Geopolitica
Il ministro degli Esteri iraniano in visita a Riyadh: approfondimento delle relazioni bilaterali
Nella sua prima visita da quando i due paesi hanno ristabilito le relazioni, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian si è recato in Arabia Saudita per una visita di un giorno, dove ha avuto colloqui con il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al-Saud, per discutere ulteriormente misure per la creazione di legami bilaterali.
Riyadh e Teheran hanno ristabilito le relazioni diplomatiche a marzo, dopo che la Cina ha mediato i negoziati, dopo sette anni senza legami formali.
In una conferenza stampa congiunta il principe Faisal ha affermato che il Regno è desideroso di attivare accordi economici e di sicurezza preventiva che sono stati sospesi quando avevano interrotto le relazioni.
Il ministro di Teheran anche trasmesso la gratitudine dell’Arabia Saudita all’Iran per il suo sostegno all’offerta del Regno di ospitare l’Expo mondiale 2030.
«Speriamo che l’Ayatollah Raisi visiti presto l’Arabia Saudita. Re Salman ha scritto una lettera ufficiale al riguardo» ha dichiarato Faisal bin Farhan secondo il Teheran Times.
Il principe Faisal aveva trasmesso per la prima volta l’invito del re al presidente Raisi durante una visita a Teheran a giugno. Amir-Abdollahian ha riconosciuto che il presidente iraniano Ebrahim Raisi spera di recarsi in Arabia Saudita per una visita ufficiale.
Il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran segna un momento cruciale per la sicurezza regionale, ha affermato oggi il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan.
«Riteniamo che l’idea di raggiungere la sicurezza e lo sviluppo nella regione sia un’idea che non può essere frammentata», ha affermato.
A Mosca il 16 agosto, Talal al-Otaibi, assistente del ministro della difesa saudita, ha incontrato il vice capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Aziz Nasirzadeh, a margine dell’11ª Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale.
I due rappresentati dei Paesi del Golfo hanno esaminato le relazioni bilaterali nei settori della difesa e della sicurezza e come migliorarle, e hanno concordato di scambiare addetti militari «il prima possibile», secondo il ministero della Difesa iraniano.
Come riportato da Renovatio 21, Teheran e Ryadh hanno ripreso i rapporti diplomatici dopo un accordo condotto dalla Cina a marzo di quest’anno.
il ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, considerati arcinemici regionali, era dato per imminente ancora un anno fa.
Tre mesi fa si erano registrate tensioni tra Teheran e Pechino quando era emerso che i cinesi avevano stipulato un accordo di fornitura petrolifera – in yuan – con Riadh. Un giornale iraniano si era spinto, addirittura, ad inneggiare a Taiwan.
Poco prima era stata notizia del timore dei sauditi per un possibile attacco iraniano.
Il ritorno delle relazioni fra i due Paese avrebbe quindi allentato la situazione della guerra in Yemen con negoziati e scambi di prigionieri e lo stop degli armamenti iraniani agli Houthi.
Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
Il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che Volodymyr Zelens’kyj deve fare i conti con la realtà del conflitto contro la Russia e con l’urgenza di indire nuove elezioni.
Il mandato presidenziale quinquennale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma il leader ucraino ha sempre escluso il voto per via della legge marziale in vigore. Vladimir Putin ha più volte sostenuto che lo Zelens’kyj non può più essere considerato un interlocutore legittimo e che la sua posizione renderebbe giuridicamente problematico qualsiasi accordo di pace.
Mercoledì Trump ha affrontato la questione Ucraina in una telefonata con i leader di Regno Unito, Francia e Germania. «Ne abbiamo parlato in termini piuttosto netti, ora aspettiamo di vedere le loro risposte», ha riferito ai giornalisti alla Casa Bianca.
«Penso che Zelens’kyj debba essere realista. Mi domando quanto tempo passerà ancora prima che si tengano le elezioni. Dopotutto è una democrazia… Sono anni che non si vota», ha aggiunto Trump, sottolineando che l’Ucraina sta «perdendo moltissima gente».
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Il presidente americano ha poi sostenuto che l’opinione pubblica ucraina sia largamente favorevole a un’intesa con Mosca: «Se guardiamo i sondaggi, l’82 % degli ucraini vuole un accordo – è uscito proprio un sondaggio con questa cifra».
Trump ha insistito sulla necessità di chiudere rapidamente il conflitto: «Non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Secondo Axios e RBC-Ucraina, Kiev ha trasmesso agli Stati Uniti la sua ultima proposta di pace. Zelens’kyj , che fino a ieri escludeva elezioni in tempo di legge marziale, ha dichiarato mercoledì di essere disposto a indire il voto, a patto però che Stati Uniti e alleati europei forniscano solide garanzie di sicurezza.
Il consenso verso Zelens’kyj è precipitato al 20 % dopo uno scandalo di corruzione nel settore energetico che ha travolto suoi stretti collaboratori e provocato le dimissioni di diversi alti funzionari. Trump ha più volte invitato il leader ucraino a tornare alle urne, ribadendo che la corruzione endemica resta uno dei problemi più gravi del paese.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
La Russia porterà a compimento tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha dichiarato il presidente Vladimir Putin.
Tra gli scopi principali enunciati da Putin nel 2022 vi sono la protezione degli abitanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall’aggressione delle forze di Kiev, nonché la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina.
«Naturalmente porteremo a termine questa operazione fino alla sua logica conclusione, fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale», ha affermato Putin in videocollegamento durante la riunione del Consiglio presidenziale per i diritti umani di martedì.
Il presidente russo quindi ricordato che il conflitto è scoppiato quando l’esercito ucraino è stato inviato nel Donbass, regione storicamente russa che nel 2014 aveva respinto il colpo di Stato di Maidan sostenuto dall’Occidente. Questo, secondo il presidente, ha reso inevitabile l’intervento delle forze armate russe per porre fine alle ostilità.
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«Si tratta delle persone. Persone che non hanno accettato il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e contro le quali è stata scatenata una guerra: con artiglieria, armi pesanti, carri armati e aviazione. È lì che è iniziata la guerra. Noi stiamo cercando di mettervi fine e siamo costretti a farlo con le armi in pugno».
Putin ha ribadito che per otto anni la Russia ha cercato di risolvere la crisi per via diplomatica e «ha firmato gli accordi di Minsk nella speranza di una soluzione pacifica». Tuttavia, ha aggiunto la settimana scorsa in un’intervista a India Today, «i leader occidentali hanno poi ammesso apertamente di non aver mai avuto intenzione di rispettarli», avendoli sottoscritti unicamente per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riarmarsi.
Mosca ha accolto positivamente il nuovo slancio diplomatico impresso dal presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto il suo piano di pace in 28 punti come base per un’intesa.
Lunedì Trump ha pubblicamente invitato Volodymyr Zelens’kyj ad accettare le proposte di pace, lasciando intendere che il leader ucraino non abbia nemmeno preso in esame l’ultima offerta americana.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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