Droni
Il governo provvisorio di Haiti assume Erik Prince per combattere le ghenghe

Il governo ad interim di Haiti, la cosiddetta Commissione Presidenziale di Transizione (TPC), avrebbe assunto Erik Prince, noto per aver fondato (e poi venduto) la multinazionale di contractor militare Blackwater, per combattere le violente ghenghe che hanno di fatto preso il controllo di gran parte della capitale Port-au-Prince e di porzioni sempre più estese della regione di Artibonite. Lo riporta il New York Times.
Secondo quanto scritto dal quotidiano neoeboraceno, sarebbero stati assunti anche altri appaltatori stranieri. La situazione della TPC si dice sia «disperata».
Il NYT scrive che il team di Prince sarebbe operativo ad Haiti da marzo per creare una task force segreta che dispiegherà droni che prenderanno di mira i membri delle bande. Non è chiaro se verrà effettuato un addestramento approfondito per la Polizia Nazionale Haitiana, sottodimensionata, sottoequipaggiata e sottopagata.
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Sebbene gli uomini di Prince utilizzino i droni da marzo, le autorità non hanno riportato ancora l’uccisione o la cattura di un obiettivo di alto valore.
«Gli esperti di sicurezza hanno affermato che il signor Prince sta anche cercando veterani militari americani di Haiti da ingaggiare per Port-au-Prince e si prevede che invierà fino a 150 mercenari ad Haiti durante l’estate» scrive il quotidiano di Nuova York. Di recente ha spedito un ingente carico di armi al Paese, hanno affermato due esperti».
Secondo testimoni sentiti dalla pubblicazione, sarebbero in arrivo mercenari e tre elicotteri da El Salvador ad Haiti, sulla base del suo buon rapporto di lavoro con il presidente salvadoregno Nayib Bukele, l’uomo che ha ripulito il suo Paese in un modo esemplare al punto da offrire il suo supercarcere anti-cartelli anche all’amministrazione Trump, che vi inviano i criminali illegalmente presenti sul loro territorio.
Le notizie sulle attività di Prince ad Haiti sono arrivate subito dopo che il Segretario di Stato Marco Rubio aveva dichiarato alla Commissione Affari Esteri del Senato, il 20 maggio, che l’Organizzazione degli Stati Americani (OAS) avrebbe dovuto creare una forza militare interamericana per intervenire ad Haiti. È dovere dell’OAS agire, ha affermato il Rubio, perché Haiti è un «problema regionale che richiede una risposta regionale», annunciando poi che la Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza (MSS) a guida keniota, creata dal suo predecessore Tony Blinken, era incapace di gestire la crisi haitiana.
Come riportato da Renovatio 21, il segretario di Stato americano lo scorso 2 maggio ha designato due bande haitiane come Organizzazioni Terroristiche Estere (FTO) e Terroristi Globali Specialmente Designati (SDGT).
Come riportato da Renovatio 21, l’isola è oramai considerata come interamente in mano alle ghenghe.
La discesa di Haiti in un paesaggio infernale si è accelerata nel 2021, quando il presidente Jovenel Moise è stato assassinato. Da allora, le gang hanno governato quasi tutta la capitale, perpetrando estorsioni, rapimenti, stupri, omicidi e decapitazioni su larga scala. Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa l’Alto Commissarrio ONU per i diritti umani Bachelet aveva parlato di livelli «inimmaginabili ed intollerabili» di violenza armata.
Due anni fa gli USA avevano chiuso l’ambasciata tra le mitragliate delle bande.
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Come riportato da Renovatio 21, tra rapimenti e violenze, anche i religiosi e le religiose cattoliche ad Haiti non se la passano bene. Lo scorso novembre era emerso che era stato bruciato il convento e l’ospedale delle Suore della Carità. In altre occasioni si erano rivisti rapimenti di missionari e aggressioni contro suore.Lo scorso autunno vescovi di Haiti avevano dichiarato di essere «disperati».
Tre anni fa l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha parlato di livelli «inimmaginabili e intollerabili» di violenza armata.
Haiti negli anni è più volte emersa negli anni come base per il supposto malaffare umanitario della Fondazione Clinton. Lo ha sostenuto Breitbart e tutto il giro di Steve Bannon nel film e nel libro Clinton Cash, di cui hanno pure fatto una versione a fumetti.
Nel panorama allucinante haitiano dell’ora presente, arrivano notizie come quella delle 184 persone (in maggior parte anziani) fatte uccidere da un capobanda perché avrebbero praticato contro di lui la stregoneria per far ammalare il figlio.
Prince era stato al centro di polemiche immense durante gli anni del post-invasione Iraq, con la sua azienda di contractor, la Blackwater, accusata di malefatte nel teatro di guerra iracheno. Per un periodo Prince, un convertito al cattolicesimo padre di 12 figli già membro dell’unità delle forze speciali USA Navy Seals, aveva lasciato il Paese. Di una famiglia molto abbiente – il padre aveva fatto da zero un’immane fortuna con le macchine industriali – è fratello di Betsy de Voos, la donna scelta nella prima amministrazione Trump come segretario all’istruzione.
Di recente, il Prince è visibile in quantità di podcast, compreso uno lanciato da lui stesso. Qui spiega la sua vicenda e la sua visione della situazione geopolitica militare mondiale, una visione molto concreta e davvero lontana da pregiudizi politici di sorta. I giornali italiani anni fa diedero un qualche spazio alla sua idea di risolvere la questione migratoria europea erigendo una sorta di «barriera» di respingimento nel Sahara.
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L’uomo è noto per il suo appoggio schietto di Trump e l’amicizia con figure come Steve Bannon, che ha accompagnato nell’ultimo comizio fatto prima di andare in carcere, prendendo anche la parola sul palco improvvisato.
Come riportato da Renovatio 21, Prince fu protagonista di uno strano messaggio recapitato nelle ore della vittoria elettorale di Trump, con destinatario il presidente venezuelano Nicolas Maduro.
Winter is coming.
Leave now while you can.
Justice will be delivered.
CRIMINALS@dcabellor@jorgepsuv@delcyrodriguezv@vladimirpadrino@TarekWiliamSaab@ConCiliaFlores@NicolasMaduro pic.twitter.com/7ldlAH9dcN
— ErikDPrince (@realErikDPrince) November 6, 2024
«L’inverno sta arrivando. Vattene ora, finché puoi. Giustizia sarà fatta. CRIMINALI» aveva scritto su X, mostrando un enigmatico paesaggio innevato, e aggiungendo una lista di persone con account twitter che si concludeva appunto con il Maduro.
Di recente, il Prince ha tenuto una seminale conferenza sui cambiamenti in corso nei campi di battaglia, in particolare con l’uso dei droni visibile nel teatro ucraino.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
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Tre tedeschi arrestati in Norvegia per un incidente con un drone

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Droni
Funzionari UE ammettono: il «muro di droni» è una trovata pubblicitaria

Il progetto dell’UE di creare un cosiddetto «muro dei droni» per contrastare presunte incursioni russe è in gran parte un gesto simbolico, ostacolato da numerose difficoltà, come riferito mercoledì da fonti vicine alla questione. Lo riporta Bloomberg.
Di recente, funzionari occidentali hanno segnalato diverse violazioni dello spazio aereo dell’UE da parte di droni. Sebbene i membri dell’Unione abbiano evitato accuse dirette, i media hanno speculato su un possibile coinvolgimento della Russia, ipotesi sempre smentita da Mosca.
Bloomberg scrive che questi episodi hanno spinto Bruxelles a valutare contromisure, tra cui un sistema coordinato a livello europeo, definito «parete di droni», per rilevare e neutralizzare i droni.
Tuttavia, un funzionario anonimo ha dichiarato all’agenzia che il progetto appare come un’«etichetta pubblicitaria» che nasconde una realtà complessa. Un ostacolo significativo sarebbe la gestione di una barriera per droni in uno spazio aereo affollato da voli passeggeri e merci, con il rischio di danni collaterali.
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Un’altra sfida è determinare chi coordinerà l’iniziativa, secondo alcune fonti citate dalla testata economica neoeboracena, che evidenzia come il progetto potrebbe distogliere l’attenzione dalla dipendenza dell’UE dagli Stati Uniti per la difesa aerea, soprattutto considerando che il presidente Donald Trump sta esortando i membri della NATO ad assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza.
Come riportato da Renovatio 21, si è parlato di una cifra stanziabile per il «muro di droni» di 6 miliardi euro circa.
Il finanziamento rappresenta un nodo cruciale: secondo quanto riportato, Berlino prevede un acceso dibattito al prossimo vertice UE di Copenaghen su come finanziare i progetti di difesa. Sebbene la Germania stia aumentando la spesa militare e si aspetti lo stesso dagli altri membri, si oppone fermamente a un indebitamento congiunto, sottolinea il rapporto.
Il Financial Times ha riferito che alcuni paesi occidentali e meridionali dell’UE sono insoddisfatti, temendo che il finanziamento del «muro dei droni» favorisca principalmente i paesi più vicini alla Russia. Per questo, i funzionari dell’UE starebbero cercando soluzioni per rendere l’accordo più allettante per i membri riluttanti.
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha criticato il progetto, dichiarando che «costruire muri è sempre un errore, come dimostra la storia. È deplorevole che la politica militarista e conflittuale dell’Ucraina» possa ora portare a nuove barriere in Europa.
Come riportato da Renovatio 21, la Danimarca nelle scorse ore ha comunicato la mobilitazione dei riservisti dopo l’allarme dei droni degli scorsi giorni, che avevano interessato anche una base aerea danese che ospita gli F-35. Avvistamenti di droni la settimana scorsa avevano fatto chiudere aeroporti in Danimarca e Norvegia e Francia.
Pochi giorni fa vi è stata una violenta esplosione in un’area industriale del Sud-Ovest dell’Inghilterra, Swindon, dove si prevede sorgerà una fabbrica di droni.
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