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Vaccini

I vaccini e i media

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Renovatio 21 pubblica questa traduzione su gentile concessione di Children’s Health Defense.

 

 

 

Il messaggio è delle industrie farmaceutiche, la dialettica delle agenzie d’informazione

 

Qualche mese fa ho ritrovato un articolo di Reddit intitolato «I notiziari censurano informazioni estremamente importanti perché i ricavi pubblicitari dalle compagnie farmaceutiche raggiungono il 70% degli introiti» – il settanta percento! Ora, questa cifra significa un’influenza e un potere tali da decidere cosa diventerà notizia e come verrà riportata. Nell’articolo è citato un passaggio tratto dalla presentazione del Revolution for Truth Rally and Protest di Robert F. Kennedy Jr. che ha sottolineato:

 

Robert F. Kennedy jr.

Ho parlato con Roger Ailes (all’epoca CEO di Fox News) che conosco da quando avevo 17 anni, è molto sensibile al problema e ha visto il film Trace Amounts; gli ho detto: «Vorrei partecipare a uno dei tuoi programmi. Nessuno mi permetterebbe di parlarne o di discuterne». Mi ha risposto: «Non posso ospitarti in nessun programma. Dovrei licenziare i presentatori che ti ospiterebbero. Perché la mia divisione, fuori dal periodo delle elezioni, percepisce il 70% dei ricavi pubblicitari dalle compagnie farmaceutiche».

 

Le aziende farmaceutiche spendono miliardi di dollari per la pubblicità in TV. Le multinazionali del’informazione, come ha affermato Kennedy, fanno affidamento sul denaro che l’industria farmaceutica versa nei loro canali e, soprattutto, per i notiziari allo scopo di accrescere il profitto.

Le aziende farmaceutiche spendono miliardi di dollari per la pubblicità in TV. Le multinazionali del’informazione, come ha affermato Kennedy, fanno affidamento sul denaro che l’industria farmaceutica versa nei loro canali e, soprattutto, per i notiziari allo scopo di accrescere il profitto.

 

Questo mi ha ricordato l’immensa mole di prove scientifiche e legali a cui tutti avrebbero accesso se leggessero la letteratura che mette in discussione le teorie, pratiche e politiche vaccinali. Ancora più importante per lo scopo di questo articolo, mi sono chiesto: come si gioca il «gioco» dei vaccini? In quale contesto viene promosso? E come si fa a rendere la gente vulnerabile e farla cadere preda della propaganda?

 

Il contesto è la recente epidemia di morbillo.

Il gioco doveva essere progettato sulla diffusione dell’ignoranza sul morbillo e delle menzogne sulla malattia, la storia delle vaccinazioni, la loro efficacia e sicurezza, tutto ciò nell’intento di spingere in profondità il mercato già radicato, super-vantaggioso e senza ostacoli che è l’industria dei vaccini. E, forse in un modo ancora più perfido, tramite politiche che distruggono il diritto fondamentale al consenso informato e all’esonero.

 

Non importa se la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato i vaccini «inevitabilmente non sicuri»o che i produttori indicano nei foglietti illustrativi dei vaccini che non proteggono tutti gli individui a cui vengono somministrati.

 

Non importa se la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato i vaccini «inevitabilmente non sicuri»o che i produttori indicano nei foglietti illustrativi dei vaccini che non proteggono tutti gli individui a cui vengono somministrati.

Non importa che i vaccini non siano stati studiati per la carcinogenesi, mutagenesi o il calo della fertilità; o che, «siccome i test clinici sono condotti in condizioni estremamente variabili, le reazioni avverse rilevate nei test … potrebbero non rispecchiare le reazioni osservate nella pratica».

 

Non importa che l’unico sistema di controllo degli eventi avversi accessibile, il Vaccine Adverse Events Reporting System (VAERS), con una media di oltre 30.000 reazioni avverse riportate ogni anno, rappresenta solo l’1% del totale degli eventi avversi; o che nel luglio 2018, davanti alla Corte Federale del Distretto Sud di New York, il Department of Health and Human Services (HHS) ha ammesso di aver violato il National Childhood Vaccination Injury Act del 1986, in cui era stabilito, tra l’altro, che il HHS avrebbe dovuto trasmettere un rapporto biennale al Congresso sulla sicurezza dei vaccini.

 

Il HHS ha ammesso di non aver mai inviato nessun rapporto dall’entrata in vigore della legge (più di trent’anni fa). Altro aspetto ignorato dai fautori della discordanza, è l’abbondanza di dimostrazioni scientifiche che i virus vivi o con vettori ricombinati possono infettare, trasmettersi e diffondersi.

 

Altro aspetto ignorato dai fautori della discordanza, è l’abbondanza di dimostrazioni scientifiche che i virus vivi o con vettori ricombinati possono infettare, trasmettersi e diffondersi.

Tutto ciò è accompagnato dal discutibile e palese conflitto d’interessi che caratterizza il mercato dei vaccini. Ad esempio, in una relazione del 2009 stilata dall’Ufficio dell’Ispettore Generale del HHS sull’Advisory Committee for Immunization Practices (ACIP) è emersa la mancanza di controllo sui programmi etici da parte del CDC: il 97% delle informative sui conflitti fornite dai membri del comitato presentavano lacune, il 58% aveva almeno un potenziale conflitto non identificato; ciononostante il CDC ha continuato a garantire esoneri per i membri che avevano conflitti d’interesse.

 

Lo stesso tipo di irregolarità è stato riscontrato per il Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee (VRBPAC), altro importante comitato governativo, responsabile delle decisioni sulla pratica vaccinale con sede presso la Food and Drug Administration (FDA).

 

In presenza del proverbiale elefante nella stanza, i nostri sensi sono bombardati da rumori che interferiscono con la ricezione dei segnali che ci avvertono che c’è qualcosa ch non va. Cosa sta succedendo qui?

l gioco doveva essere progettato sulla diffusione dell’ignoranza sul morbillo e delle menzogne sulla malattia, e, forse in un modo ancora più perfido, tramite politiche che distruggono il diritto fondamentale al consenso informato e all’esonero

 

La scienza dietro la pubblicità redazionale

Advertorial: un advertorial è una pubblicità sottoforma di contenuto editoriale. Il termine nasce dalla fusione di «advertisement» (pubblicità) e editoriale.

 

Non dimenticherò mai come un mio professore dell’università affermava che la genetica come fattore predeterminante fosse un pretesto sopravvalutato, usato quando non si riusciva a spiegare situazioni come malattie o condizioni diverse. Fondamentalmente, sosteneva che dovremmo comprendere le cose, inclusa la scienza, nei diversi contesti, senza trascurare l’ambiente in cui la scienza viene praticata e le materie scientifiche, anche la biologia, vengono spiegate. Il contesto non era definito solo come il luogo, ma come insieme di dinamiche, parole e azioni, movimento e attività se preferite, di comportamenti le cui definizioni includono numerose variabili.

 

Chiarito questo, permettetemi di riflettere sul contesto come luogo mentre vediamo come la scienza, come la intendo io, ha preso le redini dell’ingegneria cognitiva pubblica o, per dirla come Noam Chomsky, della «fabbrica del consenso», esaminando brevemente un po’ di storia che spiega bene come lo sviluppo dei media ufficiali ha reso il rumore una frequenza di dissonanza per giocare il suo ruolo nel binomio industria farmaceutica/media, nella proliferazione dei vaccini e nell’aumento dell’ignoranza, mentre si radica sempre di più nelle politiche della salute pubblica e nella distruzione dei diritti umani per aumentare i profitti.

 

 

Edward Bernays (1891–1995)

Costruire il consenso

Convincere gli americani a partecipare alla prima Guerra Mondiale in Europa non fu un compito facile per il presidente Woodrow Wilson nel 1917. Per questo, approvò l’istituzione del Committee on Public Information (CPI). Lo scopo del comitato era far sembrare che lo sforzo bellico fosse stato voluto dal popolo americano. Il CPI reclutò personaggi di spicco nel mondo giornalistico, accademico, grafico e pubblicitario. Molte persone coinvolte erano profondamente colpite dal successo del CPI e iniziarono a lavorare nell’ambito che oggi chiamiamo pubbliche relazioni e il suo radicamento nel tessuto della cultura americana.

 

Il membro del Comitato Edward Bernays era particolarmente motivato dal successo del CPI e dalla sua abilità di influenzare l’opinione pubblica, non per l’attrazione intellettiva ma perché toccava le emozioni della gente.

 

Edward Bernays, noto come il padre delle pubbliche relazioni, era il nipote di Sigmund Freud e, come lui, era intrigato da quello che Freud chiamava inconscio; Bernays indagava i metodi per sfruttare le emozioni per scopi commerciali. Scoprì il potere delle immagini nel settore delle vendite. Quindi, cercava di far leva sui cuori delle persone, convinto che il lavoro del CPI per l’entrata in guerra potesse essere applicato praticamente a tutto.

 

Per esempio, Bernays era stato assunto dalla American Tobacco Company per elaborare una strategia per promuovere le sigarette tra le donne, mostrandole fumare in pubblico come atto di sfida e in supporto al movimento per il diritto di voto. Le sigarette divennero una «fiaccola della libertà», libertà dall’imposizione delle pratiche sociali dominate dagli uomini.

 

Propaganda, uno dei lavori più famosi di Bernays, gli valse l’ammirazione mondiale, in particolare agli occhi della leadership nazista e del ministro della propaganda di Hitler, Joseph Goebbels. Il primo capitolo del libro,  si apre con i seguenti passaggi:

 

«Chi manipola i meccanismi invisibili della società costituisce un governo che è il vero potere dominante del paese» Edward Bernays

«La cosciente e sapiente manipolazione delle abitudini organizzate delle masse è un elemento fondamentale della società democratica. Chi manipola i meccanismi invisibili della società costituisce un governo che è il vero potere dominante del paese… Siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti creati, le nostre idee suggestionate, da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare. È il risultato logico del modo in cui la società democratica è organizzata. Gli esseri umani devono cooperare in questo modo se vogliono vivere insieme in una società perfettamente funzionante… In ogni atto della nostra quotidianità, nella sfera politica o degli affari, nella condotta sociale o nel pensiero etico, siamo dominati da una ristretta cerchia di persone … che conosce i processi mentali e gli schemi sociali delle masse. Sono loro che muovono i fili che controllano la mente pubblica».

 

Hitler, Goebbels e la macchina della propaganda nazista hanno sviluppato cinque principi basilari su cui si fonda la propaganda:

 

  • Evitare idee astratte – fare leva sulle emozioni
  • Ripetere costantemente alcune idee. Usare frasi stereotipate
  • Mostrare solo un aspetto della questione
  • Criticare continuamente gli oppositori
  • Scegliere un nemico «speciale» per una denigrazione speciale.

 

Si vedono chiaramente le congruenze tra le idee di Bernays e la propaganda nazista. Questo non fa di Bernays un nazista, anzi, era pressoché granitico nella sua avversione alla filosofia del regime. Ma mostra perfettamente come la propaganda e la costruzione del consenso venivano applicate alla vita quotidiana nel modo più subdolo e tramite progetti volti a plasmare l’opinione pubblica. Queste basi, con il supporto della tecnologia moderna, aumentano le possibilità di arrivare a un nuovo livello di sofisticatezza nella manipolazione delle emozioni umane – visivamente, psicologicamente e socio-politicamente.

 

La propaganda e la costruzione del consenso venivano applicate alla vita quotidiana nel modo più subdolo e tramite progetti volti a plasmare l’opinione pubblica

Dopo la seconda Guerra Mondiale, Bernays proseguì nello sviluppo delle sue idee sull’ingegneria sociale. Nel saggio La creazione del consenso, Bernays scrisse:

 

«Questa frase significa semplicemente applicare un approccio ingegneristico, cioè un’azione basata sulla completa conoscenza della situazione e sull’applicazione di principi scientifici e pratiche collaudate per fare in modo che le persone supportino idee e programmi. Ogni persona o organizzazione dipende, in fin dei conti, dall’approvazione pubblica e deve affrontare il problema di dirigere il consenso pubblico su un programma o un obiettivo… La costruzione del consenso dovrebbe basarsi teoricamente e praticamente sulla piena comprensione di quelli su cui vogliamo vincere».

 

Secondo Bernays, la costruzione del consenso aveva come ruolo primario la produzione di notizie e fare in modo che fossero interessanti:

 

«Principalmente, la creazione del consenso deve produrre notizie»

«Principalmente, la creazione del consenso deve produrre notizie. La notizia non è inanimata. Viene creata con un atto volontario e modella i comportamenti e le azioni delle persone… Lo sviluppo degli eventi e delle circostanze non consuete è una delle funzioni fondamentali della costruzione del consenso… L’evento creato dall’immaginazione può distogliere l’attenzione da un altro. Gli eventi importanti, che coinvolgono le persone, non avvengono per caso. Sono pianificati deliberatamente per compiere uno scopo, per influenzare idee e azioni».

 

Per il CPI, Bernays e la nascente industria della pubblicità e delle pubbliche relazioni, il potere di immagini, simboli e messaggi che potevano portare a un consenso artificiale, costruito, era uno strumento indispensabile per la politica e la commercializzazione della società .

 

Dato il potere e l’influenza che l’industria farmaceutica esercita su politici, mass media e, di conseguenza, sull’opinione pubblica, anche da uno sguardo superficiale a Big Pharma, la sua versione sui vaccini, come i vaccini entrano sul mercato e, in seguito, come si elabora la politica vaccinale, appare ovvio, se non logico, che dovrebbero emergere questioni importanti. Ma, di nuovo, possiamo vedere perché non emergono.

«Lo sviluppo degli eventi e delle circostanze non consuete è una delle funzioni fondamentali della costruzione del consenso… L’evento creato dall’immaginazione può distogliere l’attenzione da un altro»

 

Qualcuno disse «tutto ha un prezzo o tutto è in vendita». In questo messaggio troviamo allusioni alle teorie e alle idee di Bernays sulla propaganda e la costruzione del consenso. Per lo scopo di questo articolo e per l’esplorazione del contesto in rapporto alla comunicazione in generale, sul tema dei vaccini e, più recentemente, sull’epidemia di morbillo, è utile ricordare un’espressione coniata da Adolf Hitler nel suo libro Mein Kampf.

 

Nota come la «grande menzogna», Hitler sviluppa l’idea di una bugia talmente grande che nessuno crederebbe che qualcuno abbia avuto la sfrontatezza di distorcere la realtà in quel modo. Hitler evidenzia:

«Le masse, nella semplicità primitiva delle loro menti, cadono vittima delle grandi bugie prima che di quelle piccole» Adolf Hitler, Mein Kampf

 

«Tutto questo è ispirato dal principio – vero di per sé – che in una grande bugia c’è sempre un fondo di verità; perché le masse di una nazione sono più facilmente corruttibili negli strati più profondi della loro emotività che nella coscienza o volontà; quindi, nella semplicità primitiva delle loro menti, cadono vittima delle grandi bugie prima che di quelle piccole, dal momento che loro stessi raccontano piccole bugie in piccoli affari ma si vergognerebbero di ricorrere a grandi falsità. »

 

Oggi possiamo vedere i vari strati della menzogna, le macchinazioni della propaganda, il consenso costruito, il tutto avvolto in una serie di grandi bugie: che i vaccini sono sicuri ed efficaci, cha la scienza è regolamentata, che il morbillo ci ucciderà, che non ci sono collegamenti tra vaccini e autismo, e che le persone che dubitano sono da bollare come disinformate, disinformanti, irresponsabili o, ancora peggio, criminali.

 

Oggi possiamo vedere i vari strati della menzogna, le macchinazioni della propaganda, il consenso costruito, il tutto avvolto in una serie di grandi bugie: che i vaccini sono sicuri ed efficaci, cha la scienza è regolamentata, che il morbillo ci ucciderà, che non ci sono collegamenti tra vaccini e autismo, e che le persone che dubitano sono da bollare come disinformate, disinformanti, irresponsabili o, ancora peggio, criminali.

Gli appelli dei media ufficiali sono costruiti dall’industria farmaceutica che fa leva sulle emozioni – disprezzando, umiliando e denigrando i genitori, attaccando gli scienziati che sollevano dubbi e criminalizzando una crescente popolazione in bytes di informazioni scorrette e artificiali avvolte in mezze verità o palesi menzogne, dove solo una parte è legittima e l’altra viene censurata.

 

In un ambiente simile, molti soccombono al rumore, sperando solo nell’assenza di dissenso, un finto senso di sicurezza e fiducia nello status quo per avere l’illusione che vada tutto bene.

 

In un attimo, la paura diventa il grande nemico e il più potente strumento del binomio industria farmaceutica/media. I medici, come i giornalai, elargiscono notizie costruite, ammantati nei loro camici bianchi, con lo stetoscopio e un sorriso che lascia intendere che ne sanno immensamente più di noi sui vaccini.

 

L’industria farmaceutica ha il messaggio, i media, la dialettica, la scienza?… (silenzio)

Quello che rende evidente la connivenza tra industria farmaceutica, media e consenso costruito è la ripetitività dei messaggi, detta anche «cassa di risonanza».

Gli appelli dei media ufficiali sono costruiti dall’industria farmaceutica che fa leva sulle emozioni – disprezzando, umiliando e denigrando i genitori, attaccando gli scienziati che sollevano dubbi e criminalizzando una crescente popolazione in bytes di informazioni scorrette e artificiali avvolte in mezze verità o palesi menzogne, dove solo una parte è legittima e l’altra viene censurata

Per non essere scoperti nel processo di costruzione, il copione, il testo del messaggio, non può cambiare. La ripetizione di parole e messaggi è uno dei sistemi usati per evitare lapsus.

 

Quindi, siccome non possono contare su una scienza solida, o una scienza priva di conflitti per la presentazione del messaggio, l’industria farmaceutica deve assicurarsi il pubblico mantenendo grande la bugia e continuando a ripeterla. Questo provoca uno stordimento o una paralisi dei pensieri, in alcuni casi, una dissonanza cognitiva.

 

Perciò, senza sapere se, quando, dove le persone sono morte di morbillo, senza conoscere le loro condizioni di salute e di vita, quante, se mai ne sono morte negli Stati Uniti nell’epidemia del 2019, quanti sono stati in ospedale, quanti sono stati vaccinati, lo stato attuale di ogni singolo caso, le domande fondamentali rimangono ignorate, senza risposta o silenziate.

 

Questo è valido per l’attuale isteria da morbillo, ma anche per il silenzio sulle migliaia di casi di parotite tra i vaccinati, le recenti cause legali che coinvolgono i produttori di vaccini che devono rispondere dell’accusa di corruzione, e i continui risarcimenti da pagare alle famiglie di chi ha subito danni dal vaccino e che oggi ammontano a 4 miliardi di dollari mentre ci raccontano che i vaccini sono sicuri.

La paralisi ha funzionato.

 

Molti pensano e reagiscono in base alla prima fonte di informazione: l’industria mediatica ufficiale.

 

In un ambiente simile, molti soccombono al rumore, sperando solo nell’assenza di dissenso, un finto senso di sicurezza e fiducia nello status quo per avere l’illusione che vada tutto bene.

Nel 2015 il The Daily Beast pubblicò un interessante articolo intitolato «Big Pharma is America’s New Mafia» («Big pharma è la nuova mafia americana»). Dopo averlo letto e considerato un trattato sull’industria farmaceutica e sulla produzione di farmaci, mi sono chiesto: perché queste storie sulle pillole e dispositivi medici non esistono sull’industria dei vaccini?

 

Voglio dire, dopo tutto, le prove, le cause legali, le proteste davanti al tribunale per i vaccini e la crescente popolazione che richiede una scienza migliore, studi sulla sicurezza che includano placebo, studi che confrontino vaccinati e non vaccinati e una valutazione onesta di come i vaccini creano epidemie di diverse malattie tra i vaccinati, tutto questo ci indirizza verso un punto fondamentale sui vaccini.

 

Il Daily Beast inizia l’articolo con un paragrafo sul pessimo stato di salute negli Stati Uniti e un accenno all’articolo apparso su Slate dal titolo «I tuoi farmaci sono sicuri?». Daniela Drake, medico, scrive nell’articolo del Daily Beast:

L’industria farmaceutica deve assicurarsi il pubblico mantenendo grande la bugia e continuando a ripeterla. Questo provoca uno stordimento o una paralisi dei pensieri, in alcuni casi, una dissonanza cognitiva

 

«In realtà, la grande influenza del denaro proveniente dall’industria farmaceutica ha portato l’ex editore capo del New England Journal of Medicine, Dr. Marcia Angell, alla conclusione che: “Non è più possibile credere ciecamente alla ricerca clinica pubblicata, né fidarsi del giudizio dei medici di fiducia o linee guida autorevoli …” Il Dr. Peter Gotzsche, direttore del Nordic Cochrane Center di Copenhagen, ha visto abbastanza negli ultimi vent’anni da scrivere un libro dal tiolo eloquente: Deadly Medicines and Organized Crime: How Big Pharma has Corrupted Healthcare (Trad.it Medicine letali e crimine organizzato. Come le grandi aziende farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario)».

 

«“Molto di quello che l’industria farmaceutica fa è soddisfare i criteri della criminalità organizzata secondo la legge degli Stati Uniti”, ha detto il Dr. Gotzsche in un’intervista. “E spesso si comportano come la mafia, corrompono tutti quelli che possono, comprano ogni tipo di persona, inclusi ministri della salute di alcuni paesi… L’industrie farmaceutica compra prima gli specialisti, poi i primari, infine i direttori sanitari e così via, non comprano il giovane dottore”».

 

«… Si comportano come la mafia, corrompono tutti quelli che possono, comprano ogni tipo di persona, inclusi ministri della salute di alcuni paesi… L’industrie farmaceutica compra prima gli specialisti, poi i primari, infine i direttori sanitari e così via, non comprano il giovane dottore”»

La connessione tra industria farmaceutica e i mass media è responsabile della degenerazione del dibattito scientifico e della diffusione di grandi menzogne. La proliferazione dell’ignoranza come strategia (agnotologia) per eliminare ogni dialogo sulle tante questioni legate ai vaccini, è asservita a un unico padrone, il più importante per i produttori di vaccini e per l’industria della comunicazione.

 

Proprio come nei lavori del CPI o nei principi elencati da Bernays e nelle sue strategie per la promozione della propaganda e della costruzione del consenso, la nuova versione del consenso artificiale si trova nei notiziari. L’appello alla sfera emozionale è sottolineato dai titoli, tag, frasi ad effetto e dalla ripetizione dei messaggi.

 

La nuova lingua, che ricorda quella di Orwell, con lo scopo di restringere e diminuire la portata del pensiero umano, agevola la dissonanza cognitiva e la paralisi e lascia le masse alla mercé dell’accoppiata industria farmaceutica/media. Domande, discussioni, dialoghi e dibattiti vengono silenziati, censurati, messi a tacere, criminalizzati. In questa arena non c’è posto per la scienza. L’unico suono legittimo è quello che proviene dalla lobby industria farmaceutica/media.

 

Mentre i giganti farmaceutici riempiono le tasche loro e dei politici le cui carriere sono sotto i riflettori per i conflitti di interesse e ripresi dalla propaganda sostenuta dai mass media, il costo sociale, politico, economico della paura di un dialogo nazionale aperto sul tema dei vaccini sta diventando sempre più insostenibile

La connessione tra industria farmaceutica e i mass media, i politici, le agenzie per la salute e i loro subordinati (medici, ufficiali della salute pubblica, etc. …) continuano a gestire il mercato e la comunicazione. Mentre i giganti farmaceutici riempiono le tasche loro e dei politici le cui carriere sono sotto i riflettori per i conflitti di interesse e ripresi dalla propaganda sostenuta dai mass media, il costo sociale, politico, economico della paura di un dialogo nazionale aperto sul tema dei vaccini sta diventando sempre più insostenibile.

 

Alla fine, i nostri figli ci daranno la colpa per il misero stato di salute che caratterizzerà oltre la metà della loro generazione.

 

 

 José Solís, Ph.D., Guest Contributor Children’s Heath Defense

 

 

© 3 luglio 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD

 

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Vaccini

Il comitato consultivo del CDC vota per porre fine alla raccomandazione di vaccinare i neonati contro l’epatite B

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Il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) ha deliberato per revocare la raccomandazione storica che imponeva la vaccinazione contro l’epatite B a tutti i neonati subito dopo la nascita. Questa decisione rappresenta un trionfo significativo per la campagna «Make America Healthy Again» promossa dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., mirata a una revisione del calendario vaccinale pediatrico, in un’epoca di crescenti interrogativi sull’impennata dei casi di autismo tra i bambini.

 

Con 8 voti a favore e 3 contrari, l’ACIP ha indicato che le madri risultate negative al test per l’epatite B possano concordare con il proprio pediatra «quando o se» somministrare il vaccino ai loro neonati. Le direttive per i piccoli nati da madri positive o con status ignoto al virus restano immutate.

 

Si prevedono ulteriori revisioni alla politica vaccinale nei mesi a venire, mentre il panel valuta l’intero protocollo di immunizzazioni infantili. Diversi oratori intervenuti all’assemblea, e almeno parte degli esperti consultati, sono noti per le loro riserve sul tema dei vaccini.

 

Kennedy si definisce «pro-sicurezza», non «anti-vaccini», ma i media mainstream – pesantemente influenzati dai contributi pubblicitari delle multinazionali farmaceutiche – hanno ritratto il titolare dell’HHS come un «anti-vaccinista». Tale immagine è lontana dalla realtà, come ha ribadito di recente lo stesso Kennedy: «Credo che i vaccini abbiano salvato milioni di vite e svolgano un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria».

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Il Ssegretario sta esaminando un potenziale nesso tra il vaccino e l’aumento dei disturbi autistici, evidenziando come il piano vaccinale per l’infanzia sia passato da poche somministrazioni a un ventaglio di decine di dosi.

 

Il vaccino contro l’epatite B ha provocato danni così estesi nella popolazione americana che nel 1999 ABC News gli dedicò un’inchiesta e il Congresso indisse un’audizione. Eppure, gli specialisti allineati alla narrazione ufficiale hanno negato l’esistenza di legami provati. È sufficiente rammentare che le contestazioni più accese alla riforma vaccinale di RFK Jr. proverranno dai media corporate e dai parlamentari, che dipendono in misura preponderante dai finanziamenti dell’industria farmaceutica.

 

L’Italia è stata il primo Paese europeo a rendere obbligatoria la vaccinazione per i nuovi nati e per gli adolescenti di 12 anni con la legge 27 maggio 1991, n. 165, entrata in vigore dal 1992.

 

I giornali riportano che la decisione fu presa dal ministero dove direttore generale e ministro della Sanità stesso ricevettero una tangente di 600 milioni di lire da GlaxoSmihKline, produttrice del vaccino Engerix B contro l’epatite B per i neonati.

 

In Italia l’obbligo è rimasto per i nati dal 1992 in poi (coorti 1981-2000 anche per la dose adolescenti) fino al 2017, quando la legge Lorenzin (119/2017) lo ha confermato estendendolo a 10 vaccinazioni. Oggi resta obbligatorio 0-15 anni.

 

Va ricordato che l’epatite B si trasmette per via sessuale o scambio di siringhe tra tossicodipendenti: perché, quindi, vaccinare un neonato per tale morbo?

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Vaccini

Uno studio minimizza il rischio di miocardite nei bambini a causa del vaccino COVID

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Questo mese, 22 scienziati britannici hanno pubblicato uno studio volto a tranquillizzare i genitori sui rischi del vaccino contro il COVID-19 e a spaventarli sui pericoli di contrarre il virus. Ma il modello di studio era imperfetto perché poneva la domanda sbagliata. E gli autori hanno nascosto nell’appendice prove che dimostravano che il rischio del vaccino superava quello del virus, pur affermando il contrario nel loro riassunto ampiamente pubblicizzato.   I lettori di The Defender sanno bene che i vaccini a mRNA contro il COVID-19 comportano un rischio di miocardite, soprattutto nei bambini. Ma potrebbero non sapere che la miocardite è solitamente invalidante in modo permanente e, negli adulti, spesso fatale entro cinque anni.   Purtroppo, ora stiamo anche scoprendo qual è l’evoluzione della miocardite nei bambini vaccinati.   Ciò ha rappresentato una battuta d’arresto nelle relazioni pubbliche per l’industria e i governi che hanno sostenuto, e talvolta imposto, che i bambini di età pari a 6 mesi ricevano i vaccini, nonostante il COVID-19 sia quasi sempre lieve o asintomatico nei giovani.   Questo mese, 22 scienziati britannici provenienti da prestigiose università hanno pubblicato uno studio volto a tranquillizzare i genitori sui rischi del vaccino e, allo stesso tempo, a spaventarli sui pericoli di contrarre il COVID-19.   Il messaggio è che sì, ci sono casi rari – usano sempre la parola «rari» – in cui i bambini contraggono la miocardite dopo la vaccinazione, ma ehi, nessun prodotto può essere perfetto. Ed è meglio rischiare con il vaccino che rischiare di contrarre il COVID-19. Inoltre, sostengono, i bambini hanno maggiori probabilità di contrarre la miocardite se contraggono il virus rispetto a quando contraggono la miocardite con il vaccino.   Questo è il messaggio, e gli autori e l’editore hanno l’autorità per diffonderlo ampiamente tramite comunicati stampa e titoli di giornale in Gran Bretagna e in America.   Ma cosa dice realmente lo studio? In breve, pone la domanda sbagliata e, nonostante ciò, la risposta che ottengono deve essere sepolta in appendice, perché incoerente con il messaggio che vogliono promuovere.

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Il riassunto dell’articolo ometteva prove del rischio del vaccino

Il disegno dello studio è profondamente compromesso perché i 22 autori hanno costruito un modello complicato per evitare di effettuare un confronto diretto (solo vaccino contro solo malattia).   E anche dopo aver falsificato i conti, anche dopo aver preso i dati di quasi 14 milioni di bambini e adolescenti sotto i 18 anni in Inghilterra, hanno ottenuto un risultato che è appena statisticamente significativo, con barre di errore sovrapposte per il rischio da COVID-19 e il rischio da vaccinazione.   La situazione peggiora. I risultati, che favorivano marginalmente la vaccinazione, furono annunciati in un riassunto in cima al documento e annunciati alla stampa.   Ma nascosta nell’appendice, pubblicata separatamente online, c’è una tabella che mostra una versione più pertinente del confronto.   La versione riportata nel riassunto si riferisce a un periodo iniziale in cui il vaccino non era disponibile. L’appendice mostra dati comparabili per il periodo in cui il vaccino era disponibile, limitatamente alle fasce d’età per le quali il vaccino era offerto.   Nell’appendice, il rischio di miocardite dovuto alla malattia è la metà di quello associato al vaccino. Ciò contraddice palesemente il riassunto e i titoli dell’articolo – e questa era una risposta alla versione ingannevole della domanda, non a quella più diretta a cui i ricercatori hanno scelto di non rispondere.

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Gli autori dello studio hanno posto la domanda sbagliata

La domanda più pertinente è semplice: i bambini vaccinati hanno avuto un’incidenza di miocardite più alta rispetto ai bambini non vaccinati?   È una domanda a cui è facile rispondere, dati i dati a cui questi autori (ma non il pubblico) avevano accesso. In pochi minuti, avrebbero potuto calcolare il tasso di miocardite tra i bambini vaccinati e non vaccinati.   Tuttavia, se hanno fatto il calcolo, non ne hanno riportato i risultati. Immagino che abbiano fatto il calcolo, ma non gli sia piaciuto quello che hanno visto, quindi non l’abbiano incluso nell’articolo pubblicato.   Come ho affermato sopra, credo che gli autori dello studio abbiano «posto la domanda sbagliata». Ciò che intendo dire è che l’articolo confronta il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dalla vaccinazione.   Ma questa non è la domanda più rilevante. Perché?   Poiché molte persone si sono vaccinate e poi hanno comunque contratto il COVID, sono state inutilmente esposte a entrambi i rischi.   Al contrario, molti bambini che non hanno ricevuto il vaccino non hanno contratto il COVID. Oppure, la loro forma è così lieve che non se ne accorgono nemmeno. Questi bambini hanno evitato entrambi i rischi.   Ecco perché confrontare il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dal vaccino COVID non è la questione pertinente. Non è una questione di «o l’uno o l’altro».

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Gli autori hanno «confuso le acque» analizzando la miocardite nei bambini vaccinati e il virus Il messaggio che gli autori volevano trasmettere era che, sebbene il vaccino aumentasse il rischio di miocardite, diminuiva il rischio di COVID e, poiché il COVID stesso può causare miocardite, il rischio totale è in realtà inferiore con la vaccinazione rispetto a senza.   Se questa è la loro affermazione, è facile stabilirne la veridicità. Il calcolo più semplice che avrebbero potuto fare con i dati a loro disposizione era anche il calcolo più pertinente a ciò che i genitori vogliono sapere: mio figlio sta meglio con o senza vaccino?   Gli autori hanno scelto di non fornirci una risposta semplice a questa domanda semplice.   Ma, dato che avevano posto la domanda sbagliata, avrebbero potuto ottenere una risposta chiara semplicemente confrontando il sottoinsieme di bambini che erano stati vaccinati ma non avevano mai contratto il COVID con il sottoinsieme che aveva contratto il COVID ma non era mai stato vaccinato.   Poiché lo studio ha incluso dati relativi a due anni di ricerche in tutto il Regno Unito, in queste sottocategorie sono stati inclusi centinaia di migliaia di bambini, più che sufficienti per effettuare un confronto statistico preciso.   Ma ancora una volta, gli autori hanno scelto di non farlo. O, secondo me, hanno fatto il confronto e non hanno gradito il risultato, quindi non l’hanno incluso nella pubblicazione.   Gli autori hanno invece analizzato la miocardite nell’ampio gruppo di bambini che avevano ricevuto sia il vaccino che la malattia. Questo ha reso le acque confuse perché non esiste un modo chiaro per determinare se sia stata la malattia o il vaccino a danneggiare il cuore del bambino.   Da qui il modello complicato, basato sulla tempistica.   La possibilità più plausibile è che i bambini che hanno contratto il COVID dopo la vaccinazione abbiano avuto il rischio cardiaco più elevato di tutti. Naturalmente, esiste la possibilità logica che i bambini che hanno contratto il COVID dopo la vaccinazione abbiano avuto una forma più lieve, con un rischio inferiore di miocardite.   Tuttavia, se questo fosse stato il risultato, credo che gli autori non solo lo avrebbero incluso, ma gli avrebbero anche dato un titolo.   Un’altra cosa: lo studio ha preso in considerazione solo il vaccino Pfizer. Si stima che il rischio di miocardite associato al vaccino Moderna sia tre volte superiore rispetto a quello Pfizer. Avevano i dati di Moderna e hanno scelto di non analizzarli.   Oppure l’hanno guardato, hanno deciso che non gli piaceva quello che avevano visto e hanno deciso di non segnalarlo.

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«Si tratta di pubbliche relazioni mascherate da scienza» Quindi, riassumendo:
  • Gli autori hanno posto una domanda complicata quando una semplice era più pertinente.
  • Data questa domanda errata, non hanno effettuato l’analisi più diretta per rispondere.
  • Ciononostante, hanno scoperto che il vaccino presentava un rischio di miocardite quasi doppio rispetto alla malattia. Questo risultato era riportato solo nella Tabella S16 dell’Appendice Supplementare, ma non era menzionato da nessuna parte nel corpo dell’articolo, né tantomeno nel riassunto in cima.
  • E nonostante ciò hanno fatto annunci importanti al pubblico, sostenendo che il loro studio conferma che i bambini stanno meglio con il vaccino che senza.
  Questa è solo una forma di pubbliche relazioni mascherata da scienza. Il fatto che un articolo come questo sia stato sottoposto a revisione paritaria e pubblicato in modo prominente sulla rivista medica più prestigiosa della Gran Bretagna ci dice quanto profondamente sia corrotto l’ecosistema della ricerca medica.   Ed è questa la «scienza» su cui si basa la Food and Drug Administration statunitense quando approva vaccini pericolosi per bambini sani che non corrono quasi alcun rischio a causa della malattia stessa.   Nella maggior parte degli articoli statistici, i dati grezzi utilizzati per uno studio sono pubblicati online e collegati in un’appendice all’articolo. Tuttavia, in questo caso, il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) del Regno Unito ha concesso l’accesso ai dati esclusivamente a questo prestigioso gruppo di scienziati.   Personalmente, vorrei vedere i dati grezzi ed eseguire l’analisi che i 22 scienziati avrebbero dovuto fare fin dall’inizio. Children’s Health Defense sta richiedendo l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale. Restate sintonizzati…   Dott. Josh Mitteldorf   © 3 dicembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Vaccini

Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani

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I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.

 

Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.

 

«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».

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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».

 

Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.

 

«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».

 

«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.

 

I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:

 

«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».

 

«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».

 

«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».

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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».

 

«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .

 

«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.

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