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I vaccini pediatrici obbligatori e quella sinistra che vuol «mettere le mani sui bambini»: Renovatio 21 intervista il sen. Borghi

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Renovatio 21 ha sentito il senatore Claudio Borghi riguardo all’emendamento per l’eliminazione dell’obbligo dei vaccini pediatrici e alla bufera che ha provocato. Contrariamente da ciò che sembra leggendo i giornali, l’emendamento non è già stato giudicato inammissibile, e la questione che doveva essere discussa stamane è stata rimandata, apprendiamo dal senatore, a lunedì prossimo. La tempesta attorno all’emendamento anti-Lorenzin è stata davvero ragguardevole. Abbiamo chiesto al senatore di spiegarcela, e di raccontarci le sue posizioni all’interno del panorama politico attuale.

 

Senatore, può dirci in sintesi cosa è successo?

È successo che – se non erro ad ottobre dell’anno scorso – avevo promesso che avrei presentato al primo al primo provvedimento utile che parlava di sanità un emendamento per cancellare la legge Lorenzin. Per intenderci quella legge che impedisce l’ingresso all’asilo dei bambini se non vaccinati e in teoria lo impedisce anche alla scuola dell’obbligo. Che è una cosa incredibile secondo me, visto che è una scuola dove si è obbligati ad andare… mettiamola così, sono due obblighi che si scontrano.

 

L’avevo promesso in occasione di un meeting organizzato dall’associazione delle vittime degli affetti avversi da vaccino, che incredibilmente vengono definiti «no-vax», cosa che per definizione non può essere, perché essendo vittime degli eventi avversi da vaccino, il vaccino lo hanno fatto… ogni tanto ci sono delle contraddizioni proprio semantiche nella propaganda pro-obblighi che viene che viene fatta.

 

Quindi ho mantenuto: non ci sono frequentemente dei decreti o dei provvedimenti sulla sanità solito viene quasi tutto gestito a livello di ministero, difficile che arrivino in Parlamento. Tuttavia è arrivato il famoso decreto «Liste d’attesa» quindi era un decreto e che parlava di sanità e ho tenuto fede alla mia promessa e ho inserito l’emendamento per provare a cancellare la legge Lorenzin e quindi gli obblighi vaccinali – non vietare i vaccini, sempre per quelli che dicono che è una mossa no-vax.

 

Si vietano gli obblighi, non i vaccini. Se uno vuol farli, nessun problema. Si vuole far sparire la vaccinazione come requisito all’accesso alle scuole. Tutto qui.

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E quale è stata la reazione?

Per adesso non è ancora successo niente… ci sono voci, diciamo così, per cui il presidente Franco Zaffini di Fratelli d’Italia intenderebbe dichiarare l’emendamento non ammissibile per estraneità di materia.

 

Qui però ci vuole una piccola spiegazione: il presidente di Commissione ha come suo principale potere quello di dichiarare inammissibili gli emendamenti, perché tipicamente se c’è un decreto che parla di agricoltura e uno mette un emendamento per cambiare il Codice della strada non c’entra nulla e quindi viene dichiarato inammissibile. Il potere del presidente di Commissione è anche quello di scegliere cos’è l’ampiezza che si vuol dare al perimetro degli emendamenti.

 

Per cui se si sceglie come argomento, sono emendamenti che riguardano le liste d’attesa, allora a quel punto dichiari improponibile tutto quello che non tratta le liste d’attesa e quindi anche la questione della legge Lorenzin per intenderci. Se invece include tutto quello che riguarda la sanità, come può essere normalmente un criterio di scelta A quel punto l’emendamento rientra in pieno.

 

Vediamo cosa deciderà, perché mi risulta che potrebbero esserci – ma non sono di quella Commissione, non vorrei andare ad invadere campi non miei – altri emendamenti che interessano molto a qualcuno, e che sono anch’essi più o meno estranei al discorso liste d’attesa. Allora la discussione è su quello: perché decidendo di stringere il perimetro, anche altri emendamenti verrebbero esclusi… quindi il mio, ma anche altri che con evidenza a molti interessavano. E allora la discussione probabilmente si sta accendendo su quello.

 

Poi ovvio che il clamore mediatico della proposta l’ha resa particolarmente scottante quindi ci stanno pensando su… Risultato: nonostante quello che dicono gli organi di stampa, con le ennesime fake news, non è ancora stata dichiarata l’inammissibilità. È notizia di pochi minuti fa invece, alle 10 di oggi, che decisione è stata rimandata a lunedì.

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Quali sono quindi le forze che si sono opposte al Suo emendamento?

Lo schieramento è più o meno lo stesso della fanfara del green pass e degli obblighi vaccinali. In prima fila c’è ovviamente la sinistra in blocco.

 

Compresi i Cinque Stelle?

No. I Cinque Stelle, tranne qualche eccezione, mi sembra siano molto divisi. Anche perché loro la Lorenzin non l’avevano votata, quindi dovrebbero quantomeno informarsi sul fatto che hanno cambiato idea… La Lorenzin in XVII legislatura era stato uno dei segnali che poteva esserci il governo gialloverde, perché mi ricordo perfettamente che la Lorenzin era stata votata da più o meno tutti tranne lega e Cinque Stelle.

 

Perché la sinistra va in blocco per l’obbligo vaccinale?

Al di là dello scientismo, per un motivo abbastanza semplice e che è totalmente nel solco di una tradizione antidemocratica diciamo della sinistra: tutto quello che consente di governare sulla base di qualsiasi cosa che non sia la volontà dei cittadini è sempre stato considerato un bene; infatti governi tecnici e cose simili sono sempre stati sponsorizzati dalla sinistra, perché consentivano di aggirare quella che era invece una volontà popolare.

 

Poi mi permetto di dire che c’è anche una certa qual tradizione della sinistra di mettere le mani sui bambini. L’idea di imporre cose ai bambini è una cosa che ricorrente nell’attività storica legislativa e anche della pratica sul territorio da parte delle forze di sinistra – sempre per il loro bene, ovviamente… e l’atteggiamento è più o meno sempre quello, vale anche ovviamente per l’adozione… L’idea di mettere le mani sui bambini è una cosa che a loro evidentemente, storicamente, piace.

 

L’Italia è un Paese che ha dieci vaccinazioni obbligatorie.

I precisini mi rompono le scatole dicendo ci sono anche altri Paesi più piccoli che hanno varie vaccinazioni obbligatorie, però fra i Paesi grandi ad averne così tanti siamo solo noi e la Francia. Per il resto la stragrande maggioranza, tutto sommato anche andando oltre i confini europei, non ha alcun obbligo vaccinale. Germania Austria, Olanda, Gran Bretagna non hanno non hanno alcun obbligo vaccinale, ci si affida esclusivamente all’informazione.

 

Che spiegazioni si dà del fatto che esiste un obbligo anche quando le reazioni avverse dei vaccini sono non solo conosciute, ma perfino indennizzate dallo Stato?

Perché vi è la mentalità per cui occorre sacrificare l’individuo per il bene della collettività. Concetto lievemente comunista, che oltretutto non si applica per la maggior parte dei vaccini obbligatori di cui si parla, perché in molti casi stiamo parlando di malattie che non sono trasmissibili. Alcune sono anche praticamente scomparse.

 

In più le posso dire che da economista per valutare i rischi benefici ci vorrebbe una matrice fatta bene, vale a dire con indicazioni del livello di possibilità di infezione, per cui a questo punto i benefici sono di questo tipo, sotto sono di un altro tipo, etc. Non vedo nulla di tutto questo. C’è l’obbligo e basta.

 

Mi sembra chiaro che se ci fosse una ragione scientificamente inoppugnabile per l’obbligo, ce lo avrebbero detto. Ma non lo hanno fatto, e la spiegazione più semplice è che questa ragione scientifica non c’è.

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Molti genitori hanno iniziato a vedere diversamente le vaccinazioni pediatriche dopo il flop conclamato del vaccino COVID e il relativo obbligo. Le istituzioni, tuttavia, paiono totalmente lontane dalle percezioni popolari…

È ovvio che mentire alla popolazione non porta a buoni risultati dal punto di vista della credibilità delle politiche governative. È chiaro che se hai raccontato che ci deve essere sicuramente l’obbligo per l’immunità di gregge, perché «non ti vaccini e contagi qualcuno e lo fai morire», e poi viene fuori che il vaccino non proteggeva dalla trasmissione, e quindi non c’entrava niente l’immunità di gregge, e quindi non c’entrava niente il «eh ma tu allora contagi gli altri» – quella specie di ricatto morale che ti facevano: tu devi farlo per gli altri – e poi diventa ovvio che hai mentito, la gente non si fida più neanche delle altre robe che dici.

 

Dall’altra parte c’è anche da dire che l’aumento esponenziale dei vaccini obbligatori in questo contesto rischia di essere visto peggio: mettiamo caso che sia necessario fare per motivi epidemiologici – e nel mio emendamento l’ho lasciata come possibilità – ad esempio il morbillo, e magari i genitori il vaccino glielo farebbero, però ad un bambinetto di un anno… gliene fanno dieci di vaccini. A questo punto possono dire: sai cosa c’è di nuovo? Prendo e non faccio niente.

 

Possiamo dire che la dimostrazione dell’inefficacia e della pericolosità dei sieri genici per il COVID non hanno intaccato in nessun modo il dogma dei vaccini pediatrici?

No, al momento per chi propugna no perché dicono che ormai sono sicuri precisi e cose di questo tipo. Però è anche vero che sul fatto della sicurezza diventa anche un pochettino più preciso anche il conto possibile degli effetti avversi – che ci sono.

 

Per intenderci: se parliamo del tetravalente parliamo di un vaccino che dice che in un caso su mille può provocare febbre alta convulsioni. Quindi, come dire, noi stiamo vaccinando tutta la popolazione pediatrica e ciò significa che noi stiamo «garantendo» la presenza di 350 casi di bambini con febbre alta e convulsioni.

 

Credo che sarebbe opportuno discutere del bilanciamento di questo e altri rischi.

 

Nel governo quanto è forte la componente vaccinista? 

È noto che in Forza Italia sono sempre stati a favore – molto a favore, direi – e lo furono anche quando fu votata la Lorenzin. Forza Italia, pur essendo all’opposizione, votò per la legge. Fratelli d’Italia se non ricordo male si astenne, o una cosa del genere… credo che non votò. La Lega all’epoca votò contro la legge praticamente senza eccezioni. Votò contro Fedriga, votò contro Giorgetti…

 

Poi, come sempre, sono questioni personali. Che ci sia comunque qualcuno, un po’ in tutti i partiti, anche per questioni che non si sanno – magari dovute alla suggestione di un certo tipo di informazione che viene data – che in buona fede magari non ha mai valutato queste cose e in buona feda pensa di essere a favore, ci sta. Io penso che su queste cose ci debba sempre essere libertà di voto e di scelta anche dal punto di vista dei partiti.

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All’opposizione c’è qualcuno che la pensa come lei?

Sì. Che non si pensi che quelli che hanno fatto resistenza al vaccino COVID erano tutti di centrodestra. C’era anche gente del Partito Democratico che non pensava nemmeno a farsi fare iniezioni. Però quelli che sono più in imbarazzo in questo momento sono i Cinque Stelle. A fronte di qualche dichiarazione pro-Lorenzin, nei corridoi sono in tanti a dirmi che ho ragione.

 

I bambini vengono obbligati a sieri come quello per l’epatite B, cioè una malattia sessualmente trasmissibile…

Questa è una cosa curiosa, sembra che si perda il treno. L’impressione che hanno in tanti è che devi farlo ai bambini altrimenti non puoi più farli. Ma non è vero. Tutti questi vaccini possono essere fatti anche in età adulta. Quindi non si capisce perché ci sia questa corsa al bambino.

 

Lei ritiene che possano esserci degli interessi extrapolitici o perfino extrasanitari in scelte come questa?

Oggi mi verrebbe da pensare all’articolo pubblicato stamattina da La Verità dove si mostrano gli enormi finanziamenti fatti dalle case farmaceutiche alle società di pediatria.

 

Voi capite che una medicina per curare una malattia qualora dovesse venire, non rende nulla ad una casa farmaceutica. Per una medicina da fare a tutti, il profitto è moltiplicato per un milione.

 

A Bassetti che ha definito la sua «una proposta irresponsabile e scellerata» cosa risponde?

Bassetti dovrebbe ringraziarmi. Non lo stava più calcolando nessuno, invece adesso lo richiamano. Mi attendo una lettera di ringraziamento.

 

Dopo il green pass, i non vaccinati devono aspettarsi per i propri figli una ulteriore forma di apartheid biotica? C’è ancora la possibilità che verranno esclusi da scuole, piscine, palestre, oratori?

Io spero proprio che non arriveremo a cose di questo tipo. Se qualcuno penserà di andare su questa strada, faremo battaglia dura.

 

Grazie senatore. Buon Lavoro.

 

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Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»

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La moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, ha provocato un’ondata di indignazione dopo aver definito le manifestanti femministe «salles connes», cioè «stupide stronze».   All’inizio di questa settimana è emerso un video (poi cancellato) in cui la first lady francese, domenica scorsa, chiacchierava in privato nel backstage con l’attore e comico ebreo sefardita Ary Abittan, in passato accusato di stupro. L’artista 51enne era in tournée per la prima volta dopo che i giudici istruttori avevano archiviato il caso per mancanza di prove.   La sera precedente, il collettivo femminista Nous Toutes («Tutte noi») aveva fatto irruzione nel suo spettacolo di cabaret: alcune attiviste, con maschere raffiguranti il volto dell’attore e la scritta «stupratore», si erano alzate in mezzo al pubblico gridando «Abittan stupratore» prima di essere accompagnate fuori.   Nel video trapelato, Abittan scherza sul fatto di sentirsi ancora nervoso, probabilmente temendo il ritorno delle manifestanti. Si sente chiaramente Brigitte Macron rispondere in tono scherzoso: «Se ci sono delle stupide stronze, le cacceremo via».   Martedì un portavoce dell’Eliseo ha spiegato che la first lady stava solo cercando di tranquillizzare l’attore e che il suo commento era diretto unicamente ai metodi radicali usati per interrompere lo spettacolo.

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Nonostante la precisazione, le reazioni sono state immediate e trasversali: politici di tutti gli schieramenti, attivisti e personalità del mondo del cinema hanno condannato le parole.   La segretaria nazionale dei Verdi, Marine Tondelier, le ha definite «estremamente gravi»; la senatrice LR Agnès Evren le ha giudicate «profondamente sessiste». Persino l’ex presidente François Hollande ha criticato la scelta lessicale della first lady. L’attrice Judith Godrèche, divenuta simbolo della lotta contro le violenze sessuali nel cinema francese dopo aver denunciato abusi subiti da minorenne, ha chiesto la fine di questi comportamenti nel settore culturale e ha pubblicato un breve messaggio su Instagram contro le dichiarazioni di Brigitte Macron. Il collettivo Nous Toutes ha poi trasformato la frase in un hashtag virale sui social.   Brigitta Macron era già finita al centro dell’attenzione nei mesi scorsi per una lunga vicenda giudiziaria legata alle teorie complottiste che la descrivono come transgender. Una sentenza di quest’anno ha condannato e multato le due donne che avevano diffuso la falsa notizia, riaccendendo il dibattito sulle molestie online contro le figure pubbliche.   Il caso aveva avuto risonanza internazionale dopo che la commentatrice americana Candace Owens ne aveva ripreso le accuse, per poi dichiarare che i Macron avessero ordinato il suo assassinio.   Come riportato da Renovatio 21, Macron aveva chiesto personalmente a Trump di intercedere con la Owens per farla smettere di parlare dell’incredibile teoria per cui la Brigitta sarebbe nata uomo.  

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Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni

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Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.

 

Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.

 

Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.

 

Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».

 

Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Tentativo di colpo di Stato in Benin

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Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.   I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.   Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.   Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.  

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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».   «La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».   A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.   «Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.   Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.   Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.   Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.   Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.

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