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Ambiente

Il clima di Nettuno è in disaccordo con gli ecologisti umani

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I recenti cambiamenti nei modelli meteorologici estivi di Nettuno hanno sconcertato gli scienziati: si sta raffreddando, quando normalmente dovrebbe riscaldarsi.

 

Nettuno è circa 30 volte più lontano dal Sole di quanto lo sia la Terra, circa 2,8 miliardi di miglia, e dalla triste retrocessione astronomica di Plutone a  «pianeta nano», Nettuno è il pianeta più distante del nostro Sistema Solare.

 

L’atmosfera di Nettuno contiene circa l’80% di idrogeno, il 18,5% di elio e l’1,5% di metano; mentre l’atmosfera terrestre è 78% azoto, 21% ossigeno, 0,9% argon e il resto è una miscela di altri gas.

 

Proprio come ogni altro pianeta che ha un’inclinazione nel suo asse rispetto al piano della sua orbita, Nettuno ha le stagioni. Poiché impiega circa 165 anni per orbitare attorno al Sole, ogni stagione dura circa 40 anni: l’estate di Nettuno è iniziata intorno al 2005.

 

In uno studio pubblicato l’11 aprile 2022 sul Planetary Science Journal, i ricercatori hanno riferito che durante la sua estate, l’emisfero meridionale di Nettuno si è notevolmente raffreddato

 

Live Science ha riferito che in questo studio «i ricercatori hanno compilato immagini a infrarossi di Nettuno scattate da una varietà di telescopi terrestri e spaziali tra il 2003 e il 2020.

 

Il team inizialmente prevedeva che le temperature nell’emisfero meridionale di Nettuno sarebbero aumentate con l’arrivo dell’estate. Tuttavia, le immagini hanno rivelato che le temperature atmosferiche nell’emisfero australe erano scese di 8°C  tra il 2003 e il 2018.

 

«Inoltre, negli ultimi due anni dello studio, le temperature intorno al polo sud di Nettuno sono aumentate di 11° C tra il 2018 e il 2020. I ricercatori sono rimasti perplessi dal cambiamento di temperatura rapido e intenso e non riescono a spiegare perché questo calore sia in controtendenza l’andamento generale nell’emisfero Sud».

 

«Questa non è la prima volta che le temperature atmosferiche di Nettuno lasciano perplessi gli scienziati. Nel 1989, la sonda Voyager 2 della NASA è passata da Urano e Nettuno mentre usciva dal Sistema Solare e ha scoperto che Nettuno era più caldo del suo vicino più prossimo nonostante fosse più lontano dal Sole. Da allora gli scienziati hanno scoperto che ciò è probabilmente dovuto alle differenze gravitazionali tra i due pianeti».

 

Lo studio ipotizza cosa potrebbe spiegare i cambiamenti attuali, incluso il ciclo solare di 11 anni, in cui i poli magnetici del Sole si capovolgono, provocando un ciclo del numero di macchie solari e i successivi cambiamenti nella radiazione solare e nel vento solare.

 

L’attuale ciclo solare 25 è iniziato all’incirca alla fine del 2020 e il numero di macchie solari sta gradualmente aumentando, influenzando il clima spaziale e i satelliti a bassa orbita, la cui vita lavorativa è influenzata dall’aumento della radiazione.

 

L’autore principale Michael Roman, astronomo dell’Università britannica di Leicester, ha affermato:

 

«Penso che Nettuno sia di per sé molto intrigante per molti di noi perché ne sappiamo ancora così poco. Tutto ciò punta verso un’immagine più complicata dell’atmosfera di Nettuno e di come cambia nel tempo».

 

E lo stesso si potrebbe dire per l’atmosfera dinamica, il tempo e il clima della Terra. Per qualche motivo, tuttavia, riguardo al nostro pianeta la climatologia è fatta oggi di soli dogmi catastrofisti e (ovviamente) anti-umani.

 

Ci siamo chiesti su questo sito, varie volte, chi finanzia questi dogmi intrisi di morte e di odio per l’umanità. E a quali scopi essi possono servire.

 

Leggendo Renovatio 21, spesso troverete delle risposte. Mentre Nettuno continuerà tranquillo a aumentare e diminuire la temperatura, incurante di ecologisti, ambientalisti, climatologi, miliardari.

 

Joe Biden poco giorni fa ha detto di voler difendere gli «Uraniani» (sic), cioè gli abitanti di Urano. Ebbene, poco più in là, anche Nettuno merita la protezione della sua democratica libertà di avere il clima che vuole.

 

 

O no?

 

Nel frattempo, sentiamo cosa sull’argomento aveva da dire qualche anno fa uno che di spazio se ne intende, il dottor Spock, preparato abitanti del pianeta Vulcano.

 

Che non è esattamente attaccato a Nettuno, ma va bene così.

 

 

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Ambiente

La Danimarca tassa i peti bovini

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La Danimarca imporrà agli agricoltori una nuova tassa sui gas serra prodotti dal loro bestiame, ha annunciato il ministro delle Finanze Jeppe Bruus. Secondo il ministro, il pedaggio sulle emissioni di mucche, suini e pecore verrà implementato a partire dal 2030.

 

Si prevede che la nuova tassa contribuirà notevolmente all’obiettivo del paese di ridurre le emissioni del 70% rispetto ai livelli del 1990 entro la fine del decennio, oltre a raggiungere in definitiva la neutralità del carbonio, ha spiegato Bruus.

 

«Faremo un grande passo avanti verso la neutralità climatica nel 2045», ha affermato il ministro, elogiando la misura come un modo per consentire alla Danimarca di diventare «il primo Paese al mondo a introdurre una vera tassa sulla CO2 in agricoltura».

 

Copenhagen, insomma, rivendica come primato l’ingresso del fisco nelle scoregge vaccine.

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Gli allevatori saranno tassati 300 corone (40,2 euro) per tonnellata di anidride carbonica equivalente prodotta dai loro animali. Tuttavia, inizialmente sarà soggetto a una detrazione dell’imposta sul reddito del 60%.

 

Si prevede che la misura colpirà maggiormente i produttori di latte, dato che una mucca danese media produce circa sei tonnellate di CO2 equivalente ogni anno, mentre suini e pecore emettono significativamente meno gas.

 

La Danimarca è un importante produttore di bestiame, con la sua attuale popolazione bovina di quasi 1,5 milioni, secondo Statistic Denmark. Ciò frutterebbe più di 374 milioni di euro all’anno in tasse sul carbonio.

 

La nuova tassa è destinata ad aumentare ancora di più, raggiungendo l’obiettivo di 750 corone per tonnellata entro il 2035.

 

Secondo le stime del Programma ambientale delle Nazioni Unite, il bestiame rappresenta circa il 32% delle emissioni di metano causate dalle attività umane.

 

La questione dei peti in ambito ambientale è più seria di quel che si pensa: il cambiamento climatico, ritengono gli appassionati scienziati da decenni, è dovuto in ampia parte dagli allevamenti bovini, o meglio dai gas emessi impunemente dai ruminanti, che vanno a danneggiare l’atmosfera rendendo la Terra più esposta ai raggi solari e quindi più calda.

 

La cosa è presa sul serio da nazioni in tutto il mondo il governo irlandese vuole sterminare, per questo motivo, 200.000 mucche.

 

Di contro, ecco l’immancabile Bill Gates, che investe in milioni per mascherine elettroniche per bovidi. Nel mentre, avanzano implacabili progetti per mettere alle vacche pannoloni anti-climate change.

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Le ventosità vaccine, insomma, sono al centro della catastrofe climatica che potrebbe spazzare via l’uomo: lo credono davvero, anzi, ne impongono la fede alla scuola dell’obbligo. La tragedia globale delle mucche scoreggione è un vero dogma del mondo moderno, senza il quale l’intera impalcatura della società a venire – controllata sotto la minaccia del disastro climatico di cui siamo colpevoli, come un «peccato originale» della nuova religione di Gaia – casca in mille pezzi.

 

E non si tratta solo di parole, ma di questioni materiali, alimentari: tutta la storia della carne sintetica parte da lì: dal pericolo apocalittico dei flati bovini, che le bestie emettono mentre pascolano felici forse inconsapevoli di quanto ciò possa cagionare la distruzione del pianeta.

 

Non è priva di rilevanza, a questo punto, la notizia secondo il un premier europeo che più di ogni altro aveva operato per distruggere gli allevamenti del suo Paese, l’olandese Mark Rutte, sia stato ora messo al vertice della NATO.

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Ambiente

Ecovandalizzata Stonehenge nel giorno del solstizio: l’unico dio da adorare ora è il clima

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Attivisti per il clima hanno coperto parti della più famosa attrazione preistorica della Gran Bretagna, Stonehenge, con la solita vernice in polvere arancione nell’ultimo attacco destinato ad attirare l’attenzione sulla loro causa.   Gli attivisti, arrestati poco dopo l’incidente, sono stati rilasciati su cauzione in attesa di ulteriori indagini, ha detto giovedì la polizia del Wiltshire.   Mercoledì, il gruppo britannico Just Stop Oil ha pubblicato un filmato che mostra due membri che usano estintori per spruzzare la sostanza arancione su almeno tre delle pietre del sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, parti delle quali si stima abbiano circa 5.000 anni. I visitatori sono stati visti lottare con gli attivisti, chiamati dal gruppo Rajan Naidu, 73 anni, e Niamh Lynch, 21 anni, mentre si preparavano a prendere di mira il monumento.   L’atto vandalico è avvenuto un giorno prima che migliaia di spettatori si radunassero presso il cerchio di pietre per celebrare il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno nell’emisfero settentrionale.   Secondo il gruppo, la mossa è stata effettuata per sollecitare il prossimo governo del Regno Unito a porre fine all’estrazione e alla combustione di petrolio, gas e carbone entro il 2030. Just Stop Oil ha anche affermato che la vernice in polvere arancione era farina di mais, aggiungendo che sarebbe «lavare via con la pioggia».  

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Giovedì, l’amministratore delegato di English Heritage, il dottor Nick Merriman, ha detto alla CNN che non sembrava esserci «nessun danno visibile» al punto di riferimento preistorico dopo che gli esperti hanno ripulito il sito dopo l’attacco.   Rispondendo all’incidente su X (ex Twitter), il primo ministro britannico Rishi Sunak ha condannato la mossa, affermando che «Just Stop Oil è una vergogna».   Stonehenge è l’ultimo obiettivo importante per gli attivisti. Il mese scorso, i manifestanti dello stesso gruppo hanno rotto il vetro che proteggeva la Magna Carta, un famoso manoscritto britannico del XIII secolo, al British Museum di Londra. All’inizio di questo mese, il gruppo Animal Rising ha incollato un’immagine di un fumetto su un ritratto del re britannico Carlo III in una galleria di Londra. L’organizzazione ecoestremista si accanì anche contro un Monet, purtroppo non perché opera di un pittore sopravvalutato.   L’anno scorso, gli attivisti di Just Stop Oil hanno gettato zuppa di pomodoro sui «Girasoli» di Van Gogh, mentre altri due si sono incollati su «Peschi in fiore» alla Courtauld Gallery di Londra, danneggiando permanentemente l’opera dell’omosessuale olandese che si automutilò l’orecchio. Pochi mesi dopo, fu attaccata anche la Monna Lisa al Louvre.   Stonehenge non è il primo simbolo religioso imbrattato con la vernice arancione. Lo scorso Natale, in Germania, attivisti climatici di sinistra hanno vandalizzato gli alberi di Natale in Germania sostenendo che l’atto aveva lo scopo di richiamare l’attenzione sulla crisi climatica che condanna il futuro dell’umanità.   Come riportato da Renovatio 21, attivisti climatici di sinistra avevano vandalizzato gli alberi di Natale in Germania sostenendo che l’atto aveva lo scopo di richiamare l’attenzione sulla crisi climatica che condanna il futuro dell’umanità.   Ecozeloti hanno preso di mira recentemente anche Venezia, lanciando fango contro la Basilica di San Marco e colorando di verde le acque sotto il Ponte di Rialto. in Vaticano due attivisti ambientalisti si sono incollati alla statua del Lacoonte.   La scelta di agire contro il sito megalitico durante il solstizio – giorno che attira a Stonehengio vari curiosi ma anche tanti individui con tendenze paganeggianti – è piena indicazione che la nuova religione vuole sostituirsi in toto non solo al Cristianesimo, ma persino alle forme di religiosità precedenti.   Come in una sorta di islamismo wahabita, ultramonoteista fino all’iconoclastia e alla violenza takfira, anche qui c’è un solo dio da servire, il clima, e tutto il resto va cancellato, ogni altra credenza è un idolo da abbattere.

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Cambiamento climatico, il segretario ONU dice che gli umani sono come il meteorite che sterminò i dinosauri

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Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha paragonato gli esseri umani che presumibilmente contribuiscono al «cambiamento climatico» alla meteora che avrebbe spazzato via la popolazione di dinosauri sulla Terra.

 

Il Guterres ha tenuto un discorso programmatico sullo stato del clima a Nuova York il 5 giugno, in occasione della «Giornata mondiale dell’ambiente». Il capo delle Nazioni Unite ha discusso della presunta minaccia esistenziale del «cambiamento climatico» causato dalle attività umane.

 

«Come la meteora che spazzò via i dinosauri, noi [umani] stiamo avendo un impatto enorme. Nel caso del clima, non siamo i dinosauri; noi siamo la meteora. Non solo siamo in pericolo; noi siamo il pericolo».

 

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«Ma noi siamo anche la soluzione», ha tuttavia aggiunto.

 

«Quindi, cari amici, siamo al momento della verità, la verità è che, a quasi dieci anni dall’adozione dell’Accordo di Parigi, l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius è appeso a un filo. La verità è che il mondo sta emettendo emissioni così velocemente che entro il 2030 un aumento della temperatura molto più elevato sarà quasi garantito», ha affermato il capo delle Nazioni Unite.

 

Guterres è noto per il suo iperbolico allarmismo climatico, ricorda LifeSite. L’anno scorso, durante un discorso presso la sede delle Nazioni Unite a New York, ha affermato: «L’era del riscaldamento globale è finita; è arrivata l’era dell’ebollizione globale».

 

Si tratta di un’evoluzione interessante: da cancro del pianeta, ora l’umanità è divenuta asteroide assassino di grandi rettili. Ad un certo punto che scrive il copione del Nuovo Ordine deve aver pensato di dover aggiornare le metafore – almeno quelle.

 

Del resto, senza il ricatto ambientale la tecnocrazia terminale globale non sarà possibile installarla.

 

La spinta per un’azione radicale sul clima va di pari passo con quella per un maggiore controllo da parte del governo, e tasse più alte nel nome di una «governance globale» per tale «problema globale». Il Guterres ha fatto più volte dichiarazioni in questo senso, così come gli enti mondialisti transnazionali pubblici e privati come ONU e World Economic Forum.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Guterres altre volte si è fatto portatore apertis verbis della necessità del Grande Reset (chiamato proprio per nome) teorizzato da Klaus Schwab. Al contempo, sono noti i suoi appelli per la vaccinazione universale.

 

«I vaccini sono il primo grande test morale davanti di noi – ha detto Guterres in un suo discorso sul reset del febbraio 2021 – la scienza sta avendo successo, ma la solidarietà sta fallendo», ha detto, chiedendo sei passaggi specifici, tra cui dare la priorità alla salute e quelli più a rischio e aumentare la produzione di vaccini.

 

Guterres è stato primo ministro del Portogallo come membro del Partito Socialista Portoghese. È stato, oltre che presidente dell’Internazionale socialista, anche presidente del Consiglio Europeo nel 2000. Successore di Ban-Ki Moon alla posizione di vertice delle Nazioni Unite nel 2017, ha ottenuto nel 2021 un secondo mandato che scadrà nel 2026.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Guterrezzo è tra i fiancheggiatori del «Global Digital Compact» (GDC) per promuovere leggi internazionali radicali contro per limitare la presenza in rete di «odio e menzogne».

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