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Politica

Il ministro israeliano pronto a lasciare il governo se Netanyahu accetta la tregua con Hamas proposta da Biden

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Il ministro delle Finanze israeliano e leader sionista Bezalel Smotrich, ha avvertito il premier Benjamin Netanyahu che uscirà dal governo dello Stato Ebraico qualora l’attuale esecutivo dovesse accettare la proposta di tregua con Hamas annunciata dal presidente USA Joe Biden. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz.

 

Lo Smotrich, 44 anni, è il leader del Partito Sionista Religioso, partito noto fino a pochi anni fa anche come Tkuma («Resurrezione»). Il Partito Religioso Sionista si oppone a qualsiasi concessione territoriale alle rivendicazioni di terra palestinesi o siriane. Alcuni membri sostengono l’annessione dell’intera Cisgiordania, sebbene la politica ufficiale della fazione parlamentare Casa Ebraica, alla quale il partito si è allineato tra il 2013 e il 2019, sostenga solo l’annessione dell’Area C della Cisgiordania, che costituisce il 63% di terra in Cisgiordania assegnata a Israele negli accordi di Oslo.

 

Il partito si oppone al riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso su base religiosa e sostiene un aumento dei finanziamenti per lo studio della Torah e l’educazione religiosa. Secondo l’editorialista ebreo-americano David E. Rosenberg la «piattaforma del Partito Religioso Sionista include cose come l’annessione degli insediamenti in Cisgiordania, l’espulsione dei richiedenti asilo e il controllo politico del sistema giudiziario»; il partito di Smotrich, continua il Rosenberg, sarebbe un partito politico «guidato dalla supremazia ebraica e dal razzismo anti-arabo».

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Come riportato da Renovatio 21, la posizione di Smotrich è stata anticipata da un altro membro del gabinetto israeliano, ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha minacciato che, in tal caso, il suo partito «scioglierà il governo». Ben Gvir, vittima di un recente incidente stradale dal quale si è però ripreso in tempo di record, è il leader del partito sionista ma secolarista Otzma Yehudit, partito discendente del movimento di suprematismo ebraico del rabbino ebreo-americano Meir Kahane, assassinato in un vicolo di Nuova York agli inizi degli anni Novanta.

 

Nelle elezioni del 2021 e 2022 il Partito Sionista Religioso di Smotrich aveva forma una lista insieme al partito Otzma Yehudit e al partito anti-LGBT Noam. Il blocco radicale alle ultime elezioni ha preso 14 seggi alla Knesset, il Parlamento dello Stato Ebraico.

 

Lo Smotrich a gennaio aveva dichiarato che cacciare il 90% degli abitanti di Gaza «non costa nulla». A marzo dello scorso anno sempre lo Smotrich aveva dichiarato a una cerimonia commemorativa privata a Parigi che non esiste un popolo palestinese, che è un’invenzione del mondo arabo e che lui e i suoi nonni sono i veri palestinesi.

Come riportato da Renovatio 21, anche dal ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz sono arrivate al Netanyahu minacce di far cascare il governo qualora questo non si impegnasse in un nuovo piano di azione per Gaza.

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Politica

Lo speaker della Camera USA chiede la rimozione di Biden dalla presidenza: invocato il 25° emendamento

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Joe Biden dovrebbe essere sostituito come presidente degli Stati Uniti, avendo dimostrato di «non essere all’altezza del compito» durante il suo dibattito con Donald Trump, ha affermato il presidente della Camera Mike Johnson.   La prestazione del presidente degli Stati Uniti nel suo primo confronto elettorale con Trump giovedì è stata ampiamente considerata un disastro sia da repubblicani che dai democratici. L’81enne è parso praticamente a tutti come fragile e confuso, faticava a finire le frasi e confondeva le parole.   Secondo quanto riportato dai grandi giornali, che a quanto pare avevano molti articoli pronti sull’argomento, l’apparato dei democratici è stato «preso dal panico» dopo il dibattito, e alcuni donatori hanno chiesto che il presidente fosse escluso dalla lista del partito per le elezioni del 5 novembre.   «Anch’io sarei nel panico se fossi un democratico oggi e quello fosse il mio candidato. Penso che sappiano di avere un problema serio», ha detto Johnson ai giornalisti giovedì.

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Il politico repubblicano ha sostenuto che Biden non solo dovrebbe ritirarsi dalla corsa, ma anche essere immediatamente rimosso dall’incarico.   «Non è solo una questione politica. Non è solo il Partito Democratico. È l’intero Paese. Abbiamo un problema serio qui, perché abbiamo un presidente che, a quanto pare, non è all’altezza del compito», ha detto.   Johnson ha detto che l’amministrazione di Biden potrebbe costringerlo a dimettersi invocando il 25° emendamento, che stabilisce che il vicepresidente e i membri del gabinetto possono votare per dichiarare il presidente «incapace di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio», rendendo il vicepresidente il capo di stato facente funzione. Se il comandante in capo si rifiuta di ottemperare, la decisione finale sulla questione spetterebbe al Congresso.   Il 25° emendamento non è mai stato utilizzato nella storia degli Stati Uniti.   «Ci sono molte persone che chiedono informazioni sul 25° emendamento, invocandolo proprio adesso perché questa è una situazione allarmante», ha sottolineato il presidente della Camera.   A causa delle condizioni mentali di Biden, «i nostri avversari vedono la debolezza di questa Casa Bianca come tutti noi. Non provo alcun piacere nel dirlo».   «Penso che questa sia una situazione molto pericolosa… E deve essere considerata e gestita come tale. E speriamo che faranno il loro dovere, come tutti noi cerchiamo di fare il nostro dovere per fare del nostro meglio per il popolo americano», ha affermato Johnson. «Vorrei chiedere ai membri del Gabinetto di esaminare i loro cuori».   I risultati di un sondaggio di Morning Consult, pubblicato venerdì dalla testata Axios, suggeriscono che il 60% degli elettori ritiene che Biden dovrebbe «sicuramente» o «probabilmente» essere sostituito come candidato democratico alle presidenziali dopo la sua deludente prestazione nel dibattito.

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Gli exit poll prevedono che la Le Pen stravincerà

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Il partito di destra Rassemblement National (RN) è pronto a vincere il primo turno delle elezioni parlamentari anticipate francesi tenutesi domenica, secondo gli exit poll. Il risultato è una sorprendente sconfitta per il presidente Emmanuel Macron e la sua coalizione centrista Ensemble.

 

Macron ha chiesto un voto anticipato in seguito alla scarsa performance del suo partito Renaissance durante le elezioni del Parlamento europeo del mese scorso, quando RN guidata da Jordan Bardella ha vinto il maggior numero di seggi assegnati alla Francia.

 

Secondo le proiezioni pubblicate domenica sera dai sondaggisti Ipsos e Talan, RN e i suoi alleati sono in testa con il 33,2% dei voti, seguiti dal blocco di sinistra Nouveau Front Populaire (28,1%). La coalizione di Macron Ensemble («Assieme») è terza con il 21%. Il tasso di affluenza è stato stimato al 65,5%, il più alto che la Francia abbia visto in quattro decenni.

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Secondo le proiezioni di Radio France Internationale (RFI), RN è destinato ad assicurarsi tra 230 e 280 seggi nell’Assemblea nazionale composta da 577 membri, mentre una stima per il blocco di Macron è compresa tra 70 e 100 seggi.

 

I sostenitori del RN hanno festeggiato la vittoria, mentre i leader del partito li hanno esortati a “mobilitarsi” per il secondo turno di votazioni del 7 luglio.

 

«Il popolo francese ha quasi spazzato via il blocco macronista», ha affermato Marine Le Pen, domina del RN che attualmente guida la fazione del partito in Parlamento. «Il secondo turno determinerà l’esito finale», ha aggiunto, sottolineando che il RN deve ottenere una maggioranza assoluta affinché Macron possa nominare Bardella come primo ministro.

 

Macron ha reagito al ribaltamento esortando gli elettori a «bloccare l’estrema destra» e a formare una coalizione per impedire al RN di controllare il parlamento.

 

«È giunto il momento di un’alleanza ampia, inequivocabilmente democratica e repubblicana per il secondo turno», ha affermato Macron domenica, sottolineando che l’elevata affluenza ha dimostrato «l’importanza di queste elezioni per tutti i nostri compatrioti e la volontà di chiarire la situazione politica».

 

Il primo ministro Gabriel Attal ha affermato che «non dovrebbe andare un solo voto a RN», sostenendo che il Paese «deve impedire» alla destra di ottenere la maggioranza assoluta.

 

Il leader del Nuovo Fronte Popolare, Jean-Luc Melenchon, ha descritto i risultati di domenica come una sconfitta «pesante e indiscutibile» dell’alleanza di Macron, ma ha anche esortato il popolo francese a unirsi contro RN.

 


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Bloomberg aveva pubblicato in settimana un articolo in cui definiva oramai «tossico» il marchio politico di Macron, di cui l’elettorato con evidenza ha rifiutato anche l’avventato avventurismo in fatto di guerra contro la Russia.

Il presidente francese si è spinto fino al punto di immaginare un ritorno della Crimea all’Ucraina. Putin ha sostenuto che truppe di Stati NATO già stanno operando sul fronte ucraino, e che l’Occidente sta flirtando con la guerra nucleare e la distruzione della civiltà. Le minacce francesi hanno invece trovato terreno fertile in Finlandia, Paese appena divenuto membro della NATO.

 

 

Tra la Francia e la Russia negli ultimi anni sono sorte frizioni a causa dell’Africa coloniale francese, oramai passata in larga parte sotto la diretta influenza di Mosca – a causa anche dell’antipatia ingeneratasi contro Parigi e le sue missioni militari, accusate di addestrare e manovrare i terroristi islamici che sostenevano di voler combattere.

 

Macron, in politica interna, ha incredibilmente accelerato riguardo a temi etici con manovre anticristiane ed antiumane come il rilancio dell’eutanasia e la costituzionalizzazione dell’aborto. Tutto questo avviene mentre fioccano, anche dall’altra parte dell’oceano, speciose voci sulla sua vita privata.

 

Renovatio 21 ha ipotizzato spiegazioni del comportamento del presidente d’Oltralpe su di un piano metafisico, preternaturale.

 

Macron in queste settimane ha fatto strane dichiarazioni, pubbliche e private, sul fatto che l’elezione a bruciapelo costituiva l’equivalente di aver «gettato una granata innescata tra le gambe» della destra. In altri discorsi, ha preconizzato una guerra civile in Francia.

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Politica

Il New York Times esorta Biden a ritirarsi dalla corsa presidenziale

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I democratici devono ammettere che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non è più in grado di sconfiggere nettamente Donald Trump alle elezioni di novembre e per questo motivo devono trovare un candidato più adatto per sostituirlo, ha scritto venerdì il comitato editoriale del New York Times, il principale quotidiano dell’America e del mondo.   L’appello è arrivato un giorno dopo che Biden ha tenuto quella che molti hanno descritto come una performance disastrosa contro Trump durante il dibattito presidenziale in diretta ad Atlanta, Georgia. Gli osservatori hanno notato che Biden sembrava debole e confuso, faceva fatica a finire le frasi e confondeva le parole quando parlava.   In un articolo pubblicato venerdì, il Times ha messo in dubbio la certezza che Biden avrebbe ripetuto la vittoria del 2020 su Trump.   «Questa non è più una motivazione sufficiente per cui il signor Biden dovrebbe essere il candidato democratico quest’anno. Non ci si può aspettare che gli elettori… ignorino ciò che era invece chiaro da vedere: il signor Biden non è l’uomo che era quattro anni fa», ha scritto il comitato editoriale del NYT, fischiettosamente ignorando i problemi sul declino mentale di Biden già emersi durante la campagna 2020.

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Il NYT ha inoltre sostenuto che Biden è apparso sul palco del dibattito «come l’ombra di una grande figura pubblica», che «ha lottato» per articolare la propria posizione politica e alla fine non è riuscito a contrastare adeguatamente Trump.   «Ci sono leader democratici più attrezzati a presentare alternative chiare, convincenti ed energiche a una seconda presidenza Trump», ha scritto il consiglio. «È una scommessa troppo grande sperare semplicemente che gli americani ignorino o sottovalutino l’età e l’infermità del signor Biden che vedono con i propri occhi».   Il comitato editoriale ha concluso che i democratici hanno maggiori possibilità di sconfiggere Trump se «riconoscono che Biden non può continuare la sua corsa e creano un processo per selezionare qualcuno più capace di prendere il suo posto».   Sebbene il consiglio non abbia proposto alcuna alternativa, i media e gli esperti statunitensi hanno suggerito che diversi importanti democratici potrebbero potenzialmente sostituire Biden come candidato, tra cui il vicepresidente Kamala Harris, il governatore della California Gavin Newsom, il governatore del Michigan Gretchen Whitmer e il governatore dell’Illinois JB Pritzker.   Numerosi giornalisti e personaggi pubblici liberali di spicco hanno riconosciuto che Biden si è comportato male giovedì sera. Un sondaggio flash condotto dalla CNN ha rivelato che il 67% degli elettori registrati che hanno assistito al dibattito ritiene che Trump abbia vinto.   Diversi organi di informazione hanno citato membri anonimi dello staff di Biden che hanno cercato di giustificare la prestazione del presidente affermando che aveva un raffreddore e che era «troppo preparato e si basava su minuzie».   Biden è sembrato riconoscere i suoi difetti poco dopo il dibattito. «So di non essere un giovane, per dire l’ovvio», ha detto a una folla di sostenitori durante un comizio a Raleigh, North Carolina, venerdì. «Non parlo con la stessa fluidità di una volta. Non dibatto più bene come una volta».   Ciononostante, ha giurato di continuare la campagna e ha insistito sul fatto che è il più qualificato per la presidenza. «So come fare le cose. E so, come sanno milioni di americani, che quando vieni buttato giù, ti riprendi», ha detto Biden.   Anche altri media dell’establishment USA – quindi di default filo-Biden –hanno ammesso il disastro senile in cui si è trasformato il dibattito.   «Sfidare con un avversario in un dibattito – piuttosto che tenere un discorso già programmato – è un animale diverso», ha affermato il Washington Post.   L’animosità tra i candidati era palpabile sul palco e Biden, presentato dai democratici come un campione di normalità e decoro, è ricorso a insulti il ​​suo avversario in più occasioni. Ha definito Trump un «piagnucolone», «perdente», «fesso» e «un bambino», oltre a dire che l’ex presidente aveva la morale di «un gatto randagio».   La campagna di Biden spera di trasformare le elezioni del 2024 in un referendum su Trump, ma «gran parte del dibattito si è concentrato su Biden», ha affermato il Post. Il suo formato non ha aiutato, ma «molti dei problemi sono stati ricondotti ai candidati stessi».   Secondo varie testate, che citano fonti, la proposta di sostituire Biden con un altro candidato ha guadagnato più terreno a causa delle sue scarse prestazioni.

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Un importante donatore democratico citato da Politico ha descritto la serata come «la peggiore performance della storia» e ha detto che Biden era così «cattivo che nessuno presterà attenzione alle bugie di Trump». Il donatore lo ha esortato a porre fine alla sua campagna. Un altro ha scritto: «È il momento di una convention aperta».   Un ex funzionario della Casa Bianca di Biden ha dichiarato ad Axios: «è triste, ma mi fa anche arrabbiare pensare a tutte le persone intelligenti che mentono e cercano di far funzionare le cose», riferendosi alla campagna di Biden.   «La domanda per le prossime 72 ore circa è quanti democratici renderanno pubbliche le loro preoccupazioni, specialmente quelli che ricoprono cariche elettive», ha affermato il quotidiano.   Il professore di affari pubblici in pensione Doug Muzzio ha detto al New York Post che la notte è stata «un disastro per Biden», mentre Trump è stato «chiaro e relativamente coerente» e «anche se ha mentito ripetutamente, mente in modo articolato».   Il comico Jon Steward ha scherzato dicendo che Biden ha smentito una «teoria del complotto» secondo cui i suoi dipendenti lo pompano con farmaci prima di eventi pubblici.   «Se queste droghe non esistono, se non ci sono effettivamente droghe che migliorano le prestazioni di questi candidati, potrei sicuramente fottutamente usare qualche droga ricreativa in questo momento, perché questa non può essere la vita reale! Semplicemente non può essere!» ha detto il tafano politico mentre concludeva il suo spettacolo.

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