Geopolitica
Il giornale israeliano Haaretz chiede al mondo di costringere Israele a «smettere di affamare Gaza»

Uno dei maggiori giornali dello Stato di Israele lancia l’allarme sulla fame a Gaza, chiedendo un intervento internazionale che scavalchi il governo israeliano stesso.
Un editoriale del quotidiano israeliano Haaretz, sia in ebraico che in inglese, infrange il rifiuto prevalente di parlare del «crimine umanitario continuo» della carestia di massa che il governo israeliano sta perpetrando a Gaza, con il sostegno dell’amministrazione Trump, come sottolinea.
Haaretz invita le nazioni del mondo a fare pressione sul «governo da incubo» israeliano affinché fermi questo crimine, un grido che proviene dall’interno di Israele e che deve essere accolto.
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«La carestia di oltre due milioni di palestinesi da parte di Israele è stata pienamente normalizzata… La carestia è diventata una politica apertamente dichiarata e persino motivo di orgoglio», afferma l’editoriale.
Da oltre sei settimane, nella Striscia non sono arrivate spedizioni di cibo, medicine, tende o altri aiuti. Non sono i membri di Hamas a pagarne il prezzo, ma centinaia di migliaia di bambini, madri, anziani e poveri.
Secondo un’indagine condotta dalle agenzie umanitarie a Gaza, solo a marzo 3.696 bambini sono stati ricoverati in ospedale a causa di grave malnutrizione. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite è stato costretto a chiudere tutte le panetterie che gestiva nella Striscia e la maggior parte dei residenti ora fa affidamento su un singolo pasto giornaliero fornito dalle cucine gestite dalle Nazioni Unite.
La maggior parte della popolazione di Gaza non ha accesso a cibo fresco, inclusi carne, latticini, uova, verdura o frutta. La grave crisi alimentare è aggravata dalla mancanza di acqua pulita, dalla diffusione delle tende, dal collasso dei sistemi fognari e di raccolta dei rifiuti, dalla distruzione del sistema sanitario e da altri fattori di rischio cumulativi.
Secondo i medici di Gaza, la maggior parte della popolazione soffre di gravi carenze di calorie, proteine e vitamine. Esperti nutrizionisti israeliani descrivono inoltre la situazione come causa di «danni irreversibili allo sviluppo cerebrale dei bambini e di un calo sia della produzione che della qualità del latte materno».
«Esperti internazionali sulla mortalità hanno lanciato l’allarme su potenziali epidemie e malattie diffuse a Gaza, e all’inizio di questa settimana le Nazioni Unite hanno descritto la situazione umanitaria come la peggiore dall’inizio della guerra.
«La sofferenza e la morte causate dalla politica israeliana di fame a Gaza non favoriscono nessuno degli obiettivi della guerra. La morte di bambini dovuta a malnutrizione e malattie non porterà al rilascio degli ostaggi o alla caduta di Hamas. Israele deve riprendere immediatamente il flusso di aiuti nella Striscia di Gaza, e tutte le nazioni del mondo devono fare pressione su Israele in ogni modo possibile per costringerlo a farlo», conclude Haaretz.
Come riportato da Renovatio 21, il ministro israeliano Bezalel Smotrich aveva dichiarato che permettere a due milioni di abitanti di Gaza di morire di fame «potrebbe essere morale».
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Come riportato da Renovatio 21, a fine marzo 2024 un rapporto ONU riferiva quella di Gaza come una «fame catastrofica», portando alla luce il tema dei bambini che stanno letteralmente morendo di fame a Gaza. Un articolo dell’Associated Press di mesi fa indicava che quella di Gaza è una «fame artificiale».
A maggio la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale (WFP), Cindy McCain, ha dichiarato in un’intervista a «Meet the Press» che «c’è una carestia, una carestia in piena regola nel Nord, e si sta spostando verso sud».
Secondo l’ONU, il 90% della popolazione gazana è sfollata.
L’ONU ha documentato ingenti perdite civili a Gaza e ha criticato le tattiche militari di Israele, suggerendo che alcune azioni potrebbero costituire gravi violazioni del diritto internazionale, tra cui crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Amnesty International ha pubblicato un rapporto secondo cui il genocidio è l’«unica conclusione ragionevole» per i crimini di Israele a Gaza, tra cui il blocco degli aiuti alimentari e della fornitura di acqua.
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Immagine del 10 ottobre 2023 di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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Geopolitica
Museo dell’Olocausto ritira post perché leggibile come filo-Gaza

Speechless. No words for this. pic.twitter.com/pc3GRui6G4
— Ryan Grim (@ryangrim) September 6, 2025
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