Politica
Il brand politico di Macron è divenuto «tossico»
Gli alleati del presidente francese Emmanuel Macron potrebbero prendere le distanze da lui in vista delle elezioni anticipate poiché il leader è diventato un «marchio tossico» a causa della sua popolarità in calo. Lo ha scritto la testata economica statunitense Bloomberg, citando fonti.
I capi della comunicazione dell’Eliseo hanno ammesso di non avere «sondaggi o dati che suggeriscano che i candidati dovrebbero allinearsi pubblicamente con Macron per mantenere i loro seggi», ha scritto mercoledì la testata neoeboracena, citando i partecipanti a una riunione di emergenza di alti funzionari del governo francese.
Subito dopo che Macron ha indetto elezioni anticipate all’inizio di questo mese, decine di legislatori che inizialmente avevano sostenuto il leader francese ora vogliono che mantenga un «basso profilo» mentre il suo comportamento diventa sempre più «irregolare», scrive Bloomberg. Anche i pesi massimi politici come il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire e il primo ministro Gabriel Attal, un tempo più stretti alleati di Macron, stanno mantenendo le distanze.
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La maggior parte dei candidati filogovernativi non ha inserito l’immagine del presidente nei manifesti o nei volantini della campagna elettorale poiché si teme che il marchio «Macron» sia divenuto oramai «tossico», ha aggiunto Bloomberg. Una persona vicina al presidente ha affermato che è normale che i candidati non usino la sua immagine, sostenendo che le elezioni riguardano il Parlamento francese, non la presidenza.
Parlando lunedì in un podcast, Macron ha affermato che le prossime elezioni legislative in Francia potrebbero portare a una guerra civile, se l’estrema destra o il blocco di sinistra salissero al potere.
Solo la sua coalizione di governo centrista può impedire uno scenario del genere, ha insistito Macron, sostenendo che sia il partito della destra Rassemblement National che il partito di sinistra La France Insoumise hanno abbracciato politiche divisive che alimentano le tensioni.
La popolarità di Macron è crollata negli ultimi mesi e i sondaggi d’opinione indicano che il suo partito è molto indietro rispetto ai lepenisti.
Macron, che si è presentato come uno dei principali sostenitori dell’Ucraina nel conflitto con la Russia, ha ventilato la possibilità di inviare truppe francesi – e altri occidentali – sul campo di battaglia. Jordan Bardella, il leader del Rassemblement National di Marine Le Pen, ha recentemente affermato che se diventerà primo ministro, non invierà truppe o missili a lungo raggio in Ucraina, descrivendo tali mosse come «linee rosse molto chiare».
Il Macron ha sciolto il parlamento del Paese e ha indetto elezioni anticipate all’inizio di questo mese, dopo che il partito Rassemblement National ha sconfitto di netto la sua coalizione di governo alle elezioni europee di pochi giorni fa. Il presidente francese promesso di rimanere presidente fino alla fine del suo mandato di cinque anni nel 2027, ma un’assemblea legislativa e un governo controllati dall’opposizione sposterebbero drasticamente gli equilibri di potere.
Secondo indiscrezioni finite sulla stampa, Macron avrebbe confidato ad un sostenitore che l’aver indetto improvvisamente le elezioni equivaleva a gettare addosso agli avversari politici «una granata innescata»
Domenica si terrà il primo turno delle elezioni, mentre il secondo turno è previsto per il 7 luglio.
Come riportato da Renovatio 21, dopo ripetute minacce di inviare militari in Ucraina, Macron aveva detto di «sperare» di non dovere andare in guerra contro la Russia, citando una postura di «ambiguità strategica».
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Il presidente francese si è spinto fino al punto di immaginare un ritorno della Crimea all’Ucraina. Putin ha sostenuto che truppe di Stati NATO già stanno operando sul fronte ucraino, e che l’Occidente sta flirtando con la guerra nucleare e la distruzione della civiltà. Le minacce francesi hanno invece trovato terreno fertile in Finlandia, Paese appena divenuto membro della NATO.
Gli stessi francesi, secondo un sondaggio, sono contrari all’idea di soldati schierati su territorio ucraino proposta da Macron, il quale, bizzarramente, ha poi chiesto un cessate il fuoco per le Olimpiadi di Parigi della prossima estate.
Tra la Francia e la Russia negli ultimi anni sono sorte frizioni a causa dell’Africa coloniale francese, oramai passata in larga parte sotto la diretta influenza di Mosca – a causa anche dell’antipatia ingeneratasi contro Parigi e le sue missioni militari, accusate di addestrare e manovrare i terroristi islamici che sostenevano di voler combattere.
Macron, in politica interna, ha incredibilmente accelerato riguardo a temi etici con manovre anticristiane ed antiumane come il rilancio dell’eutanasia e la costituzionalizzazione dell’aborto. Tutto questo avviene mentre fioccano, anche dall’altra parte dell’oceano, speciose voci sulla sua vita privata.
Renovatio 21 ha ipotizzato spiegazioni del comportamento del presidente d’Oltralpe su di un piano metafisico, preternaturale.
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Immagine di Jeanne Menjoulet via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Politica
La nuova presidente irlandese è NATO-scettica e contraria alla militarizzazione dell’UE
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Politica
Il presidente romeno fischiato per il sostegno all’Ucraina
Il presidente rumeno Nicusor Dan è stato contestato per il suo sostegno all’Ucraina durante un evento commemorativo tenutosi venerdì.
Decine di manifestanti hanno espresso il loro dissenso quando Dan è giunto al Teatro Nazionale di Iasi per partecipare a una celebrazione storica, come riportato dall’emittente locale Digi24.
Un video mostra Dan scendere dall’auto e salutare i manifestanti, che gridavano «Vergogna!» e «Vai in Ucraina!».
🇷🇴 ROMANIAN PRESIDENT NICUSOR DAN BOOED!
People shouted “Shame,” “Traitor,” “Go to Ukraine.” pic.twitter.com/b0LuAALd91
— Lord Bebo (@MyLordBebo) October 24, 2025
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Secondo il quanto riportato, le proteste sono continuate anche dopo l’evento, al momento dell’uscita del presidente dal teatro.
Come riportato da Renovatio 21i, Dan, politico favorevole all’UE, è salito al potere quest’anno dopo una controversa ripetizione delle elezioni, in seguito all’annullamento della vittoria iniziale del candidato conservatore Calin Georgescu, critico esplicito della NATO e delle forniture di armi occidentali all’Ucraina. Georgescu è stato successivamente escluso dalla competizione elettorale e affronta accuse di aver pianificato un colpo di Stato, tanto da essere arrestato.
Georgescu, che ha sempre avuto il favore di migliaia e migliaia di manifestanti pronti a scendere in piazza, ha definito la UE «una dittatura». Di contro, Bruxelles ha rifiutato di commentare l’esclusione del candidato dalle elezioni rumene. A inizio anno Georgescu aveva chiesto aiuto al presidente americano Donaldo Trump.
Georgescu aveva definito Zelens’kyj come un «semi-dittatore», accusando quindi la NATO di voler utilizzare la Romania come «porta della guerra».
Il CEO di Telegram Pavel Durov aveva parlato di pressioni su di lui da parte della Francia per influenzare le elezioni presidenziali in Romania.
Il Dan ha ribadito il suo impegno a sostenere l’Ucraina. La Romania ha già destinato 487 milioni di euro a Kiev, principalmente in aiuti militari, dall’intensificarsi del conflitto nel 2022, secondo i dati del Kiel Institute tedesco.
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia riprodotta secondo indicazioni.
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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