Geopolitica
Il Cremlino definisce l’attacco aereo di Belgorod «mostruoso»
L’omicidio dei suoi stessi cittadini da parte dell’Ucraina in un attacco contro un aereo militare russo Il-76 è stato «un atto mostruoso», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.
Mercoledì mattina un aereo da trasporto militare russo che trasportava 65 prigionieri di guerra ucraini è caduto in un campo nella regione russa di Belgorod. Non ci sono stati sopravvissuti. Inizialmente, mentre le reazioni da parte di alti funzionari russi già stavano fioccando, il Peskov aveva rifiutato di commentare parlando di notizie ancora troppo fresche. Ora invece il Cremlino ha preso una posizione netta.
Il ministero della Difesa russo ha insistito sul fatto che l’aereo è stato abbattuto dai missili antiaerei ucraini, sottolineando che Kiev era stata informata in anticipo del volo, dei passeggeri e della destinazione. Secondo fonti russe e ucraine, i prigionieri di guerra avrebbero dovuto prendere parte ad uno scambio di prigionieri più tardi quel giorno.
???????????????????? Ukraine kills 65 of its own POW’s
Russian Defence Ministry:
The Kiev regime carried out a terrorist act, as a result of which an aircraft of the Russian military transport aviation on a flight from Chkalovsky to Belgorod airfield to transport Ukrainian servicemen for… pic.twitter.com/t0FRrXT4e7
— BZ (@BZKanging) January 26, 2024
Some of the leaked footage from the crash sight of unfortunate #IL76 that was transporting #Ukranian #POW when it was shot down by #Ukraine
The debris field is multiple km. It’s going to take time to collect all the bodies and identify some of them. Most probably will need DNA pic.twitter.com/G6vemV3UkY— Arthur Morgan (@ArthurM40330824) January 26, 2024
Sostieni Renovatio 21
Kiev, tuttavia, ha contestato l’affermazione di Mosca secondo cui l’Il-76 sarebbe stato abbattuto da un missile ucraino; Il presidente Volodymyr Zelenskyj ha chiesto un’indagine internazionale sull’incidente che «determinerebbe tutti i fatti concreti».
Peskov ha osservato che le azioni di Kiev «sfidano la comprensione» e che è difficile spiegare la logica dietro l’attacco, suggerendo che l’amministrazione Zelenskyj dovrebbe spiegare le proprie azioni.
Egli ha inoltre affermato che al momento non è chiaro in che modo l’attacco di Kiev influenzerà i futuri negoziati sullo scambio di prigionieri, ma ha osservato che è troppo presto per dire qualcosa di definitivo al riguardo.
Per quanto riguarda la proposta di Zelens’kyj di avviare un’indagine internazionale, Peskov ha affermato che «se intende un’indagine internazionale sui crimini commessi dal regime di Kiev, allora è senza dubbio necessaria».
Come riporta il sito governativo russo RT, poco dopo l’incidente aereo mercoledì mattina, la testata di Kiev Ukrainskaya Pravda hanno inizialmente riferito, citando fonti militari, che l’aereo era stato effettivamente abbattuto dalle forze di Kiev poiché si credeva trasportasse missili S-300. L’articolo è stato successivamente modificato dopo che la Russia ha rivelato che l’aereo trasportava prigionieri di guerra ucraini.
Biggest Russian lie after Russians the denial of their crimes in Bucha. There were no prisoners on this plane. No bodies found on the ground. Only 5 corpses transported to morgue in Belgorod.#IL76 #lie #russia pic.twitter.com/f7J3FilbOi
— realwarmonitor (@realwarmonitor) January 25, 2024
Lo Stato maggiore ucraino, nel frattempo, ha dichiarato che ha utilizzato e continuerà ad utilizzare «misure di distruzione» contro gli aerei da trasporto russi nella regione di Belgorod, aggiungendo che rappresentano una «minaccia terroristica».
Aiuta Renovatio 21
La Russia ha richiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell’abbattimento dell’aereo militare, con il Ministero degli Esteri russo che accusa Kiev di aver commesso un «atto terroristico» e di ignorare palesemente la vita dei suoi stessi cittadini.
In Russia le reazioni sono state di rabbia e di sconcerto, specie verso l’inanità della comunità internazionale asservita, per sottomissione a NATO e USA, alla causa ucraina pure nel momento in cui diviene indifendibile.
Il presidente della Duma di Stato Vjacheslav Volodin ha invitato i legislatori russi a rivolgere un discorso formale agli Stati Uniti e alla Germania, esortandoli a smettere di sostenere attivamente il «regime nazista» di Kiev, che si è abbassato a uccidere i propri prigionieri di guerra.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che Kiev ha ancora una volta «mostrato il suo vero volto» commettendo questo “atto terroristico” contro i suoi stessi cittadini nel tentativo di diffamare le forze di Mosca.
Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che questo atto di «barbarie insensata» mette in dubbio la possibilità di raggiungere futuri accordi con Kiev, sottolineando che «non c’è dubbio» che le autorità ucraine finiranno per violare qualsiasi garanzia fornita Il ministero ha inoltre sottolineato che il regime del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, sostenuto dagli Stati Uniti e dai loro alleati della NATO, si è dimostrato ancora una volta una minaccia non solo per la Russia, ma per «l’ Ucraina stessa, i suoi cittadini e il mondo intero».
L’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Demetrio Medvedev ha suggerito che l’abbattimento dell’IL-76 potrebbe essere stato il risultato di disordini politici interni tra le «élite neonaziste di Kiev», suggerendo che «sarà anche peggio in futuro» poiché il governo ucraino continuerà a massacrare le proprie truppe e prigionieri di guerra e a bombardare le proprie città per proteggere il proprio potere e denaro.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
Sostieni Renovatio 21
A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Pensiero1 settimana faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura6 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Oligarcato7 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Politica1 settimana faI vaccini, l’euro, l’OMS e le proteste pro-Palestina. Renovatio 21 intervista il senatore Borghi
-



Bioetica2 settimane faMorte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità













