Geopolitica
Il battaglione Azov acclamato ad una manifestazione di Nuova York
Il battaglione Azov, che ha nel suo logo e nelle sue mostrine simboli di chiara marca nazista, è stato acclamato dai cori di una manifestazione pro-ucraina avvenuta a Nuova York la scorsa settimana.
La Grande Mela, la città che non dorme mai, la megalopoli da 8,5 milioni di abitanti un tempo detta anche Gotham, la capitale del mondo moderno, la sede di ogni tendenza antitradizionale, ora inneggia a forze neonaziste.
È eccezionale.
Vedere per credere
People at this New York demo in support of #Ukraine are chanting their support for the neo-Nazi Azov Battalion! pic.twitter.com/kKSDt0soV5
— Chris Williamson (@DerbyChrisW) April 24, 2022
Come riportato da Renovatio 21, oramai anche lo Zelens’kyj, nei suoi continui collegamenti con TV americane, tratta la questione del nazismo dell’Azov con estrema sufficienza.
Nuova York è stata un tempo bersaglio dei nazisti. Vi è il caso noto dei «nazi saboteurs» del 1942.
Poco dopo la mezzanotte del mattino del 13 giugno 1942, quattro uomini sbarcarono su una spiaggia vicino ad Amagansett, Long Island, New York da un sottomarino tedesco, vestito con uniformi tedesche e portando a terra abbastanza esplosivi, inneschi e bombe incendiarie per supportare due previsti -anno di carriera nel sabotaggio della produzione americana legata alla difesa.
Il 17 giugno 1942, un gruppo simile sbarcò a Ponte Vedra Beach, vicino a Jacksonville, in Florida, attrezzato per una carriera simile nella disgregazione industriale. Lo scopo degli attacchi nazisti era portare la violenza della guerra sul suolo americano attraverso la distruzione della capacità dell’America di produrre attrezzature e rifornimenti vitali e trasportarli sui campi di battaglia d’Europa, incutere timore nella popolazione civile americana e per diminuire la determinazione degli Stati Uniti nei confronti della guerra.
Ora la popolazione civile scandisce gioiosa il nome del battaglione runico, e lo Stato USA lo rifornisce di armi, pronto ad entrare in guerra al suo fianco – dopo averlo lungamente addestrato in Ucraina e pure negli USA, nonché dopo aver nazificato il Paese per 70 anni.
Caspita come cambiano le cose…
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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