo che i suoi organi riproduttivi erano in realtà della sorella che condivideva con lei il grembo materno, e che si è fusa con la donna, che quindi, da figlia unica, ha una sorella, ma non la ha mai vista, perché è dentro di lei, ma al contempo è la vera madre dei suoi figli (sì, gira la testa). Prima di risolvere legalmente questo problema, la signora ne ha passate di ogni tipo.
Stesso caso per un uomo che si è sentito dire di non essere il padre dei suoi figli, in quanto il vero padre, dissero i medici, era secondo i risultati del DNA un parente stretto, un fratello (vicenda di corna abbastanza classica). E invece, l’uomo era figlio unico – suo fratellino si era sistemato, molto prima di nascere, come organo genitale del fratellone, e ha continuato così, generando così dei figli con la cognata.
L’aberrazione biologica qui fa il paio con quella sociale, perché le ramificazioni di distruzione della società, della famiglia, del concetto stesso di identità individuale sono abissali.
Più che paradiso, qui stiamo parlando di inferno sulla terra.
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Immagine da Twitter
Eugenetica
«Pratiche eugenetiche discriminatorie»: allarme del bioeticista contro nuovo test sugli embrioni FIVET
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IVF
I sudcoreani eludono il divieto di fecondazione in vitro sesso-selettiva viaggiando all’estero
In Corea del Sud, dove il tasso di natalità, pur registrando un lieve aumento nel 2024 per la prima volta in dieci anni, rimane il più basso al mondo, alcune coppie stanno lasciando il Paese per sottoporsi alla fecondazione in vitro (IVF) con selezione del sesso del nascituro, una pratica vietata dalla legge nazionale. I sostenitori della legalizzazione della FIV selettiva ritengono che possa incentivare un aumento delle nascite, ma i critici esprimono forti dubbi.
Secondo il Korea JoongAng Daily, una donna sudcoreana sulla trentina, identificata con lo pseudonimo di Sohan per tutelarne la privacy, ha raccontato di essersi recata a Bangkok, in Thailandia, a giugno 2024, per scegliere un embrione maschile tramite IVF. Sohan e suo marito, già genitori di una figlia, desideravano un figlio maschio. Dieci mesi dopo, hanno accolto il loro secondo figlio. Tuttavia, il processo ha generato 16 embrioni, senza indicazioni sul destino di quelli non utilizzati.
«Ho saputo di questa possibilità anni fa, quando una parente di un’amica aveva provato a scegliere il sesso del bambino a Hong Kong», ha dichiarato Sohan.
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In Corea del Sud la «legge sulla bioetica e sulla sicurezza» del 2005 vieta la selezione del sesso tramite IVF, con pene fino a due anni di carcere o multe fino a 30 milioni di won (circa 18.333 euro) per i medici che violano la norma. La legge, introdotta per contrastare il femminicidio legato agli aborti selettivi, ha contribuito a ristabilire un equilibrio di genere, oggi in linea con quello dei paesi occidentali. Tuttavia, nessuna norma impedisce alle coppie di recarsi all’estero per accedere a questa pratica, legale in Paesi come Thailandia, Cipro e Stati Uniti.
La pressione per legalizzare la IVF selettiva in Corea del Sud cresce, con l’argomentazione che potrebbe stimolare le nascite. Tuttavia, la selezione del sesso è spesso associata a discriminazioni storiche, soprattutto verso le femmine, e a squilibri di genere. Secondo dati pubblici della CIA, in India il rapporto è di 100 femmine ogni 112 maschi, in Cina di 100 femmine ogni 111 maschi, mentre in Corea del Sud, prima delle misure correttive, si attestava a 110 femmine ogni 116,5 maschi.
Come riportato da Renovatio 21, in India, dove la proibizione dell’aborto sesso-selettivo arriva ad impedire di sapere il genere del figlio se non alla nascita, esistono racket che offrono il servizio, continuando la strage di milioni di bambine.
Il Parlamento del Canada quattro anni fa ha rifiutato di condannare l’aborto sesso-selettivo.
Rimane la curiosità: come le femministe, valchirie del feticidio, possono giustificare il genocidio del loro stesso gruppo?
Capitasse su Renovatio 21 una lettrice femminista, ci scriva e provi a spiegarcelo: vediamo già le contorsioni.
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