Economia
Il caldo ha portato le riserve europee di gas 20% sotto il normale
Le scorte di gas naturale in Europa sono particolarmente basse per questo periodo dell’anno. Lo riporta Bloomberg, citando la crescente domanda di aria condizionata a causa dell’ondata di calore regionale.
Secondo quanto affermato dalla testata economica neoeboracena, attualmente i siti di stoccaggio sotterraneo sono pieni per circa il 62%, mentre solitamente le riserve raggiungono circa l’80% all’inizio dell’estate, contribuendo a garantire una solida riserva in vista della stagione di riscaldamento invernale.
Il caldo estremo in Asia ha inoltre causato il dirottamento delle spedizioni di carburante dall’Europa, poiché gli acquirenti di tutto il mondo competono per le scorte limitate. Di conseguenza, i futures del gas naturale europeo si sono attestati vicino al massimo delle ultime due settimane, il che significa che «il continente deve pagare per continuare a rifornirsi», ha scritto la testata.
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Nonostante questa tendenza, l’UE potrebbe comunque riuscire a ricostituire le proprie scorte di gas fino a circa l’80% entro la fine dell’estate, secondo quanto riportato dalla testata citando una nota di Goldman Sachs.
L’UE importa quasi il 90% del suo gas naturale e, nonostante le sanzioni, la Russia continua a rappresentare una quota significativa della fornitura.
A maggio, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato un piano per eliminare gradualmente tutte le importazioni di petrolio e gas dalla Russia entro la fine del 2027, come parte della tabella di marcia REPowerEU dell’UE, che mira a eliminare la dipendenza del blocco dai combustibili fossili del paese e a passare a fonti rinnovabili.
Il piano ha suscitato critiche da parte di Ungheria e Slovacchia, due Paesi senza sbocco sul mare che hanno fatto ampio affidamento sul gasdotto russo. Bratislava ha bloccato il 18° pacchetto di sanzioni dell’UE, che colpisce i settori energetico e finanziario russo, citando rischi di carenze e aumento dei prezzi. Budapest si è unita al veto e sta facendo pressione sul blocco affinché faccia concessioni in materia di energia e sulle più ampie norme RepowerEU.
Come riportato da Renovatio 21, il premier slovacco Robert Fico ha dichiarato che il suo Paese è «pronto a combattere» per il gas russo.
Il mese scorso anche l’Austria ha chiesto la revisione del divieto europeo sul gas di Mosca. Anche in Germania politici tedeschi di alto livello come il democristiano CDU Michael Kretschmer stanno già chiedendo una ripresa dei legami con la Russia
Il colosso gasiero russo Gazprom aveva dichiarato quattro mesi fa che i Paesi UE stavano rapidamente esaurendo le riserve di gas. Nonostante le apparenze, le importazioni europee di gas russo in questi mesi sono aumentati varie volte, nonostante anche l’impennata dei prezzi.
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Cina
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.
L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.
L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.
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In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».
Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.
La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.
Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.
Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».
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Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.
L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.
Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.
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Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
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