Economia
Il Pakistan riceve il primo invio di gas russo via Iran
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La conferma dall’ambasciata di Mosca in Pakistan. La consegna è avvenuta attraverso la zona economica speciale di Sarakhs, nella Repubblica islamica. Il pagamento è avvenuto in valuta cinese ma non è noto il costo e se il governo pakistano ha beneficiato di uno sconto. In precedenza era già stato consegnato del petrolio russo.
Il Pakistan ha ricevuto la prima spedizione di GPL (gas di petrolio liquefatto) dalla Russia, portando a termine il secondo più importante acquisto di fonti energetiche dal Paese. Lo ha annunciato ieri l’ambasciata di Mosca a Islamabad, la quale aggiunge che il trasporto e la consegna sono avvenuti grazie all’aiuto sostanziale dell’Iran.
In precedenza, la nazione dell’Asia del sud aveva già ottenuto una prima consegna di greggio russo in seguito a un accordo di fornitura stipulato fra il governo locale e il Cremlino a inizio anno.
Nel gennaio 2023, una delegazione russa si è recata in visita ufficiale a Islamabad per colloqui volti a finalizzare l’accordo. Durante la tre giorni di incontri, i delegati di Islamabad e Mosca hanno affrontato e discusso una serie di questioni tecniche: dall’assicurazione al trasporto, fino ai meccanismi di pagamento in una fase in cui le transazioni con la Russia sono complicate dalle sanzioni internazionali per la guerra in Ucraina. La firma è arrivata alla fine del marzo scorso, a conclusione di due mesi di serrate trattative.
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«Dopo l‘approvazione – si legge in una dichiarazione congiunta diffusa dalle due parti – delle specifiche tecniche, la transazione commerciale di petrolio e gas sarà strutturata in modo tale da avere un vantaggio economico reciproco per entrambi i Paesi». In un post pubblicato oggi sui social media, l’ambasciata russa ha confermato la consegna di 100mila metri cubi di Gpl al Pakistan attraverso la zona economica speciale iraniana di Sarakhs.
L’ambasciata ha poi aggiunto che sono in corso consultazioni per una seconda spedizione. Al riguardo, la rappresentanza diplomatica non ha fornito dettagli sul coinvolgimento dell’Iran e non è stato immediatamente chiaro quanto sia costato il GPL e se Islamabad abbia usufruito di uno sconto al momento della finalizzazione dell’accordo.
Dal canto suo Islamabad ha rivelato di aver pagato il greggio russo in valuta cinese, ma non ha mai voluto rendere noti i termini di accordi e le relative cifre.
Le importazioni di energia costituiscono la maggior parte dei pagamenti esteri del Pakistan; le importazioni scontate dalla Russia offrono una tregua, in una fase di crisi economica per Islamabad e una situazione di difficoltà nella bilancia dei pagamenti, con il serio rischio di default sul debito estero.
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Immagine di Sunni Person via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Economia
Aumento del traffico merci sul Canale di Suez
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Economia
Trump continua la corsa alle terre rare con gli accordi in Asia centrale
Il presidente statunitense Donald Trump ha rivelato una serie di intese commerciali e di investimento incentrate sui minerali di terre rare con i leader degli Stati dell’Asia centrale. L’iniziativa si inserisce nell’obiettivo di Washington di ampliare il proprio coinvolgimento nella regione ricca di risorse naturali, in un contesto di tensioni commerciali con Pechino.
Le intese sono state siglate giovedì al termine del vertice alla Casa Bianca tra Trump e i presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
L’incontro ha posto l’accento su minerali critici, collaborazione energetica e diversificazione degli scambi, con Trump che ha evidenziato come l’Asia centrale sia «una regione immensamente ricca» di depositi di uranio, rame, oro e terre rare. Ha precisato che la sua amministrazione sta forgiando nuove alleanze per variare le filiere di approvvigionamento e garantire agli USA un maggiore accesso a questi materiali strategici.
L’evento ha generato vari patti su commercio e risorse, tra cui 17,2 miliardi di dollari in nuovi contratti tra il Kazakistan e imprese americane, oltre a un’intesa da 1,1 miliardi di dollari con Astana per lo sfruttamento di uno dei maggiori giacimenti di tungsteno inesplorati al mondo. Inoltre, Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan hanno concordato l’acquisto di 37 aerei Boeing. Trump ha annunciato pure che l’Uzbekistan conta di investire oltre 100 miliardi di dollari nel prossimo decennio in comparti USA come l’aerospaziale, i ricambi auto e i minerali critici.
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La banca d’affari Goldman Sachs ha avvertito che l’Occidente potrebbe impiegare fino a un decennio per contrastare il dominio cinese nel settore delle terre rare. Questi minerali, indispensabili per la maggior parte delle tecnologie contemporanee, restano al centro di una controversia commerciale tra Washington, l’UE e Pechino.
Il vertice è avvenuto una settimana dopo l’incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud, mirato a dirimere la «guerra commerciale» tra Washington e Pechino. In esito a quel colloquio, la Cina ha sospeso per un anno i nuovi vincoli sulle esportazioni di terre rare, mentre gli USA hanno posticipato l’introduzione di dazi del 100% sui beni cinesi.
Ciononostante, Washington ha intensificato gli sforzi per reperire fonti alternative di materiali strategici, dato che Pechino domina circa il 90% della raffinazione globale delle terre rare. Oltre ai vicini asiatici della Cina, gli Stati Uniti hanno di recente stipulato accordi per forniture di terre rare anche con Giappone e Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, in questi giorni Trump ha raggiunto accordi sulle terre rare con l’Australia.
Il ministero del Commercio cinese ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.
Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.
Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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